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Messaggi del 31/05/2012

Moda in pillole: le espadrillas son tornate !

Post n°1150 pubblicato il 31 Maggio 2012 da chioggiatv
 
Foto di chioggiatv

La moda degli anni ’80 era molto kitsch, eppure ultimamente molte cose di quel decennio vengono riprese, riviste e diventano dei veri must . Sono gli anni della mia fanciullezza, e ricordo le ragazze più grandi di me con spalline imbottite, maniche a pipistrello, ciuffi pieni di lacca, trucco pesante e le espadrillas! Mamma me le comperava tutte le estati insieme alle infradito in plastica per il mare.  Noi bambini le consumavamo indossandole fino a sfondarle del tutto. Mamma invece le acquistava fiorate con la zeppa e i lacci sulla caviglia.

 

Le clssiche espadrillas

In versione alta e bassa


Ora noto con gioia che le espadrillas son tornate e sono pronte a dilagare e ad infilarsi nei guardaroba, sempre più low cost delle fashioniste. Le espadrillas sono scarpe di origine spagnola e portoghese, hanno la suola in corda cucita ad una tomaia in stoffa molto resistente. Un tempo erano le scarpe dei guerrieri, dei contadini e dei pescatori ed esistevano solo nella versione piatta, la più diffusa. Negli anni '60 Yves Saint Laurent, in collaborazione con Isabel Castaner, realizzarono un modello di espadrillas con tacco alto e così facendo, salvarono l'azienda spagnola, produttrice della calzatura, da un sicuro fallimento. Gruppo Liliana vi propone per questa estate la linea di “Jack & Jones”, griffe giovane che potete trovare da Made in Europe in Piazza Italia a Sottomarina.

 

Le espadrillas di "Jack & Jones" in tinta unita.

In versione mimetica, le trovi da "Made in Europe" in Piazza Italia a Sottomarina


Quest’anno molti stilisti hanno proposto la loro espadrillas luxory, da Christian Louboutin a Valentino. Qui, ovviamente non si parla più tanto di una scarpa in tela low cost come potete immaginare. Louboutin ne ha creato alcune in nappina e altre in tela con corona ricamata a filo sul davanti. Valentino invece ha proposto le espadrillas in pizzo e chiffon, trame cosi’ raffinate e chic che vanno in contrasto con la natura “povera” della scarpa.

Le espadrillas di Louboutin: navy con corona ricamata ( € 350), con zeppa e in tela con nappine.

 

Le espadrillas in pizzo di Valentino ( €340)

di Elisa Boscolo "Forcola"

 

 
 
 

BALLA LA MIA CANZONE

Post n°1149 pubblicato il 31 Maggio 2012 da chioggiatv
 

ll solito film frantuma scatole su quanto il disabile sia sfigato, oppure la patetica fiaba a lieto fine in cui la bellona patinata viene schiaffata su una sedia rotelle (o al limite inforca un bastone bianco) e puff ! viene trasformata in disabile.

Col cavolo penso io (non ho pensato la parola cavolo lo ammetto, ma sorvolerei sulle scelte lessicali del mio cervello arrabbiato), noi non siamo così. Affatto.

Abbiamo punti  ovunque che ad unirli tutti  si vincerebbe un borsone, piedi storti tozzi degni di una cenerentola con ritenzione idrica, e ben che ci vada solo un po’ di scoliosi.

Non ho voglia di sorbirmi una melensa storia d’amore e riscatto, mi dico mentre sto infilando già il dvd nel lettore; ma è troppo tardi e il film parte.

La protagonista  mi cattura subito, lei non finge di essere una di noi, lo è.
Interpreta se stessa poichè non potrebbe essere nient’altro che questo: si cambia solo il nome scegliendo Julie. 
Julie è esile, minuta e spastica con forti distonie, quasi rachitica: quando mangia deve essere imboccata,  lavata e vestita come si fa con i neonati. Ma loro sono belli e sani, lei no, e ciò mi fa entrare in empatia con lei nonostante abbia una condizione fisica drasticamente migliore, certe sensazioni le condivido nel profondo con chiunque viva una disabilità..e continuo ostinata la visione.

 

Balla la mia canzone

 

Julie comunica solo tramite un sintetizzatore vocale, vive sola con un’assistente crudele Madelaine (Joey Kennedy), che pone rimedio alle sue esigenze fisiologiche, la veste e la nutre non senza rimarcare quanto fa schifo vederla mangiare.

Poi se ne va e lei resta lì. I giorni scorrono lenti e sempre uguali. L’amore non è concepibile per lei, nè tantomeno il sesso. Ma poi qualcosa accade: nella sua vita arriva Eddie (John Brumpton). Inizia una lotta serrata
tra l' assistente Madelaine e la protagonista per l’amore del principe azzurro che  si innamorerà proprio di Julia, la quale vedrà in lui il riscatto di una vita di dolore.


Il sentimento tra Julia e Eddie non è compassione nè amicizia, è legame forte che contempla la sessualità, qualcosa che rompe gli schemi ancor oggi dopo tredici anni, scardinando le concezioni abituali del disabile malato da compatire.

Memorabile la scena in cui Heather/Julia si fa sollevare e invita l’attonito Eddie ad amarla.

 

Balla la mia canzone


Questo film del 1998 si intitola Balla la mia canzone (Dance me to my song), coprodotto da Domenico Procacci e realizzato da Rolf De Heer, autore olandese residente in Australia.

Rolf De Heer non è nuovo a film di questo tipo; è autore di film come Bad Boy Bubby, sulla disabilità psichica e La stanza di Cloe, viaggio emotivo  di una bambina con situazione famigliare complessa.

Heather Rose, sceneggiatrice e attrice protagonista, è morta nel 2002 a 36 anni; è il quid in più che conferisce al film verità. Ella aveva una passione per il cinema, ideando questa sceneggiatura plasmandola su se stessa e sul proprio vissuto; mentre l’assistente diventa a suoi occhi la figura che abusa di una creatura inerme, allo stesso modo la figura maschile rappresenta il sogno proibito divenuto carnale, la giusta rivincita per lei che ha perso tanto dal primo vagito in poi.

 

Balla la mia canzone


Non ho sprecato di certo il pomeriggio, mi dico che nel bene o nel male l’importante è parlarne.

 

Valentina Boscolo

 
 
 

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