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L'AMORE DI LOREDANA - dello scrittore: Luciano Zuccoli

Post n°202 pubblicato il 30 Novembre 2012 da ciapessoni.sandro

L’AMORE DI LOREDANA – dello scrittore: Luciano Zuccoli

 

 

Immagine: Desenzano

Descrizione dell’immagine.

 

Cliccare sulla immagine per ingrandire.

PRIMA PARTE.

I.

- Prendi quelle valigie e portale in questo scompartimento. Su, presto, che il treno riparte!

La voce nota diede un sussulto a Loredana, che stava sola, ancora col velo grigio abbassato sugli occhi, come quando era partita da Venezia.

- In questo? - domandò il facchino.

- Ma sì, su questo!...

Filippo salì, sorrise a Loredana, si volse a prender dalle mani del facchino le valigie, le collocò sulla rete, e sedette infine di fronte alla giovane, con un sospiro di sollievo. Poco dopo, lo sportello era chiuso e il treno riprendeva la marcia.

Filippo non aspettò altro, e si chinò a baciar le mani dell'amica, poi il volto e le labbra, senz'attendere ch'ella raccogliesse il velo sulla fronte.

- Hai fatto bene, - egli disse, enunziando mille pensieri in una volta. - Siamo soli. Fra un'ora saremo giunti. Sai chi ho trovato alla stazione di Venezia? Mi hai visto parlare con un signore alto e calvo? È il conte Lombardi: mi ha invitato a pranzo per lunedì, e ho accettato. Dove saremo lunedì?... Ma tu, cara, sei spaventata?... Quanta gratitudine ti debbo, cara!... Vedrai: non aver paura, non accadrà nulla, non ti toccheranno, non ti faranno nulla…

La campagna triste fra Verona e Peschiera era sinistramente illuminata dalla luce sanguigna del tramonto che alcune nuvole grigie interrompevano.

Loredana non diceva parola, tenendo le mani tra le mani di Filippo, sempre col viso celato da quel velo bigio, che pareva la togliesse dal mondo, l'allontanasse da tutti, la dovesse nascondere come una delinquente.

- Ascoltami, cara, - seguitò Filippo. - Hai scritto alla mamma?

- Sì…

- Che cosa le hai scritto?

La fanciulla non rispose subito. Le veniva innanzi agli occhi della mente la visione della sua casetta bianca nel campiello solitario; e la mamma che ogni mattina entrava a chiederle che cosa desiderasse per colazione; poi la mamma usciva, andava per la spesa, e, tornata, preparava la colazione per la figliuola, che con una vestaglia bianca e lunga, raccoglieva intanto i capelli intorno alla testa e si guardava nello specchio e si dava un po' di cipria e si sorrideva. La vestaglia bianca e lunga era stata abbandonata, anche quella, come tutto il resto…

- Le ho scritto, - rispose Loredana scuotendosi. - Le ho scritto che non si dia pensiero; che avrà mie notizie… Voglio scriverle anche stasera, subito… Si può?

Filippo scosse la testa.

- Domani ci raggiungerebbe! Puoi scrivere, e io manderò la lettera a un mio amico a Roma, perché la faccia partire di là.

- Così la mamma la riceverà tardi, - osservò Loredana, - e per tanto tempo non saprà nulla.

- Due giorni: fra due giorni sarà a destinazione…

La fanciulla rimase muta e guardò il tramonto tragico. A quell'ora, la mamma e la figlia terminavano di cenare, e si mettevano alla finestra prospiciente il campiello, dove i bambini del vicinato si raccoglievano a far chiasso. Sul davanzale la mamma disponeva il vassoio col bricco, e andava centellinando l'ultima tazza di caffè…

Loredana guardò acutamente Filippo. Che sapeva egli di tutte quelle cose, delle piccole cose amate, tanto piccole nei giorni di pace e tanto tristi a rammentar come perdute?

