Oleeeee'

Sciocchezzuole qua e là

Recentemente nei commenti a questo blog è stata detta una sfilza di fesserie notevole. C’è chi ha questa dote e, quando inizia con le fesserie, poi ne inanella una dietro l’altra senza riuscire a fermarsi più.

Sta di fatto che, un poco alla volta, ho intenzione di controbattere perché se è vero che, il più delle volte, è cosa del tutto inutile discutere con certe persone di determinati argomenti, trovo sia comunque importante esprimere il proprio parere in modo da non lasciare discorsi in sospeso.

Vorrei sorvolare sull’opinione secondo la quale chi va in giro ad “offrire caffè” a chi non ha una casa lo faccia esclusivamente per  nutrire il proprio ego in cerca di consensi, quelle sono le “dame di carità” ed è un’altra categoria di persone, di quelle che certo non esce la notte portando caffè, per intenderci .  E’ un discorso banale, sentito mille volte, un discorso essenzialmente svilente per chi lo fa. Ben vengano sempre idee nuove su cosa fare per risolvere i problemi delle persone reali (e non virtuali) che stanno per strada, ben vengano i suggerimenti di chi non si occupa esclusivamente del benessere delle proprie terga. Sminuire o denigrare le azioni altrui, come già ho detto, significa quasi sempre coprire il proprio vuoto.

C’è però una cosa più grave che qui è stata detta e riguarda Elena, la quale mi perdonerà se mi permetto di intervenire. Di lei è stato detto che parla in maniera differente a seconda del luogo in cui si trova e delle persone che la leggono. Ora, mi pare ovvio che nella vita esistono contesti differenti ai quali è più che giusto adeguarsi. Per esempio, se si sta cazzeggiando di vacanze, non mi pare abbia un senso portare nel discorso argomenti pesanti. Ciò detto, trovo estremamente offensivo affermare che una persona è manipolabile e condizionabile al punto da modificare l’espressione delle proprie opinioni sulla base di chi la legge in quel momento. Pieno il mondo di gente così, sono quelli che si adeguano per convenienza e, di certo, questa non è Elena allo stesso modo in cui non lo è Hobbes, la qual cosa spiega com’è che, dopo due anni, siamo ancora qui, insieme, a fare i discorsi che riteniamo di dover fare. Nonostante le sane divergenze di idee, nonostante non ci si conosca per nulla (Elena ed Hobbes non mi hanno mai visto, né parlato a voce, non sanno come mi chiamo e neppure quanti anni io abbia o quale sia il mio lavoro). Eppure… noi siamo qui a scrivere sullo stesso blog perché non siamo manipolabili e succubi di nulla, perché siamo persone adulte che non hanno bisogno di scannarsi per poi fare la scenetta di bontà quando si riappacificano così come i bambini di 5 anni. Se poi veniamo insultati bè, ci ho riflettuto sì sul motivo per il quale una ragazzina viene qui e si permette di definirmi “socio”… con ogni probabilità si tratta solo di maleducazione.