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RAPPORTO TRA SPESA PUBBLICA E DEBITO PUBBLICO

Post n°1005 pubblicato il 27 Febbraio 2017 da fresbe
 
Foto di fresbe

Ciò che sarebbe importante comprendere è il concetto di “spesa pubblica”. 
Le “uscite dello Stato” sono catalogabili nei capitoli di spesa, che riguardano ed assicurano, servizi per la comunità. L’assistenza medica, il  regime pensionistico (welfare) sono finanziati sia dai cittadini che dallo Stato, attraverso il “carrozzone” chiamato I.N.P.S. La difesa dei “confini” e dell’interno, attraverso il finanziamento delle Forze Armate, e della Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, rappresentano una spesa/investimento che mira a garantire ordine e sicurezza.
Tutto quanto elencato (più altro che ho omesso…) rappresenta un COSTO SOCIALE in cima agli obiettivi che uno Stato deve porsi. 
Altro fattore è l’applicazione della politica economica che deve operare come moltiplicatore. La creazione di opportunità per le Aziende che incentivi le assunzioni, che agevoli le “start up” è fondamentale per alimentare la ripresa della domanda. La riduzione del P.I.L. attuale e programmatico, è diretta conseguenza della moria delle imprese e delle insufficienti garanzie fiscali che inducano al rischio connesso all’apertura di nuove attività. Gli investimenti privati languono ed è soprattutto in questo momento storico che dovrebbe intervenire lo Stato investendo in opere pubbliche, quali la manutenzione del territorio, il restauro delle opere d’arte, la viabilità. Investimenti “a debito” che avrebbero l’effetto di un “utile volano” creando “lavoro” ed opportunità a cascata, generanti la ripresa della DOMANDA e l’uscita dalla stagnazione della deflazione.
"Diminuisce la spesa pubblica ma aumenta il debito pubblico" questo è ciò che viene riportato da carta stampata e televisioni (con la teoria del moltiplicatore riportato al contrario: per €1 in meno di spesa, aumento di €1,5 del debito) Se l’attenzione è concentrata sul COSTO SOCIALE, dimenticandosi di pianificare gli investimenti necessari ad incentivare le entrate per l’Erario, il risultato sarà conseguenziale. Quindi non facciamoci ingannare dalle “semplificazioni giornalistiche” che nascondono la verità: lo Stato è immobile ed attende di uscire dalla deflazione senza intervenire sul mercato, con ignoranza, presunzione, pressappochismo.
E’ da tempo che in Italia il ruolo di Ministro dell’Economia, viene affidato a personaggi non all’altezza del compito, privi di visione prospettica.
N.B.: Non si tratterebbe di "drenare" risorse dal SOCIALE a favore degli investimenti pubblici, ma di applicare il "deficit spending" finanziato a debito. I costi sono certi e costantemente in aumento, perciò per agevolare le entrate Erariali è necessario creare ricchezza, lavoro, opportunità, aziende. Più saranno le imprese e gli occupati, più il P.I.L. e la DOMANDA AGGREGATA (intesa come spesa privata più pubblica) leviteranno assieme ai consumi.

 
 
 
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