Ella ritrasse le mani dalle mani di lui e sentì che il cuore le doleva, che la vita era cupa e misteriosa, che quel cielo pareva farle entrar nell'anima tutta la disperata violenza del suo colore di sangue… Con quali parole avrebbe ella potuto esprimere quel tormento a colui che le era così vicino e così lontano?...

A Peschiera, nello scompartimento salì un uomo: andava a Brescia e non aveva trovato posto in seconda classe. Vedendo Filippo e la signora col velo, si ritrasse in un angolo, dopo aver posto sulla rete una valigia grossolana, biancastra con gli angoli di pelle rossa; e chiuse gli occhi, senza addormentarsi, quasi per far comprendere che non voleva disturbare, che sentiva di essere importuno, ma sapeva esser discreto.

- Sei stato mai sul lago di Garda? - chiese Loredana, dopo aver guardato con diffidenza il nuovo viaggiatore.

- Sì, due volte. In questo mese, con questo caldo, siamo sicuri di non trovar nessuno che possa importunarci.

- Come farò?... - disse nuovamente la fanciulla, ma poi s'interruppe impacciata.

- Come farai, che cosa? - domandò Filippo, riprendendole una mano e accarezzandola.

Era venuto in mente alla ragazza, fra tanti pensieri gravi e terribili, era venuto anche in mente che non aveva abiti, non biancheria, nulla di nulla. Fuggita dalla casa col pretesto di salutare un'amica, non possedeva che gli indumenti dei quali era vestita, e aveva tre lire nel borsellino.

- Non vuoi dirmi? - incalzò Filippo con la dolcezza di chi prega.

La fanciulla trovò modo di cambiar la frase:

- Ci son negozi a Desenzano?

Filippo capì e si mise a ridere.

- Oh non importa, - -disse.

Loredana non osò più insistere e chiedere spiegazioni: non importava, la sua roba, non contavano nulla i suoi abitini modesti, a parecchi dei quali aveva dato mano la mamma; non contavano nulla i suoi oggetti d'abbigliamento, i braccialetti, gli anelli, i pettini per la testa… Tutto perduto e scomparso per sempre, come la vestaglia bianca! Ella sospirò e si guardò l'abito nero, che aveva indossato di furia, perché capitato prima sotto gli occhi in quell'ora di decisione suprema. Il treno rallentò la corsa e si fermò.

- San Martino! - gridò un impiegato, - San Martino della Battaglia!...

Filippo stava per additare alla sua amica la torre storica, allorché lo sportello fu aperto e un signore attempato salì nello scompartimento.

Era un uomo sui sessant'anni, robusto, acceso in volto, con basette brizzolate e ancor folti capelli bianchi; gli occhi grigi fissarono un istante Filippo, e più attentamente la sua compagna, il volto della quale era sempre celato dal velo.

- Buona sera, - disse Filippo sorridendo. - Vai a Fasano?...

- Oh, - esclamò il signore, mentre stendeva la mano a Filippo. - Non ti avevo riconosciuto!...

Sì, vado in villa, per qualche giorno....

Guardò di nuovo Loredana, facendole un inchino, al quale essa rispose con un cenno del capo.

- E tu?... Non ti ho mai veduto da queste parti...!

- Un capriccio, - borbottò Filippo impacciato. - Farò una corsa fino a Riva…

- Bravo, bravo, bravo! - concluse il signore con tutta l'aria di chi non crede una parola.

E mentre il treno si rimetteva in moto, aperse la valigia e ne trasse un libro, lanciando un'occhiata sospettosa all'uomo che stava nell'angolo dello scompartimento e teneva ancora gli occhi chiusi…

Filippo guardò Loredana ed ambedue pensarono che quell'incontro era noioso, ma senza pericolo. La fanciulla conosceva di vista il signore e ne aveva udito parlare molto a Venezia. Zio di Filippo, il conte Roberto Vagli, annoiato, stanco, indifferente, si occupava poco degli affari altrui, e punto di ciò che faceva il nipote. Egli trovava tutto possibile, tutto giusto, tutto bene, purché non gli si desse noia e non lo si disturbasse nelle sue abitudini....

