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L'AMORE DI LOREDANA - dello scrittore: Luciano Zuccoli.

Post n°211 pubblicato il 30 Gennaio 2013 da ciapessoni.sandro

L’AMORE DI LOREDANA – Romanzo dello scrittore: Luciano Zuccoli.

 

Immagine:

Gondola veneziana

 

Cliccare sull’immagine per ingrandire.

… seguito PRIMA PARTE.

***

… seguito cap. X (dal post 210)

Tacque, guardò Filippo, che pareva in quell'istante un fanciullo domato, un mendico febbricitante, così scosso dal tremito implacabile. La signora si ritrasse, perché non voleva mostrar gli occhi che le si velavano di pianto, e uscì in fretta. Filippo rimasto solo, si guardò intorno come trasognato... Era dunque la realtà, quella? Non doveva più vedere Loredana, la sua bella, la sua cara amica, e non più baciarne i capelli bruni dai riflessi dorati, e non più udirne la parola, e non più farla fremere di piacere e di gioia? Quale demonio l'aveva così scioccamente condotto in quella casa, a chiedere un più sciocco perdono, a dire stupidamente dove Loredana era nascosta?

Tutto crollato, tutto finito in un lampo! E Loredana, la fiduciosa amica, abituata a considerar lui come il più forte, il più libero, il più saggio degli uomini? Che avrebbe pensato?...

La porta della saletta si aperse ed entrò la signora Emma, recando ella stessa un vassoio col caffè e una bottiglia di liquori.

- Prenda qualche cosa, - ella, disse. - Le ho preparato un caffè; beva una goccia di cognac.

Essa versò, mise innanzi il vassoio a Filippo, riempì di cognac un bicchierino, glielo porse: egli lasciava fare, macchinalmente, e sorbiva il caffè, senza sentirne il gusto.

- Non capisco, - disse a un tratto, rimettendo sul vassoio la chicchera. - Non capisco. Loredana torna qui? Lei va a riprenderla?... E io...

La signora Emma non rispose, ma Filippo incalzò:

- Mi dica: non la vedrò più?

E poiché la signora rimaneva sempre silenziosa, anch'egli non domandò più nulla, e restò immobile, con gli occhi fissi nel vuoto, come a seguire qualche fantasma spaventevole. Finalmente si alzò, prese il cappello, stese la mano alla signora De Carolis, e uscì senza far parola. In anticamera, la domestica lo aspettava per dirgli qualche complimento, ma vedendolo così pallido e sfatto, corse in cucina e vi si richiuse, perché egli non avesse a soffrire incontrandola in anticamera.

XI.

Il sole che arroventava il campiello e illuminava le case con una luce quasi insopportabile, ebbe potere di scuotere Filippo da quell'accasciamento che pareva sonnambulismo. Si drizzò, sentendo che le spalle gli si erano incurvate, e si guardò intorno con occhio sicuro. Perdere Loredana? Obbedire a sua madre? Tutto finito, tutto crollato?

- Parto col primo treno, - promise a se stesso. - Arrivo a Sirmione, prendo Loredana e questa sera saremo lontani e sicuri. Qualunque cosa, piuttosto di perderla. Ho commesso una fanciullaggine con sua madre; bisogna riparare subito, subito, subito...

Non aveva ancor finito il suo pensiero, che una voce nota gli risonò alle spalle.

- Guardalo qui! Dove vai, così meditabondo?

Era Berto Candriani, che, fattoglisi al fianco, lo squadrò e rimase stupefatto.

- Accidenti! Che cosa t'è successo? Ti hanno bastonato?

Filippo gli disse con voce secca:

- Non ho voglia di scherzare, Berto!

- E non scherzo. Mi dispiace sinceramente di vederti così, come ti fosse avvenuto qualche cosa di molto grave. Eri tanto allegro iersera...

Il conte non rispose, e i due uomini procedettero qualche tempo senza far parola urtati dalla gente che passava per le calli; ma quel giorno doveva essere singolarmente disgraziato per Filippo, perché allo svolto d'una viuzza s'imbatté col conte e con la contessa Lombardi.

- Ah, bene, bene, bene! - esclamò il conte Lombardi, aprendo le braccia, come per impedire il passaggio ai due amici. - Venite a proposito!

La contessa ebbe un sorriso di compiacenza alla vista di Filippo, che le stava innanzi a capo scoperto e la salutava.

- Abbiamo la gondola a due passi di qui, - ella annunziò, - e si parlava, proprio di voi, Flopi. Noi facciamo un giro, e vi conduciamo con noi. Anche Berto Candriani ci farà compagnia...

- Un giro? – ripeté subito Berto con circospezione. - Che cosa deve intendersi per un giro, contessa?

