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Lo scorso 25 marzo ha festeggiato il suo settantesimo compleanno la grande Mina Anna Mazzini, la voce che dalla fine degli anni cinquanta emoziona come nessun'altra in Italia. Inarrivabile, inimitabile; si ritirò dalle scene nel '78, scegliendo di non apparire più in pubblico, continuando però a farci dono della sua voce. Solo nel 2001 si è fatta riprendere in un concerto nel suo studio ed il filmato è stato trasmesso in streaming ottenendo, lo si può ben immaginare, un record di contatti.

Mina non ha solo doti vocali; se penso a lei mi torna subito alla mente la gestualità singolare che si accompagnava perfettamente col suo trascinante senso del ritmo. Intense ed indicative delle sue virtù artistiche, sono anche le interpretazioni drammatiche dei brani, che possiamo ammirare di tanto in tanto alla tv, in programmi che ci ripropongo trasmissioni come Musichiere, Studio Uno, Mille Luci.

Essendo io appassionata di makeup, quello che voglio sottolineare in quest'articolo è l'immagine di questa straordinaria cantante: se Madonna è camaleontica, Mina lo è stata molto prima di lei. Come poche alla fine degli anni '70, si è prestata alla sperimentazione di look bizzarri, futuristici, stravaganti, pittoreschi, affidandosi alla straordinaria creatività ed abilità di Stefano Anselmo.

Makeup Artist, Anselmo ha esercitato la sua attività in molteplici campi della moda, con i migliori stilisti, le più note riviste ed ha curato il look di moltissimi artisti a partire dagli anni Settanta: Anna Oxa, Renato Zero, Loredana Bertè e moltissimi altri.
Trovo però che Mina sia stata la sua modella migliore, perchè sapeva calzare alla perfezione i maquillages che Anselmo creava su di lei, come fossere il suo vero volto.
Mi riferisco ai look che ritroviamo nelle copertine dei dischi.

Pensate a Italiana: per la copertina di questo disco del 1982 Mina appare in multicolor, o Salomè vol. 1, dell'anno prima, un doppio LP sulla cui copertina troviamo una Mina barbuta. Per l'album Del Mio Meglio dell'83, l'ispirazione di Anselmo è chiara ed evidente, una picassiana Mina in bianco e nero, fotografata da Mauro Balletti. Mina rimane fedele ai suoi creatori d'immagine e collabora con gli stessi anche in anni più recenti, come ad esempio per l'album Todavìa del 2009. Tutte creazioni originalissime e se pensiamo alla bigottaggine del tempo, anche avveniristiche.

L'attenzione va tutta agli occhi, mentre la bocca viene totalmente annullata, anchecon lo stesso fondotinta usato come base, al massimo si stende del lucidalabbra.  Gli ombretti da opachi diventano luminosissimi, perlati. Si volevano esaltare gli occhi, ingrandendoli; i maquilagges erano elaboratissimi: una spessa linea di eyeliner scuro sulla palpebra superiore; anche la palpebra inferiore veniva sottolineata e spesso le ciglia venivano disegnate. Il makeup di fine anni '70 esaltò la mezzaluna o banana, da tracciare sulla piega palpebrale (a volte in maniera esagerata) per poi sfumarla verso l'alto, mentre sulla palpebra mobile si stendeva dell'ombretto chiaro per farla sembrare più ampia. Spessissimo si ricorreva all'uso delle ciglia finte, mentre le sopracciglia potevano essere sia folte, sia sottilissime.

Intanto vi dedico una canzone: "Adesso è facile", dall'ultimo disco "Facile" in cui Mina duetta con Manuel Agnelli degli Afterhours.