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GIOVANNI AGOSTINO DE COSMI (1726-1810)

«Merita di essere sradicata quella malvagia e disumana politica, che fomenta l'ignoranza nazionale e la mancanza di lumi nel popolo, nel falso supposto che si governino meglio gli uomini degradati e acceccati, degli uomini illuminati»
«Non si chiamerà mai agiata, ricca e culta una cittadinanza se si dividerà solo in due classi, l'una straricca e l'altra mendica e miserabile; l'una scienziata, e l'altra barbara; l'una industriosa, e l'altra vile e inoperosa; l'una virtuosa al sommo, e l'altra senza verun senso di moralità».

 

 

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Capodanno da zia Marta (ovvero: come fare un'orribile gaffe e uscirne vivi)

Post n°6 pubblicato il 09 Gennaio 2010 da Eteroclito
 

Il ritorno dalle vacanze è sempre un po' traumatico, e non lo impariamo certo dalla pubblicità della Costa Crociere. Il fatto è che a volte sono traumatiche le vacanze stesse, per quanto ci sforziamo poi di parlarne bene per non passare per sfigati o, peggio, per allocchi. Quest'anno, per motivi vari e articolati, le vacanze che avevo progettato sono sfumate inopinatamente, per cui ho passato un bel Capodanno in famiglia, con tanto di cugini col volto butterato dall'acne juvenilis e zie ottuagenarie perennemente sul punto di addormentarsi sulla sedia. So che questo potrebbe conferirmi i tratti di un insensibile e spregevole misantropo, ma non è così: a me le riunioni familiari piacciono, purché non mi vengano imposte e, soprattutto, non mi si obblighi a strimpellare la chitarra per tutta la serata, come sovente accade, mentre gli altri intonano la versione più cacofonica di “Oh happy day” che si sia mai udita sul pianeta Terra.
Inutile dire che ho dovuto suonare la chitarra, su espressa richiesta della cara zia Marta.
Chi non è pratico di famiglie numerose non può certo immaginare cos'è una “Zia Marta”: è molto più che una donna, è una sorta di guida spirituale che detiene per investitura divina il potere di organizzare cenoni di Fine Anno allo scopo di coinvolgere amici a iosa e parenti fino al settimo grado, con tanto di affini e collaterali, sicché in occasione di tali adunate oceaniche si possono fare sorprendenti scoperte e paurose gaffes. Quest'anno, giusto per non farmi mancare nulla e chiudere l'anno in bellezza, sono riuscito a fare l'una e l'altra.
Ecco i fatti.
Chiacchierando con Luisella, una mia lontana cugina specializzata in buone nuove, ho scoperto che Antonella, una mia cara ex compagna di liceo con la quale avevo avuto un breve ma intenso flirt nel corso di una gita scolastica in Spagna nella primavera dell'89, ha recentemente sposato il figlio di un cugino di mio padre e che presto sarebbero arrivati anche loro, a festa già iniziata. Un quarto d'ora dopo, i due sposi facevano il loro ingresso trionfale tra le braccia del gran cerimoniere di quell'evento, la zia Marta appunto. Non appena avvistatomi, Anto (così la chiamavo in gioventù) mi ha guardato con la stessa espressione del paleontologo che vede un tirannosauro. Ci siamo salutati come si salutano ordinariamente i vecchi compagni di classe, cioè mentendo entrambi spudoratamente sullo stato di conservazione dell'altro; quindi, dopo un doveroso scambio di informazioni circa i principali avvenimenti biografici dell'ultimo ventennio, ci siamo divertiti a disseppellire vecchi