- Muoviamoci, - ella rispose. - Noi impediamo il passaggio alla gente. Ora entriamo in gondola, e vi spiegheremo.

La contessa Lombardi era ancora piacevole, benché avesse valicato la quarantina. Il suo corpo era svelto, i capelli erano chiari, gli occhi vivi; solo la carnagione aveva perduto la sua freschezza; ma poiché la contessa dichiarava ella per prima di esser vecchia e finita, tutti la guardavano con simpatia e la trovavano assai più giovane di quanto non dicesse. Arrivati al traghetto dove aspettava la gondola a due remi, la contessa vi montò, Berto vi balzò dentro, dicendo:

- Spiegateci il giro!

Ma Filippo disse:

- Contessa, io devo scusarmi...

- Ah bah! - esclamò la contessa. - Flopi, voi mi fate pensare che la nostra compagnia vi dispiaccia. Quando noi vi facciamo un invito, voi avete subito pronta una scusa.

- Cara contessa, siete crudele! - mormorò Filippo.

- Oh, a proposito, - aggiunse il conte Lombardi. - Ricordati che sei a pranzo da noi, stasera.

- Dunque, vi decidete? - domandò la contessa, guardandolo.

Filippo comprese che bisognava decidersi, si appoggiò al braccio del gondoliere, e salì...

Il giro della contessa durò per più ore; la gondola, spinta con agile vigoria, uscì dal bacino di San Marco in un batter d'occhio, e prese il largo verso il Lido, poi, per le Vignole, arrivò a San Francesco del Deserto. La contessa Lombardi e Berto Candriani erano allegri.

- Non è vero che almeno così godiamo un po' di fresco? Sentite che bel fresco, Flopi? - diceva la contessa.

Filippo aveva perduto ogni velleità di ribellarsi. Le ore passavano e gli cadevano sul cuore come gocce di piombo, con un presentimento funesto; ma egli era troppo abituato alle commedie del mondo perché il suo volto lasciasse trasparir l'angoscia febbrile alla quale tutta l'anima sua era in preda. Sarebbe partito l'indomani: ormai bisognava adattarsi e non far pesare i propri dolori sugli amici che volevano godere la sua compagnia.

Con un rude sforzo riuscì a dominarsi e parve felicissimo di quella gita, di quello sciupio di tempo, infinitamente prezioso per lui; scherzò con Berto Candriani, il quale non sapeva comprendere una mutazione così rapida, ed era stupefatto; Filippo fece anche un po' di corte alla contessa, col consenso del marito, che sorrideva.

- Io non so dove tu sia stato, - -osservò a un tratto il conte Lombardi. - Se ne raccontano di belle, a questo proposito...

- Di bellissime, - rincalzò Berto.

- Non so dove tu sia stato, Flopi, ma la campagna ti ha fatto bene. Sei allegro...

- Allegro, - ripeté Filippo, sentendo l'ironia di quella affermazione.

Tornavano verso Venezia, e la città si scorgeva tutta bianca, come tutelata dall'angelo d'oro del campanile vetusto: i palazzi marmorei parevano da lungi portentosi ricami, fragili merletti diuturnamente lavorati dall'uomo e dal tempo; le acque ai loro piedi si stendevano placide, con un trasparente color di smeraldo, che gli ultimi raggi di sole facevano scintillare.

- Ma io vorrei sapere, - osservò la contessa, - che cosa si dice della compagna di Flopi...

I tre uomini si guardarono.

- Ecco, - disse Berto Candriani, - si dice che...

- È sottinteso, - interruppe Filippo, - che voi, contessa, non crederete parola di quanto sta per raccontarvi Berto. Voi conoscete quest'uomo? Il più fantasioso dei maldicenti...

- Non crederò nulla, - rispose la contessa. - Ma vorrei sapere.

- Si dice, - continuò Berto Candriani, - che Flopi, innamorato d'una bella, d'una bellissima ragazza, sia scappato con lei.

La contessa Lombardi diede in una risata.

- Che pazzo! - esclamò. - È scappato, ed è qui in gondola, al mio fianco?

Berto crollò le spalle.

- Siete ingenua, contessa, mia! È qui per un giorno o due. Domani sarà scomparso di nuovo.... Sa far le cose da maestro, la vecchia volpe...

La contessa stette un momento a pensare, poi osservò:

- Credevo meglio. Queste cose vanno sempre a finir male; e se l'avventura è come si racconta, Flopi ha perduto la testa davvero.

Filippo sorrise con l'indifferenza dell'uomo che ascolta cose senza alcun senso.

- È come ve la racconto io, - -assicurò Berto Candriani. - Fuga romantica con giovinetta.

