Creato da Clandestinaperchi il 11/02/2006
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Post N° 11

Post n°11 pubblicato il 11 Febbraio 2006 da Clandestinaperchi

L'Osceno del Villaggio

Venerdi notte, per ben due volte, sono stata scambiata per una prostituta.

La sindrome da vocabolario ha colpito ancora, e questa volta ve lo avrei risparmiato se non fosse per l'incredibilmente ampia e interessante gamma di sinonimi che ho trovato per il termine prostituta:

Donna di vita, donna di malaffare, donna di strada, donna di marciapiede, sgualdrina, baldracca, donnaccia, bagascia, marchettara, mignotta, malafemmina, battona, passeggiatrice, mondana, peripatetica, bella di notte, lucciola, cocotte, puttana, troia, vacca, zoccola, meretrice, etera, cortigiana.

Forse venerdì ero bella e guardacaso era notte.
Ho calcato in effetti, e passeggiando, un marciapiede.
C'è a ragion del vero questa zoccola interiore che talvolta fa il kamasutra con la curiosità. 
Sarebbe bello anche solo per un attimo sentire che la canzone di Antonio de Curtis è stata scritta anche per me. 
E devo proprio ammettere, con la follia di poi, un certo divertito rimpianto per il momento in cui alla fatidica domanda: Quanto vuoi? non ho risposto: 1000 euro.

Ma davvero non riesco a capire cosa in me abbia potuto far pensare a prima vista e a più persone, a una prostituta. Avevo i pantaloni lunghi, LARGHI, una giacchetta scura A COPRIRE una qualsiasi magliettina di cotone, e un paio di infradito cinesi ai piedi, non mi trucco, capelli legati, insomma: ci vuole fantasia! Oppure non sono al corrente del fatto che l'ultima moda tra le battone è un'apparenza guarda caso IDENTICA a come io mi vesto tutti i giorni. Nessun problema, basta saperlo.

Ma passiamo ai fatti della seconda tragica fantozzata.
Ero in quel di Testaccio, nella frequentatissima zona dei locali vicino al Villaggio Globale. Esco ubriaca a prendere aria e insorgendo nausea da seduta mi metto a camminare un po'. Al mio passaggio, uno di due ragazzetti di una ventina d'anni, berretto con visiera e maglietta senza maniche, appoggiati a una macchina e tendenti al coatto, mi guarda e mi fa:

- Ahò, ma le pompe le fai?

Io continuo a camminare ma lo guardo in faccia e gli dico:

- Sì, ma solo a chi me pare a me.

Grazie all'improbabile prontezza e sagacia di questa risposta (che peraltro ha trasformato un coatto molesto in silenzioso pivello) l'autostima mi camperà di rendita per giorni.

 
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