aneddoti riguardanti compagni e professori, ridendo di gusto sotto lo sguardo corrucciato del cugino in terza che evitava di inserirsi nella conversazione ma, in compenso, ascoltava attentamente. Ad un certo punto, parlando delle mie vacanze rinviate a chissà quando, il cuginazzo, interrompendo il voto del silenzio, ha tenuto a farmi sapere che in estate lui e la sua fresca sposa sarebbero partiti “cascasse il mondo” per la Spagna. Con l'innocenza di chi non ha nulla da nascondere, ho risposto di getto che ne valeva davvero la pena e che c'ero stato un'unica volta, ai tempi del Liceo, in occasione dell'annuale gita d'istruzione ma che intendevo ritornarci. Così ho chiesto ad Anto se ricordava di quella volta che con Mariuccia, la sua migliore amica, ritornammo insieme in albergo in taxi perché il giorno prima con i mezzi pubblici eravamo andati a finire all'altro capo di Barcellona. Antonella, ovviamente, non aveva dimenticato quell'episodio ma dall'espressione del suo viso ho capito che c'era qualcosa che non andava: Anto, infatti, mi stava guardando scuotendo leggermente la testa dall'alto verso il basso come quando, negli anni del Liceo, cercavo di ripetergli, per la quarantesima volta e sbagliando metodicamente la pronuncia, la lezione di Francese in attesa che l'anziana prof, esigentissima e per giunta madrelingua, mi giustiziasse davanti al resto della classe. Evidentemente, Antonella aveva raccontato al marito di quell'episodio e, nella sicurezza d'essere capita, anche del momento di intimità capitato proprio quel pomeriggio con la complicità di Mariuccia. Mentre lo scrivente cercava di arrampicarsi sugli specchi reindirizzando pietosamente il discorso sulla terribile acconciatura della vicina zia Erminia, rischiando per questa via di aggiungere gaffe a gaffe, il cuginazzo si è allontanato senza dire niente, lasciando me e Anto a condividere il clima di gelo che s'era abbattuto sulla gaia conversazione di alcuni momenti prima. Anto mi ha guardato affettuosamente, sorridendomi come ai vecchi tempi, forse perché in quel momento deve aver rivisto quella buffa espressione che ho quando realizzo d'aver rovinato il matrimonio di qualcuno. Mi sono dato del deficiente da solo e lei, anziché prendermi a calci nei cabasìsi com'era in fondo giusto che facesse, per rassicurarmi mi ha detto che non avevo fatto nulla di male e che se c'era qualcuno che aveva sbagliato, quella era proprio lei, perché aveva creduto di poter confidare quel ricordo all'uomo che amava senza temere di dovergliene rendere conto. Poi si è allontanata salutandomi con una carezza sul braccio, come per consolarmi. Mentre la vedevo raggiungere il marito, ho pensato che quell'idiota era fortunato e non lo sapeva. Inutile aggiungere che siamo stati lontani per il resto della serata, non abbiamo nemmeno brindato insieme all'Anno Nuovo. Ignoro cosa sia successo dopo. Sono andati via a notte inoltrata, insieme allo zio Mario e alla moglie, i suoceri di Anto. Si sono avvicinati per salutarmi e il cuginazzo, andando via, mi ha favorevolmente stupito perché si è congedato scusandosi per la reazione di qualche ora prima. Gli ho stretto la mano con fermezza, in segno di sincera stima. In fondo, gli avevo rovinato la serata e ne ero consapevole. Anto mi ha abbracciato, sussurrandomi piano che era tutto risolto. Era contenta e, sinceramente, anch'io. Ma dubito che quest'estate andranno in Spagna.

