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Post n°55 pubblicato il 02 Agosto 2006 da AMARC0RD
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Ridenno & Pazzianne


'O burdello 'e notte

Dicette 'o guardaporte. "addô saglite?"
tutt"e puttane mo' se so cuccate;
tenite 'a casa, o pure un'a tenite?
chi cazzo arape?
songh"e ttre passate ".

Che cazzo dice?
Pienze a gghiettà 'acito!
Nuje simmo justo justo seje chiavate!
A qquatto sorde a' capa, 'o guardaporte ha fatt' 'a lira
Arape
Chi t'è mmuorto!

E saglitteno 'coppa.
'Onna Cuncetta nce ricevette cu 'a cannella 'mmano.
'Onna Cuncé, voglio na fessa astretta!
'Onna Cuncé, scetàte a sti puttane!
Margarita addo sta?
Chiamma a Lisetta!
Sta 'a fa 'a nuttata
e chelle doie pacchiane?
Chelle?
Una ave che ffa, n'ata sta fora: è ggiuta mantenuta 'e nu signore

Embé, a chi cazzo tiene?
A Franceschella
E chi s"a chiava a chella ddiece 'e stronza?
Perô nce stesse pure Luisella
ma chella è sciùscia 'e cinche franche l'onza!

Basta!
Sa' che vvuo' fa?
tu chiammancella ca mo' facimmo a chi arronza arronza
'onna Cuncé, stammo accussi arraggiate,
ca sburrammo si sulo nce tuccate!

E veramente stévemo arraggiate.
J' tenevo nu pesce 'e chesta posta!
Vicienzo e Ciccio nu poco arracchiate,
steveno russe comm'a ddoje ravoste!
E Camillo, pur'isso addubbechiato,
jeva truvanno na pacchiera tosta,
'e chelle ca si tu nce miette 'a mano
te pare nu cuzzetto 'e parrucchiano.

Pero' penzammo buono
Che facimmo?
Nuje simmo seje e ccà ne sta una;
ognuno 'e nuje vurria essere 'o primmo.
Ma po' si 'ncaso maie have 'a sfurtuna
ca chillo ca sta dinto è nu sfaccimmo
e sta malato 'mpont' 'o capo 'e funa?

'O vaje a secutà 'ncull' 'a' surella
si 'nfacci' 'o' cazzo t'esce na puntella?

Pircio', si vuo' sapé che nc'è di nuovo,
'onna Cuncé: famme nu cazzo mmano.
Cuncé, ca ogge è ddummeneca,
e stu chiuvo 'o vide ch'è dd"o primmo crestiano?

Guarda 'a capocchia!
È grossa comm'a n'uovo.
Vienet' 'a guarda ccà, ncopp' 'o divano!
Ma tu si' ppazzo?
0 si' sagliuto a vvino?
Va 'o piglia 'nculo
Fatte ccà vvicino!

E susuto, accussi, cu' 'o pesce a fora,
cu Il'uocchie lustre manco nu brillante,
currette a chella 'vecchia d"a malora
ca faceva 'a zetella comm'a ttante:
tante ca dopp'avé pe' cchiù e doje ore
pazziato cu"o pesce 'e tutte quante,
fanno a vvedé ca po'
po' niente sanno

Comm"a canzone d"o Paparascianno



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Post n°54 pubblicato il 07 Luglio 2006 da AMARC0RD
Foto di AMARC0RD
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Doverosa appendice sulla poesia in risposta ai molteplici quesiti e argomenti proposti.
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Rileggendomi, e riascoltando ♪ Carmelo ♪ fuso biricchinamente con Wagner, mi rendo conto d'aver elevato l'esposto, molto oltre il comun intender, malandrinamente sorrido e mi dico che: questo mio evidenziar l'errore che risiede nel senso comune, arriva direttamente dai pelaghi che specchiano le stelle nel ghiacciao e dalle stelline del fondale. (il pensiero ha una digestione lenta anche se laboriosamente frenetica).

Tutto ciò che è, non è!

Sta alla singolarità l'interpretazione, di quanto e dove sia o non sia, quando l'interpretazione diviene statica o ancor peggio comune, al pari dell'interpretazione del cubo, allora vi sono delle induzioni di pensiero che travalicano l'essere assogettandolo, perciò Carmelo afferma che quando parliamo, siamo detti dalle parole, ne potremmo far a meno nei rapporti che contano, è il suono, l'intensità, le incrinature che dicono l'essere, il gesto di non farsi dire dicendo è poesia, perchè ci ri-appropriamo di noi, noi siamo poesia, altro che la questua di Dostoevskijana memoria.

La poesia è quella figlia ribelle della del linguaggio "costruito" dalla sintassi logica, le vorrebbe sfuggir, ma non ci riesce, non possiede linguaggio e sintassi propria è figlia della linguaggio e della sintassi della "cosa" difatti i quesiti recitano: cos'è la poesia? cos'è poesia?

La poesia comunemente intesa, è una eco
la eco d'un desiderio
la eco d'una gioia
la eco d'una sofferenza
la eco d'un sentire
ma sopratutto è la eco del gesto compiuto, vissuto, fatto

Ecco "cosa" è la poesia, una eco

Incontrar una eco stupisce sempre un pò

Quando la eco è priva di vissuto generante cos'è?
Quando la eco ha un riscontro opposto cos'è?

