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Ipazia

Post n°12 pubblicato il 01 Dicembre 2012 da cico1936

Agorà

Un film di Alejandro Amenábar. Con Rachel Weisz, Max Minghella, Oscar Isaac, Ashraf Barhom, Michael Lonsdale Rupert Evans ed altri

Genere: Avventura - Durata 128 min. – Origine: Spagna  - Anno 2009.

Uno dei migliori film degli ultimi anni per ambientazione, indagine storica, costumi, attori perfettamente identificati nei personaggi. La trama interseca la storia vera di Ipazia (presente nell’affresco di Raffalello “La scuola du Atene”), un’insegnante di matematica, astronomia e filosofia in Alessandria - nel momento in cui la celeberrima biblioteca conteneva tesori di inestimabile valore e il famoso faro costituiva una delle allora meraviglie del mondo - con il tentativo dei Tolemaici di spiegare i movimenti ciclici della terra e del sole ….

Temi

-     Ipazia di Alessandria tra fede e ragione

-     Lezioni per il presente dalla tarda antichità

-     Scontro tra fede e ragione.

Alessandria d'Egitto. Seconda metà del IV secolo dopo Cristo. La città in cui convivono cristiani, pagani ed ebrei è anche un vivo centro di ricerca scientifica. Vi spicca, per acume e spirito di indagine, la giovane Ipazia, figlia del filosofo e geometra Teone. Ipazia tiene anche una scuola in cui l'allievo Oreste cerca di attirare la sua attenzione. C'è però anche un giovane schiavo, Davus, attratto dalla sua bellezza e dalla sua cultura. Col trascorrere degli anni la tensione tra gli aderenti alle diverse religioni diviene sempre più palese e finisce col divampare vedendo il prevalere dei cristiani i quali godono ormai della compiacenza di Roma (anche se non di quella di Oreste divenuto prefetto). Guidati dal vescovo Cirillo e avvalendosi del braccio armato costituito dai fanatici monaci parabalani, i cristiani riescono ad annullare la presenza delle altre forme di religione e intendono regolare i conti con il pensiero che oggi definiremmo 'laico' di Ipazia.

Ci sono fasi della storia del cattolicesimo che sono rimaste nell'ombra e sicuramente quella della presa di potere da parte dei cristiani di Alessandria, guidati da un vescovo autoritario e violento salito anche all'onore degli altari, appartiene al versante di cui non è il caso di andare fieri e neppure di cercare alibi in una diversa sensibilità rispetto al passato remoto. Il cinema, quando gliene viene offerta l'opportunità, fa bene a fare luce anche su questi aspetti. Se si prende delle licenze narrative può anche essere giustificato da esigenze di trasposizione. Quella che però non può essere in alcun modo apprezzata è la scelta linguistica adottata in questa occasione da un pur apprezzato regista quale è Alejandro Amenabar.

Dinanzi a una tematica così complessa il regista spagnolo sceglie la via del "peplum post litteram" in cui tutto è palesemente finto e si finisce con l'attendere il Maciste di turno che faccia crollare le colonne di gommapiuma del lontano passato di Cinecittà. L'eroina è proprio bella (e muore nuda), i cattivi sono cattivi che più non si può (e sono tutti dalla parte dei cristiani) e non c'è costume a cui manchi il cartellino della tintoria. Se ci si aggiunge qualche lezioncina sull'astronomia del tempo e qualche scontro armato dilatato per fare metraggio si raggiunge la durata giusta per un passaggio televisivo in due parti. Ma ci sono miniserie tv come Empire che hanno meno pretese e una resa perlomeno uguale.

