Nuvole

Post N° 55

Ieri se ne è andato il papà della mia amica. Ci penso  e mi commuovo. Ci penso e penso a mio padre.

E penso che non riesco ad immaginare un mondo in cui non ci sia lui.

Un mondo nel quale io non possa prendere il telefono o la macchina e nel giro di un minuto averlo con me.

C’è qualcuno che ha bisogno di credere nei supereroi, qualcuno che ha bisogno di attaccarsi al cuore un crocefisso per trovare la forza.  Nella mia vita io ho sempre creduto in lui.

Ero una bambina e viaggiavo attaccata alla sua gamba come un calzino. I miei occhi lo seguivano come un radar. Non poteva sedersi senza ritrovarsi me addosso.

Crescevo e l’accompagnavo ovunque, non c’era momento in cui lui uscisse di casa in cui io non gli scodinzolassi dietro come un cucciolo.

Lui è sempre stato la mia stella polare, la mia casa, lo scrigno dei miei segreti, il cuscino morbido su cui mi addormentavo esausta, il bastone della mia giovinezza, lo specchio di ogni mio sorriso. L’origine di tutta la mia volontà, l’origine anche delle mie debolezze, delle mie paure, il mio metro di misura, l’esempio a cui tendere. Sono cresciuta e ho imparato a camminare e ho scoperto che è un uomo fatto di carne e di ossa e che forse non è quella creatura perfetta e invincibile che ho sempre creduto.

Lo guardo mentre spadella quantità improponibili di cibo, mentre i suoi pochi capelli imbiancano e le rughe sulla sua fronte aumentano. E spesso sento che non gli sono vicino come vorrebbe, sento di mancargli e non riesco a fargli capire che se solo guardasse nel mio cuore, se solo guardasse dritto nei miei occhi vedrebbe la luce di sempre. Una luce incancellabile che brilla solo per lui. Tutto passa al mondo. Non lui. Lui resta e resterà per sempre, la mia stella lucente incancellabile.

Lo sento invecchiare, ho visto la sua vita cambiare, mentre cambiava la mia e vorrei fermare il tempo e riportarlo indietro.