Quando la eco è priva di vissuto, diviene misticismo "creduloneria", l'anticamenra dell'autoconvincimento su ciò che si desidera nel chiuso di se, di li al questuar ad una deità, ad un simulacro, ad un convincimento ottundente il passo è breve, come ben aveva compreso Platone, nel suo momento di maggior misticismo, in cui eleva l'anima, il pensiero sopra ogni cosa, "perchè la materia biologica aveva perso la guerra con Sparta", in quel momento Platone giunge ad una sorta di castigo della materia a rifiutar le gioie della carne, ed è li che l'amor "platonico" prese il via, per poi venir decantato e decodificato dal cristianesimo nel romanticismo che; ben sapevano di non poter rifiutar ciò che si è, "hanno" trasformato il rifiuto nel limbo dell'irrealizzato, nell'attesa perpetua in cui struggersi per giunger all'ascesi priva di gesto, priva del dono di se, interi, ci si rifugia nel "dono" del proscenio chiuso e non si vede il tutto.

La eco priva di gesto generante, la eco "mistica" solitamente nasce da un pensiero anti, ♪ contro ♪ contro quell'impossibilità di giunger a ciò che NON esiste realmente, se non nel proprio sè, o che è impedito dalla "regola" che ha ucciso la favola di Apuleio, la regoletta recita: farò in modo che questo matrimonio sia legittimo e conforme al diritto civile --- è così che il mondo degli dei è stato piegato e piagato dal mondo umanamente logico, normando quella messe esorbitante di passioni ed il gravame di punizioni legato alle violente passioni, "hanno" normato l'eccesso con i convincimenti del chiuso in sè, devo riconoscer che la mente umana è formidabile nel costruire prosceni in cui ritirarsi nel più assoluto rifiuto della realtà, sarebbe opportuno e sovente sufficiente comprendere se stessi e la realtà che ci circonda per godersi la realtà e giocare con i prosceni, se non si giunge a ciò, ci si chiude sempre più in sè, nei propri convincimenti, questa chiusura è solitamente disvelata dal fermo convincimento che la cosa, la realtà, DEBBANO cambiare, piegandosi ai nostri convincimenti, non è solamente il rifiuto di ciò che ci circonda, è la sua sostituzione con una costruzione fantasiosamente irreale in cui vivere ---- questa è la menzogna di cui parla Pessoa --- il ravvedimento di Platone lo si può leggere nei suoi dialoghi, quando afferma che "l'idea" dev'essere il prodotto del vissuto, dell'esperienza --- quale esperienza reale possiede chi s'ottunde nel chiuso di sè?

Adoro i dialettici che sanno autoconfutarsi, pudicamente tra le righe e umanamente nella vita materiale, difatti il buon Platone ha smesso di castigar la sua carne con il rifiuto, cosa ben differente dall'amor platonico decodificato dal clero, una costruzione logica dotata d'un euristica raffinata che s'insinua tra le pieghe di ciò che vien interpretato naturale, mentre naturale non è

Incontrar CHI, non "cosa", CHI E' POESIA, sconvolge,
il linguaggio della POESIA UMANA, non soggiace alle regole e divieti, perchè si è POESIA.
"Fortunatamente" è dato esser poesia solo certi momenti, poi... tutti si ritorna ed esser umani, nell'illusione d'essere

Conoscer se stessi, è conoscer quando si è poesia, è anche il bramar, il VOLER e saper dilatare quei momenti

Questa è la differenza tra chi è aperto al mondo e chi vorrebbe un mondo chiuso e decodificato da sè, in sè per sè

Chi conosce nel vissuto la favola di Apuleio, più non può questuar il il miracolo ad una divinità al pari di Dostoevskij, cadrebbe nell'opposto, nel gesto di rifiuto perchè il miracolo non è quello, è "solamente" un miracolo reale.

Dov'è la poesia del gesto, nel costruirsi prigioni?


_______________________________

Mi son preso un pò di giorni sabbatici, giusto quelli che ci vogliono per rimirar le proprie radici sparse, quelli che ci vogliono per rimirar i pelaghi stellati che si riflettono nel ghiacciaio e quelli che ci vogliono per carezzar il fondale stellato, tutto con quella frenesia propria di chi si ritrova bimbo, genitore, fratello, amico, compagno, giorni di "vita frenetica", un inconscio voler compensar i lunghi passi nel peripatio e sul freddo letto di pietra
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help ♪ pervenutomi

♂ ® ♀
 
 
 

Post n°53 pubblicato il 25 Giugno 2006 da AMARC0RD
Foto di AMARC0RD

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LA POESIA


Ho già avuto modo d'affermare ♪ qui
parte del mio pensiero sulla poesia

Ma cos'è la poesia nei fatti del quotidiano?
E' ciò che invoca questuante Dostoevskij?
premessa di promessa d'un miracolo

E' ciò che mirabilmente coglie ♪ Vittorio ♪ ?
vita al quadrato nella gioiosa libertà della recita

E' la "necessità" del questuar che ♪ dicono
Franca Nuti & Roberto Herlitzka ?

E chi non recita ?
E chi non s'accontenta di questuar ?
E chi non ha assoluti che non sia l'armonia ?

Recità gioiosa, nella premessa della promessa di cosa?
Cos'altro c'è oltre la vita al quadrato promessa?

La vita al cubo!

