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« Io Sono LiAutunno al cinema. »

Cantami o Dj

Settembre. Archiviate le vacanze, è tempo per tutti di rimettersi a studiare. Perché, si sa, gli esami non finiscono mai.
E allora via, una bella colazione con latte aromatizzato all’ iperbole, con una spolveratina di metafore fresche fresche. Aggiungete due fette biscottate con un velo leggero di anafora e magari una bella spremuta vitaminica di metonimia.

ritorno a scuola


Immagino la vostra espressione. No, non si tratta di specialità calabresi. No, non sono nemmeno prodotti dietetici. Al contrario, sono alimenti grassi che vi faranno metter su qualche bel chiletto di conoscenza. Sono le figure retoriche. Siete curiosi? Allora accendete la radio e ascoltate una canzone. Andate oltre la melodia. Concentratevi e ascoltate il testo. Poi prendete il libro “Cantami o Dj” di Matteo De Benedittis e lasciatevi conquistare dai misteri della metrica e della retorica, da tutte quelle “ parole magiche” che “ tirano fuori qualcosa di nuovo, qualcosa che prima non esisteva”, che “cercano di dire quello che è impossibile dire”.

Cantami o Dj


Ho intervistato con grande entusiasmo Matteo de Benedittis, giovane professore di Reggio Emilia che insegna alle scuole secondarie superiori. Le sue lezioni di lingua italiana non passano di certo inosservate. Nelle sue classi il Foscolo e il Leopardi convivono con Jovanotti e J-Ax, la Pausini, Vasco e molti, moltissimi altri cantanti. Matteo attraverso l’ analisi delle canzoni insegna ai suoi studenti il piacere della letteratura.

Perchè "lezioni parecchio alternative d' italiano"?

S. Giovanni Bosco diceva: “Se amate le cose che amano i vostri ragazzi, anche loro ameranno le cose che amate voi.” Lui si riferiva ai doni spirituali, ma credo che anche nella didattica questa regola possa funzionare.
Per questo ho scelto di spiegare le figure retoriche con le canzoni pop e non con le classiche poesie. Le regole poetiche funzionano allo stesso modo per Petrarca e per Jovanotti, per Pascoli e Tiziano Ferro. Una metafora è sempre una metafora, chiunque la usi. Anche gli insulti sono metafore, anche se di bassa qualità. Mi sembra importante dire agli studenti che la poesia ci circonda, è parte integrante della nostra vita: la troviamo nelle canzoni, nella pubblicità, nei film, nelle storie d’amore e quando ci arrabbiamo. E c’è un motivo: la poesia dà voce ai sentimenti. E i sentimenti ce li hanno tutti. Anche gli studenti. 

Matteo De Benedittis

Matteo De Benedittis

 

 “Mentre lascio naufragare un ridicolo pensiero”
(Gli Ostacoli del Cuore- Elisa)


La metafora è una figura retorica bellissima: mette in relazione cose che fra loro non hanno niente a che fare, come un naufragio e i pensieri. Cos’hanno in comune l’azione di pensare e l’azione di naufragare? di solito niente, ma in questo caso invece sì: Elisa e Ligabue lasciano andare alla deriva un pensiero: lo abbandonano, lo lasciano andare in malora, lo lasciano morire. Se era un pensiero ridicolo, allora forse non era così importante da salvarlo.


"E’ una notte da scartare come un pacco di Natale"
(Gli ostacoli del Cuore- Elisa)

regalo di natale


Un paragone: la notte e il regalo di natale hanno in comune la sorpresa che nascondono. E’ una sorpresa che si può trovare solo frugandoci dentro, scartando la notte, togliendo i veli che la coprono, la carta che la avvolge (che altro non è che gli “ostacoli” del titolo).

 
"Siamo nella stessa lacrima, come il sole e una stella,
siamo luce che cade dagli occhi"
(Luce. Tramonti a Nord Est- Elisa)


Gli elementi di questo verso sono due: le lacrime e la luce (sotto forma di sole e stella). Potremmo volgarmente riassumere questo verso con “lacrimare luce”. E’ un’immagine bellissima. Uno dei compiti della poesia è quello di creare immagini mentali nuove ed inedite. In questo caso abbiamo un contrasto: le lacrime sono tristi, la luce è bella. Infatti la canzone racconta di un abbandono: due persone si lasciano, ma sono contente di essere state insieme. Un paradosso, come un sole che tramonta a nordest.

