Creato da ciapessoni.sandro il 21/02/2010

P o e t i c a

P o e s i a - L e t t e r a t u r a - S t o r i a - M u s i c a

 

 

« L'AMORE DI LOREDANA - R...L'AMORE DI LOREDANA - R... »

L'AMORE DI LOREDANA - Romanzo dello scrittore: Luciano Zuccoli.

Post n°207 pubblicato il 28 Dicembre 2012 da ciapessoni.sandro

L’AMORE DI LOREDANA – romanzo dello scrittore Luciano Zuccoli.

 

 

Immagine:

Peschiera del Garda

Cliccare sull’immagine per ingrandire.

… seguito PRIMA PARTE

***

VI puntata del romanzo (… seguito del post 206)

A Venezia, la scomparsa di Loredana De Carolis non aveva sollevato rumore. La fanciulla e sua madre Emma vivevano una vita modesta, fra poche conoscenze e pochi parenti, senza attinenze con la grande società. I vicini di casa, che dopo qualche giorno non videro Loredana al balcone come di solito, credettero fosse partita per la campagna. La madre, atterrita dalle conseguenze dei pettegolezzi, dovette farsi sua complice, e a quelle amiche le quali chiedevano di lei, rispondeva ch'era andata a San Donà, ove ella stessa l'avrebbe fra poco raggiunta.

In fondo, la povera donna non sapeva che fare: solo innanzi all'avvenimento inaspettato aveva compreso ch'ella era stata colpevole, che l'amicizia di Filippo alla quale aveva creduto così stupidamente non poteva non mutar forma, e ch'ella avrebbe dovuto, per la salvezza di sua figlia, mettere alla porta Filippo con una mano e Adolfo con l'altra.

Per acquietare Adolfo, la signora Emma inventò dapprima delle bugie: Loredana era uscita, poi stava poco bene, poi era a letto con un male a un piede. Ma la faccia pallida della signora, e qualche cosa strana in tutta la casa e il contegno misterioso della donna di servizio, che voleva bene alla signorina, odiava Adolfo il quale non le aveva mai dato un soldo, amava il conte Vagli ch'era stato sempre con lei generoso, e infine approvava pienamente la fuga e la trovava proprio stupenda: - qualche cosa strana, inusata, - avvertì Adolfo Gianella che lo si voleva ingannare.

E quando la signora De Carolis dovette finalmente dire che Loredana non era a Venezia, ma, rifugiatasi presso alcuni parenti, dichiarava di non voler più a nessun patto sposare Adolfo, quest'ultimo s'accasciò d'un colpo; la superbia, l'albagia, la cieca sicurezza in se stesso, la esperienza del cuore femminile onde egli andava tanto orgoglioso, tutto precipitò in un attimo.

Pianse e poi diventò violento. Voleva vedere la fanciulla, persuaderla, prometterle di cambiar carattere.

Per più giorni la signora De Carolis ebbe la casa assediata dai parenti di Adolfo; chi la rimproverava, chi la chiamava pazza, chi gridava al tradimento, e tutti chiedevano l'indirizzo della fanciulla per farle mutar pensiero. La signora Emma dovette tener testa a quei furiosi e seguitare a ripetere che rispettava la volontà di sua figlia e non voleva influire sulla sua decisione. Adolfo minacciò di girare l'intera provincia alla ricerca della scomparsa; poi minacciò di uccidersi; ma non fece né una cosa né l'altra, e la signora De Carolis notò ch'egli non era meno roseo o meno grasso del consueto.

- Vedremo, - egli diceva, - vedremo chi sarà il fortunato che sposerà sua figlia! Sono proprio curioso di conoscerlo!

Egli era certissimo che un miglior marito di lui Loredana non avrebbe mai potuto trovare; e cercava intanto nell'amor proprio offeso un principio di consolazione.

- Non era degna di te! - dichiarava la signora Gianella ad Adolfo. - Forse è una fortuna che questo matrimonio vada in fumo!

- Non era degna! - pensò finalmente anche Adolfo, rinunziando al suicidio. - Dopo tutto, era senza un soldo e non aveva che superbia!