La vita al cubo, è un quadrato di vita,
empio s'eleva
s'empie empiendo
colmando ogni sacrilego anfratto

Quella vita che non è recitabile
quella vita che morde le viscere
quella vita che bracca implacabile
quella vita che non ha verbo
quella vita colma d'odori
quella vita colma di gesti
quella vita colma di urla silenti
quella vita fatta di sorrisi tra cristalli salati

NON la premessa della promessa scritta o detta
ma quella fatta
fattasi poesia

NON è "sarebbe"
Poesia é ciò che è fatto
diviene premessa e promessa di ciò che sarà

NON è la promessa del fonosimbolismo
è il gesto compiuto che s'erge
simbolo imperituro della lacerazione

Poesia è quel cristallo lucente che nasce dentro
è la stella danzante che abbraccia il gesto compiuto

Ecco cos'è poesia
Vita al cubo che s'erge ad arte di Vita

Non v'è perchè, v'è per CHI senza perchè



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il mondo haimè,
è pieno di "scrivani" che: questuan esser poeti nel gesto
questo afferma Pessoa quando li dice
mentitori

Poesia è folgore che scaturisce
imponendo di dir o scriver uno spartito di note colorate

La poesia più alta, è quella che saettando
scaturisce dalla folgore tonante
si tramuta in gesto
suona quelle note,
librandole nell'aria colma di poesia fatta

Non chieder alla poesia cosa può far per te
chiediti come far per divenir
poesia

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click sulle parole colorate



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Post n°52 pubblicato il 20 Giugno 2006 da AMARC0RD
Foto di AMARC0RD

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♪ Ciao Ferny ♪



Questi miei, son giorni nel vibrar di polsi

Son giorni d'onda impetuosa,
a volte mi culla nel suo incavo
a volte mi carezza l'anima con le sue spume lucenti
a volte mi tramortisce col suo impeto
a volte lo sento,
mi vorrebbe affogar
strapparmi l'anima per berla e carezzarla
a volte
ma sempre m'empie le nari

Ma come - come potevo mancar all'evento editoriale?

Quando mi hai messaggiato per rivelarmi la tua gioia,
ho incominciato a tremare, conosco il meretricio che
s'annidia nell'editoria e temevo per te, ora, sorrido, ci sono
ancora al mondo editori arditi, si proprio arditi!

Quando ebbi preso visione di ciò che m'inviasti,
sapendo dell'evento,
ho pregato che i tuoi vergati cadessero in mani sante,
in mani che nel metter un pò d'ordine al tuo esporre,
non ne inficiassero la folgore che li scaturi,
improbo,
si proprio improbo è stato il lavorio di quelle sapienti mani
e tu sei felice.

Ora cedo la PAROLA ad un sommo per elogiarti, ma tu sai
quanto io sia malandrino, non mi son fatto scrupolo
d'inserire nell'elegia anche un pizzico di maieutica

NON mi son neppur fatto scupolo d'esporre il tuo ultimo
invio, a parte il riposizionamento grafico, ho cercato di
rispettare la sequenza, la metrica, la musica --- mi son
soffermato sulla quarta, si proprio quella che colma i miei
giorni facendomi tremar i polsi, e gaglioffamente mi son
preso la licenza di reinterpretar una delle tue, cercando
d'interpretarla come TU l'avresti voluta scriver,
leggendoti-mi saprai quale

Non ti scordar di porgere i miei più sentiti e sinceri auspici
all'autrice dei quadri che fungono da sfondo al tuo canto,
li le mie licenze son state un pò più di un pò,
ma solamente per allineare le dimensioni allo strumento,
cercando di rispettare l'armonia espressiva,
ed improbamente di fonderla con la tua espressività

Sai quanto io invidi questo tuo modo d'amar chi è stato
ingiuriato dalla natura e rifiutato dall'umano stolto, io...
non so se mai sarò capace di un amore così disinteressato,
un amore che sa prima, quanto breve sia il tempo d'amar e
quanto lungo sia il tempo nel doloroso ricordo

Perciò con estrema delicatezza m'avvicino al tuo intender,
ho un timor reverenziale anche al solo sfiorarlo,
hai vinto la lotta con il quotidiano,
non hai concesso all'abitudine
far cader al suolo i tuoi petali.
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Clicca sulle parole colorate


®
 
 
 

Post n°51 pubblicato il 14 Giugno 2006 da AMARC0RD
Foto di AMARC0RD

©






GLI SQUALI


Di noi
che cosa fugge sul filo della corrente?

oh
di una storia che non ebbe un seguito
stracci di luce, smorti volti
sperse lampàre che un attimo ravviva
lo vedi
memoria che ancora ai desideri
in te l'arco si tende dalla marina
ma...
non
vola la punta più al mio cuore

odi nel mezzo sonno l'eguale veglia del mare
e dietro quella
certe voci di festa

e presto delusi dalla "preda"
gli squali che laggiù solcano il golfo

presto tra loro si faranno a brani

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Lasciando spaziar lo sguardo oltre il ciglio, oltre l'orizzonte,

la... ove è dato veder l'uno, vedo i perchè, tocco con viscere i

perchè, perchè la donna canta che: gli uomini non cambiano,

perchè la donna dice che l'uomo guarda lontano e mal

s'avvede di chi e ciò che le sta accanto ---- oh quanto vorrei

toccar la donna che lascia spaziar lontano, fuor di se il suo

sguardo, mentre l'uomo ri-avvicina il suo, ed è li, in

quell'incrociar d'abissi cheti che nasce il caos, l'origine dei

mondi che s'inglobano eruttando saette laceranti, ed è li che è

dato sentir d'esser giunti, si è giunti perchè null'altro c'è, ---

questo è un perchè privo di perchè, come il caos impetuoso,

come la vita impietosa


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♪ - © - ♪                                              ♂ ♀ - © - ♂ ♀
 
 
 

Post n°50 pubblicato il 21 Maggio 2006 da AMARC0RD
Foto di AMARC0RD
©







Tu ed io, soli

Come
questa pietra del S. Michele
così fredda
così dura
così prosciugata
così refrattaria
così totalmente disanimata

Come questa pietra
è il mio pianto
che non si vede

La morte
si sconta
vivendo


@@@@
 
 
 

Post n°49 pubblicato il 19 Maggio 2006 da AMARC0RD
Foto di AMARC0RD

©







Lo sai che
li leggo tutti
specialmente gli appunti
e le tue correzioni

Ma tu aspettami e
tienimi il posto
che io arrivo

CIAO ...

