Creato da maryrose.ms il 14/05/2008

CONTROESODO

BREVI PAUSE PER RIPRENDERE FIATO

 

 

« L'ALIENOPIO XII »

UN GUAIO

Post n°66 pubblicato il 18 Settembre 2008 da maryrose.ms
 




 

Mio
caro Malacoda, ovviamente ti sarai perso il discorso di Benedetto XVI
al College des Bernardins a Parigi, quello scambiato per una lectio
agli intellettuali, mentre era, se lo leggerai attentamente, rivolto
soprattutto al popolo di Dio e ai suoi pastori. Io ti ho detto di
marcarlo stretto questo Papa, ma tu non mi dai retta. Cos’ha detto
Joseph Ratzinger di così nocivo per noi? Non che l’Europa deve inserire
nella sua Costituzione i valori cristiani su cui si è fondata, ma –
affermazione molto più pericolosa – che la sua radice è di natura
religiosa, tutto discende dal “quaerere Deum” cui si dedicarono i
monaci senza «l’intenzione di creare una nuova cultura e nemmeno di
conservare una cultura del passato». Non è opera da intellettuali. Ma è
«a causa di questa ricerca» che diventarono importanti le scienze, le
lettere e il lavoro, «la ragione e l’erudizione». E se lo sviluppo
della ricerca è conseguenza della preghiera (“ora”) ogni presunta
opposizione tra Chiesa e scienza va a farsi benedire. Ma c’è di peggio,
ed è la vicenda del canto. Dopo quarant’anni in cui la musica era
assurta a simbolo del ribellismo o del disimpegno il vecchio teologo
pretende di occupare anche questo territorio. Ricordo un prete che per
spiegare la creazione diceva: «Dio era molto felice, così felice che si
mise a cantare. Il creato è questo suo canto». Credevo fosse una sua
fissa, ora dal pulpito più alto sento ribadire che è essenziale per un
uomo e per una civiltà «riconoscere attentamente con gli orecchi del
cuore le leggi intrinseche della musica della stessa creazione», pena
il cadere nella «zona della dissimilitudine», smarrire se stessi. C’è
chi individuò il tarlo della società occidentale nella “crisi del
cappello” (gli uomini non lo portano più e quindi non salutano più con
deferenza – togliendoselo appunto – i loro simili), ma era un
sociologo, ben più serio è se un Papa dice che il vulnus del
cristianesimo è la crisi del canto. È la morte del moralismo (e di
tutta la rendita che ha significato per noi). Con la fine dell’eticismo
imperante, da questo discorso potrebbe discendere anche il tramonto
della Parola come idolo. La Parola – dice Ratzinger – è cosa troppo
importante per essere ridotta a regola, la Parola di Dio è rapporto,
quindi «legame e libertà», «ci raggiunge soltanto attraverso la parola
umana… attraverso gli uomini… e la loro storia». Per questo «il
cristianesimo non è semplicemente una religione del libro». Capisco che
il professor Schiavone (vedi Repubblica del 15 settembre) si entusiasmi
e cerchi di approfittarne: il Papa ha detto che «tutto è storia». In
realtà ha detto che «questa Parola crea la storia», «continua a
lavorare nella storia e sulla storia degli uomini» dato che «in Cristo
Dio entra come persona nel lavoro faticoso della storia». La
conseguenza è quindi che la storia non è più autonoma (se mai lo è
stata), non può censurare questo attore che opera al suo interno,
perché «il fatto del Logos presente in mezzo a noi, è ragionevole».
Infine, visto che di storia si parla, il giudizio storico che stronca
le nostre velleità: l’Europa oggi è come il mondo greco-romano ai tempi
di san Paolo, nel suo disordinato cammino a tentoni cerca il “Grande
Sconosciuto”, nel cuore del suo dimenarsi e del suo bestemmiare «è
nascosta e presente la domanda circa il Dio ignoto». Hai presente il
guaio per noi se qualcuno si alza nelle accademie, nelle università,
nelle chiese e (non come citazione) dicesse: «Io ve lo annuncio»?
Tuo affezionatissimo zio  

  Berlicche - Da Tempi




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VERGINE MADRE

«Vergine madre, figlia del tuo Figlio, umile e alta più che creatura, termine fisso d'eterno consiglio, tu se' colei che l'umana natura nobilitasti sì, che 'l suo fattore non disdegnò di farsi sua fattura. Nel ventre tuo si raccese l'amore per lo cui caldo ne l'eterna pace così è germinato questo fiore. Qui se' a noi meridïana face di caritate, e giuso, intra i mortali, se' di speranza fontana vivace. Donna, se' tanto grande e tanto vali, che qual vuol grazia ed a te non ricorre, sua disïanza vuol volar sanz'ali. La tua benignità non pur soccorre a chi domanda, ma molte fiate liberamente al dimandar precorre. In te misericordia, in te pietate, in te magnificenza, in te s'aduna quantunque in creatura è di bontate».
 

LA MADRE

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"Cari amici,
Ciò che mi preoccupa principalmente della vicenda del sito islamico legato ad Al Qaeda in cui il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ed io siamo stati minacciati di morte, indicati come "due morti che camminano, proprio come si autodefiniva Falcone", è la sottovalutazione del fatto che si tratta di un testo in lingua italiana e che l’autore è verosilmente un italiano convertito all’islam terroristico di Osama bin Laden.
La mia impressione è che in generale, a livello di potere esecutivo, legislativo e giudiziario, immaginando che questo terrorismo islamico "Made in Italy" potrebbe essere l’opera di una testa calda e magari di un cane sciolto, nel senso di un fanatico non organico a un gruppo terroristico noto, il pericolo viene valutato al ribasso e si ritiene quindi che non ci si debba preoccupare più di tanto. Questo è un errore gravissimo. Non si comprende che anche se fosse presente un solo aspirante terrorista e magari un terrorista suicida, sarebbe di per sé sufficiente per avere la certezza che si tratta della punta di un iceberg, dove l’iceberg è una realtà ben radicata territorialmente e ideologicamente che dovrebbe preoccuparci." Magdi Cristiano Allam
 
 

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