I parenti di lui lasciarono in pace la signora De Carolis, che per quelle emozioni s'era fatta palliduccia e magra in una settimana; ma non trascurarono le occasioni di parlar male di lei e di sua figlia, la quale aveva respinto un così bel «partito». I più allegri furono i colleghi di Adolfo, che non potevano soffrirlo; essi risero quando seppero che la sua fidanzata lo aveva messo alla porta; uno rammentò l'aria d'importanza ch'egli si dava quando spiegava loro la psicologia del cuore femminile; un altro ne imitò i gesti quando, nei giorni di molto lavoro, mangiava in ufficio e la sua testa spariva dietro il fumo di una «minestrina» che sarebbe bastata per quattro; un terzo ricordò ch'egli andava superbo della intelligenza della sua fidanzata.

- Perdio! - esclamò quest'ultimo. - Bisogna dire ch'egli avesse ragione, perché il calcio che la ragazza gli ha dato, prova ch'era intelligente davvero!

Gli altri risero, e la fanciulla ignota diventò simpatica a tutti gli impiegati della Banca.

VII.

Loredana e Filippo vissero a Sirmione alcuni giorni di felicità senza pari; lungi dagli sguardi indiscreti, non conosciuti, sicuri l'un dell'altra, s'immaginavano d'essere in qualche isola perduta nell'Oceano. Tutto era bello.

Le grotte di Catullo, i ruderi maestosi e robusti, che l'erba circonda, che il vento accarezza, che il sole riscalda, parvero loro una cosa divina. Di là essi ammiravano la grandiosità del lago, ora illuminato con cruda forza, ora soffuso di nebbia, leggera come un pulviscolo; e seduti, verso il tramonto, ai piedi del promontorio, dove le rocce levigate sorgono dall'acqua limpidissima, i due amanti stavano spesso in silenzio a guardare, raccolti e commossi, ciascuno sentendo d'essere troppo felice e temendo che l'incanto si svagasse presto.

Qualche volta uscivano con la barca, una barca tozza a guisa di canotto, che danzava bene sulle onde; remava Filippo e l'amica sua stava a poppa, dapprincipio un po' timorosa e poi contenta come una bambina. Ella era ormai tranquilla; aveva ricevuto due lettere dalla mamma, respinte da Napoli a Roma, da Roma a Firenze, da Firenze a Brescia e a Sirmione per mezzo di amici fidati di Filippo; e in quelle lettere non un'imprecazione, non un rimprovero; solo una ineffabile tristezza, che la fanciulla sapeva di poter calmare con buone parole. La mamma dava le notizie della famiglia Gianella e di Adolfo, che seguitava a mangiare e a parlar di suicidio. La mamma non malediceva, non rimproverava, non faceva minacce; era sola, e tra le righe delle lunghe lettere si poteva leggere l'espressione dell'unico desiderio di lei, che la figlia tornasse, che la solitudine finisse.

Al principio della terza settimana, Filippo si decise finalmente a recarsi per poco a Venezia; Loredana volle accompagnarlo fino a Peschiera, in carrozza, e là, quando lo vide salire in treno e salutare mentre il treno si rimetteva in moto, la giovane ebbe una fitta in cuore. Tornò a Sirmione in carrozza, con gli sguardi perduti, colla mente presa dai pensieri più strambi, immaginando che Filippo non dovesse più rivederla, che sua madre lo facesse arrestare, che qualcuno potesse ucciderlo. Le era parso molto preoccupato al momento di abbracciarla, come egli pure temesse qualche cosa nuova e imprevedibile.

Ella non vide la strada; sentì che la carrozza si fermava, si guardò intorno, riconobbe il piccolo albergo, discese.

Al momento di pagare, non trovò moneta. Filippo le aveva lasciato cento lire in un biglietto; ma mentre ella si volgeva per incaricare la padrona di pagare il vetturale, la signora Clarice Teobaldi, dalle sopracciglia al nerofumo, comparve improvvisamente e si offerse.

- Lasci, lasci, signora contessa, - ella pregò con la voce forte e melata. - Mi permetta che le presti io...

Trasse dal borsellino alcune monete d'argento, le diede al vetturale, gli disse che bastavano per una corsa a Peschiera, che la signora contessa non era un'inglese da svaligiare, ebbe un breve alterco, e finì per vincerla.

- Con questa gente bisogna andar cauti, - osservò poi, mentre si metteva a fianco di Loredana ed entrava con lei nell'albergo. - Sono abituati coi forestieri; ma noi siamo italiani...