"Una settimana, un giorno, solamente un’ora
a volte vale una vita intera"
(Una Settimana, un Giorno- Bennato)


Un originale anticlimax combinato con un parallelismo: settimana, giorno e ora sono tre elementi simili ma di dimensioni sempre minori, e questo è un climax discendente (o anticlimax). Questa scala discendente è messa a confronto in parallelo con la vita intera: l’elemento A (settimana, giorno, ora) è messo di fianco all’elemento B (la vita)



"Notti uscite da una festa
notti con i bigodini in testa"
(Notti, Baglioni)

Ah, ecco qua una bella antitesi: le notti di festa vengono messe in antitesi con le notti domestiche, passate in casa (è difficile uscire di casa con i bigodini in testa, ancor meno andare ad un party).

"Quasi sempre dietro la collina è il sole"
(La Collina dei Ciliegi- Battisti)

L' inversione, spostare le parole è un’arte raffinata dei poeti: la costruzione normale della frase sarebbe: “il sole è quasi sempre dietro la collina”. Ma spostando l’ordine delle parole mogol permette al verso di fare rima, e di mettere in ultima posizione - quella più importante - la parola più importante, cioè “sole”, che è però quasi sempre nascosto.



"Sorella Terra ascolto te

Ogni conchiglia oceano è"

(Sorella Terra- Pausini)

Conchiglie

Questi due versi splendidi di Laura Pausini contengono ben due anastrofi, un’antitesi, una metafora, una personificazione, una citazione.
Le anastrofi sono l’inversione sintattica di due elementi della frase (“sorella terra, ti ascolto”, sarebbe la costruzione corretta del primo verso; “ogni conchiglia è oceano”, sarebbe la sintassi corretta del secondo).
L’antitesi è la vicinanza di due termini di significato solitamente opposto, in questo caso “terra” e “oceano”.
La metafora unisce la conchiglia e l’oceano. Non sono la stessa cosa, ma hanno qualcosa in comune: il rumore frusciante.
La personificazione dà anche il titolo alla canzone: la terra acquisisce caratteristiche tipicamente umane: in questo caso la famigliarità.
Tale rapporto di sorellanza con la terra è ovviamente una citazione dal cantico delle creature di S. Francesco, come se Laura Pausini volesse aprire un collegamento fra il suo testo e quello del Santo.


Da dove nasce il tuo amore per la lingua italiana? Qual è il suo futuro secondo te?
Il mio amore per la lingua nasce dalle favole che mi raccontavano i miei genitori prima di dormire, dal fatto che non ho mai giocato a calcio e dalla mia passione per le cose che passano inosservate. Le parole sono deboli e potentissime: possono cambiare la vita eppure non sono che un soffio.
Il mio amore per la lingua che parlo è lo stesso che ho per la mia città, la mia mamma, la mia mano e l’odore di autunno. Amo la mia lingua perchè mi ha accompagnato fin da piccolo, perchè ho letto e ascoltato cose bellissime dette nella mia lingua, perchè è il ponte per abbracciare le ragazze e la vita.
Nella mia vita le parole mi hanno aiutato a scegliere: tutte le scelte importanti che ho fatto sono legate a parole che qualcuno mi ha detto e che poi io mi sono detto da solo.
Il futuro della lingua italiana è bellissimo: è quello di crescere, mutare, cambiare, evolvere verso qualcosa di sconosciuto e appassionante, che parlerà ancora d’amore, di rabbia, di vita.
Sono curioso di vedere come evolverà tanto quanto mi incuriosisce studiare la lingua che parlava mia nonna o Dante. La lingua è un organismo vivo e simpatico, col quale si ha una relazione. E dalla relazione che si ha con la lingua dipenderanno anche le nostre relazioni con le persone: saper ascoltare, saper capire, farsi capire.


parole


Si dice che tu abbia sfidato un tuo alunno in una gara di freestyle e che tu abbia perso... come ci si sente ad essere "messo alla prova" come uno studente?

