Sveglia poco prima delle 6 del mattino (nemmeno per andare al lavoro), doccia, frigorifero caricato, Zimo caricata e via.L’appuntamento con Mr.Garofano, ops Giordano, era alle 7.Lo vediamo da lontano. Sotto al sole. Ascella alzata e pronto ad attraversare.C’è mancato poco che lo raccogliessimo al volo.Il viaggio ha cosi inizio.Macchina caricata, pieno fatto, telepass preso. Basta solo accendere il TontTont per evitare gli autovelox e arrivare sani e salvi all’albergo.Ma…ho un flash quando, dopo aver chiesto di accendere il TomTom alla Zimo, glielo vedo in mano. Infatti lo ZioTom si illumina e ci comunica inserire mappe.“Come sarebbe a dire inserire mappe? Dove le ha messe? Vabbe’ fa niente, tanto la strada ormai la conosco, e fino al parco nord ci so arrivare. Magari nei pressi di Bologna chiamiamo l’albergo e ci facciamo spiegare.”Cosi, senza far toccare il Telepass alla Zimo, imbocchiamo il raccordo ed entriamo in autostrada.Il viaggio tutto sommato fila liscio come l’olio. Temperatura quasi decente, traffico lieve (ci ha detto culo anche nel tratto tra Firenze sud e Firenze scandicci), sottofondo musicale adatto (a parte la pausa "telefonata" di Giordano, che ci ha eruditi su fiori, fiorellini, boccioli di rosa duri, crisantemi e mazzetti), giusto una pausa schifezze all’autogrill e via spediti coi diti alzati ad ogni autovelox che imperterrito attendeva le alte velocità (anche senza TomTom non mi avrete mai!).Più o meno a una cinquantina di km da Bologna però, ci ritroviamo a dover fare una sosta obbligata alla stazione di servizio Aglio est.Il motivo? Semplice! Qualche km prima abbiamo visto la morte in faccia. Per il semplice fatto che mentre io procedevo spedita sulla mia corsia di sorpasso per levarmi da davanti un camion, questo pensa bene di tagliarmi la strada immettendosi sulla mia corsia di punto in bianco, senza freccia senza niente, con i suoi schifosissimi 90 km orari perché davanti a lui, sulla corsia di sinistra, aveva un camio fermo. La fortuna ha voluto che quel tratto di strada è in salita, pieno di autovelox e con molte curve, quindi ero sui 120 km orari e ho potuto testare il funzionamento del mio abs.I vari vaffa, accidenti e pestilenze al camionista omicida non sono serviti a scaricare la tensione. Siamo cosi entrati nel primo autogrill incontrato. Scesi dall’auto ci siamo resi conto che le gambe non reggevano. E con lo scoppio di una risata isterica noi tre sopravvissuti ci trasciniamo verso il bagno con una camminata degna di John Wayne appena sceso da cavallo.Passato il momento, risaliamo in macchina pronti ad affrontare gli ultimi km quando arriva una telefonata nei pressi di Bologna.È l’hotel, ci informa che la sera prima hanno avuto problemi con l’aria condizionata e stava avvertendo tutti i clienti. Colgo l’occasione per chiedere alla fantomatica Claudia, receptionist dell’hotel, indicazioni per raggiungere l’albergo. E lei gentilmente : “Non uscite subito a Bologna, ma proseguite per Padova. Uscite a Bologna Interporto, svoltate a sinistra, poi al semaforo a destra. Un paio di km e quando vedete le paraboliche noi siamo li, sulla sinistra”Cosi facciamo. Dopo 3 ore e mezza di viaggio, in perfetto orario sulla tabella di marcia, pregustando una doccia prima di raggiungere Parco Nord, usciamo dall’autostrada e già le cose non quadravano. Claudia aveva detto di girare a sinistra, ma Castel Maggiore era indicato a destra. Decidiamo di seguire le indicazioni, saprà meglio lei dove sia l’hotel no?NO! Svoltato a sinistra proseguiamo su una strada in mezzo al nulla, senza indicazioni, senza niente che non siano campi di pannocchie (ci saremmo dovuti fermare per prenderne qualcuna) e attendiamo che si palesi davanti a noi un semaforo o qualcosa che gli assomigli.All’indicazione Ferrara 5km fermo la macchina e decido di tornare indietro. L’idea della doccia in albergo stava lievemente sfumando.Seguiamo le indicazioni per Castel Maggiore e fu la fine. Arrivati al centro chiamiamo l’albergo e, sempre Claudia, mi dice che da dove siamo non sa spiegarmi come raggiungere l’hotel, dovrei prima avvicinarmi alla zona industriale.Ora io dico, in un posto dove