Lanciò alla fanciulla un'occhiata ammirativa, e aggiunse:

- E che bel sangue italiano!... Il signor conte è partito?

- Sì, - disse Loredana, fermandosi ai piedi della scala, mentre il volto esprimeva ingenuamente una noia senza pari.

- Tornerà presto, si capisce, - seguito la signora Clarice per conto proprio. - Non vuol mica lasciare a lungo un fiore così bello, abbandonato in questo selvaggio paese.

- Oh il paese è magnifico! - rimbeccò la ragazza, offesa che si criticasse ciò che piaceva a Filippo.

- Sì, ma in due lo si ammira meglio! - disse argutamente la signora Clarice.

- Mi perdoni, - interruppe Loredana, salendo le scale. - Le manderò subito ciò che mi ha prestato. La ringrazio...

- Di che? Lei deve disporre di me, signora contessa, come d'una vecchia amica, come d'una mamma...

Dall'alto delle scale, Loredana lanciò alla donna un'occhiata furibonda. Voleva farle da mamma, quella vecchia stopposa? Non l'aveva lei, la madre sua, tanto buona?

Quando fu in camera si gettò sul letto a piangere.

Quella settimana doveva essere un inferno, a giudicar dalle prime ore. Senza Filippo, senza la mamma, col titolo di «signora contessa» che le facevano tuonare all'orecchio ogni istante e che aveva per lei un significato d'ironia, Loredana si sentiva perduta. Fissò la tappezzeria della camerina da letto, una tappezzeria cilestre a fiori mavì, che parevano piccoli cavoli o piccole teste rincorrentisi in lunghe file verticali e orizzontali; si mise a contar quei segni, a guardar gli spazi cilestri tra fiore e fiore; e restò così, con gli occhi rossi e velati, fin che l'albergatrice non le recò la colazione, disponendola sulla tavola del salotto. La fanciulla voleva restare sola tutto quel giorno, tutto il tempo che Filippo fosse rimasto assente; ma aveva appena bevuto l'ultimo sorso di caffè, che udì battere all'uscio.

- Avanti! - disse.

E invece dell'albergatrice, essa vide comparire la Teobaldi, sorridente e incerta.

- Mi perdoni, signora contessa, - cominciò questa, ferma sul limitare. - Ho pensato che lei era sola e che forse avrebbe gradito di scambiar qualche parola con una persona più intelligente che quella povera donna... Io sono vecchia, ho visto molte cose a questo mondo, ho sofferto, e valgo di più, modestia a parte, dell'albergatrice... Mi permette?

- Prego.... - mormorò Loredana, stupefatta d'un'audacia della quale non aveva ancora idea.

La Teobaldi s'avanzò guardandosi intorno.

- Ah, molto ben messo, molto carino! - disse. - Come si sente la mano della donna, d'una signora! Ma s'io fossi una signora come lei, indiscrezione a parte, non verrei in un paese bizzarro come questo. Ci sono tanti bei siti, in Cadore, nella Svizzera, nella Scozia, nel Caucaso...

Ella sedette presso la tavola, di fronte a Loredana, la quale non sapeva che cosa dire e che cosa fare.

- Oh ecco il pianoforte! - esclamò la Teobaldi. - Lei suona il pianoforte?

- No, - rispose la fanciulla.

- Peccato! Io suono e canto. Ah sono stata una cantante, modestia a parte, coi fiocchi; e compongo anche; ho delle romanze scritte da me. Tamagno ne ha cantata una l'anno scorso.

Loredana s'accorse che la Teobaldi le cercava con gli occhi la mano sinistra, che la fanciulla teneva sul grembo, mentre aveva l'altra distesa sulla tavola. E capì; l'intrusa voleva vedere se portava l'anello nuziale.

La giovane se ne sentì così turbata, che la fronte le s'imperlò di sudore. Non aveva pensato a quel particolare; veramente non aveva pensato di dover trovarsi mai a conversare con una persona che non fosse Filippo; e ora, se la Teobaldi avesse scoperto ch'ella non aveva l'anello nuziale, avrebbe capito tutto.

- Ah, lei canta! - disse.

Si decise. Levò la sinistra dal grembo e si mise a giocherellare col laccio argenteo del tovagliolo; gli occhi della Teobaldi le si fissarono sulla mano e il suo volto carico di biacca non disse nulla.