Ottima domanda. Quando penso ai miei studenti sento una grande riconoscenza. Danno il senso alla scuola, al mio lavoro. Secondo me un buon professore deve salvaguardare i ragazzi che hanno voglia di imparare, opponendosi a chi non ha voglia di imparare.  Un buon professore entra in classe contento e fa venire voglia di studiare, voglia di capire, voglia di vivere. Un buon professore sa che la vita va al di là dei voti. Per questo Un professore deve rispondere alle sfide che gli studenti gli propongono. Queste sfide sono un momento importante e faticoso. All’insegnante viene chiesto di mettersi in gioco, cambiare, convertirsi. Il prof soffre la ferita narcisistica di non poter plasmare a sua immagine il microcosmo-classe che ha davanti. E allora? Allora deve accettare i suoi limiti e nello stesso tempo cercare di superarli. Se ci riesce allora può amare i limiti degli studenti e provare ad aiutarli.
Io sono stato fortunato: una di queste sfide si è trasformata in un’occasione imprevista e bellissima. Il freestyle è un’esperienza mistica nella quale i due rapper staccano il cervello e parlano prima di pensare. Ma lo fanno in rima e a tempo. E’ un’arte difficilissima, che richiede grande allenamento e prontezza di riflessi - qualità che io non ho.
E’ un’arte relazionale, che non può essere fatta in solitaria, e che richiede un grande ascolto dell’avversario per riuscire bene.
E’ un’arte divertente e simpatica, proprio perché l’obiettivo è far divertire e applaudire il pubblico.

  

Un esempio di "freestyle"


Vorrei concludere con un altro esempio musicale. L' analisi di un testo ce ne fa comprendere il significato profondo. Di cosa parla la canzone Padre e Madre di Cremonini?

La canzone di Cesare Cremonini racconta una situazione raramente raccontata dai cantanti: il momento in cui il figlio si allontana dai genitori, la sofferenza dei genitori stessi, l’incomprensione fra i tre.
Cesare riesce a cogliere - da figlio - quel momento che solo chi è genitore riesce a sapere: il momento del distacco, in cui ci si rende conto che il figlio non è più tuo, ma della vita.
Cesare, pur non essendo genitore, riesce a mettersi nei panni dei suoi genitori, e a capire il loro dolore.
Sente di aver abbandonato i genitori. Nei romanzi sono i genitori che abbandonano i figli, in questo caso è un figlio che abbandona i genitori, ma non può farne a meno: deve seguire la sua strada.
E allora? Quando si accorge che i suoi genitori stanno male per la sua assenza, cosa fa?
Può fare tante cose: tornare a casa, rinunciando alla sua vita; oppure può disinteressarsene: dopotutto i suoi genitori non possono pretendere che lui rinunci alla sua vita per loro.
Cesare reagisce in altro modo: dedica loro una canzone.
E’ un modo per farli entrare nel suo mondo, per trovare un punto di contatto fra i due aspetti del problema: la musica e i genitori.
E allora prova a farli incontrare, sostituendo la sua presenza con una canzone che parli di lui, e faccia compagnia ai genitori al posto suo.
Una storia in una canzone.

Una storia in una canzone


Cantami o Dj è un libro che non sa di manuale. E’ un frutto dal dolce sapore nato dall’ amore di un ragazzo per la lingua italiana e la musica. Assaporatelo con calma uno dei prossimi pomeriggio autunnali, magari seduti al parco circondati dalle prime foglie giallo-arancio che salgono. Come dite? Si, avete ragione, le foglie non salgono ma cadono. E' che volevo concludere con un ossimoro. D’altronde, quanti di voi vorrebbero poter bloccare il tempo e rivivere le emozioni dell’ estate appena passata?

Sara Ferro


Facciamo un po' di esempi pratici.

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ciosa82
ciosa82 il 23/09/11 alle 13:50 via WEB
"Il segreto del canto risiede tra la vibrazione della voce di chi canta ed il battito del cuore di chi ascolta." (Gibran Khalil) "La musica esprime ciņ che non puņ essere detto e su cui č impossibile rimanere in silenzio." (Victor Hugo) Solo per farvi 2 esempi di persone che hanno dato la giusta importanza alla musica pur facendo gli scrittori. C'č tanta poesia dentro la buona musica, c'č tanto cuore dentro le canzoni giuste, basta saper ascoltare... Bravo prof!
 
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