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Commenti al Post:
kallida
kallida il 09/01/10 alle 16:48 via WEB
AHhaha!Mi hai fatto proprio ridere,anche la tua profusione di parole mi fa ridere, nel senso (perdonami non vorrei emularti con le gaffe!)che sono giuste per descrivere il tuo capodanno...Io ho una regola: mai raccontare all'attuale amore di amori precedenti...MAI!
 
 
Eteroclito
Eteroclito il 10/01/10 alle 04:39 via WEB
Eh, sapessi! Ho tralasciato altri accadimenti di quella serata che avrei volentieri raccontato se il post di per sé non fosse già fin troppo lungo, ma che sarebbero stati utili a comprendere per quale motivo un mio omonimo cugino tre anni fa ebbe a dire: «Alla lebbra preferisco il colera; ed ambedue i morbi a un cenone dalla zia Marta!»... :))))
 
messaggeria.normale
messaggeria.normale il 12/01/10 alle 22:08 via WEB
Eteeeeeeeeeeeeeee mi hai fatto sorridere dall'inizio alla fine :) e ho immaginato tutto come in un film.Finalmente l'idiota mi sa che se ne e' accorto di essere fortunato :)) Sei davvero divertente Eterito (gia' e' il mio modo affettuoso di chiamarti,va bene?).mo vado a leggere l'altro post :)
 
blu_dada
blu_dada il 26/01/10 alle 15:03 via WEB
Visto che il post di sopra lo conoscevo, ho letto questo della zia Marta. Incredibile... ma non è che abbiamo la stessa zia e non lo sapevamo? Ne ho una anch’io che “combina” questi incontri con il parentado.
Divertente :)
 
 
Eteroclito
Eteroclito il 28/01/10 alle 05:08 via WEB
Eh... Ho il vago sospetto che ogni famiglia abbia la sua zia Marta o qualcosa di simile. Oltre a essere la promotrice di adunate oceaniche come quella che ho descritto, la zia Marta è la memoria storica della famiglia: ricorda date, eventi, ricorrenze, vicende sentimentali, nomi e fattezze di individui che per puro caso hanno attratto la sua attenzione dalla prima infanzia ad oggi. Non c'è evento che non sappia inquadrare cronologicamente in maniera coerente; a volte non riesco a resistere alla tentazione di chiederle lumi su fatti risalenti ad epoche precedenti la mia nascita e me li illustra come se fossero avvenuti il giorno prima. Ma la cosa incredibile è che riesce a ricordare anche fatti della mia infanzia dei quali io stesso ho perso la memoria. Mi stupisce e sa perfettamente di stupirmi. Così, conscia del fascino che riesce ad esercitare su di me attraverso queste sue "rimembranze", spesso tira fuori aneddoti incredibili riguardanti il parentado prossimo e remoto. Vedi? Mi hai fatto venire voglia di andare a farle visita! :))) Sabato lo farò.
Un caro saluto, Ete.
 
   
blu_dada
blu_dada il 30/01/10 alle 10:30 via WEB
Vai a trovare zia Marta? Sto già immaginando quello che dirà quando ti vedrà. :))
 
     
Eteroclito
Eteroclito il 20/02/10 alle 02:02 via WEB
Carissima, non ti sei affatto sbagliata, la visita alla zia non ha deluso le aspettative. Ne parlerò in un prossimo post. Nel frattempo, spiluccherò qua e là i gustosi frutti degli altrui post, compreso il tuo, per rinfrancare lo spirito e non lasciarmi andare alla più completa apatia.
A presto!
 
martha76.mt
martha76.mt il 16/02/10 alle 14:28 via WEB
Tra te e la zietta Marta, dico che siete due forze della natura..^____* Ciauuuu Eteroclito!
 
 
Eteroclito
Eteroclito il 20/02/10 alle 01:51 via WEB
Dici?:)))
La vera forza della natura è lei, zia Marzia. Io sono soltanto il beneficiario dei frutti dei quali è pregna la sua portentosa memoria. La zia possiede un'istintiva, immediata tecnica narrativa attraverso la quale cattura l'attenzione dell'ascoltatore, catapultandolo indietro di decenni... Le ho chiesto più volte se per caso non tenesse una sorta di diario, data la quantità strabiliante di particolari di cui sono ricche i suoi ricordi. Sorridendo mi ha detto di non averne bisogno e, a riprova del fatto che la sua memoria è tuttora perfettamente funzionante, mi ha dipinto una scena che ricordavo benissimo, accaduta più di trent'anni fa, facendomela rivivere proprio come se fosse accaduta il giorno prima... Zia Marta non è soltanto un'allegra ottantenne prigioniera di antichi ricordi: è un prezioso libro illustrato rilegato in pelle.
 
Odette292
Odette292 il 11/04/10 alle 10:48 via WEB
Palermo è strana. Pur essendo una città, prima o poi ci si ritrova sempre. :)
 
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Un blog di: Eteroclito
Data di creazione: 05/06/2009
 

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