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Messaggi del 17/08/2012

IL 7.2 DICE ADDIO A SOTTOMARINA?

Post n°1215 pubblicato il 17 Agosto 2012 da chioggiatv
 

Poche righe sulla pagina Facebook del 7.2 gettano nello sconforto tutti coloro che amano uno degli eventi dance più importanti d'Italia.

Oltre 10 000 persone all'ultimo appuntamento di ferragosto danno la misura del successo di questo format che da alcuni anni alimenta la movida chioggiotta.

Adesso la notizia che quella di ferragosto potrebbe essere l'ultima data a Sottomarina del 7.2. Le poche parole scritte non lasciano dubbi interpretativi:

QUESTA È STATA L'ULTIMA FESTA FATTA A SOTTOMARINA! RINGRAZIAMO MOSELLA, L'AMMINISTRAZIONE DI CHIOGGIA!! È STATO UNO SPLENDIDO CAMMINO !!

Poche righe che però fanno capire che si tratta non di un arrivederci ma di un addio.

Il video del ferragosto di Sottomarina con le immagini anche dell'ultimo 7.2

Da segnalare che il messaggio è stato postato via cellulare è non ancora stato ripreso da nessun componente dello staff organizzativo. Sembra scritto d'impeto. Questo fatto fa pensare ad una cosa non premeditata ma forse dovuta a fatti ancora sconosciuti successi in queste ore.

 

Insomma un piccolo giallo. Aspettiamo qualche comunicato ufficiale per capire le ragioni di questo addio. Rimane, se la notizia verrà confermata ufficialmente, la grande perdita per la località. Saluteremo anche la movida notturna e torneremo alle tristi atmosfere di qualche anno fa?

Aspettiamo notizie....

 

 
 
 

Massimo Danieli e il rock d'autore

Foto di chioggiatv

"Crediamo che ci sia una linea sottile che separa la canzone d’autore dal rock, il cervello dal cuore, il bene dal male" così si presentano i "Massimo Danieli Soulshift” e direi che dai loro brani questa filosofia traspare molto bene.
Ho intervistato per voi Massimo Danieli voce e anima della band...

- Partiamo dall'inizio: chi é Massimo Danieli e come inizia la tua storia musicale?
...non ti so dire di preciso come e perché la musica mi ha rapito per poi non allontanarmi più. Sono nato e cresciuto in una famiglia di lavoratori instancabili, e sin dall'infanzia mi sono abituato ad amare la "solidarietà"...questo ha contribuito a sviluppare un certo senso d'indipendenza, di movimento e di pensiero, cosa che nell'adolescenza ha accresciuto il bisogno di trovare dei linguaggi diversi per comunicare con gli altri ed ora è spesso terapia per comunicare in primis con me stesso.

- Canti, suoni la chitarra... c'é qualche altra tua dote artistica che non conosciamo?

Beh, tutta l'arte mi affascina e mi incuriosisce, da sempre, mi piacciono molto il disegno, la pittura ed anche il teatro ma non credo di possedere doti particolari in tali discipline...
...musicalmente, sebbene abbia sempre amato cantare, il mio primo approccio ad uno strumento è stato da dietro la batteria, o meglio, dietro le scatole delle scarpe che a 13 anni usavo al posto dei tamburi...complici un paio di amici, ci si trovava in un garage e si faceva un casino mondiale. Ho continuato a suonare batteria e percussioni per anni, ma il mio strumento elettivo è sempre stato il canto. La chitarra è una mia grande passione (da buon rocker) ma ho iniziato a suonarla (più che altro a violentarla), principalmente perchè avevo bisogno di poter musicare autonomamente ciò che scrivevo.

 

- Massimo Danieli Soulshift, un'avventura musicale ormai partita diversi anni fa. Com'é nata, spiegaci la scelta del nome e chi siete.
Tutto partì dallo scioglimento di una band, dedita alla sperimentazione, chiamata "Sintribe" . Io ed il sig. Claudio Russo (all'oggi leader dei Kajoshin) decidemmo di continuare assieme il percorso musicale mettendo in musica canzoni abbozzate, non usate, o che erano state bocciate perché troppo "pop" dagli stessi Sintribe. Partimmo in due (in acustico) ma non molto tempo dopo ci fu l'esigenza di integrare basso e batteria ed "elettrizzare" il sound. Il nome deriva dall'insieme delle idee che avemmo per  fotografare il nostro concetto di musica...prendendo in prestito i termini che descrivono l'effetto doppler, "soulshift", sta per "(andare) verso l'anima, la sostanza".  All'oggi, sebbene cause di forza maggiore mi portino a muovermi spesso da solo ed il grosso del patrimonio compositivo provenga dalle mie visioni, posso affermare che siamo una band (quantomeno creativamente parlando) di musicisti che cercano di unire le loro forze per potenziare la musica che immaginiamo, senza vincoli stilistici.

- Parlare di te significa inevitabilmente immergersi nel mondo del cantautorato.
Quanto c'é di te nei tuoi brani? Nasce prima il testo o la melodia?