®
 
 
 

Post n°48 pubblicato il 12 Maggio 2006 da AMARC0RD
Foto di AMARC0RD®







CIAO






©

 
 
 

Post n°47 pubblicato il 18 Aprile 2006 da AMARC0RD
Foto di AMARC0RD

©







HESSE


Scrive in Siddarta:

Le parole non colgono il significato segreto,
tutto appare sempre un pò diverso quando lo si esprime,
un pò falsato, un pò sciocco,
si,
mi piace moltissimo che
ciò che è tesoro e saggezza d'un uomo
suoni sempre un pò sciocco alle orecchie d'altri.

____________

Ed è questo l'intento che lo muove,
mentre scrive Le Trasformazioni di Pictor,
la favola d'amore dedicata a sua moglie.

Non essendo lui sciocco, sa benissimo che
le fiabe come le poesie, non affermando,
rifuggono la confutazione, mentre affermano!

Difatti afferma che:


Solo in questo consiste per me la vita,
nel fluttuare tra i due poli,
nell'oscillazione tra i due pilastri portanti della vita
per rammentare che: al fondo di questa varietà,
vi è un'unità
____________

Ed è la medesima unità che ha fatto scrivere a Shakespeare

Non è amore
quell'amore che muta
quando scopre mutamenti
esso è un faro
per sempre fisso
che guarda alle tempeste e mai ne è scosso.

L'amore non è lo zimbello del Tempo,
l'amore non muta con le sue brevi ore e settimane,
ma resiste fino all'orlo del Giudizio.

Se questo è errore e mi sia provato,
io non ho mai scritto,
e nessuno ha mai amato.

_____________

Ed io,
minimo essere,
"innamorato del tutto"
"udendo"
la fanciulla dagl'occhi lucenti risponderle:

"Oh, come vorrei imparare ad amare così"

AFFERMO che:

Chi vien definito "innamorato del tutto"
sa che ogni fanciulla ha in se quella tenera creatura che
stupita
ha visto il mondo cambiare con lei
parlarle un nuovo linguaggio
sentire nuovi colori
veder nuove note danzare tra gli astri


_____________

Quando non sarai più parte di me
ritaglierò dal tuo ricordo
tante piccole stelline,
allora il cielo sarà cosi bello
che tutto il mondo si innamorerà della notte.
William Shakespeare






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cliccare sulle parole colorate


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Post n°46 pubblicato il 16 Marzo 2006 da AMARC0RD
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Cristina Campo




IL SOGNO



Per nessun altro
amore
avrei spezzato
questo beato sogno

Buon tema alla ragione
troppo forte per la fantasia ........

Fosti saggia a destarmi

E tuttavia
tu non spezzi il mio sogno
lo prolunghi

Tu
così vera
che pensarti basta
per fare veri sogni
e le favole storia

Entra tra queste braccia

Se ti parve meglio per me
non sognar tutto il sogno
ora viviamo il resto

Come in un lampo
o un bagliore di candela
i tuoi occhi .....
non già il rumore
mi destarono

Pure
giacchè ami il vero
io ti credetti sulle prime
un angelo

Ma quando vidi che
mi vedevi il cuore
sapevi i miei pensieri oltre l'arte di un angelo
quando sapesti il sogno
quando sapesti quando
la troppa gioia mi avrebbe destato
e venisti
confesso che profano
sarebbe stato crederti qualcos'altro da te

Il venire
il restare
ti rivelò
tu sola

Ma ora il levarti
mi fa dubitare
che tu non sia più tu

Debole è quell'amore
di cui
è più forte la paura
e non è tutto spirito limpido e valoroso
se è misto di timore
di pudore
di onore

Forse
come le torce
che debbon esser pronte
sono accese e rispente
così tu tratti me

Venisti per accendermi
vai per venire

Ed io
sognerò nuovamente
quella speranza
ma per non morire





®
 
 
 

Post n°45 pubblicato il 08 Marzo 2006 da AMARC0RD
Foto di AMARC0RD
©


OMAGGIANDO ....




 Che Fatica




Che fatica piacere
che fatica cercarsi
che fatica mentire
che fatica impegnarsi.

Che fatica sbagliare
che fatica capirsi
è una lunga estenuante fatica
una lagna infinita.

Che fatica ubriacarsi
che fatica coi sensi
che fatica ignorarsi
che fatica, ci pensi.

Che fatica tradirsi
che fatica subire
è una lunga estenuante fatica
un pò come morire.

Ci sarà un'altra uscita
una porta segreta
ci sarà un altro tipo di vita
in un altro universo
sconosciuto e remoto
la mia copia, il mio doppio
un aiuto concreto
chi lavori per me
chi mi copra le spalle
chi mi spiani la strada
per arrivare alle stelle.

Che fatica un amica
che fatica un uomo
che fatica obbedire
che fatica la mamma
che fatica il bisogno
che fatica umiliarsi
è una lunga estenuante fatica
ma non voglio annoiarti.

Che fatica in palestra
che fatica il sapere
che fatica le diete
che fatica apparire
che fatica le cure
che fatica col sesso
è una lunga estenuante fatica
un problema complesso.

Ci sarà un altro modo
non così impegnativo
per sentirmi più libera e viva
che così tartassata
perdo peso e sostanza
sempre in gara col tempo
una corsa infinita.

E non sempre mi va
e arrivare alla meta
preferisco dormire
e alla mia insofferenza
totalmente impedita la scienza.

