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L'ECONOMISTA

Post n°1124 pubblicato il 21 Maggio 2020 da fresbe
 
Foto di fresbe

Gli economisti sono tantissimi. Più di quanto si possa immaginare. Potrebbe succedere che sul treno, al bar od in metropolitana, si sieda accanto ad uno di loro senza accorgersene, continuando tranquillamente a bere il nostro caffè, mentre l’economista al nostro fianco, elabora complessi modelli matematici intorno al aumento del prezzo del caffè rispetto al valore percepito della tazzina.
 
Un conteggio preciso di quanti ce ne siano in Italia è praticamente impossibile, anche perchè è molto difficile persino delineare la definizione di economista. Chi è l’economista? “Un economista è colui che studia l’Economia e più in generale la Società (socio-economista?) cui appartengono i soggetti che realizzano comportamenti economicamente rilevanti.” (wikipedia)
Analizzando il comportamento di individui, gruppi, imprese e della Pubblica Amministrazione che scambiano tra loro beni, servizi e somme di denaro, l’economista cerca di cogliere la presenza di regole scritte e non scritte, che ne rivelino il comportamento economico e, una volta compreso il modo in cui essi operano, proporre soluzioni mirate ed innovative” Secondo Zingales l’economista è più semplicemente uno “studioso, esperto di Economia Politica". Se ne evince che a fregiarsi del titolo di “economista” potrebbe essere chiunque non solo chi abbia studiato l’economia e la insegni, ma anche chi la metta in pratica, ovvero i laureati in discipline economiche che lavorano negli uffici studi delle aziende e gli appassionati.
di Marco COBIANCHI da BLUFF pubblicato nel 2009.
N.B.: La mia opinione, per quanto valga, è diversa. La Scienza fine a se stessa che non si evolva in attività pratiche deduttive, resta quasi “lettera morta”. Nel nostro tempo ed a ben vedere, da sempre, l’Economia non viaggia da sola, ma deve appoggiarsi ad altre scienze quali la statistica, la sociologia, ed il marketing evoluto. La Scienza, qualsiasi scienza, deve essere nelle condizioni di fornire risposte, alle domande che la società propone, cercando di anticipare le soluzioni. Coloro che studiano i fenomeni tellurici, sono in grado (a post...) di descrivere e misurare il grado del terremoto verificatosi, sulla scala Mercalli e sulla scala Ritter, individuando minuziosamente le zone maggiormente a rischio ma non sono (ahimè) in grado di prevedere quando e con quale intensità si verificheranno gli sconvolgimenti. 
Se pensiamo che un gatto, un cane od un pappagallo, riescono in questo intento, pur non avendo studiato la materia... si resta perplessi. L’Economia è una scienza, nonostante si sia discusso molto in merito tra negazionisti e positivisti e non può essere limitata allo studio di algoritmi e di modelli matematici. Ogni tanto alzare il viso dai libri ed osservare la Società in movimento, visualizzando l'economia reale, risulta indispensabile. Così si spiega la cecità del “consesso evoluto” al insorgere della DEFLAZIONE, fenomeno da me evidenziato nel 2008 (verificare volendo su questo blog...) e rivelato al mondo dagli “scienziati” solo nel 2014.
Gli innovatori hanno sempre fatto una brutta fine: derisi dal potere quali “Cassandre sfigate”, mentre il castello tirava sassi ma il popolo continuava a festeggiare ebbro  e tranquillizzato dall’informazione veicolata dal potere costituito.
Con la scomparsa del comunismo e della sua idea di “condivisione della povertà”, sul campo sono rimaste a combattersi due ideologie: i liberisti classici, legati al pensiero di Adam Smith ed i neo-keynesiani, orientati all’aspetto sociale ed al supporto al welfare ed alle classi sociali svantaggiate. 
I primi PASSIVI in attesa della mano invisibile (mano morta?) che riequilibri domanda ed offerta ed i secondi ATTIVI, che ipotizzano l’intervento dello Stato nel mercato con investimenti anche a deficit (DEFICIT SPENDING J.M. Keynes 1929) per la creazione della c.d. “domanda aggregata” che attraverso il moltiplicatore keynesiano degli investimenti, intervenga quale motore per l’aumento della domanda di beni e servizi.
La battaglia infuria ma i liberisti si sono venduti al “lato oscuro dell’economia”, al globalismo, al capitale criminale, come il Dart Fener di Guerre Stellari, mentre la “resistenza keynesiana” si nasconde incapace di reagire, magari preparandosi ad una prossima ribellione.

“Il mercato  non  è né  efficiente né giusto. Il capitalismo è un cavallo imbizzarrito da domare, piuttosto che un docile cavallo a dondolo che tornerà senza alcun intervento esterno alla sua posizione di equilibrio dopo aver oscillato avanti e indietro”
J.M. Keynes - Teoria generale dell'occupazione, dell'interesse e della
moneta - 1936

 
 
 
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