è più facile trovare rotonde che i nomi delle vie, come cazzo faccio a trovare la zona industriale? Fermiamo una tipa per strada, non è di li. Proseguiamo, evitiamo di fermare le donnine e passiamo agli ometti. Il primo ci spiega che avremmo incontrato un po’ di rotonde (ma va?) e a quella più grande avremmo dovuto svoltare a destra.Ho perso il conto delle rotonde passate, ma l’unica di dimensioni decenti, la svolta a destra non ce l’aveva.Ne fermiamo un altro, nemmeno ci da il tempo di abbassare il finestrino che alza le mani in segno di resa e ci avverte di non essere della zona. Tentiamo lo stesso e ci indica sommariamente dove trovare la zona industriale.Trovata questa però, dell’hotel Nettuno nemmeno l’ombra. E non c’è ombra nemmeno di un cristiano che a mezzogiorno e mezza cammini per strada con quella temperatura (39°). A forza di girare in tondo troviamo due ragazzi stranieri (santi subito) che, chiedendo informazioni sull’albergo, ci spiegano per filo e per segno dove andare, quanti metri percorrere, quali ponti attraversare e a momenti ci avrebbero pure potuto dire quanta benzina avremmo consumato. Odino li benedica, alla faccia di google map!Scopriremo poi che l’hotel è segnalato sulla strada un po’ come da noi l’auditorium. Ovvero ovunque!Al check in troviamo la nostra simpaticissima Claudia che ci informa di essere fortunati, in quanto la nostra camera è già pronta. Che culo direi! Ma evitiamo i commenti e ci precipitiamo su per scaricare armi e bagagli e raggiungere poi la zona concerto.L’aria nella stanza è irrespirabile, il condizionatore fa rumore ma non fredda. Qui si prospetta la tragedia.Sono ormai le 14 passate quando raggiungiamo Bologna, non ci facciamo mancare il giro di peppe per arrivare all’arena parco nord, parcheggiamo, scendiamo e veniamo colpiti in piena faccia dalla calura bolognese.Biglietto in mano, ci apprestiamo a raggiungere soggetto1 e soggetto2 che erano li dalla mattina, prossima missione: trovare il soggetto3 e recuperare il braccialetto per l’uscita libera prima che li finiscano.
Gods of Metal 2008 - I°giorno
Sveglia poco prima delle 6 del mattino (nemmeno per andare al lavoro), doccia, frigorifero caricato, Zimo caricata e via.L’appuntamento con Mr.Garofano, ops Giordano, era alle 7.Lo vediamo da lontano. Sotto al sole. Ascella alzata e pronto ad attraversare.C’è mancato poco che lo raccogliessimo al volo.Il viaggio ha cosi inizio.Macchina caricata, pieno fatto, telepass preso. Basta solo accendere il TontTont per evitare gli autovelox e arrivare sani e salvi all’albergo.Ma…ho un flash quando, dopo aver chiesto di accendere il TomTom alla Zimo, glielo vedo in mano. Infatti lo ZioTom si illumina e ci comunica inserire mappe.“Come sarebbe a dire inserire mappe? Dove le ha messe? Vabbe’ fa niente, tanto la strada ormai la conosco, e fino al parco nord ci so arrivare. Magari nei pressi di Bologna chiamiamo l’albergo e ci facciamo spiegare.”Cosi, senza far toccare il Telepass alla Zimo, imbocchiamo il raccordo ed entriamo in autostrada.Il viaggio tutto sommato fila liscio come l’olio. Temperatura quasi decente, traffico lieve (ci ha detto culo anche nel tratto tra Firenze sud e Firenze scandicci), sottofondo musicale adatto (a parte la pausa "telefonata" di Giordano, che ci ha eruditi su fiori, fiorellini, boccioli di rosa duri, crisantemi e mazzetti), giusto una pausa schifezze all’autogrill e via spediti coi diti alzati ad ogni autovelox che imperterrito attendeva le alte velocità (anche senza TomTom non mi avrete mai!).Più o meno a una cinquantina di km da Bologna però, ci ritroviamo a dover fare una sosta obbligata alla stazione di servizio Aglio est.Il motivo? Semplice! Qualche km prima abbiamo visto la morte in faccia. Per il semplice fatto che mentre io procedevo spedita sulla mia corsia di sorpasso per levarmi da davanti un camion, questo pensa bene di tagliarmi la strada immettendosi sulla mia corsia di punto in bianco, senza freccia senza niente, con i suoi schifosissimi 90 km orari perché davanti a lui, sulla corsia di sinistra, aveva un camio fermo. La fortuna ha voluto che quel tratto di strada è in salita, pieno di autovelox e con molte curve, quindi ero sui 120 km orari e ho potuto testare il funzionamento del mio abs.I vari vaffa, accidenti e pestilenze al camionista omicida non sono serviti a scaricare la tensione. Siamo cosi entrati nel primo autogrill incontrato. Scesi dall’auto ci siamo resi conto che le gambe non reggevano. E con lo scoppio di una risata isterica noi tre sopravvissuti ci trasciniamo verso il bagno con una camminata degna di John Wayne appena sceso da cavallo.Passato il momento, risaliamo in macchina pronti ad affrontare gli ultimi km quando arriva una telefonata nei pressi di Bologna.