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L'AMORE DI LOREDANA - romanzo dello scrittore: Luciano Zuccoli.

Post n°234 pubblicato il 16 Luglio 2013 da ciapessoni.sandro

L’AMORE DI LOREDANA – Romanzo dello scrittore: Luciano Zuccoli

 

… seguito PARTE SECONDA

 

***

 

… seguito capitolo XV (seguito post 234)

 

Alcuni giovanotti alle spalle di Paolino approvarono ridendo.

- La colpa è della tua inesattezza! - rispose il Martelieri. - Tu hai detto che puoi riconoscere a occhio un'americana; e io ti ho detto che anche le donne della Patagonia sono americane. Le riconosceresti a occhio?

Il Berlendi si strinse nelle spalle.

- Allora, - egli disse. - anche tu sei stato inesatto. Tu hai detto che un'italiana si riconosce tra mille: io ti dirò che a Parigi, proprio il mese scorso, ho incontrato una ragazza che parlava il gergo come tu parli il dialetto veneziano. Ho avuto per lei «un béguin assez sérieux»; anzi, ho imparato da lei molte frasi energiche...

- Ce ne siamo accorti! - interruppe Nino d'Este.

- Ebbene, quando io la lasciai, ella mi confessò che era nata a Napoli, era sempre vissuta, a Napoli e solo da un anno si trovava a Parigi!... L'avresti riconosciuta per italiana, tu?

- Alla prima occhiata! - dichiarò il Martellieri.

- «Non, mais, faudrait pas me mener en bateau, tu sais»? - disse il Berlendi, mentre gli altri ridevano alla bizzarra espressione.

- Questa è una frase energica della parigina di Napoli, - osservò Nino d'Este, versandosi due dita di cognac. - E rimane dunque dimostrato che l'americana non si riconosce a occhio...

- Non rimane dimostrato niente, caro mio! - protestò Paolino Berlendi. - È venuto il Martellieri a imbrogliarmi con l'Orenoco e il Mississipì; ma io ripeto che l'americana elegante, non quella della Patagonia, si riconosce a un chilometro di distanza. «Si vous rigolez» è un conto, ma se parliamo da senno è un altro...

Freddo, scuro in faccia, laconico nelle parole, Berto Candriani all'angolo opposto della sala giocava alle carte con altri amici; dal loro gruppo non venivano risate né schiamazzi; ciascuno badava alle mosse dell'avversario, e le poste raggiungevano ormai una cifra di rilievo. Berto Candriani aveva il viso traversato dalla cicatrice lucida e ardente come da un formidabile colpo di scudiscio; il segno indelebile fiammeggiava dall'orecchia al labbro nel pallore stanco del viso, un pallore che sembrava più manifesto perchè dietro il Candriani si stendeva la stoffa granata che ricopriva le pareti della sala: e poco più su, era appeso un gran quadro rappresentante il ratto delle Sabine; e quei nudi vivaci, le carni ambrate delle donne, i torsi poderosi e sanguigni dei guerrieri, creavano un rude contrasto con la figura agile e la pallidezza diffusa del Candriani.

Dal giorno del duello, qualche mutazione era seguita nel suo animo; egli s'era fatto cupo e inquieto, il suo sguardo pungente era diventato più acuto, la chiassosa allegria, la sventatezza e l'impertinenza che l'avevano fatto celebre, erano scomparse. Si sarebbe detto che un pensiero molesto e pertinace andasse rodendolo; e infatti non tanto gli importava della cicatrice che gli deturpava la faccia quanto di aver perduta Loredana per la sua incredibile fatuità.

S'era svegliato come da un sogno, dopo il duello, avvertendo quasi con paura che per la giovane gli si era annidato in cuore un sentimento assai più alto e più temibile che la concupiscenza; non avrebbe voluto confessarlo nemmeno a se stesso, ma l'ingenuità mista ad orgoglio, l'appassionatezza e insieme il riserbo, l'intelligenza e l'audacia che formavano l'indole originale di Loredana l'avevano interessato e vinto. Non ignorava quel che si andava cantando dappertutto, ch'egli era stato l'amante della giovane e che perciò Filippo l'aveva provocato; e anche questo gli cuoceva insoffribilmente, non potendo parlarne troppo, perchè le sue negazioni non avevano alcun valore, e non potendo tacere, perchè il silenzio sarebbe stato una conferma. In tal modo, dentro un cerchio di tortura si dibatteva incapace a prendere una risoluzione; ora pensando a un viaggio, che lo allontanasse da uomini e da cose venutigli in uggia, ora meditando di rimanere, di riavvicinare Loredana, d'impossessarsene davvero a qualunque costo.

- Gioca, gioca! - gli disse il marchese di Spinea, guardando in faccia.