Col libro in mano, un romanzo inglese, si volse ancora a Filippo:

- Ti fermi all'Albergo Reale? - domandò.

- Sì, e riparto domattina.

- Io pure: ma tu partirai col battello delle dieci e venti?

- Sì.

- E io più presto, col legno.

Rassicurata così la coppia, poiché per non disturbare e non essere disturbato avrebbe dormito a un altro albergo se fosse stato possibile, il conte Roberto aperse finalmente il libro e si mise a leggere.

Loredana, allora, osò guardarlo un istante con un lieve sorriso. Dalle poche parole scambiate con Filippo, riconosceva bene l'uomo che Filippo le aveva così spesso descritto, e sentì una strana gratitudine pel signore che non si occupava di lei. Forse egli stesso, molti anni addietro, aveva viaggiato in qualche parte del mondo con una fanciulla; certo, i suoi amori non erano stati sempre regolari; aveva fatto male e aveva fatto bene, aveva visto molte cose esotiche, molti paesi lontani, aveva conosciuto molta gente, ormai dispersa. E non giudicava.

II.

A Desenzano, di piena sera, sul piazzale della stazione, si dovette aspettare che i bagagli di Filippo fossero caricati. Il conte Roberto era già salito nell'omnibus dell'albergo; Loredana vi si era pure rincantucciata, all'angolo opposto; solo Filippo restava fuori, impaziente, presso la fanciulla.

- Dimmi, - chiese il conte Roberto. - Hai molti bagagli?...

- Cinque bauli, due valigie e tre cappelliere.

- Santo Dio, potevi dirmelo.... Avrei preso una carrozza, per non rimanere in questo sporco omnibus ad aspettare tanto! Filippo si mise a ridere.

- Ora vengono, zio!... Eccoli qua.

- Cinque bauli! – ripeté lo zio. - Tu viaggi con gli utensili di cucina?...

Ma ricordandosi che il nipote non viaggiava solo, si morse lo labbra e si pentì dell'osservazione, che poteva sembrare scortese…

- Sono pesanti! - esclamò poi, udendo sul capo il rimbombo dei bauli calati sull'imperiale. -

Chi sa quante deliziose galanterie!...

E sembrandogli così d'aver rimediato allo sgarbo, non disse più parola.

Quando l'omnibus, traballando sul selciato, si mosse, Loredana si sforzò di veder qualche cosa, guardando fuori del finestrino, ma la città le sembrò orribile, soffocata, male illuminata, coi ciottoli che davano al veicolo sobbalzi continui.

Un senso improvviso di paura le pervase l'animo. Pareva, che tutto fosse finito, che la mamma fosse morta, il sole sprofondato tra la nuvolaglia; la fanciulla si strinse tacitamente a Filippo, il quale doveva essere per lei ogni cosa al mondo, e Filippo le prese una mano e la tenne finché l'omnibus non entrò sotto l'atrio dell'albergo.

Scesero primi gli amanti; poi il conte Roberto.

- Buona notte, Flopi, - disse il vecchio al nipote: e volgendosi al direttore dell'albergo, che era accorso salutando, aggiunse: - Questo vostro omnibus balla come un orso…

- Colpa dei ciottoli, signor conte, - rispose il direttore sorridendo. - L'omnibus è solido.

- Buona notte, zio! - disse Filippo stringendo la mano al vecchio.

Il conte salutò, inchinandosi, la sconosciuta e scomparve e su per la scala.

Filippo volle due camere comunicanti; ordinò di portar tre bauli in quella della signora, e due nella sua, e li indicò al facchino.

