Creato da maryrose.ms il 14/05/2008

CONTROESODO

BREVI PAUSE PER RIPRENDERE FIATO

 

 

« QUELLI CHE...UN GUAIO »

L'ALIENO

Post n°65 pubblicato il 18 Settembre 2008 da maryrose.ms
 

Uno sconvolgente, umanissimo carteggio tra la Scrittrice e Rino Fisichella.  E non vi è niente da aggiungere.

 
Uno
specchio dell’anima di Oriana Fallaci, un aspetto disperatamente umano
e inaspettato di questa donna celebre per il suo pensiero graffiante. È
il ritratto che emerge dal carteggio, noto ma mai divulgato sino ad
ora, tra la scrittrice e Monsignor Rino Fisichella. A convincere il
Rettore della Lateranense a rendere pubblica questa corrispondenza il
giornalista e amico Giuseppe De Carli, che aveva già avuto
l’opportunità di conoscerne i contenuti anni fa. Un epistolario che il
vescovo aveva sempre tenuto segreto, perché temeva venisse
strumentalizzato e perché, spiega lo stesso De Carli, non voleva che un
elemento della sua vita privata fosse utilizzato per fargli pubblicità.
Alla fine l’insistenza di un amico e la convinzione che queste lettere
offriranno un ritratto positivo della sua amica Oriana hanno avuto la
meglio. Sarà dunque proprio monsignor Fisichella a commentare, questa
sera per la prima volta, parte del carteggio presso i Giardini
dell’Episcopio, a Lodi.


"Vorrei incontrare Ratzinger"


New York, giugno 2005 Monsignore,


Lei mi ha commosso. Naturalmente sapevo bene chi fosse il Rettore della
Lateranense, il vescovo che ragiona al di là degli schemi e senza
curarsi dei Politically Correct. Ma a leggere la Sua intervista al
Corriere ho rischiato davvero la lacrimina. Io che non piango mai. E mi
sono sentita meno sola come quando leggo uno scrittore che si chiama
Joseph Ratzinger... Il guaio è che sono molto malata. Ormai l’Alieno mi
divora perfino gli occhi. Medea e i suoi figli ho dovuto dettarlo come
Milton che da cieco dettava, mi si perdoni il paragone, La Storia
d’Inghilterra e Il Paradiso Perduto. E questo mi confina a New York...
Prigioniera delle chemioterapie e delle radioterapie, non posso
allontanarmi. Ci proverò lo stesso, prima o poi. Tanto più che vorrei
parlarLe anche dell’importantissima cosa di cui suppongo sia al
corrente... Vale a dire il mio desiderio d’incontrare, zitta zitta e
lontano da occhi indiscreti, Sua Santità. Sa, è un desiderio che mi
accompagna da quando incominciai a leggere i suoi libri. E che non
cercai di esaudire subito perché lavoravo giorno e notte a La Forza
della Ragione. Poi perché l’Alieno si scatenò e non stavo nemmeno in
piedi. Dopo, perché stavo completando la Trilogia con L’intervista a me
stessa e L’apocalisse. Infatti quando venne eletto Papa feci sì
capriole di gioia ma nel medesimo tempo pensai: «Oddio. Ora non potrò
più vederlo». E con un sospirone avvilito mi rassegnai... La ringrazio
di nuovo. Ripetendo che mi piacerebbe conoscere anche Lei, La saluto
caramente...


"Io i veli in testa non li porto neanche morta"


Era il 16 agosto, mancavano 11 giorni all’appuntamento con Benedetto
XVI quando Oriana scriveva: Per quel sabato o lunedì m’è sorta una
domanda angosciosa. Una preoccupazione che non mi aveva mai sfiorato il
cervello. Oddio, oddio: non ci vorranno mica abiti da cerimonia?!? Io
quelli non li ho. O non più, anche considerando i 38 chili che ormai ci
sguazzano dentro. Io ho soltanto spartane giacche da uomo. È lecito
imporle a un sovrano? A ciò si aggiunge l’incubo della testa coperta.
Io i veli in testa non li porto. Neanche morta. Neanche per coprire i
capelli lasciati dalla chemioterapia. Di copricapo acconci non ne
posseggo né saprei dove trovarli. Se l’etichetta li impone, come si
fa?!? Sembrano scemenze, invece non lo sono. In ventisei anni non mi
sono ancora rimessa dal trauma che soffrii a Qom col chador. Quello che
poi tolsi facendo infuriare l’ayatollah.

Pagina  123

Cecilia Lulli - Il Giornale

 
 
 
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VERGINE MADRE

«Vergine madre, figlia del tuo Figlio, umile e alta più che creatura, termine fisso d'eterno consiglio, tu se' colei che l'umana natura nobilitasti sì, che 'l suo fattore non disdegnò di farsi sua fattura. Nel ventre tuo si raccese l'amore per lo cui caldo ne l'eterna pace così è germinato questo fiore. Qui se' a noi meridïana face di caritate, e giuso, intra i mortali, se' di speranza fontana vivace. Donna, se' tanto grande e tanto vali, che qual vuol grazia ed a te non ricorre, sua disïanza vuol volar sanz'ali. La tua benignità non pur soccorre a chi domanda, ma molte fiate liberamente al dimandar precorre. In te misericordia, in te pietate, in te magnificenza, in te s'aduna quantunque in creatura è di bontate».
 

LA MADRE

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"Cari amici,
Ciò che mi preoccupa principalmente della vicenda del sito islamico legato ad Al Qaeda in cui il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ed io siamo stati minacciati di morte, indicati come "due morti che camminano, proprio come si autodefiniva Falcone", è la sottovalutazione del fatto che si tratta di un testo in lingua italiana e che l’autore è verosilmente un italiano convertito all’islam terroristico di Osama bin Laden.
La mia impressione è che in generale, a livello di potere esecutivo, legislativo e giudiziario, immaginando che questo terrorismo islamico "Made in Italy" potrebbe essere l’opera di una testa calda e magari di un cane sciolto, nel senso di un fanatico non organico a un gruppo terroristico noto, il pericolo viene valutato al ribasso e si ritiene quindi che non ci si debba preoccupare più di tanto. Questo è un errore gravissimo. Non si comprende che anche se fosse presente un solo aspirante terrorista e magari un terrorista suicida, sarebbe di per sé sufficiente per avere la certezza che si tratta della punta di un iceberg, dove l’iceberg è una realtà ben radicata territorialmente e ideologicamente che dovrebbe preoccuparci." Magdi Cristiano Allam
 
 

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