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Post n°28 pubblicato il 06 Gennaio 2009 da acidomuriatico69
Foto di acidomuriatico69

LuogoRoma
Data7 gennaio 1978
18:20
TipologiaAgguato con armi da fuoco
Morti3
Feriti1
Compiuto daMilitanti terroristi di estrema sinistra e un carabiniere
MotivazioneOmicidio a scopo politico e operazione di ordine pubblico

Con il termine Strage di Acca Larentia ci si riferisce impropriamente (non si configura per essa il reato di strage) a un episodio criminale a sfondo politico avvenuto a Roma alle 18.20 del 7 gennaio 1978.

Vennero uccisi tre giovani attivisti del Fronte della Gioventù che erano usciti dalla sede del Movimento Sociale Italiano di via Acca Larenzia, nel popolare quartiere Tuscolano, per un volantinaggio inerente un concerto del gruppo di musica alternativa "Gli Amici del Vento".

L'agguato

Appena usciti dalla sede, i tre militanti di destra furono investiti dai colpi di diverse armi automatiche sparati da un gruppo di fuoco di 5 o 6 persone; uno di loro, Franco Bigonzetti, ventenne iscritto al primo anno di medicina e chirurgia, fu ucciso sul colpo, mentre il secondo, Vincenzo Segneri, seppur ferito ad un braccio, riuscì a rientrare nella sede del partito, dotata di porta blindata.

Il terzo, Francesco Ciavatta, liceale diciottenne, pur essendo ferito, tentò di fuggire attraversando la scalinata situata al lato dell'ingresso della sezione ma, seguito dagli aggressori, fu colpito nuovamente alla schiena; morì in ambulanza durante il trasporto in ospedale.

Nelle ore seguenti, col diffondersi della notizia dell'agguato, una sgomenta folla, composta soprattutto da attivisti missini romani, si radunò sul luogo.

In seguito, per motivi ed in circostanze non chiari, scaturirono dei tafferugli che provocarono l'intervento delle forze dell'ordine con cariche e lancio di lacrimogeni. Le apparecchiature video di giornalisti RAI furono danneggiate. Si dice che tutto fosse cominciato poiché un giornalista, distrattamente (alcuni sostengono l'intenzionalità dell'atto, ma sembra improbabile), avrebbe gettato un mozzicone di sigaretta nel sangue rappreso sul terreno di una delle vittime della sparatoria.

Per far fronte al tafferuglio creatosi, il Capitano dei Carabinieri Edoardo Sivori sparò ad altezza d'uomo, centrando in piena fronte il diciannovenne Stefano Recchioni, militante della sezione di Colle Oppio e chitarrista del gruppo di musica alternativa Janus[1], a cui il cantautore Fabrizio Marzi dedicò nel 1979 la canzone "Giovinezza"; il giovane morì dopo due giorni di agonia. Alcune testimonianze sostengono di aver visto Sivori tentare di sparare nel mucchio di persone ma, inceppatasi l'arma, si sarebbe fatto prestare la pistola da un collega.

Alcuni mesi dopo la strage il padre di Ciavatta, portiere di uno stabile in Via Deruta 19, si suicidò per la disperazione.

La rivendicazione

Il raid fu rivendicato alcuni giorni dopo tramite una cassetta audio fatta ritrovare accanto ad una pompa di benzina; in tale nastro la voce contraffatta di un giovane, a nome dei Nuclei Armati di Contropotere territoriale, lancia il seguente messaggio:

« Un nucleo armato, dopo un’accurata opera di controinformazione e controllo alla fogna di via Acca Larenzia, ha colpito i topi neri nell’esatto momento in cui questi stavano uscendo per compiere l’ennesima azione squadristica. Non si illudano i camerati, la lista è ancora lunga. »
(Rivendicazione della strage di Acca Larenzia a nome dei "Nuclei Armati di Contropotere territoriale")

Per circa 10 anni le indagini non portarono a conclusioni: solo nel 1988 si scoprì che la mitraglietta Skorpion usata nella "strage" di Acca Larentia fu la stessa usata in altri tre omicidi firmati dalle Brigate rosse, ossia quelli dell’economista Ezio Tarantelli, dell’ex sindaco di Firenze Lando Conti e del senatore Roberto Ruffili.

Un anno prima una ex terrorista pentita, Livia Todini, tredicenne studentessa liceale all'epoca della strage, affermò di esser stata presente ad una riunione dove si pianificava l'agguato[senza fonte], accusando degli ex militanti di Lotta Continua: si trattava Mario Scrocca, Fulvio Turrini, Cesare Cavallari, Francesco de Martiis e Daniela Dolce.