E in più tu non mi aiuti
in più tu mi rifiuti
io qui a spaccarmi il cuore
sperando che sia amore
per ora mi riposo
tu ci rifletti su
diamo a questa fatica un senso
o
non mi vedrai mai più

______________________________________

Oggi parlano le donne, le parole sono
il testo di "Che Fatica" di MIna
da me integrato con voci femminili per
rafforzare questo pensiero femminile

NON è un mio pensiero, ma di donne

_____________________________________

écoute

Alicia Keys - A Woman's Worth





®
 
 
 

Post n°44 pubblicato il 02 Marzo 2006 da AMARC0RD
Foto di AMARC0RD
©







Ti lasci andare




E tu sei buffa più che mai
con questa tua severità

Vuoi che stia zitto e invece no
è l'alcool che mi fa parlar

Mi da il coraggio che non ho
di confessar la verità

Che sono stufo sia di te
che della tua malignità
e del tuo corpo che non sa
tentarmi nell'intimità

Ne ho gia' abbastanza ti dirò
di quel carattere che hai
esasperato finirò
perché tu esageri lo sai

Si
si che lo sai
e come no
a volte ti strangolerei

Dio ....
cinque anni e adesso tu
ti lasci andare sempre più

Ah che spettacolo che sei

Con quelle calze sempre giù
mezza truccata e mezza no
coi bigodini ancora su

Io mi domando come può
un uomo avere amato te
io l'ho potuto ed oltre a ciò
la vita ho dedicato a te

Sembri tua madre che non ha
nessuna femminilità

Quando c'e' gente salti su

Mi contraddici, parli tu

Con il veleno che c'è in te
distruggeresti non so che

Bella fortuna che trovai
il giorno che io t'incontrai

Se tu tacessi ma ora tu
ti lasci andare sempre più

Sei un tiranno che non ha
nessuna sensibilità
però
malgrado ciò che so
tu sei mia moglie
ed è perciò
che basta poco per tentare
adesso
di ricominciare

Per dimagrire un pò di sport
resta allo specchio un pò di più
e poi
sorridi
e finirà l'aria di gelo
intorno a te

invece che tu mi detesti
e fuggi come dalla peste
prova a tornare quella

Che un giorno tanto tempo fa
venne cantando incontro a me
e come tanto tempo fa
ti terro' stretta finche tu
ti lasci andare sempre più ...



_______________________________________________________________

Ho scelto le parole di questa canzone perchè estremizzando, pongono in evidenza le differenti modalità espressive non solamente all'interno della coppia, modalità che disvelano le reciproche aspettative e idealizzati dei generi.

Non abitiamo più il nostro corpo, ma la sua rappresentazione indotta, conoscere e comprendere le induzioni, concede di riabitare se stessi.
_______________________________________________________________


écoute

Bon Jovi - Welcome to Wherever You Are




®
 
 
 

Post n°43 pubblicato il 09 Febbraio 2006 da AMARC0RD
Foto di AMARC0RD
©




Nato prigioniero





Sapevo senza conoscere

Con mani e labbra
a tentoni
ho scoperto il seno materno
placando nel suo latte
la mia fame e la mia sete

Nell'estasi ho sentito
la carezza della voce
il fresco tepore della pelle
di mia madre

così!
naque il desiderio
nella prima sorgente

e quando
i miei occhi meravigliati
videro il mondo
intorno a lei
che credevo mia
che credevo me
ho odiato il mondo

Il timore di perdere
la fonte del mio piacere
mi fece scoprire con l'amore
la gelosia, il possesso,
l'odio e l'angoscia

Bacco, Eros
dèi del vino e dell'amore,
datemi il grappolo e il seno
che spremerò tra le dita
il sesso e il vino
il piacere e la gioia.




_____________________________


Finchè l'esperienza mi permette di sapere
ed il corpo di lottare,
non temo

Ma quando il desiderio si scontra
con il mondo dei divieti,
quando le mie membra e la mia mente
sono avvolte da catene implacabili
di culture e pregiudizi,
allora tremo e urlo

Accovacciato nella vetta più alta,
spando stille d'arte colorata
lembi di scienza antica
e follia di membra


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cadeau



®
 
 
 

Post n°42 pubblicato il 22 Gennaio 2006 da AMARC0RD
Foto di AMARC0RD©




Cat Stevens



Father & Son




[Father]
non è il momento
di fare cambiamenti,
rilassati e basta,
prenditela comoda.

Sei ancora giovane,
questo è il tuo problema,
c'è così tanto che devi conoscere,
trovati una ragazza,
sistemati,
se vuoi puoi sposarti.

Guarda me,
sono vecchio,
però
sono felice

Un tempo ero come tu sei ora,
e so che non è facile,
stare calmo
quando trovi qualcosa per andartene

ma prenditi il tuo tempo,
pensa molto
perchè,
pensa a tutto quel che hai
domani tu sarai ancora qui,
ma i tuoi sogni potrebbero non esserci


[Son]
come posso provare
a spiegargli?
quando lo faccio
lui si gira dall'altra parte
è sempre stata
la solita vecchia storia

dal momento in cui potevo parlare
mi è stato ordinato di sentire
ora c'è una via, e io so che devo andare via
io so che devo andare


[Father]
non è tempo per cambiamenti
solo sietidi,
prenditela lentamente
sei ancora giovane, è questo il tuo problema

c'è così tanto su cui devi pensare
trovati una ragazza,
sistemati
se vuoi puoi sposarti
guarda me,
sono vecchio,
ma sono felice


[Son]
tutte le volte che ho pianto,
tenendomi tutto ciò che sapevo dentro
è difficile,
ma è più difficile ignorare ciò
se loro erano nel giusto,
io accettavo,
ma il problema è che non mi conosci
ora c'è una via e io so che devo andare via
io so che devo andare




