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Tutto quello che non sapete della Bora e non avete mai osato chiedere lo trovate in questo articolo. La Bora è il vento orografico più forte e frequente del Mediterraneo: molto studiato dai ricercatori di tutto il mondo, soprattutto all'estero, è ancora misterioso e sottovalutato in Italia. Esistono alcune tipologie che tracciano minuziosamente le caratteristiche della Bora in rapporto alle configurazioni isobariche: le principali sono dette "Bora chiara", "Bora scura" e "Borino". La Bora chiara si presenta con cielo sereno e temperature generalmente rigide nella stagione invernale, le medie orarie sono inferiori a quelle della Bora scura, complici le relative pause tra una raffica e la successiva, ma le punte massime possono comunque raggiungere valori elevatissimi, generalmente superiori ai 130km/h, nel caso la differenza di pressione tra le pianure sloveno/danubiane e il Mediterraneo sia elevata. La Bora scura è invece attivata solo da "isobare strette" (cioè molta differenza di pressione atmosferica tra due punti in relazione alla distanza). Mentre al suolo la direzione resta quella classica (da NordEst a SudOvest), oltre i 1500m di quota i flussi prevalenti sono sud-orientali o pienamente meridionali. In questo caso il contrasto tra l'aria umida in quota e quella fredda più bassa genera precipitazioni che al suolo divengono nevose. La durata media della Bora scura è di 48-72 ore. La Bora scura ha una continuità decisamente superiore a quella della Bora chiara e anche le massime raffiche assolute sono state segnate in queste condizioni meteorologiche proprio per via del forte divario di pressione in campo. Il "Borino" soffia più spesso nelle mattinate d'estate ma anche in pieno inverno. Si viene a creare soprattutto per la forte differenza termica tra il Carso sloveno ed il mare, anche in assenza di divari di pressione tra le pianure sloveno/danubiane e il Mediterraneo. In inverno esso si forma in presenza di vaste distese innevate nell'entroterra sloveno, dove le temperature resistono a molti gradi negativi. Esso è così poco spesso in altezza che non rimescola gli strati d'aria che attraversa, favorendo, in presenza di correnti miti in quota, una notevole inversione termica al suolo. Ecco alcuni "numeri" tratti dai miei rilevamenti meteorologici a Chioggia di questi ultimi 4 anni relativamente alla Bora: La foto sottostante, scattata sul Carso triestino dall'amico Stefano Zerauschek, è emblematica della nascita della Bora: nelle montagne slovene si vede la nebbia ghiacciata stagnante mentre nel punto in cui Stefano ha scattato la foto, il vento già soffiava sui 70km/h!!!
Ringrazio l'amico Stefano Zerauschek per la foto e le preziose delucidazioni sulla Bora. |
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