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Messaggi del 27/06/2012

RICICLO CREATIVO CON MARIA CHIARA!

Post n°1167 pubblicato il 27 Giugno 2012 da chioggiatv
 

Maria Chiara Belotti bresciana classe 1972, Chiara per  gli amici, Chiara di nome e di fatto,  stilista, decoratrice, restauratrice ed in ultimo…attrice del riciclo creativo.

La mia grande passione è creare, non importa cosa, non importa con che materiale, l’importante è riuscire a dare forma alle idee.

In passato mi dedicavo alla pittura, alla ceramica, al mosaico, alla realizzazione di vetrate artistiche e lampade, con le classiche tecniche accademiche, ma capivo che non era sufficiente conoscere le tecniche artistiche, c’era bisogno di fare di più e farlo in fretta e soprattutto farlo con una consapevolezza legata al rispetto per l’ambiente.

È da questo pensiero che ho cominciato a dedicarmi alla creazione di oggetti, dall’abbigliamento, agli accessori ad oggetti per la casa, mobili e sedie utilizzando materiali di “scarto”.

Trovo fantastica l’idea di ridare vita agli oggetti, a pezzi di tessuto, pelle, turaccioli, tappi e riposizionarli come un puzzle nel loro nuovo posto.
Il “rifiuto” non è un “problema” è una preziosa risorsa, è materiale da plasmare, trasformare, ricreare, reinventare, rivivere. Materiale inesauribile, sempre pronto in qualsiasi momento, recuperabile con facilità e semplicità, il segreto del suo valore sta nel riutilizzo.
Personalizzo l’oggetto, non esiste un pezzo uguale ad un altro, anche questo è il segreto, chi possiede i miei oggetti sa di possedere un pezzo unico, creato ad hoc.



Maria Chiara

 

www.spaziozero.org

 

L’ispirazione è una cosa strana, dipende molto dall’umore e dal pensiero in quel preciso istante, ma soprattutto da ciò che vorrei vedere il giorno dopo decorare un ambiente o il mio guardaroba; molti aspetti della vita mi colpiscono, molti particolari, i colori, i pensieri della gente, quello che mi è chiaro è che  mi piace essere me stessa. Semplicemente Chiara.

Per chi  vuole sapere di più sul mio operato vi consiglio di scrivermi qui : mc.belotti@libero.it ; oppure cercatemi su facebook come Maria Chiara.

 

 
 
 

Terremoto

Post n°1166 pubblicato il 27 Giugno 2012 da chioggiatv
 
Foto di chioggiatv

Il 20 maggio una forte scossa di terremoto, con epicentro in Pianura Padana, ha svegliato tutto il Nord Italia. Ma a scuola non ci hanno insegnato che non è una zona sismica? E non ci hanno detto che i detriti alluvionali, con cui è composto il nostro sottosuolo, attutiscono il colpo?

Vediamo di rispondere alla maggior parte dei dubbi che tutti ci siamo posti e che si sono acuiti dopo le repliche della mattina del 29 maggio nel modenese e del 6 giugno a Ravenna.

L'Italia è una zona molto sismica in quanto si trova sul punto di scontro tra la zolla africana (che spinge verso NordEst) e la zolla Eurasiatica.

l'Africa spinge verso Nord
La spinta verso Nord della zolla africana

Gli effetti di questa spinta sono molto evidenti: la catena appenninica e le Alpi. In mezzo la Pianura Padana. Che in superficie la vediamo così bella e levigata tanto quanto sotto è tormentata e corrugata.

Sezione della Pianura Padana
In alto: sezione della Pianura Padana da Bologna a Belluno.
In basso: dettaglio della sezione tra Bologna e il fiume Po.
 

Infatti l'Appennino emiliano prosegue sotto la pianura con tre grandi appendici chiamate "archi": quello del Monferrato, quello emiliano (da Parma a Modena) e quello ferrarese. Quest'ultimo è il più complesso in quanto si suddivide in tre porzioni minori: le pieghe ferraresi, quelle romagnole e quelle adriatiche più a est.

Schema tettonico archi appenninici

Schema tettonico degli archi appenninici sommersi nella Pianura Padana

L'arco ferrarese, sotto la spinta della zolla africana, ha accumulato energia fino al punto di rottura che è avvenuto il 20 maggio con 3 scosse forti di magnitudine superiore a 5 (di cui una di 5.9). Per otto giorni si sono avute centinaia di scosse di replica con magnitudine inferiore fino al giorno 29 quando anche l'arco emiliano ha scaricato la sua energia con altre 3 scosse di magnitudine superiore a 5 (di cui una di 5.8) e alcune centinaia di scosse di replica. Il giorno 6 giugno invece anche l'arco adriatico si è "mosso" generando un terremoto di magnitudine 4.5 ma senza ulteriori repliche.

Sequenza simica

Locazione dei terremoti su una particolare mappa dove si può vedere la Pianura Padana "svuotata" dei sedimenti alluvionali portati dal Po nei millenni. (in verde scuro le maggiori profondità)


Ma è proprio vero che in Pianura Padana non ci sono mai stati terremoti? No. Nel 1117 un terremoto con epicentro nella zona di Verona e di magnitudo stimata in 6.5 (leggermente più forte di quello del Friuli nel 1976) provocò morte e distruzione. Nel 1222 un forte sisma ebbe epicentro nel bresciano. Nel 1365 un altro sisma con epicentro nel bolognese, sempre nello stessa zona ce ne fu uno anche nel 1504. Il 17 novembre del 1570 Ferrara fu parzialmente distrutta da un terremoto, simile a quelli appena successi, che provocò numerosi morti e parecchi danni, ben descritti nelle cronache degli Estensi che governavano la città all'epoca. Nel 1802 un forte terremoto ebbe epicentro nel cremonese che provocò due morti e numerosi crolli. Il Veneto non fu esente dai terremoti: nel 1812 e nel 1873 attorno a Treviso ci furono due forti scosse di terremoto con danni e alcune vittime. Nel 1936, sempre nel trevigiano, un sisma forte come quello del 20 maggio, provocò numerosi crolli e 19 vittime.

Storicità sismica del NordEst
Storicità sismica del NordEst

 

E' vero che il terreno del nostro sottosuolo attutisce le onde sismiche? No. Le onde sismiche viaggiano a velocità differenti a seconda del tipo di onda (primaria o secondaria) e a seconda del tipo di terreno che attraversano. I depositi alluvionali, come quelli che compongono la Pianura Padana, in quanto "morbidi", non frenano le onde sismiche come farebbe invece la densa roccia delle Alpi o degli Appennini.

Trasmissione delle _nde sismiche
Trasmissione delle onde sismiche a seconda del tipo di terreno.

Si possono prevedere i terremoti? Non è possibile prevedere il momento preciso in cui ci sarà un terremoto, ma si può prevedere (in base a dati storici e geologici) quale potrebbe essere la massima intensità di un terremoto in una determinata zona. Questa "previsione" viene fatta in base alla dimensione della faglia e alla ciclicità, cioè tramite scavi geologici si possono vedere sul terreno i segni lasciati da terremoti nel corso della storia e quindi poter calcolare ogni quanti anni/decenni/secoli si verifica un terremoto (ovvio che questo metodo ha della approssimazioni per nulla accettabili dal punto di vista previsionale).

 

di: Luca Sassetto
Immagini tratte da I.N.G.V. e Meteoweb

 
 
 

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