______________________________

Cos'è successo a quei ragazzi e ragazze del 68 che non avevano paura di "andare", con gli occhi colmi di sogni, si sono ritrovati nel loro opposto, sono riusciti a NON far andare i loro ragazzi, li vincolano in casa con loro anche oltre i trenta, hanno fatto prevalere il dettame: pensa a tutto quel che hai ------ limitando il pensare ciò che potrebbero .... il germe della "cosa", il vincolo del quotidiano, il vincolo del vissuto, il vincolo di ciò che comunemente viene definito "radici", omettendo di dirsi che non siamo dei vegetali, limita oltremisura quell'andare oltre, verso il conoscibile, stiamo "costruendo" una generazione che pianifica la vita come un leasing, un mutuo, ove vige il profondo rifiuto ad essere diversi, a rispondere del profondo dolore di essere se stessi

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☼ Non scholae sed vitae discimus ☼
______________________________


écute


®
 
 
 

Post n°41 pubblicato il 29 Dicembre 2005 da AMARC0RD
Foto di AMARC0RD
©





QUALE LIBERTA ?




La libertà comunemente intesa, non è altro che la possibilità di giungere alla gratificazione

E' possibile individuare differenti modalità di gratificazione; quelle biologiche, quelle sociali e quelle consapevolmente volenti, dell'essere che costruisce e raccoglie in ogni stagione

Quelle biologiche appartengono alla nostra animalità, sono date dalla nascita, ma non le si "creda" immodificabili, il bimbo nato da una coppia italica allevato e cresciuto da altra coppia in differente contesto, avrà abitudini alimentari, musicali, sessuali, cromatiche, differenti da ciò che si "crede" debba avere

Sulle abitudini prettamente sociali, si può affermare che l'abitudine data dal contesto prende il sopravvento, l'esempio classico del bimbo francese, se costretto dal contesto ad esprimersi in italiano, accantonerà il francese fin a scordarlo in un tempo soggettivamente breve, ma solo finchè è bimbo, crescendo può scegliere la fatica di reimparare il dimenticato.

Anche la "modalità" consapevolmente volente può essere abitudinaria, non c'è limite alla pigrizia umana, quando viene indirizzata prevalentemente in un unico volere, negando alla moltitudine degli altri una gratificazione soddisfacente.

Tutte le modalità e le loro variabili rispondono al principio di piacere, con il principio d'equilibrio formano le linee guida ove solitamente ci si accomoda pigramente e, si attende che il piacere venga somministrato.

Il dubbio che pervade ogni essere pensante è: quale libertà? ..... dato che siamo imprintati nelle cellule che ci guidano, siamo imprintati nella mente da chi ci alleva e nutre, siamo imprintati dal sociale che decide cosa sia gratificante ben prima che nasciamo .... tutti questi imprinting, s'innestano nei due principi creando degli automatismi, delle vere e proprie vie di scelta precostituite ..... il confine con la patologia è labile.

Noi definiamo libertà, la possibilità di compiere azioni che ci gratifichino, di realizzare il nostro progetto senza scontrarsi con quello altrui

Siamo liberi di costruirci la nostra libertà, o di "credere" opportunisticamente che ci venga somministrata dal caso, dal fato o chissà quale credenza.

Il "paradiso terrestre" esiste solo se lo si costruisce, l'oppurtunismo falsamente rispettoso dell'atro, quello che si nutre dell'altro, quello invidiato dagli stolti, vive nel perenne rimpianto del succoso e profumato frutto raccolto nella stagione e, mai più assaggiato perchè incapaci di nutrire la pianta per farlo ricrescere nella stagione sucessiva.








écute

LIBERTA' 2




LIBERTA' 3


®
 
 
 

Post n°40 pubblicato il 21 Dicembre 2005 da AMARC0RD
Foto di AMARC0RD©






AUGURI 2°

a tutti coloro che

VOGLIONO

pensare ed agire a

360 gradi

  écute

®
 
 
 

Post n°39 pubblicato il 30 Novembre 2005 da AMARC0RD
Foto di AMARC0RD
IL Pensiero ®




L'umanità teme il pensiero più di ogni altra cosa al mondo, più della rovina e persino più della morte.

Il pensiero è sovversivo e rivoluzionario, distruttivo e terribile,
il pensiero è spietato nei confronti del privilegio, delle istituzioni e delle comode abitudini,
il pensiero è anarchico e senza legge, indifferente verso le autorità, incurante dell'ormai collaudata saggezza dei secoli passati.

Il pensiero si focalizza in un punto per comprenderlo, poi è oltre, allargando quel punto focalizzato ......

Il pensiero guarda nella voragine dell'inferno, ma non ha paura ........

Se il pensiero non è bene di molti, lo dobbiamo alla paura di se stessi.

E' la paura che limita gli esseri
paura che le loro amate credenze si rivelino delle illusioni,
paura che le istituzioni con cui vivono si dimostrino dannose,
paura di dimostrarsi essi stessi meno degni di rispetto di quanto avessero supposto di essere.

___________________________

postilla -----
emerge il dato interpretante che scaturisce direttamente dal nostro pensiero "prensile"

ho fame, ho sonno, ho un compagno-a, ho voglia di giocare ..... tutte queste "cose" vengono letteralmente afferrate e "vissute" dal pensiero,
di qui l'abitudine nel considerarle come un prodotto finito da consumare, mentre sono da vivere e consumare realmente,
da costruire nell'azione .........

è e resta l'azione che disvela l'intento, non tanto il pensiero e o la parola, ma è l'azione che si confronta e lotta per costruire e realizzare .......
non basta dire, scrivere gioia per essere gioia, la gioia va accudita per farla crescere e durare,
la gioia è un susseguirsi d'azioni, non una parola od un pensiero da consumare e basta ......
.