- Canto per diletto, da povera vecchia, - seguitò malinconicamente.

S'alzò, traversò il salottino e andò a sedere innanzi al pianoforte, sullo sgabello di reps rosso; le mani corsero agilmente sulla tastiera, mentre la testa accompagnava il ritmo con voluttuoso abbandono.

- «Mon rêve», - annunziò d'un tratto. - Il mio sogno!

Era una romanza, per soprano. La Teobaldi lanciò alcuni trilli preliminari, così acuti che

parvero lacerar l'aria, poi iniziò una nenia lagrimosa con un ritornello singhiozzante; la cantatrice tremolava da capo a piedi, e le si agitavano i riccioli grigi sulla fronte; essa aveva gli occhi levati in alto, quasi a cercare il suo sogno tra gli arabeschi stampati del soffitto.

A Loredana parve che stonasse due o tre volte; del resto la fanciulla non sapeva se ridere o piangere, se gridar di rabbia per quella visita sfacciata o cercar di svagarsi al grottesco spettacolo.Pensava a Filippo, che le note tristi del piano e la cantilena funebre le facevano desiderare ancor meglio, con un impeto disperato e selvaggio. Dov'era? Che faceva? Egli pure la desiderava, così, la cercava con la mente e col cuore? E aveva visto la mamma sua?

Un grido straziante interruppe il suo pensiero; la, vecchia aveva finito e restava con la bocca spalancata, con gli occhi fissi al soffitto e i riccioli definitivamente sciolti sulla fronte, come fulminata, dalla passione traboccante. Ma non udendo parola di elogio, si girò sullo sgabello, guardò la ragazza, e disse:

- Eh?...

- Canta molto bene, - rispose Loredana.

- No; non voglio complimenti. Ma che bella romanza, eh?

- Bellissima.

- C'è tutta un'anima qua dentro! Già, io mi commuovo troppo!

Loredana vide infatti che la vecchia aveva gli occhi lucidi per le lagrime, e si dolse di non poter piangere a sua volta per quel «Mon rêve» ch'era così diverso da quello che la fanciulla aveva in cuore.

Fine prima parte VI Puntata

Buona lettura.

La URL per il Trackback di questo messaggio è:
https://blog.libero.it/Ciapessonisandro/trackback.php?msg=11812461

I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
Nessun trackback

 
Commenti al Post:
assia.k
assia.k il 28/12/12 alle 17:37 via WEB
Un passaggio pr augurati una (clicca)..Kathia
 
 
ciapessoni.sandro
ciapessoni.sandro il 28/12/12 alle 19:31 via WEB
Assia!... sei proprio dolcemente tremenda! E sei anche "fedele", perché in quella nobile categoria ti annovero! Gentile, fedele e... tanto affettuosa! Preparati al NUOVO ANNO che per te deve essere tutto speciale! Ti abbraccio Assia,Sandro!.
 
anyony
anyony il 28/12/12 alle 17:53 via WEB
Povera ragazza, si sente spaesata in un mondo che non è il suo! Ma l'amore porta dove mai si potrebbe immaginare! E povera anche la mamma che non sa come cavarsi d'impaccio di fronte a quel fidanzato così prepotente e presuntuoso! Ora non so cosa pensare, confido per le pagine seguenti che Filippo si comporti bene e torni da Loredana. Staremo a vedere! Un abbraccio caro Sandro e grazie per questo romanzo che per la sua semplicità è tanto dolce e avvincente. Con affetto Antonia
 
 
ciapessoni.sandro
ciapessoni.sandro il 28/12/12 alle 19:38 via WEB
Anche io Antonia ho lo stesso tuo pensiero. Lo sto leggendo anch'io di volta in volta, cercherò in questi giorni di anticiparmi nella trama. Grazie Antonia fedelissima! sei tanto cara, questo è ormai diventato il nostro punto d'incontro. Con affetto infinito, Sandro.
 
