Graffiarti a sangue la schiena.
Non ho paura del sangue.
Neppure allora, dentro quelle stanze di morte.
Che c'era più vita in quel sangue avvelenato, che non in questo muoversi ed agitarsi.
Quando sei dentro non vedi, non senti, non comprendi.
Graffiarti. Piano. Esserti dentro, sopra, sotto, intorno.
Vederti, sentirti, comprenderti.
Come uccello ferito ti ho imboccato, ore infinite a tenerti le mani perchè non ti strappassi la flebo.
Per notti intere ho sognato quegli occhi verdi e quella nuvola allegra e fragile di rossi capelli.
La pelle, una maschera sottile, appoggiata su di un teschio immacolato.
Adoravo le tue ossa, la tua gola. La morte ti dormiva accanto. In attesa.
Il tuo salto nel vuoto. Pomeriggio d'estate.
Bacio quegli occhi chiusi ormai.
Ritorno alla tua schiena. Mi ci aggrappo.
Nel buio ti porto a fondo. Nel mio dolore.
Non è questo che voglio, guardami. Non voglio la tua sofferenza.
Nella tua carne cerco la mia salvezza.
Inviato da: andrea_lenor
il 05/03/2012 alle 21:43
Inviato da: occhiodivolpe2
il 14/07/2010 alle 19:56
Inviato da: occhiodivolpe
il 10/04/2009 alle 21:56
Inviato da: senzaporteefinestre
il 12/01/2009 alle 11:33
Inviato da: organismopiatto
il 10/01/2009 alle 00:16