Caos ed Essere
Un viaggio, sette emozioni: l'essere e i suoi frammenti.
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Non si scappa da se stessi...
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Nickname: FrammentiDellessere
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Sesso: M Età: 45 Prov: RM |
L’abilità della labilità
La giostra, il manicomio, muri bianchi e poi imbrattati, tinte stinte di un funerale ilare in cui il cadavere in rigoroso livor mortis pronuncia la blasfemia del suo trapasso...full immersion nei pensieri viandanti arrendevoli ma battaglieri, apnea costante di un istante in cui il verbo cambia sembiante...riemergere dal flutto, rielaborare il lutto, essere messia e sinestesia col virtuosismo monco di chi arranca a respirare...
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tratto da "Frammenti - dell'essere e dei suoi mali"
Post n°9 pubblicato il 28 Giugno 2011 da FrammentiDellessere
Un senso di impotenza mi scivola rapace sui muscoli, nervosi, contratti all’istante per l’amplesso abortito in petto. Il respiro affanna, lo avverto penetrarmi, ed è l’unica cosa che riesco a percepire, mentre indolenzito navigo i meandri di una ragione vacillante. La maschera si rapprende sul viso, tra carne e cera scende una lacrima che scava rabbia sugli incostanti confini della mia labilità. La sento esplodere nel profondo, divorando la percezione dello spazio intorno. Marcio…marcio…marcio…lurido marcio elettrizzato nel disperato desiderio che mi prude rovine tra le mani. Mortifico l’impeto con la viscida incredulità della stasi. Catatonico nell’adimensionale attimo in cui mi cibo del mio veleno, sento parole. Non è la mia voce, no non lo è. Eppure lasento provenire dal cervello, roca, ovattata, strisciata sul malessere di questa sensazione. Mi ipnotizza, fissando sui miei occhi la vista del mio ospite. Avverto il fiato sul collo, inquietante come un ghigno sadico graffiato nel silenzio dei propri perché. Mi bracca. Lungo la nuca sento la sua lingua corrodere la pelle. Impietrito mi avvinghio alle mie paure, implodendo in gola l’urlo con cui diradare il manto denso del suo sudore. Sono io a sudare. Lui è me. Ingombra il mio essere con la sua perversione, è dentro, tra i ricami della mia psiche, metastasi di ragno sulle tele del pensiero.
Nonsi scappa da se stessi...
ed io soffoco, compresso dalla sua presenza in uno spazio senz’aria, la succhia lui, anestetizzandomi fumo sulla volontà. Ottenebrata la ragione, un solo senso scorre nelle vene, e represso si perde tra i cocci di quell’urlo strozzato.Vomitare, questo occorrerebbe, vomitare! Vomitare le parole che fomentano lo stupro col quale mi autopunisco, vomitare la cappa opprimente sputando fuori tutto il veleno, che si condensa in gocce di follia con le quali mi lecca i pensieri. Fuori dalle righe, in una reazione che trascende la decenza, simulo nell’ipotesi potenziale l’azione con cui pugnalare il demone nel momento in cui mostra il suo viso, lasciandolo stramazzare a terra, inerme tra i suoi umori. Ma perdo, puntualmente perdo, necessariamente perdo. Debole,trascino i passi sulla sagoma delle sue impronte. Mi rassegno alla sconfitta, e mi detesto, e mi insulto, e mi squarto i pensieri, mentre i pensieri squartano me…
e di sbieco mi soffermo con lo sguardo sull’ombra deforme di ogni mia pulsione. |
Ingoio la notte
Nella sua prospettiva dissonante
Placo la sete
Sotto le palpebre
Socchiuse
In quell’istmo inconsistente
Che tremula il desiderio
Di respirare luce..
Il fiato divarica le cosce
Sul bivio dell’insinuazione
Gocciola malinconia
Sull’altare profanato della luna
La purezza apre le cosce agli insulti della frustrazione, scabrosa la copula con i limiti dell’insoddisfazione in cui ritrovarsi immacolata e puttana, col ventre gravido di speranze consumate.
Barcollo
Estraneo ai miei stessi passi
Instabili
Come pensieri
In equilibrio
Sulla traccia del tuo abbandono
Annuso
La pelle dell’assenza
Tenera
Come la placenta
Di una patologia in travaglio
Che geme il respiro
Del suo incostante ritorno
Sbalordito
Il nonsenso
Naufraga ancora
Tra le vertigini delicate
Della memoria
Sull'incanto delle sue grazie scivola il piacere di un'euforia languida che taglia il silenzio col suono della sua pelle...dolce è la caduta nell'immagine di un profilo che diventa lare e venerazione...
prego
la bestemmia
di un giorno inesistente...
infinito
il tempo
che travalica l'istante...
l'attesa
preme la sua vagina
madida
di promesse disattese
sul palmo della frustrazione
e intanto fotto ogni attimo
in un respiro
che muore,
per ogni sogno
che muore...
Inviato da: woodenship
il 20/10/2011 alle 20:47
Inviato da: FrammentiDellessere
il 08/08/2011 alle 11:07
Inviato da: Ossimoro_Tossico
il 05/08/2011 alle 21:50
Inviato da: FrammentiDellessere
il 03/08/2011 alle 10:09
Inviato da: scorpione.scorpione
il 02/08/2011 alle 23:22