____________________________

écute ©
 
 
 

Post n°38 pubblicato il 23 Novembre 2005 da AMARC0RD
Foto di AMARC0RD

Tutt'al Più...©



Qualche volta
penso
di tornare da te
e se non l'ho ancora fatto
non e' perche' l'amore sia finito
io ti amo ancora
non l'ho fatto solo perche'

perche' ho paura
di trovarti cambiato

ma stasera
ho deciso di tornare.

tutt'al piu'
mi accoglierai
con la freddezza che
non hai avuto mai
e forse fingerai
di non sapere il nome mio
magari parlerai
dandomi del lei.

oppure tutt'al piu'
mi chiederai
quanti ragazzi ho avuto
dimenticando te
eppure tu sai bene
che una ragazza come me
non scherza con l'amore
non ha scherzato mai.

tutt'al piu'
mi offenderai e
poi mi caccerai
dicendomi che oramai, noooo
non mi interessa piu'
una ragazza che
serviva solamente
per divertirsi un po'.

e allora me ne andro'
e mi rincorrerai
per chiedermi perdono
e mi accarezzerai
ricorderai il mio nome
e quello che c'e' stato
magari fosse vero
magari fosse vero.

tutt'al piu'
ti trovero'
insieme a quella che
ha preso il posto mio.

E allora
e allora

e allora me ne andro'
e mi rincorrerai
per chiedermi perdono
e mi accarezzerai
ricorderai il mio nome
e quello che c'e' stato
magari fosse vero
magari fosse vero.

tutt'al piu'
ti trovero'
insieme a quella che
ha preso il posto mio.

E allora
e allora
amore


®
 
 
 

Post n°36 pubblicato il 17 Novembre 2005 da AMARC0RD
Foto di AMARC0RD_________________

Giovanni Raboni ©

_________________

DOLORE



Tu e le tue fissazioni!
mi vien voglia
di rinfacciarti le mie piaghe,
quelle sì
cancrenose,
immedicabili ............

Ma no, sbaglio

Non io,
TU
sei l'erede
d'una sacra penuria,
TE
da sempre
hai saccheggiato il cielo.

C'è più tristezza nel tuo lutto
per un gioco perduto .....
per una bambola squartata
che nel mio
per il novero dei morti
che colleziono da una vita.

E' più giusta,
ha più stoffa la tua pena.

E intanto non riesco a consolarti,
mio affannato,
tremante,
altero amore!

Non rispondi,
mi guardi come,
ma sì,
come un nemico di classe
se cerco di distrarti,
se ti ricatto
con la tenerezza ...

Ma credimi,
tesoro,
che non voglio rubartelo
l'osso del tuo dolore
.


®
 
 
 

_____________ IDEALIZZATO® _____________

Post n°35 pubblicato il 14 Novembre 2005 da AMARC0RD
Foto di AMARC0RD

La dualità dell'essere, si riflette anche nell'idealizzato.

Idealizzato innato, ossia tutta quella serie d'informazioni donateci che decidono quale gamma di colori, di sapori, di odori riteniamo gradevoli, ossia la linea guida del nostro principio di piacere.

Idealizzato sociale, ossia tutta quella serie d'informazioni apprese dall'ambiente circostante.

Una delle funzioni della fantasia, è quella del confronto conoscitivo che l'esperienza concede nella "costruzione" dell'idealizzato.

Uno dei prodotti principe della fantasia, è l'idealizzato comunemente detto .... si può affermare che l'idealizzato è un VOLERE dell'essere, conseguentemente una verità dell'essere, verità che al pari di tutte le verità, quando esce dall'essere per interagire con l'altro dotato d'altra verità, DEVE donarsi per ricevere, il prodotto sarà la verità del NOI ..... da rammentarsi che l'essere non è statico, ma in perenne movimento, la verità dell'essere lo segue evolvendosi.

L'idealizzato è il prodotto della dialettica con se stesso, sovente è una forma di dialettica in opposizione alla realtà, sospinti dal principio di piacere innato, ci si autocostruisce una sorta di realtà idèale, ma irreale.

La forza di questa irrealtà, è immàne, fa vedere colori, sentire sapori, provare sensazioni, percepire emozioni, al pari se non oltre l'alcol e gli stupefacenti ..... tentare di convincere l'alcolista che la sua stanza non è invasa dai ragni o quant'altro, è come voler convincere un sobrio che il sole è spento ----- essendo la realtà un'interpretazione, il confine con il "credere" è molto labile per chi non posside strumenti o per chi si trova a dover rifuggire il suo quotidiano reale, quindi, tutti indistintamente abbiamo i nostri momenti di credulità.

Questa sorta di rifugio nel credere, ci fa divenire "cosa", un prodotto dalla fantasia, l'attimo in cui rivolgiamo la nostra credulità all'altro, lo abbiamo trasformato in cosa, se l'altro attraversa uno dei suoi momenti di credulità, v'è una comunione di cose, bellissima, piacevolissima, tutto quel che si vuole, ma è come rincorrere le lucciole credendole stelle, ci si ritrova sempre al buio ..... altro fattore ludico, chi rincorre le lucciole consapevolmente e lo dichiara ......

Una delle cause principe dell'inaridimento dei rapporti, è questo continuo e solitario ascolto del proprio idealizzato, quando l'altro non collima con l'idealizzato, si cerca di farlo collimare con ogni stratagemma, o addirittura s'interrompe la dialettica per non infrangere il proprio idealizzato.