Nei miei brani ci sono interamente, a tutto tondo, e non solo io, anche chi mi sta vicino...per quanto riguarda la composizione, in realtà non c'è una regola ben precisa, dipende dai periodi e dalle esigenze...

- I brani sono come dei figli ma ce n'é uno a cui ti senti più legato?
Vero, "ogni scarraffone è bell' a mamma so'", però c'è effettivamente un brano a cui sono legato da più tempo. Si chiama "Fino a domani". E' stato scritto in un difficile periodo di passaggio e per me non è solo una semplice canzone, è un'istantanea che mi ha permesso di capire chi ero sempre stato e cosa volevo essere.

- Quanto é difficile essere un cantautore in Italia in questo momento?
Nell'Italia di oggi, è parecchio complicato essere un musicista, a prescindere dalla tipologia, poi, essere se stessi è probabilmente la cosa più difficile e più rara, al di là che tu sia un cantautore o meno...sai, citando il buon Daniele Silvestri dico che, ultimamente: "va di moda la sincerità, ma solo quando è urlata alla televisione".
           
- Quali sono stati i tuoi riferimenti musicali e cosa ascolti ora?
Io sono cresciuto in una famiglia priva di tendenze ed attenzioni musicali specifiche...le uniche cose che ascoltava mio padre erano Mina e Cocciante, mentre mia madre ascoltava (come tutt'ora) moltissimo la radio, ma radio locali, per niente (o poco) commerciali, dove i programmi erano incentrati sul dialogo...mia sorella (maggiore di 7 anni) non ne parliamo, è sempre stata il mio opposto. Indipendentemente ho sviluppato il mio primo amore, il rock, e lo è ancora, ma con gli anni ho imparato ad apprezzare molti generi diversi fino a puntare a qualcosa che esula dagli stereotipi...se qualcosa merita, mi piace al di là della sua appartenenza.
Nel mio backgroud ci sono tanto i Pearl Jam quanto gli Zeppelin, tanto gli Iron Maiden, quanto i Pink Floyd, i King Crimson ed il prog italiano dei '70, ma davvero ho ascoltato di tutto. Adesso i miei punti di riferimento sono soprattutto cantautori italiani, spesso troppo ignorati. Molteni, Paolo Benvegnù e Cristina Donà su tutti, persone che amo al di là del loro essere splendidi artisti.

- Ti ho sentito anche in veste di interprete di cover. C'é un brano di cui pensi "lo sento così mio che potrei averlo scritto io"?
Beh, ci sono parecchi brani che sento miei, anche a seconda dei momenti, ma c'è una canzone che mi porto dentro da anni. La eseguimmo per la prima volta almeno 10 anni fa (con i sopracitati "Sintribe"), e di recente sono tornato a riproporla, tanto che l'abbiamo incisa ed è finita in una compilation benefica per "Città della Speranza". Finirà anche nel disco. Il brano in questione è "Love Song For A Vampire" di A. Lennox.

- Hai collezionato una serie di concorsi nazionali e anche esperienze radiofoniche importanti come "Demo" su Radio1. Però ho scoperto anche che hai aperto il concerto di Francesco Renga. Com'é stato trovarsi davanti il suo pubblico?
E' stato bello, Francesco ed il suo team ci hanno trattati come raramente succede in eventi così grossi, e l'accoglienza positiva del suo pubblico, ammetto, ha sorpreso anche me...è anche vero che, all'epoca, la scrittura dei brani era di gran lunga più "facile" ed il fatto che giocassimo in casa ha influito molto. E' stata un'esperienza utilissima, mi ha insegnato molto, soprattutto cosa non voglio diventare.

- Passiamo al futuro. Prossimi progetti?
Non sono mai stato bravo a programmare nemmeno il presente, figuriamoci il futuro (che sia più o meno immediato)...ciò che voglio però è: innanzitutto stabilizzare la band, poi trovare i soldini per finire il disco e suonare molto.

- Un sogno nel cassetto?
Non ne ho uno in particolare, sono molto felice di ciò che faccio, l'obiettivo è quello di migliorarmi sempre!

- Per salutare i nostri lettori ti chiedo: una canzone storica che, secondo te, dovrebbero assolutamente ascoltare almeno una volta?

Ce ne sono tantissime, se me l'avessi chiesto ieri, forse ti avrei detto "Something" dei Beatles, ma oggi mi gira diverso e ti dico: "Heroes" di David Bowie!

 

"L'unica cosa che c'importa è la coerenza, con noi stessi in primis,
per questo non vi abbiamo mai preso per il culo...
si canta di ciò che abbiamo dentro, di quello che siamo
ma anche di ciò che non saremo mai,
perché è forse l'unica cosa che ci permette di andare avanti in quest'oceano di individui
che hanno venduto l'anima ai reality show"

Su Fb: Massimo-Danieli-Soulshift

di Chiara Tiozzo

 
 
 

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