Creato da maryrose.ms il 14/05/2008

CONTROESODO

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POTENZIALE STERMINATO

Post n°73 pubblicato il 24 Settembre 2008 da maryrose.ms
 
Tag: Scienza

http://www.blogscienze.com/wp-content/uploads/2008/06/scoperta-molecola-che-fa-maturare-cellule-cerebrali.jpg

 Il
neurologo Clive Svendsen: Le pluripotenti costituiscono una delle
scoperte più importanti, molto più della pecora clonata Dolly

 Il potenziale adesso è sterminato

 DA MADISON
( WISCONSIN)
 C
live
Svendsen, professore di neurologia all’Università del Wisconsin,
direttore del Centro per la Medicina rigenerativa e sulle cellule
staminali, fa parte di una delle due e­quipe che lo scorso anno hanno
scoperto le­ cellule staminali pluripotenti indotte: cellule adulte
riportate allo stadio embrionale e trasformate nei tessuti in cui
vengono impiantate. Al congresso di Madison il professor Svendsen è
­venuto proprio a parlare delle possibili
applicazioni del cosiddetto Protocollo Yamanaka. E riesce a stento a contenere il suo entusiasmo.
 Si respira un’autentica eccitazione al summit. A cosa è ­dovuta?


 Questa­ vera alchimia:­come prendere del piombo e trasformarlo in oro.
Possiamo estrarre delle cellule adulte, renderle pluripotenti e farne
quello che vogliamo. Il potenziale­ sterminato. Questa per me­, una
delle scoperte più fenomenali nel campo della biologia. Ancora più
della pecora Dolly. Quella nel 1997 apre una pagina inedita e
controversa nella storia umana. Invece oggi siamo qui, con una
rivoluzione dalla portata ancora difficile da intuire.

 Come pensa che questo nuovo protocollo possa contribuire a cambiare la medicina rigenerativa?

 Una scoperta straordinaria, che non cambierà solo
lo
studio delle terapie cellulari ma anche il modo in cui studiamo le
malattie. Ci permette infatti di osservare con occhi nuovi malattie che
non siamo stati capaci di comprendere prima d’ora. Prendendo le cellule
della pelle di pazienti con malattie specifiche e trasformandole nel
particolare tipo di tessuto affetto dalla malattia, ad esempio,
possiamo capire che cosa causa la malattia stessa. Gli effetti di
questi studi si ripercuoteranno in modo molto più esteso che
sull’evoluzione delle terapie rigenerative. Potrebbero condurre a
svolte fondamentali nella comprensione di malattie oggi incurabili.


 Alla conferenza sulle staminali partecipano numerose associazioni dei
pazienti. La loro presenza la motiva o mette il suo lavoro
eccessivamente sotto pressione?

 Devo dire la verità: noi scienziati
siamo
un po’ altezzosi. Quando ho sentito parlare del summit per la prima
volta ero scettico. Ma poi ho capito che l’apertura al pubblico è
­importante. Soprattutto in questa fase di passaggio dal laboratorio ai
test clinici, ci deve essere un continuo scambio di vedute fra gli
scienziati e il pubblico. Il rischio altrimenti­c è he la scienza
prenda direzioni ardite, ma non necessarie. ­ importante che ci siano
occasioni e spazi di
confronto, in cui i
ricercatori si trovano faccia a faccia con gli utilizzatori finali
delle loro scoperte. Ci dà un punto di vista diverso delle malattie.
Ed­ ache un’occasione per trasmettere al pubblico informazioni accurate
sullo stadio della ricerca.

 Dopo la
scoperta delle cellule adulte pluripotenti, crede che ci sia ancora
spazio per la ricerca sulle staminali embrionali, che non hanno
registrato alcun successo clinico malgrado anni di ricerca e ingenti
fondi
spesi?

 Credo che sul piano strettamente scientifico ci siano ancora spazi di
collaborazione con gli scienziati che studiano le embrionali, se non
altro come confronto per capire il più velocemente possibile come
sfruttare il potenziale delle cellule adulte pluripotenti.

 Elena Molinari

Fonte Avvenire

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«Vergine madre, figlia del tuo Figlio, umile e alta più che creatura, termine fisso d'eterno consiglio, tu se' colei che l'umana natura nobilitasti sì, che 'l suo fattore non disdegnò di farsi sua fattura. Nel ventre tuo si raccese l'amore per lo cui caldo ne l'eterna pace così è germinato questo fiore. Qui se' a noi meridïana face di caritate, e giuso, intra i mortali, se' di speranza fontana vivace. Donna, se' tanto grande e tanto vali, che qual vuol grazia ed a te non ricorre, sua disïanza vuol volar sanz'ali. La tua benignità non pur soccorre a chi domanda, ma molte fiate liberamente al dimandar precorre. In te misericordia, in te pietate, in te magnificenza, in te s'aduna quantunque in creatura è di bontate».
 

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