ottobre210
ottobre210 il 29/12/12 alle 19:18 via WEB
Caro Sandro...certo che Filippo ha lasciato Loredana in buone mani...quell'impicciona della Teobaldi.Mi piace questo romanzo che si fa leggere tutto d'un fiato.Siamo in buona compagnia a leggere,come fossimo in una sala da tè...io lo gradisco con il limone e qualche biscotto,magari queelli dell'Antonia che sono ottimi.Sandrino ti auguro una buona serata,un caro abbraccio con l'affetto di sempre.Francesca
 
ottobre210
ottobre210 il 29/12/12 alle 19:28 via WEB
Chiedo scusa,i biscotti sono di Elisabetta,diamo a Cesare quel che di Cesare. CLICCA
 
 
ciapessoni.sandro
ciapessoni.sandro il 30/12/12 alle 11:05 via WEB
Francesca veramente cara, veramente fedele! Ho letto il tuo pensiero e ti capisco. Io sto seguendo la trama di questo romanzo, leggendolo anch'io, di volta in volta. Ieri,ti dirò, l' ho riletto due volte. Mi coinvolge. Vorrei inserire una puntata ogni tre giorni, ma credimi Francesca, non mi è possibile; in questo periodo non ho nemmeno la donna delle pulizie... La Teobaldo è proprio una impicciona ed a mio giudizio, temo che la sua "mala-lingua" combini qualcosa di antipatico. Staremo a vedere! Francesca mia! ti auguro un felice ANNO NUOVO nel quale tu possa ottenere la realizzazione dei tuoi sogni! Siccome ti voglio bene, lo sai, questo mio augurio parte dal mio cuore e sono certo che entrerà nel tuo! Ti abbraccio mia cara e sii sempre serena. Il Sandrino ti sarà sempre vicino. Con tutto il mio affetto!
 
ottobre210
ottobre210 il 30/12/12 alle 16:30 via WEB
Caro Sandro...il 2012 stà per finire... Per il nuovo anno ti auguro,salute e tanta serenità...Un abbraccio affettuoso e alziamo i calici insieme...Francesca CLICCA
 
 
ciapessoni.sandro
ciapessoni.sandro il 30/12/12 alle 20:05 via WEB
Francesca, Francesca mia cara, mi sei sempre stata vicino! Con te non aspetto il domani, ma questa sera stessa un mezzo bicchiere di Bianco Traminer 2009, lo bevo volentieri alla tua salute, per la tua felicita, affinché il nuovo anno... tu m' hai capito! Ti abbraccio mia diletta, e perdonami se oso chiederti un casto bacio... Benedetta! Sandro.
 
maraciccia
maraciccia il 31/12/12 alle 00:59 via WEB
Ciao Sandro, mi son messa in pari..letto tutto..tornerà??...Buon Anno Sandro..e dolcenotte..ripasserò domani..Auguri cari
 
 
ciapessoni.sandro
ciapessoni.sandro il 31/12/12 alle 10:04 via WEB
Carissima Mara, ti rivedo volentieri lo sai! Questo romanzo leggo che piace, ho piacere anche io!. Ti auguro una buona FINE ANNO ma ancora un MIGLIOR PRINCIPIO DI QUESTO NUOVO ANNO! Ti abbraccio Mara e..un grosso bacio! Con affetto, Sandro.
 
   
maraciccia
maraciccia il 09/01/13 alle 18:23 via WEB
*___*buona serata..
 
assia.k
assia.k il 31/12/12 alle 19:37 via WEB
Che questo 2013 sia un portale che ci permetta di lasciare indietro tutte le sconfitte, i dolori e le amarezze e di andare con la luce del cuore verso la serenità, la gioia e l'amore. (clicca)...Buon anno Kathia.
 
elisabetta.alviti
elisabetta.alviti il 01/01/13 alle 14:58 via WEB
Un bacione per augurarti Buon anno!
 
 
ciapessoni.sandro
ciapessoni.sandro il 03/01/13 alle 22:24 via WEB
Elisabetta!... Il tuo bacio augurale era di una dolcezza inenarrabile... peccato che l'anno dura 365 giorni! Auguri anche a te cara e col mio bacio! Con affetto, Sandro.
 
Gli Ospiti sono gli utenti non iscritti alla Community di Libero.
 

AREA PERSONALE

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Luglio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30 31        
 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 
Citazioni nei Blog Amici: 12
 

ULTIME VISITE AL BLOG

cassetta2odnandrefmanuelapergola87melzani54marco90_sacredMorghennbicsipetrotempestadamore_1967lapis03alfredoalfredodglantoniobr.aVolo_di_porporamaschiomaturo6edoardo_crivellarizaou
 

CHI PUò SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963