L'idealizzato, e una "fiction", si muove, pensa ed agisce secondo copione, se sorride così, mi sta pensando, se non mi telefona adesso, mi sta tradendo, se .... se ... se ... secondo copione .... la vita non è una fiction ..... per chi non ne fosse a conoscenza .... contrariamente a quanto comunemente s'immagina, l'idealizzato ha la funzione d'acchetare le pulsioni, perchè le affronta senza mettersi in gioco, "virtualmente" ..... anche se la realtà è un'interpretazione, per poter "giocare" è necessario l'essere intero, non solo la fantasia .... certo che capita di giocare un giochino "credendo" di giocare il gioco, solo che si rivela sempre per ciò che è, un giochino ..... quando non s'è più in grado di comprendere se è un giochino o il gioco, ci si avvicina al baratro della patologia, ci si crede e si vive da "cosa" ..... il volo del calabrone, non sarà mai un volo d'albatros ...... neppure credendoci follemente .....

La dialettica non è mai accondiscendente, la dialettica è figlia dei nostri desideri, dei nostri pensieri, della nostra materia, del nostro idealizzato, dei nostri convincimenti, perciò la dialettica è scontro su differenti interpretazione nel medesimo argomento, lo scontro è dato dal dolore d'abbandonare i nostri convincimenti, ma se non si offre, non si può cogliere, e l'offerta sono i nostri convincimenti, siamo anche i nostri convincimenti, NON solamente!

Per chi "temesse" oltremisura la perdita dei propri convincimenti, nulla è cancellabile dalla mente, ma tutto è in perenne evoluzione.

Chiunque mosso da intento di costruire il NOI, rifiuti lo scontro dialettico con il classico: tu non mi capisci, sottintende, non mi capisci come vorrei ----- è un vuole coercere l'altro all'interno del suo idealizzato, vero che è doloroso, i convincimenti irreali, danno dolori intensi e reali, questo è lo scoglio biologico da superare con il pensiero, il medesimo pensiero che l'ha prodotto, a chi non è capitato con il senno del poi di darsi dell'idiota per sofferenze che non avevano nessun nesso reale, il darsi dell'idiota per le gioie date dal rincorrere le lucciole, incontra una qualche difficoltà maggiore insita nel principio di piacere, ma è il medesimo principio che rende patologici, obesi, alcolisti, tossici e quant'altro ..... è l'intento che eleva o meno il principio!

Vi sono esseri che sanno e "sentono" l'intento volto a loro, sono esseri che non sanno vivere una "storia" finta, onirica, idealizzata, virtuale, perchè non è gradevole ricevere attenzioni volte ad un convincimento e non a se stessi, NON è gradevole veder la persona che ti si rivolge secondo copione, NON è gradevole sentire che opera sempre per farti collimare con ciò che non può esistere perchè frutto della fantasia irrispettosa dell'altro, NON è gradevole ricevere una carezza sul volto ed un pugno nello stomaco perchè non collima con l'idealizzato.

Ho VOLUTO imparare ed esprimermi con il linguaggio dell'idealizzato altrui per fami comprendere, ma solamente in funzione esplicativa, chiarificante, il difetto di questo mio esprimermi, è quello di disvelare l'idealizzato per ciò che effettivamente è, una "cosa", sovente, questo mio disvelare, infrangendo le proprie autoconvinzioni, viene vissuto come un affronto, piuttosto che iniziare a pensare sentendo, si rifiuta financo di "sentire" e ci si rifugia nel "credere", nella raccolta dei cocci infranti del proprio idealizzato .... classico: non mi capisce ..... "come vorrei" .....

NOI, non soffriamo per le cose del mondo, ma per le nostre credenze, difatti; l'attimo in cui l'essere trasformato da noi in cosa, torna ad essere ciò che è, un essere, non può far altro che andarsene, in questo andarsene, porta via la nostra "cosa", il nostro idealizzato infrangendolo, ed è in quel momento che il "credente" si ritrova più solo, abbandonato anche dalla sua irreale fantasia infranta, abbandonato da se stesso .... siamo stolti al punto di costruirci una "cosa" irreale che al sorgere del sole svanirà e noi ne soffriamo terribilmente.

Sta alla dialettica con se stessi, con il proprio io, quella dialettica costruttiva, dotata d'autoconfutazione, sta al nostro VOLERE, all'intento nella "cosa" fantasia per rendere fantastica la realtà, difatti se applicato alle cose, è la leva del progresso, il pensiero poco contemplativo occidentale, è un pensiero prensile, che letteralmente prende e costruisce, dobbiamo ringraziare per l'ennesima volta chi ha potenziato e migliorato questa qualità innata, difatti le cose più belle, quelle che migliorano la qualità della vità, sono figlie del pensiero prensile, quello che VUOLE, l'errore è applicare il medesimo pensiero all'essere, con l'essere per prendere è necessario donare, il prodotto avrà "vita" autonoma, oltre coloro che l'hanno generato, al punto di divenire linea guida dei singoli, i quali mantengono al loro "interno" le loro prerogative originali, abbracciando quella sorte di piacevolmente VOLUTA interdipendenza che si riconosce nell'appartenenza simbiotica.

Trovo coecitiva la chiusura alla dialettica quando si perviene al medesimo argomento .... OGNI CHIUSURA .... NON è una difesa, ma un rifiuto a donare ............

_________________________________

da un divoratore di ostriche ... moi©

il fascino di veder spuntare una perla dentro l'ostrica, NON ci fa venire in mente che è un "difetto" dall'ostrica stessa, così diamo un valore estremo al difetto e divoriamo l'ostrica, ma è l'ostrica depurata dal difetto che ci consente di vivere nutrendoci, e ci uccidiamo l'un l'altro per il difetto ....

________________________________



écoute©

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