Creato da donnasofia69 il 20/04/2013
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LA CONOSCENZA_SOFIA - Racconto per bio75

Post n°23 pubblicato il 12 Aprile 2014 da donnasofia69
 

 

Il locale era appena fuori della città, poco pratico da raggiungere per chi doveva lavorarci ma offriva riservatezza a non finire per i suoi avventori.

La donna, giovane, carina, traversava l'ampio parcheggio ghiaioso, per raggiungere la cucina dove  avrebbe lavorato fino alle 2 della notte.

Era stato organizzato un evento piuttosto esclusivo, a cui avrebbero partecipato parecchie personalità famose e il personale era stato scelto con cura e pagato bene perché rispettasse il segreto sui partecipanti. Ne aveva visti diversi di questi eventi e poco le importava di chi partecipava, a lei servivano i soldi. Non condivideva niente con  questi annoiati ricconi disposti a spendere cifre pazzesche per un po' di sesso. Lei aveva bisogno di prendersi quelle cifre pazzesche. Si tenessero il loro sesso segreto.

Andò a prepararsi e iniziò a sistemare  i tavoli,  mise i menù per le consumazioni e controllò i centrotavola e i posacenere, non era permesso fumare, c'era una sala apposta per questo, ma a volte nell'impeto della trasgressione c'era stato anche chi aveva acceso il sigaro, quindi meglio non farsi cogliere impreparati! I buttafuori erano già nei paraggi e discretamente avrebbero sorvegliato che le intemperanze fossero sotto controllo. Sembrava di prepararsi a una guerra, si cercava di prevedere ogni possibilità e limitare al minimo gli imprevisti, d'altronde quando lo scopo è abbattere tutti i freni inibitori, non puoi mai sapere sul serio come va a finire, e questo, pare, sia  parte del fascino. Ma lei era lì per soldi, non gliene fregava niente del resto e il locale non era il suo...

Quindi via in cucina! L'evento era iniziato, la musica arrivava fino in fondo alla cucina, dove lei veloce e  precisa preparava cocktails e stuzzichini. La sua collega non ne poteva più di fare avanti e indietro con la sala e si scambiarono i ruoli (ovviamente era un locale per scambisti...;)), quindi iniziò a servire i tavoli direttamente.

Non era mai entrata durante gli eventi, non aveva mai "visto" il sesso praticato senza remore, non aveva mai visto l'urlare osceno del piacere viscerale, quello che libera dalle prigioni della cultura e della morale... il vago buio rendeva l'atmosfera un po' luciferina e molto carnale, i separè offrivano una minima parvenza di privacy. Alcuni andavano nelle stanze ai piani di sopra, ma per molti ascoltare la voce del sesso è estremamente afrodisiaco e preferivano restare a malapena coperti da quelle pareti minimaliste.

La bottiglia di champagne che portava, con tre bicchieri, era per un tavolo più appartato, non si vedeva niente, una versione di aqualung riempiva l'aria, con i suoi inserti di musica acustica alternati al rock più duro. Era arrivata al tavolo, c'erano tre uomini, anche loro giovani e curiosi, clamorosamente eccitati, e in effusioni tra loro, dal poco che poteva vedere erano seminudi, camicie aperte, petti tonici e muscolosi, braccia pelose e avvolgenti. Uno di loro era nel centro e gli altri due lo carezzavano e si baciavano tutti e tre, l'uomo centrale si fissò a guardarla, le sorrise, lei era rimasta ipnotizzata dalla naturalezza dei loro gesti, dai loro peli mischiati tra loro.... Tornò subito in cucina a fare il suo lavoro, ma indubbiamente era rimasta affascinata dallo spettacolo. A fine serata, la sua collega era già andata a casa e lei era rimasta a chiudere la cucina, non si portavano più consumazioni dopo le due e c'era il tempo per riordinare mentre nelle sale ancora si sentivano gli echi della festa nel pieno svolgimento.

I tre entrarono insieme senza che lei se ne accorgesse, fu sorpresa, ma per niente spaventata, quello che i loro visi esprimevano non era aggressività, ma la stessa naturalezza che l'aveva colpita nella sala, non c'è obbligo dicevano silenziosamente i tre visi, solo se vuoi... lei chiuse gli occhi e il sorriso le arrivò dentro, si le andava, senza parole, senza nomi, senza domani. Si mi va! La cucina offriva piani e dislivelli ottimi per le fantasie, fu lei a chiedere le loro mani tutte insieme, si sdraiò sul piano d'acciaio e allargò le gambe e uno dei ragazzi iniziò a leccarla e succhiarla con lentezza e tenacia, un altro si mise dietro la sua testa e in ginocchio davanti al suo viso le mise il cazzo dritto e turgido davanti alla bocca e lei si dilettò a leccarlo e succhiarlo tanto quanto il suo amico faceva con la sua fica. Del terzo non riusciva a capire che facesse ma le sue mani andavano dal corpo di lei a quelli dei suoi amici in un massaggio promiscuo che rendeva i tanti corpi un solo corpo, vibrante e coeso. I gemiti erano attutiti dall'ambiente deserto della cucina illuminata a giorno che offriva una visione cruda e vera di tutta la scena, i quattro si mossero scambiandosi i posti, con una forchetta, leggera, uno disegnava la pelle di tutti, con un mestolo di legno un altro percuoteva leggermente le natiche del suo amico tenuto fermo da lei ,  il vino rosso colava sui corpi e veniva leccato velocemente, ora la tenevano ferma per le braccia e con le gambe allargate la percuotevano sulla fica con un canovaccio così delicatamente  da farle il solletico,  di nuovo in terra si sdraiarono uno sull'altro in una colonna umana, si abbracciavano e carezzavano si penetravano con le mani si leccavano il corpo, fece mettere due uomini uno di fronte all'altro con le gambe incrociate e i cazzi vicinissimi e li masturbò contemporaneamente stringendoli insieme mentre l'altro le leccava il culo e la fica. Erano molto eccitati tutti ma nessuno voleva arrivare all'orgasmo da solo e cercavano di orchestrarsi per esplodere tutti insieme, così uno si mise sdraiato in terra e lei si impalò la fica su di lui, un altro la piegò e le allargò le natiche e le penetrò il culo giocando col suo clitoride  e il terzo in piedi infilava il suo cazzo ora nella bocca di lei, ora in quella del suo amico, finchè non vennero tutti e quattro uno dopo l'altro godendo degli spasmi di chi aveva sopra o sotto o davanti o dietro.... Stanchi si buttarono in terra e ridevano e si riprendevano, e si guardavano stupiti ognuno di sé stesso e della propria voglia e fantasia. Fu il primo ad alzarsi, quello che sul divano stava al centro, a riprendersi i vestiti e interrompere il filo, tutti lo imitarono e anche lei si ricompose, senza mai perdere quel sorriso che li aveva affascinati. I tre si raggrupparono davanti alla porta e si voltarono a guardarla grati e soddisfatti. Lei li salutò con lo sguardo, pensando che non sapeva niente di loro, neanche i loro nomi, ma che grazie a loro sapeva qualcosa di più di sé, il suo nome, sofia.

 

 

 
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