La contessa alzò le spalle.

- Via, via, - esclamò, - sono maldicenze sciocche: sarebbe nato uno scandalo senza esempio, e invece non c'è che qualche diceria.... Voi non sapete ragionare, povero amico!

- Oh guarda, - protestò il Candriani, - Flopi scappa con una ragazza, e chi non sa ragionare sono io! Voglio mettermi anch'io a far fuggire le fanciulle, per vedere se mi troverete ragionevole...

Gli amici risero, e la conversazione fu mutata.

A Venezia, giunsero sull'imbrunire; Filippo e il Candriani, scendendo dalla gondola presso la piazza San Marco, presero congedo per correre a casa a mutarsi d'abito e per ritrovarsi indi a un paio d'ore nuovamente dai conti Lombardi.

Non appena fu solo, nella sua camera, Filippo sentì calargli sulle spalle il peso di quella giornata nefasta, l'accoramento per la sorte di Loredana. Gli tornò il pensiero d'andarsene subito, di giungere in piena notte a Sirmione, di prendersi la fanciulla e fuggir lontano. Ma di nuovo, le abitudini lo dissuasero. Era impossibile mancare al pranzo, dar quella clamorosa conferma alle voci delle quali il Candriani s'era fatto eco. Bisognava partire all'alba; ormai non si trattava più che di poche ore, dell'ultimo sacrifizio.

Quando Filippo, in marsina, con una gardenia all'occhiello, varcò la soglia del palazzo Lombardi, egli aveva dipinta in viso una tale espressione di pace, che lo si sarebbe giudicato l'uomo più tranquillo del mondo.

Berto Candriani, il quale l'aveva preceduto di poco, rimase, al vederlo, stupefatto per la terza volta.

 

Fine XI Capitolo

Buona lettura.

 

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Commenti al Post:
ciapessoni.sandro
ciapessoni.sandro il 30/01/13 alle 18:16 via WEB
To: Lady_Juliette - Simona cara, ti rivedo volentieri! Purtroppo sono ancora in convalescenza per una influenza gastro intestinale da virus da 10 giorni. Devo restare in casa, ma sono assistito - meno male - ed ora cerco di rimettermi in forze; ma ancora non ce la faccio da solo. Come sta Giulietta? Fammi sapere qualcosa. Simona, ti abbraccio ed anche tu cerca di riguardarti poiché il tempo non è per niente buono. Con affetto, Sandro.
 
maraciccia
maraciccia il 30/01/13 alle 23:46 via WEB
Ciao Sandro, mi spiace leggere che non ti senti bene, forza, starai riposando, i lascio i miei saluti e l'augurio di rimetterti in fretta. Un bacetto e sogni belli..Mara
 
 
ciapessoni.sandro
ciapessoni.sandro il 31/01/13 alle 13:50 via WEB
Oh Mara più che cara, dalle tue parole ricavo quel dolce sentimento che m'aiuterà a rimettermi in forma. Questa "sberla" alla mia età, proprio non ci voleva. Vedi Mara, il mio pensiero di questi giorni (e lo è tutt'ora) era rivolto a mia mamma, alla fatica che avrà sopportato - insieme al dolore - per mettermi al mondo, ed io... ingrato, piangevo e chissà quanto sberciavo... anziché donarle un sorriso! Ne aveva tutti i diritti! Ti ringrazio Mara!... Il bacetto! Sì che con tenerezza lo accetto. Con affetto, Sandro.
 
anyony
anyony il 31/01/13 alle 09:03 via WEB
Caro Sandro, l'hai passata brutta e mi dispiace tanto per te. Sono cose lunghe, vedrai che piano piano ti rimettrai in forma. Per quanto riguarda il romanzo, è commovente il colloquio tra la mamma di Loredana e Filippo. La donna è molto decisa e dal suo punto di vista ha pienamente ragione. E inveve Filippo che sembra così deciso si lascia di nuovo coinvolgere dai suoi parenti e dalla società che frequenta. Un abbraccio mio caro, con affetto e tanti auguri di pronta guarigione Antonia
 
 
ciapessoni.sandro
ciapessoni.sandro il 31/01/13 alle 14:20 via WEB
Antonia mia carissima, ombra dell'amatissimo nostro Lario! Ti aspettavo così come quando negli anni addietro, ti vedevo arrivare a Campo, sulla antica Regina, il lieto tuo sorriso col gaio e discreto svolazzar di tua bianca veste... Ora qui ti rivedo con la berrettina da "Capitano" che bene ti dona e che onorevolmente porti a gloria del nostro lago. Filippo ritornerà a Sirmione... la bella Loredana è come una sorgente il cui sottosuolo sgorga amore, al posto dell'acqua! E ci caschiamo (?) tutti cara Antonia. Ti abbraccio Antonia, sulla Regina antica, nulla è mutato! Con affetto, Sandro.
 