La camera di Loredana era tappezzata di giallo, coi mobili di damasco giallo; la zanzariera azzurrastra, scendendo da un baldacchino centrale, celava tutto il letto. La camera di Filippo era addobbata di stoffa rossa e disposta identicamente all'altra.

Loredana corse al balcone a guardare il lago, che nella penombra sembrava infinito; solo, nettamente, si distingueva il fanale rosso del faro sulla diga. Ella stava assorta in quella contemplazione, pensando che il paese sconosciuto era ineffabilmente triste, allorché udì il passo di Filippo. Egli aveva aperto i bauli e sorrideva.

- Mi hai chiesto se ci sono negozi a Desenzano, - disse, quando l'amica gli fu vicina. – Vedi che ho già pensato a tutto? Questo è il baule della biancheria; gli altri due contengono gli abiti…

La fanciulla si chinò per guardare, ma Filippo le afferrò la testa fra le mani e le ricoperse il volto di baci.

- Come sei bella! - esclamò. - Non ti vedevo da tanto, con quel velo misterioso sulla faccia…

Loredana gli rese i baci con un piacere quasi violento, sentendosi rassicurata da colui che ella s'era abituata a credere più forte, più audace, più potente, più libero, più sicuro di tutti.... E, l'anima divenuta a un tratto leggera e aperta, un sorriso sulle labbra, la giovane s'inginocchiò a terra e sollevando con l'agile mano quel cumulo di biancheria e di trine, guardò rapidamente come fosse composto il suo tesoro.

Filippo in piedi osservava la persona snella e pieghevole, la cara testa dai capelli bruni con bei riflessi dorati e il collo bianchissimo e le piccole mani.

- Sì, a tutto; hai proprio pensato a tutto! - disse Loredana, alzando gli occhi a guardare l'amico. - E che cosa è questo?

Ella teneva fra le mani uno scrignetto trovato sul fondo del baule.

- Apri: deve essere aperto, - disse Filippo.

Loredana mise lo scrigno sul bordo del camino, e aperse. V'erano diversi astucci e ciascuno conteneva un gioiello: orecchini formati da due piccole perle, due braccialetti d'oro a catenella con qualche turchese, e una collana d'oro a maglie piccoline che sosteneva una medaglietta col motto:

«Sempre» da una parte, e dall'altra la data di tre mesi prima: «8 maggio 1893». Poi un anello con una perla nera ed uno con una grossa turchese…

Filippo aveva voluto che tutto fosse elegante e semplice, i gioielli, gli abiti e la biancheria, perché l'amica sentisse d'essere ancora fanciulla, legata ancora alla sua vita di ieri. Ella parve comprendere quella cura gentile e sorrise dolcemente.

- Una mamma non avrebbe fatto meglio, - mormorò.

E andava volgendo e rivolgendo sul palmo la collana e la medaglietta con quella data fatale.

 

Fine prima puntata.

 

 

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Commenti al Post:
ciapessoni.sandro
ciapessoni.sandro il 30/11/12 alle 16:18 via WEB
LETTRICI MIE DILETTE E CARE. Inizia oggi questo nuovo romanzo; l'Autore già lo conoscete. Qui avremo: passioni, amori, sospiri e... condimenti vari. Vi piacerà! Auguro una buona lettura, tranquilla e serena, tanto siamo sotto le Feste e gli argomenti qui trattati, si adattano al clima delle Feste. Siamo poi anche sul lago di Garda! Sandro.
 