Berto giocò: era distratto e andava con la sinistra arricciandosi i baffi; di tanto in tanto gli tornava il ricordo di Loredana, che gli faceva subito smarrire il filo del giuoco; anche questa volta la partita finì con la sua sconfitta.

- Ah, ah! - disse il marchese di Spinea, mescolando le carte. - Chi è fortunato in amore...

Ma si morse le labbra; la vecchia frase, sfuggitagli per abitudine, s'attagliava così bene al caso di Berto e alle dicerie di quei giorni, che lo Spinea tossì più volte, quasi volesse far dimenticare le sue parole. Il volto di Berto s'era rabbuiato. Egli riprese a giocare scuotendo la testa fastidiosamente, ma ancora non poté raccogliere intorno al gioco tutta l'attenzione che gli era necessaria. Dal crocchio nel quale si trovavano Nino d'Este, il Martellieri, Paolino Berlendi e altri giovanotti, gli veniva di tratto in tratto all'orecchio qualche frase che lo distraeva. Gli amici parlavano a voce bassa, ma non così che Berto, avvertito dal ripetersi di alcuni nomi, non potesse afferrare il senso di ciò che si diceva intorno a lui.

La conversazione era mutata; Paolino aveva rinunziato a dimostrare che le americane si possono distinguere a occhio, il Martellieri aveva finito la sua disquisizione etnografica; si parlava di pettegolezzi, dal solito pettegolezzo che occupava tuttavia la città.

- Filippo, secondo me, - diceva Paolino Berlendi, - ha avuto il torto dei vecchi, il torto di mescolare molto sentimento alla sua avventura. Questa famosa Loredana lo ha stregato; dicono che sia molto giovane, ma dev'essere esperta negli intrighi amorosi.

- Che, che! - esclamò Nino d'Este, il quale non andava mai d'accordo con Paolino, pure essendogli amico. - Ha trovato un cucco, mi dispiace dirlo; e al posto di lei, qualunque altra, giovane o vecchia, avrebbe insaccato il povero Flopi... Le donne sono ciò che l'uomo le fa. Ti piace, Paolino, questa massima?

Paolino scosse la testa.

- Non mi piace, - rispose. - Io vorrei vedere questa famosa Loredana, per poter giudicare.

- Io l' ho vista, - annunziò il Martellieri. - L' ho vista più volte a teatro, con una certa megera tinta e ritinta, che mi pareva quella che si brucia a mezza quaresima. Ebbene, la ragazza non vale né più né meno di tante altre; è giovanissima e graziosa, ma a Venezia ne abbiamo una a ogni svolta di strada.

- Che ne dici, Paolino? - esclamò Nino d'Este trionfalmente.

- Dico che il Martellieri di donne non se ne intende, - dichiarò il Berlendi. - Egli non si intende che delle donne della Patagonia... Vorrei vederla io... E tu poi, Nino, sei in queste cose troppo secco...

- Troppo secco! – ripeté Nino d'Este. - Che cosa vuoi dire?

Paolino Berlendi esitò un istante, guardandosi intorno; ma vedendo tutte facce amiche e familiari, seguitò:

- «Ben voilà! Y a pas de ma faute»!... Certe cose si possono dire perchè son vecchie.... Per impadronirti d'una ragazza, non hai tu comprato il fondo sul quale la ragazza viveva? E poi per liberartene, non hai venduto il fondo con la ragazza dentro?

Gli amici in giro scoppiarono in una risata fragorosa, che fece alzar la testa a Berto Candriani. Egli aveva commesso parecchi spropositi e aveva nuovamente perduto; gettò le carte sul tavoliere, dicendo ai compagni:

- Vi chiedo scusa; oggi non va. Troveremo qualcuno che possa sostituirmi.

- No, no, - interruppe il marchese di Spinea. - Anche noi siamo stanchi, non è vero?

Gli altri due confermarono con un cenno del capo, e i giocatori s'alzarono.

- Questo è un po' secco, - dichiarava intanto Paolino Berlendi. - «C'est du citron à la rigolade». Io sono del tuo parere: non troppo sentimentalismo con la donna; ma dal sentimentalismo di Flopi alla tua maniera spiccia, v'è un abisso. Dico bene? «Ça te botte»?

Nino d'Este non rispose; si allungò meglio nella poltrona soffice, epicureamente, e rinunziò a difendersi; ma Berto Candriani, che era sopraggiunto, rispose per lui.

- Tu hai torto, Paolino, - egli disse. - Questa maniera secca di Nino d'Este, questo, come tu dici, «citron à la rigolade», è ciò che occorre per le donne.