   
anyony
anyony il 31/01/13 alle 18:14 via WEB
Caro Sandro, anch'io ti ricordo col tuo berrettino da capitano alla stazione di Como e sulla via Regina, bei momenti trascorsi insieme, indimenticabili! Anche per me nulla è mutato e ti rivedo sulle sponde del nostro Lario mentre mi racconti di te e del lago. Ti abbraccio con affetto Antonia
 
ottobre210
ottobre210 il 05/02/13 alle 18:08 via WEB
Caro Sandro,sono reduce da una brutta intossicazine da farmaco,comunque ora va meglio.Leggo il proseguo del romanzo...il bel Filippo mi ricorda tanto Pinocchio che assieme a Lucignolo va verso il paese dei balocchi,dimenticando la sua fata turchina...bene farà la mamma se andrà a riprendere la sua figliola.Una buona serata Sandro con l'affetto di sempre un grande abbraccio.Francesca
 
 
ciapessoni.sandro
ciapessoni.sandro il 06/02/13 alle 15:54 via WEB
Francesca cara, mia dolce ed affettuosa Amica, mi rattrista la notizia della tua intossicazione dovuta a farmaco. So che queste 'esperienze ' fanno tribolare; il mio augurio per te Francesca cara, lo puoi immaginare poiché ti voglio felice, come minimo... serena. Mi è piaciuto il confronto 'Filippo - Pinocchio ', la tua puntualizzazione quadra alla perfezione a ben pensarci. Francesca cara, forse domani riuscirò a mettere la puntata seguente, spero di farcela. Devo però ammettere che l'influenza causata da quel virus gastro intestinale, mi ha portato via tanto... Prego il Signore che mi lasci la facoltà ed il buon uso della testa, del cervello, della memoria! Francesca cara, io ce la metto tutta, ma l'ultima parola lo sai anche tu di CHI sarà. Ciao Francesca, stai qui e non andar via, mi sei così preziosa... Curati sai, e fin quando l'inverno sarà trascorso, sii sempre accorta, prudente. Prendi anche qualche vitamina, o meglio ancora: Il Kiwi affettato e ben zuccherato preparato alla sera per mangiarlo il giorno dopo, è un ottimo ricostituente, lo lasci nel frigo però almeno 12 ore! Ti abbraccio Francesca e con tanto, tanto affetto, il Sandrino non ti dimentica
 
assia.k
assia.k il 05/02/13 alle 18:42 via WEB
Mi dispiace non essere presente qui da Te con costanza e mi scuso ma il tempo fra mia figlia ancora in ospedale e il lavoro non me lo permettono.Speriamo di riprendere al piu' presto un po' di respiro e serenita'... un abbraccio Kathia.
 
 
ciapessoni.sandro
ciapessoni.sandro il 06/02/13 alle 16:06 via WEB
Assia, mia dolce cara sorridente Amica, parlami di tua figlia, della sua salute, cosa è successo che sì tanto ti angustia? Vorrei esserti tanto di conforto nei momenti dei preoccupanti pensieri. Però devi sapere che ti ricordo sempre, anche se raramente (purtroppo...) frequento poco il tuo Blog. Assia, ci sto poco al PC, e da qualche tempo (dal dopo influenza) ci sto soltanto alo pomeriggio... ed ora Assia, mentre ti scrivo, vedo il tuo sorriso - è la speranza! - sopra alla mia bianca testa. Ti abbraccio Assia e... stai serena, mi raccomando! Dammi sempre notizia di tua figlia. Con affetto, Assia, con tanto affetto, anche per lei! Sandro.
 
ciapessoni.sandro
ciapessoni.sandro il 06/02/13 alle 16:15 via WEB
Per: elisabetta.alviti - Elisabetta, mia dolce Elisabetta, hai visto che sono arrivato? Tardi ma anche l'Elisabetta mi è vicina, mi è fedele, mi dona il suo conforto... quel sorriso mezzo nascosto che scivola fuori dalle sue lenti degli occhiali! Ed è un sorriso che mi infonde serenità e desiderio di 'speranza '. Forse domani Elisabetta, riuscirò a mettere l'altra puntata, ti aspetterò! Lo vuoi un bacetto? Eccolo! Ciao dolcissima! Ciao. Sandrino.
 
elisabetta.alviti
elisabetta.alviti il 08/02/13 alle 16:27 via WEB
Forza Sandrino, ti aspettiamo!!!...un bacio e grazie delle delle tue parole piene di affetto :)))
 
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