ottobre210
ottobre210 il 30/11/12 alle 23:42 via WEB
Sandro...caro,grazie per questo romanzo,non potevi fare scelta migliore,fin dalle prime righe mi ha entusiamato...ho già una simpatia per la timida Loredana,non tralasciando l'innamorato Filippo.Una buon sabato caro amico mio.Un abbraccio con l'affetto di sempre.Francesca
 
 
ciapessoni.sandro
ciapessoni.sandro il 01/12/12 alle 10:06 via WEB
Francesca, buona giornata mia cara e dolce Amica. Il tuo è il primo commento, e potrai immaginare come lo accolgo! E' il segno tangibile della tua provata fedeltà. Sono contento che ti è gradito... Loredana... la scappatella... quante cose fa fare l'amore! Ti abbraccio anche io Francesca, ma sarò delicato, mi sono sempre fatto l'idea di una certa tua delicatezza, quasi fragilità, e mi sei sempre tanto cara! Buon fine settimana Francesca, con infinito affetto, affetto come sempre! Sandro.
 
ciapessoni.sandro
ciapessoni.sandro il 01/12/12 alle 10:17 via WEB
Per: Sky_Eagle - Grazie signora per la Sua visita, mi ha fatto piacere. Cordialmente, Sandro.
 
anyony
anyony il 01/12/12 alle 20:44 via WEB
Caro Sandro, vedo che ti dai da fare e hai già scelto un nuovo romanzo che si preannuncia interessante. E poi è ambientato su un lago, non è il notro lago ma è pur sempre bellissimo e con panorami incantevoli. Sarà un ottimo sfondo alla storia che abbiamo iniziato a leggere. Ti abbraccio mio caro, con affetto Antonia
 
 
ciapessoni.sandro
ciapessoni.sandro il 02/12/12 alle 10:48 via WEB
Oggi e domenica, quindi: My pleasing Antonia! Ho aperto or ora il bussolotto ed ho letto l'immancabile tua gradevole (pleasing) presenza che equivalgono a fedeltà ed affetto! E proprio per questo apro le mie braccia per stringerti a me... dolcissima Antonia. Il Sandrino.
 
ciapessoni.sandro
ciapessoni.sandro il 02/12/12 alle 11:13 via WEB
Per: Elisabetta.Alviti - Elisabetta cara, anzi: carissima! Oggi non puoi mancare; le tue "Briachelle" faranno furore. Oggi si fa il bis! A tavola c'è posto anche per te! Ospite d'onore! Ciao Elisabetta, ti abbraccio col consueto bacetto! Sandrino.
 
ciapessoni.sandro
ciapessoni.sandro il 02/12/12 alle 11:23 via WEB
Per: micettaconglistivali - Eh! Grazie per essere passata da questa parti! Da Varese a qui... è sempre il bel viaggetto... Varese Varese, o provincia? Da quelle parti ho i miei carissimi ricordi. Un caro saluto e con tutto il mio rispetto, Sandro Ciapessoni.
 
elisabetta.alviti
elisabetta.alviti il 02/12/12 alle 16:43 via WEB
Un grazie alla tua amica - Ottobre 210 -che mi fa i complimenti per le ' mbriachelle. Un grazie anche a te che me ne offri con tanto affetto. Buona domenica Sandrino!!! Un bacione.
 
ciapessoni.sandro
ciapessoni.sandro il 02/12/12 alle 20:03 via WEB
Per: framary.colori2800 - Buona sera Mary! Ben tornata. Ho messo un altro romanzo, ti piace? Ho cercato un soggetto che non ci siano tanti drammi... siamo sotto Natale, cerchiamo di stare tutti buonini e sereni. Come è il tempo da te? qui piove ed è freddo e pare che minacci neve. E' la sua stagione (ma che al sottoscritto...) Passerò le giornate in cucina con qualche piatto adatto alla stagione. Con polenta, polenta voncia, formaggio, salsiccie abbrustolite su alloro o meglio ancora con rosmarino.Fuori non vado, faccio troppa fatica a camminare! Ciao Mary, ci risentiamo e grazie grazie per la tua sempre graditissima visita. Sandro.
 
elisabetta.alviti
elisabetta.alviti il 04/12/12 alle 15:54 via WEB
Sandrino come stai? Ti lascio un caloroso abbraccio ( con questo freddo fa sempre piacere). Ciao e mi raccomando stai al caldo!!!
 
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