Quest'ultima riuscì a non farsi catturare, rimanendo latitante, mentre Scrocca fu arrestato e si tolse la vita in cella il giorno dopo essere stato interrogato dai giudici.

Gli altri tre imputati, pur essendo arrestati, furono assolti in primo grado per insufficienza di prove.

Va sottolineato come l'arma impiegata nel 1978 rispunti fuori ben 7 anni più tardi (omicidio Tarantelli del 27 marzo 1985), per venire poi usata per uccidere Lando Conti (10 febbraio 1986) e Ruffilli (16 aprile 1988). Non viene quindi utilizzata negli anni in cui è più forte il terrorismo delle BR, il '78 è l'anno di Moro, ma rispunta fuori a metà degli anni '80 nel periodo delle BR di Senzani, quelle ampiamente infiltrate dalla camorra e guidate dai servizi segreti. L'agguato di Acca Larentia ha delle modalità che richiamano fortemente l'agguato camorristico, come anche quelle del senatore Ruffilli, omicidio che Giorgio Galli, uno dei massimi esperti di lotta armata, vede come un chiaro messaggio della mafia al presidente del consiglio Giulio Andreotti e al suo ministro dell'interno Antonio Gava. Altri elementi inducono a dubitare circa una responsabilità delle Brigate Rosse. L'inaudita reazione delle forze dell'ordine nell'ambito dei successivi tumulti, Recchioni viene ucciso dal capitano Sivori che spara ad altezza d'uomo volontariamente davanti agli occhi di molti. La "copertura" di Cossiga al suddetto capitano Sivori, che non subisce di fatto conseguenze venendo condannato solo per "eccesso colposo di legittima difesa" (Cossiga dichiarerà anni dopo di averlo coperto e di essere finito conseguentemente nel mirino dei NAR). Il fatto stesso che la sigla che rivendica un attentato così efferato scompaia nel nulla rivela una prassi assolutamente diversa da quella brigatista. Gli accusati non si dichiarano prigionieri politici, a differenza di quanto facevano generalmente i terroristi "rossi". Ancora dubbio deve sicuramente ritenersi, considerati i precedenti nella "lotta al terrorismo" europea, il suicidio di Scrocca, che sarebbe stato assolto dal processo come gli altri accusati. L'agguato di Acca Larentia determina l'esplosione del terrorismo nero e contribuisce al mantenimento di quello stato di tensione che per molti anni ha accompagnato la storia della "prima repubblica": è legittimo il dubbio che sia stato "commissionato" ad elementi esterni al terrorismo politico, proprio con questa finalità. [2]

La vicenda ebbe un ulteriore strascico in occasione delle manifestazioni del primo anniversario. Il 10 gennaio 1979, infatti, scoppiarono di nuovo dei tumulti durante i quali l'agente di polizia in borghese Alessio Speranza sparò al diciassettenne Alberto Giaquinto, uccidendolo: successivamente l'agente fu prosciolto dall'accusa di omicidio.

Il trentesimo anniversario [modifica]

il 7 gennaio 2008, come da tradizione, si è tenuta la fiaccolata in onore delle vittime della strage che da piazza San Giovanni attraversa la via Tuscolana fino al luogo della sparatoria, dove si ricordano i nomi dei tre ragazzi uccisi e si onora la memoria dei militanti di destra uccisi negli anni di piombo.

Dopo "30 anni di ingiustizia" (è l'espressione usate sui manifesti affissi nella capitale per pubblicizzare l'evento), l' ex sindaco di Roma Veltroni ha deciso di intitolare una strada romana alle tre vittime della strage, così come in passato per il trentennale del rogo di Primavalle era stato deciso di intitolare una strada ai due ragazzi morti.

FONTE: WIKIPEDIA

 
 
 
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TRIBUTO AD ETTORE MUTI

Hanno ammazzato Ettore Muti
fascista tra i fascisti,
vendetta, sì vendetta
farem sui comunisti.

Hanno ammazzato Ettore Muti,
la pagheranno cara,
col sangue partigiano
gli laverem la bara!


Riposa in pace, Ettore Muti,
dormi tranquillo il sonno:
ti vendicheremo un giorno,
ti vendicheremo un giorno.

Hanno ammazzato Ettore Muti
fascista tra i fascisti,
vendetta, sì vendetta
farem sui comunisti.

Hanno ammazzato Ettore Muti,

la pagheranno cara,

col sangue partigiano
gli laverem la bara!


La nostra patria è Italia bella
La nostra fede è Mussolini
E noi vivremo, con un sol pensiero:
quello di abbatere i comunisti!

 
 

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