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TORNA L'INFLAZIONE

Post n°1157 pubblicato il 09 Novembre 2021 da fresbe
 
Foto di fresbe

In seguito alle chiusure ed alle restrizioni subite nell’anno 2020, la domanda interna già fragile di suo, ha subito un ulteriore ridimensionamento verso il basso. 

Gli Italiani chiusi in casa ed impossibilitati a “spendere” ed immettere circolante nel mercato, hanno giocoforza limitato gli acquisti, indirizzandosi comunque verso le offerte on-line. Le imprese impegnate nella produzione, sono state quindi costrette dall’andamento della domanda, a ridurre il numero degli occupati e dei prodotti. Ad oggi, lo stand-by sembrerebbe concluso ma la ripartenza sarà comunque lenta, per effetto della ”isteresi” e della sfiducia che il consumatore nutre nel futuro che giudica incerto. Anche gli investimenti, naturalmente, stanno segnando il passo. Sarebbe assurdo pretendere che l’imprenditore investa in fase recessiva, mentre stia realizzando perdite.
Nella condizione sopradescritta, mentre la “domanda zoppicante” muove i primi passi, il costo delle fonti di energia, a lungo compresse, esplode verso l’alto.
L’aumento del costo del barile a 83$, avviene a seguito di accordi tra produttori (cartello) che mantengono bassi i livelli di estrazione, ricattando le imprese costrette ad adeguarsi. Per quanto si sostengano le energie alternative, le stesse non sono in grado di sostituire petrolio gas e carbone, ancora prevalenti per la produzione di energia elettrica. I G20 – G26 trattano il nulla, poichè chi produce Co2 in massima parte, sono Cina ed India (oltre gli USA e la Russia) non disponibili a limitare la produzione industriale.
La “transizione ecologica” è nel concreto una tassa, che colpirà l’Europa impegnata a ridurre le emissioni in atmosfera non ottenendo altro che un risultato di facciata insufficiente ad incidere a livello globale.
Ogni qualvolta si aumenti il costo dell’energia, si hanno ripercussioni immediate sui costi relativi alla movimentazione delle merci e quindi sul prezzo delle stesse. Consentire, nel momento peggiore dal secondo dopo guerra, lo scriteriato aumento dei prezzi al consumo, passando da deflazione – stagflazione – ad inflazione in tempi così brevi, rappresenta da parte degli Enti che dovrebbero gestire equilibrando (BCE – FMI – FED) un clamoroso insuccesso. 

 
 
 
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