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Quel no a re Salomone dalla donna del Cantico
La storia Salomone, re d' Israele con un harem di 700 mogli e 300 concubine, si invaghisce di una giovane di origini sconosciute. La ragazza si nega al potente sovrano, continuandogli a preferire il suo giovane amato
Nuova lettura degli otto capitoli del libro L' ipotesi del biblista Borgonovo
Diremo innanzitutto che in questa lettura del Cantico non si assiste al semplice incontro della sposa e dello sposo, come sovente riportano alcune traduzioni della Bibbia, ma si è di fronte a una sorta di libretto d' opera. Proprio un canovaccio lirico non è, ma gli assomiglia. Ha un inizio sorprendente, intrecciato con frasi staccate, che sembra una danza. La vicenda si può riassumere così: entra in scena una donna che si presenta al Re (a Salomone, che ha un harem di 700 mogli e 300 concubine) per il matrimonio di quel giorno. Nel momento in cui dovrebbe giacere con lui nell' alcova, ella fugge. Sette sono i personaggi nel Cantico che ruotano intorno a questo amore che resta nel vento e non riesce a toccare i corpi. C' è lei, la protagonista. Chi è? Forse una vignaiuola venduta all' harem; o una ragazza del contado catturata dalle guardie del Re. Con una gravidanza i suoi vantaggi si moltiplicherebbero, ma lei rinuncia. Poi vi sono le donne dell' harem: la invidiano e non le fanno mancare un certo disprezzo, giacché si nega al Re e continua a pensare al suo amato. Ed è proprio l' amato il terzo personaggio: assente nel dramma, vive solo nel ricordo, parla con la bocca dell' amata e appare in scena solo alla fine chiedendo fedeltà. Il quarto è Salomone, dal profilo faraonico. Giunge per il matrimonio di quel giorno e appena vede la giovane se ne invaghisce. Né manca l' inserviente dell' harem: è il quinto personaggio dell' ipotetico libretto, che ha il compito di preparare la ragazza (in Ester 2,12 si legge che tale pratica durava un anno). Sesto: le guardie del Re, sentinelle che annunciano o reprimono; nel versetto 5,7 del Cantico picchiano la protagonista. Settimo e ultimo: i fratelli della ragazza. Hanno intenzione di guadagnare il più possibile dal prezzo nuziale della sorella. Nel capitolo 8 si leggono anche i corrispondenti valori desiderati.
Borgonovo aggiunge che il Cantico è all' origine della stessa fede di Israele e «per parlare di monoteismo o di monolatria non ha trovato l' esperienza migliore della passione e della gelosia di una donna per il suo amato, ben espresse dal canto dell' amore invincibile che la ragazza innalza alla fine. Uno dei massimi esponenti del giudaismo rabbinico, Aquiba, vissuto nel II secolo della nostra era, ha scritto che «il mondo intero non è degno del giorno in cui il Cantico è stato donato a Israele» . E quella ragazza, che non si concede a Salomone, ne è il vero simbolo. «Forte come la morte è l' amore».
Torno Armando Dal Corriere della sera
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