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Il perché di tanto aglio

Post n°34 pubblicato il 16 Ottobre 2009 da chioggiatv
 

 

di Sara Ferro

Quando ci si ritrova ad ammirare il paesaggio toscano dall’alto di una delle caratteristiche collinette, avvolti nel silenzio rotto solo dai cinguettii e dal rumore del vento, può capitare di sentirsi come Gesù nel deserto quando venne tentato dal diavolo. Io ho ceduto anni fa. Mi sono prostrata e ho cominciato ad adorare la Toscana.

Questa volta ho voluto dedicare il weekend alla scoperta di Volterra e di una parte della famosa Maremma.

Secondo un recente mito letterario (saga Twilight) , Volterra è la città più sicura al mondo perché abitata dai Volturi, i capi di una famiglia di vampiri antica e potente e per loro volontà qui la caccia umana è vietata. Ma forse gli abitanti non si sentono comunque del tutto al sicuro e magari è proprio per questo che ogni angolo della città è pervaso da odore di aglio.

La prima meta è la bellissima Piazza dei Priori nella speranza di vedere il bel Edward, il vampiro “vegetariano”, ma incrocio solo una spider con a bordo un vecchietto, di lui nessuna traccia. Mi metto il cuore in pace e mi abbandono alla piacevole scoperta di questa città di origine etrusca con rovine romane e medievali, negozi pieni di oggetti in alabastro, osterie dalle quali escono profumi che ti attirano come una stregoneria potente a cui fai fatica a resistere. Il mio consiglio è di resistere, almeno fino a sera, e di trascorrere il tempo del pranzo nel parco della città, con panini alla finocchiona o prosciutto toscano presi in una delle tante botteghine di prodotti alimentari tipici.    Nella tranquillità di questo spazio verde , armatevi di plaid, un buon libro e un taccuino dove annotare i vostri pensieri.  Ma fate attenzione a non addormentarvi. Volterra è una città strana, potreste incappare in un Coniglio Bianco che vi porta in un nuovo paese delle meraviglie nascosto sotto le Balze.  

La mia avventura continua a Saturnia, alle Cascate del Mulino, dove le acque sulfuree sgorgano a 37 gradi e mezzo con una portata di 800 litri al secondo. Una esperienza straordinaria da fare al mattino presto o al tramonto per godere a pieno del paesaggio che vi circonda ed evitare le masse di turisti.

 

Unico inconveniente: l’odore di zolfo si affezionerà immediatamente a te e ti resterà addosso come il più fedele degli amici per giorni e giorni. Se ne è accorto anche il cavallo che mi ha portato il giorno dopo a zonzo nel Parco Naturale della Maremma; in confronto a me lui odorava di rosetta. Immagino sia questo il motivo per cui aironi, lepri, vacche, e daini si siano fatti ammirare a debita distanza. Non sono riuscita neppure a fare un ballo del mattone con il lupo, che la mia preparatissima guida mi dice essere solito gironzolare da queste parti. A dire la verità abbiamo incrociato un ragazzotto semivestito e mi è venuto il vago sospetto che fosse un licantropo (sempre in tema Twilight) ma per poter dormire sonni tranquilli ho preferito non indagare. 

Quando poi si arriva a Pitigliano e si scorgono le case a strapiombo che sporgono da un grande sperone di tufo, ti sembra di entrare in un piccolo mondo antico pieno di alberi di fico da cui assaggiare i frutti, gatti in ogni giardino e vecchietti che ti salutano calorosamente dalle finestre.  Nel quartiere ebraico scopro l’esistenza dello “sfratto” , dolce tipico profumatissimo a forma di bastone, a base di miele, scorza d'arancio, noci, semi di anice e noce moscata. Ma non di solo “sfratto” vive l’uomo, e nemmeno la donna, per cui al primo brontolio serio di stomaco mi concedo una pausa in osteria e assaggio le mitiche bruschette, i famosi “pici” al cinghiale e il cacio con le pere.

Nel viaggio di ritorno verso casa scorgo in lontananza Civita di Bagnoregio (Lazio), una cittadina da favola appoggiata su un cucuzzolo sovrastante una meravigliosa vallata e unita al mondo da un ponte percorribile solo a piedi. E’un attimo, ho già deciso di tornare qui presto, nella “Città che Muore”, chiamata così perché questo borgo sta inesorabilmente franando.

Questo è un viaggio adatto a tutti, da preferire all’inizio della primavera o all’ inizio dell’ autunno. Mettete nello zaino buone scarpe da ginnastica, acqua e fiato a volontà per il saliscendi continuo dei paesaggi toscani. Vi assicuro che ne vale la pena. Come diceva Battisti, “dietro la collina è il sole”.

http://www.flickr.com/photos/43341956@N02/

 

Bruschette

 

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