Trama

Il film narra in forma romanzata la vita della filosofa alessandrina Ipazia (Rachel Weisz), conclusasi col suo assassinio per mano di un gruppo di fanatici parabolani, nel marzo del 415, durante l'epoca delle persecuzioni anti-pagane stabilite per legge dai Decreti teodosiani. Sul finire del IV secolo, mentre le tensioni tra cristiani e pagani si accentuano ad Alessandria d'Egitto, dov'è presente sia una nutrita comunità cristiana sia il celebre tempio pagano di Serapide; lo zelota cristiano Ammonio compie un miracolo (attraversando un braciere senza riportare ferite) dinnanzi alla folla cittadina, schernendo così la comunità pagana. Ipazia mostra indifferenza per tali questioni e si dedica alla difesa della conoscenza classica, nonché ad ardite riflessioni d'astronomia che la portano a dubitare del modello geocentrico promosso da Tolomeo, giudicandolo troppo artificioso ed interessandosi degli ormai dimenticati studi di Aristarco, che ponevano invece il Sole al centro del sistema solare. Viceversa, suo padre Teone mostra una decisa ostilità verso i cristiani, al punto da voler punire una schiava domestica perché in possesso di una croce di legno; per risparmiargli la punizione, un altro schiavo, Davo, mente asserendo di essere anch'egli cristiano, e chiede così di ricevere le frustate al posto dell'altra schiava. Ironicamente, dopo aver incontrato Ammonio per le strade della città, Davo si lascia persuadere a convertirsi alla sua fede. Intanto, la comunità pagana di Alessandria si riunisce in seguito alla provocazione di Ammonio, e Teone concorda con gli esponenti più facinorosi riguardo alla necessità di aggredire fisicamente i Cristiani per vendicare l'affronto, nonostante le proteste d'Ipazia. Tuttavia, dopo l'assalto iniziale in pubblica piazza, i pagani si ritrovano in netta inferiorità numerica, e devono ritirarsi all'interno delle mura del Serapeo, che comprende non solo lo sfarzoso tempio ma anche la famosa Biblioteca di Alessandria; lo stesso Teone viene ferito da un suo schiavo, che si ritrova ad anteporre la sua fede al suo dovere di schiavo. Durante la notte, l'assedio alle mura viene posto in stallo dall'intervento della guardia cittadina, su ordine del Pretore. Tuttavia, la mattina dopo un ambasciatore rende noto ai pagani trincerati le volontà dell'Imperatore Teodosio II: non saranno puniti per l'attacco ai Cristiani, ma dovranno ritirarsi e i Cristiani saranno liberi di entrare nel Serapeo. I pagani fuggono dall'uscita posteriore del tempio, non prima di aver però portato con sé diversi scritti di teatro, filosofia e matematica, che altrimenti verrebbero sicuramente distrutti insieme alla Biblioteca dalla folla inferocita, come appunto avviene. Davo sceglie di non fuggire insieme ad Ipazia e gli altri, bensì di unirsi agli zeloti nella distruzione del Serapeo, odiato simbolo della cultura classica e pagana. Segretamente infatuato della sua padrona, torna poi nella sua casa per abusare di lei, ma desiste appena cominciato e se ne vergogna. Ipazia sceglie di liberarlo per scacciarlo dalla propria dimora, mentre Teone muore in seguito all'infezione della ferita durante gli scontri con i cristiani.

Passano diversi anni, durante i quali il paganesimo scompare dalla vita pubblica alessandrina e il Cristianesimo assume una posizione sempre più dominante nella società dell'Impero. Il vescovo Cirillo, che condivide le politiche di obliterazione dei culti pagani come predetto pochi anni prima da Teodosio, minaccia l'ordine sociale dal prefetto Oreste, ex-allievo di Ipazia. Scoppia inoltre un conflitto con la comunità ebraica locale, che viene assalita dai parabolani, guidati da Ammonio, all'anfiteatro. Gli ebrei decidono di vendicarsi nottetempo, attirando con l'inganno nella cattedrale decine di cristiani e massacrandoli a colpi di pietre. Ne segue una persecuzione su vasta scala degli ebrei, che vengono uccisi pubblicamente e poi ammassati in grandi pile funerarie. Frattanto, Ipazia continua i propri esperimenti sul modello eliocentrico, iniziando a covare dubbi riguardo un'orbita perfettamente circolare dei pianeti. La situazione si aggrava ulteriormente quando Oreste, seppure cristiano e battezzato, rifiuta di inginocchiarsi dinnanzi alle Sacre Scritture durante una pubblica messa, dopo che Cirillo ne ha letto un passo di San Paolo che diffida le donne dall'insegnare agli uomini. Si scatenano così pesanti maldicenze sull'influenza negativa che Ipazia, dichiaratasi non cristiana di fronte al Concilio, avrebbe su Oreste. Ammonio colpisce Oreste scagliandogli una pietra all'uscita della Chiesa, e viene così messo a morte, ma ormai su Ipazia gravano le accuse di empietà e stregoneria. Proprio mentre lei finalmente intuisce che i pianeti si muovono su orbite ellittiche, i parabolani, ora fuori di sé, decidono di linciarla. Davo ode questi discorsi e corre a casa della sua ex-padrona per avvertirla, ma scopre che si è nuovamente recata al Concilio, dove Oreste le ha offerto un'ultima possibilità di scampare alla furia del popolo: battezzarsi, come hanno già fatto, seppur loro malgrado, tutti i membri del Concilio non cristiani. Ipazia rifiuta, ma sulla via per tornare alla propria dimora viene sequestrata da un gruppo di zelanti, che la portano in una chiesa isolata per scorticarla viva. Davo, che si è unito al gruppo strada facendo, propone invece di lapidarla per evitare il contatto con il suo sangue impuro. Approfittando del tempo necessario agli zelanti per raccogliere le pietre fuori dalla chiesa, si avvicina ad Ipazia e, con il suo tacito consenso, la strangola, risparmiandole così una morte ben più dolorosa per mano degli zelanti

 

 

 
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