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LA RIVOLUZIONE FASCISTA

Post n°2 pubblicato il 24 Gennaio 2009 da acidomuriaticoxmas

La fondazione dei Fasci di combattimento avviene a Milano il 23 marzo 1919 in Piazza San Sepolcro. Il 12 settembre, Mussolini promuove davanti alla sede de Il Popolo d'Italia una sottoscrizione a favore dell'impresa fiumana di Gabriele D'Annunzio, dopo aver incontrato quest'ultimo per la prima volta a Roma in giugno. Il 7 ottobre è a Fiume, dove ha colloqui con D'Annunzio. I rapporti con il Vate sono comunque estremamente fugaci, e condizionati da reciproca diffidenza e forse rivalità.

Il 9 ottobre si tiene a Firenze il primo Congresso dei Fasci di combattimento. Alle elezioni politiche del 16 novembre 1919 i Fascisti, nonostante le candidature "eccellenti" dello stesso Mussolini e di Filippo Tommaso Marinetti a Milano, non ottengono neanche un seggio, e nella provincia meneghina prendono soltanto 4795 voti. Inoltre, il 18 novembre Mussolini è arrestato per poche ore per detenzione di armi ed esplosivi, e viene rilasciato grazie all'intervento del senatore liberale Luigi Albertini. Il 24 e il 25 maggio 1920 Mussolini partecipa al secondo Congresso dei Fasci di combattimento, che si tiene al teatro lirico di Milano.

In giugno si schiera a favore di Giolitti, con il quale, in ottobre, s'incontra per la risoluzione della questione di Fiume. Il 12 novembre, con l'articolo Rapallo, commenta abbastanza favorevolmente il trattato italo-jugoslavo firmato da Giolitti, con cui Fiume diviene una città libera. Il 28 marzo 1921, sfila con gli squadristi in camicia nera in occasione dei solenni funerali delle vittime del terrorismo anarchico del teatro Diana. A testimonianza dell'avvicinamento tra Mussolini e Giolitti, il futuro duce si presenta come alleato dello statista di Mondovì alle elezioni del 15 maggio 1921, nelle liste dei "blocchi nazionali" antisocialisti: ottiene 35 seggi ed è eletto deputato.

Verso il potere

A partire da questo successo, le camicie nere moltiplicano i numerosi episodi di violenza e aggressione fisica e verbale contro gli avversari politici del fascismo, soprattutto contro socialisti e popolari. Dopo la scissione di Livorno, anche contro i comunisti; il fenomeno prende il nome di squadrismo.

Il 2 luglio Mussolini invita i socialisti e i popolari, con un articolo su Il popolo d'Italia, a un patto di pacificazione per la cessazione delle violenze squadriste, firmato il 2 agosto grazie alla mediazione del presidente della Camera Enrico De Nicola; tuttavia, le violenze non cessano perché l'esecuzione dell'accordo viene contestata dai singoli ras e perché ne sono esclusi i comunisti. Fra costoro e gli squadristi le violenze continuano rendendo vuoto di significato il patto. Inoltre i ras minacciano Mussolini di scavalcarlo e destituirne l'autorità sui Fasci.

A proposito della notevole autonomia di cui godevano i singoli gruppi squadristi, Renzo De Felice riporta che il futuro duce entrò in contrasto con alcuni esponenti che mettevano in dubbio la sua posizione di guida del movimento (su tutti, Dino Grandi) e che non accettavano la volontà mussoliniana di presentare quest'ultimo come "normalizzatore" dell'ordine sociale. Emblematico da questo punto di vista, sempre secondo De Felice, quanto scrisse Mussolini: «Il fascismo può fare a meno di me? Certo! Ma anch'io posso fare a meno del fascismo.»

Tuttavia, le divergenze vengono superate, e il 7 novembre si tiene a Roma il terzo congresso dei Fasci di Combattimento, che vengono trasformati nel Partito Nazionale Fascista, con Michele Bianchi primo segretario. Il 1° gennaio 1922 Mussolini fonda il mensile Gerarchia, cui collabora l'intellettuale (ed amante di Mussolini) Margherita Sarfatti.

Il 2 agosto 1922 le sinistre indicono uno sciopero contro le violenze delle camicie nere, che intervengono determinandone il fallimento: a Milano, per esempio, gli squadristi disperdono i picchetti degli scioperanti e conquistano i depositi dei tram, facendo circolare regolarmente i mezzi pubblici con la scritta "gratis - offerto dal Fascio".[27] Nel frattempo, tra il 31 agosto ed il 5 settembre, le squadre fasciste occupano i municipi di Ancona, Milano, Genova, Livorno, Parma, Bolzano e Trento, acquisendone il controllo, dopo violenti scontri armati.

Si tratta del crescendo della "rivoluzione fascista", con cui Mussolini tenta un ambizioso colpo di mano per impadronirsi del potere, sfruttando il consenso acquisito presso gli ambienti sociali più importanti del regno. Il 24 ottobre passa in rassegna a Napoli le 40.000 camicie nere lì radunate, affermando il diritto del Fascismo a governare l'Italia.

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Commenti al Post:
Jemmix
Jemmix il 26/01/09 alle 09:35 via WEB
... "Dovete sopravvivere e mantenere nel cuore la fede. Il mondo me scomparso, avrà bisogno ancora dell'idea che è stata e sarà la più audace, la più originale e la più mediterranea e europea delle idee. La storia mi darà ragione..."
 
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