È l’hotel, ci informa che la sera prima hanno avuto problemi con l’aria condizionata e stava avvertendo tutti i clienti. Colgo l’occasione per chiedere alla fantomatica Claudia, receptionist dell’hotel, indicazioni per raggiungere l’albergo. E lei gentilmente : “Non uscite subito a Bologna, ma proseguite per Padova. Uscite a Bologna Interporto, svoltate a sinistra, poi al semaforo a destra. Un paio di km e quando vedete le paraboliche noi siamo li, sulla sinistra”Cosi facciamo. Dopo 3 ore e mezza di viaggio, in perfetto orario sulla tabella di marcia, pregustando una doccia prima di raggiungere Parco Nord, usciamo dall’autostrada e già le cose non quadravano. Claudia aveva detto di girare a sinistra, ma Castel Maggiore era indicato a destra. Decidiamo di seguire le indicazioni, saprà meglio lei dove sia l’hotel no?NO! Svoltato a sinistra proseguiamo su una strada in mezzo al nulla, senza indicazioni, senza niente che non siano campi di pannocchie (ci saremmo dovuti fermare per prenderne qualcuna) e attendiamo che si palesi davanti a noi un semaforo o qualcosa che gli assomigli.All’indicazione Ferrara 5km fermo la macchina e decido di tornare indietro. L’idea della doccia in albergo stava lievemente sfumando.Seguiamo le indicazioni per Castel Maggiore e fu la fine. Arrivati al centro chiamiamo l’albergo e, sempre Claudia, mi dice che da dove siamo non sa spiegarmi come raggiungere l’hotel, dovrei prima avvicinarmi alla zona industriale.Ora io dico, in un posto dove è più facile trovare rotonde che i nomi delle vie, come cazzo faccio a trovare la zona industriale? Fermiamo una tipa per strada, non è di li. Proseguiamo, evitiamo di fermare le donnine e passiamo agli ometti. Il primo ci spiega che avremmo incontrato un po’ di rotonde (ma va?) e a quella più grande avremmo dovuto svoltare a destra.Ho perso il conto delle rotonde passate, ma l’unica di dimensioni decenti, la svolta a destra non ce l’aveva.Ne fermiamo un altro, nemmeno ci da il tempo di abbassare il finestrino che alza le mani in segno di resa e ci avverte di non essere della zona. Tentiamo lo stesso e ci indica sommariamente dove trovare la zona industriale.Trovata questa però, dell’hotel Nettuno nemmeno l’ombra. E non c’è ombra nemmeno di un cristiano che a mezzogiorno e mezza cammini per strada con quella temperatura (39°). A forza di girare in tondo troviamo due ragazzi stranieri (santi subito) che, chiedendo informazioni sull’albergo, ci spiegano per filo e per segno dove andare, quanti metri percorrere, quali ponti attraversare e a momenti ci avrebbero pure potuto dire quanta benzina avremmo consumato. Odino li benedica, alla faccia di google map!Scopriremo poi che l’hotel è segnalato sulla strada un po’ come da noi l’auditorium. Ovvero ovunque!Al check in troviamo la nostra simpaticissima Claudia che ci informa di essere fortunati, in quanto la nostra camera è già pronta. Che culo direi! Ma evitiamo i commenti e ci precipitiamo su per scaricare armi e bagagli e raggiungere poi la zona concerto.L’aria nella stanza è irrespirabile, il condizionatore fa rumore ma non fredda. Qui si prospetta la tragedia.Sono ormai le 14 passate quando raggiungiamo Bologna, non ci facciamo mancare il giro di peppe per arrivare all’arena parco nord, parcheggiamo, scendiamo e veniamo colpiti in piena faccia dalla calura bolognese.Biglietto in mano, ci apprestiamo a raggiungere soggetto1 e soggetto2 che erano li dalla mattina, prossima missione: trovare il soggetto3 e recuperare il braccialetto per l’uscita libera prima che li finiscano.