Da quando erano corse le voci dei suoi amori con Loredana, Berto ostentava uno scetticismo che doveva, nel suo concetto, far comprendere com'egli non si dilettasse che di avventure fugaci e volgari, e allontanare il dubbio d'una passione per la giovane compagna di Filippo. Gli amici, i quali non avevano mai udito dalla sua bocca dichiarazioni e aforismi di tal natura, lo ascoltavano sempre un po' incerti e sorpresi, temendo ch'egli si beffasse di loro.

Ma Berto proseguì imperterrito, la sigaretta tra l'indice e il medio della destra, la sinistra affondata nella tasca della giacca:

- Non solo il sentimentalismo è ridicolo, ma è ridicolo anche il sentimento per queste specie d'animale incomprensibile...

- ....«cette espèce de cruche», - abbellì Paolino.

- ....che è la donna, - concluse Berto Candriani. - Per conto mio, senza essere un conquistatore come te, Paolino, né un dominatore come Nino d'Este, ho sempre cercato donne che si potessero mettere alla porta entro le ventiquattr'ore, e non ho avuto il minimo sentimento per alcuna, mai, in tutta la mia vita...

La dichiarazione era troppo netta ed esplicita, perchè gli amici intorno non ne afferrassero il significato; ma Paolino strizzò l'occhio, e disse ridendo:

- Come parla bene!... Io, intanto, ho trovato il Martellieri che mi ha dato torto sulla questione delle americane; trovo Berto che mi dà torto sulla questione del sentimento. Se continua così, rinunzio alla parola!...

- Ma no; tu non hai torto, - interruppe Berto. - Se ti ho dato torto, mi sono spiegato male. Io voleva dire...

Alzando gli occhi in quel punto, vide che un servo era sopraggiunto e dal suo contegno capì che aspettava di potergli parlare.

- Io voleva dire che dei due modi, il modo secco e il modo sentimentale, - proseguì rapidamente, - preferisco il primo, lo trovo più logico, più giusto, o almeno più adatto alla nostra indole. A te, Paolino, non mancano argomentazioni per difendere il tuo pensiero; specialmente se parli francese!

E mentre gli altri ridevano e la discussione si faceva più vivace, egli si avvicinò al servo e gli chiese:

- Che cosa c'è?

- Una signora desidera parlarle, - rispose il servo a bassa voce.

- Non ricevo! - disse Berto recisamente.

Ma quando il servo era già per allontanarsi, egli lo richiamò, senza ben comprendere a quale dubbio rispondesse.

- La signora è qui? - riprese.

- Sì, Eccellenza....

- Non sarà una delle solite mendicanti?

- Non mi pare.

- Che tipo è?

- E giovanissima, molto elegante, e....

- E...? - incalzò Berto.

Il servo esitò.

- E mi pare molto spaventata, - disse infine.

- Che stupidaggini ti passano pel capo? - esclamò Berto. - La farai accomodare nel salotto grigio, e le dirai che abbia la bontà di attendere un istante.

- Sì, Eccellenza.

Berto ritornò verso i suoi amici.

- Vi chiedo scusa se vi lascio, - egli disse. - Mi è stata annunziata una visita d'affari; rimanete qui, ve ne prego.

Nino d'Este s'alzò finalmente dalla poltrona.

- No, no, caro, - egli rispose. - In casa tua si sta troppo bene, e noi abbiamo fatto tardi. Ce ne andiamo.

Berto Candriani strinse la mano agli amici, e mentre questi, ancora discutendo e ridendo, uscivano in tumulto, egli si avviò verso il salotto grigio.

 

Capitolo XVI.

 

Ritta sulla soglia, appoggiato il braccio sinistro allo stipite e il viso al braccio, Loredana aspettava, tremando. Aveva avvertito un clamore di voci e di risate, poi un silenzio improvviso; guardava il salotto grigio, brillantemente illuminato dalle lampadine elettriche, e le pareva che i divani, le poltrone, le portiere molli, i cortinaggi pesanti, e una certa atmosfera tepida e profumata dessero al luogo un senso d'intimità quasi carnale. Alla sua destra ella vide un piccolo quadro di Félicien Rops, un quadro strano intitolato: «Le vol et la prostitution dominent le monde»; una femmina seminuda e un uomo a mezza maschera, stretti insieme da una fascia, posavano i piedi caprigni sul globo; ed era nel viso dell'una l'artiglio della crapula e sotto la mezza maschera dell'altro si delineava il ghigno cinico del delitto...

A poco a poco, fissando la terribile femmina, Loredana ne sentì paura; le sembrò un simbolo e un monito, e che ridesse di lei, e si movesse a lei incontro, quasi per serrarla tra le braccia.... Si volse per fuggire; ma in quell'istante la portiera che le stava di faccia fu sollevata, e Berto Candriani comparve.

Egli si lasciò sfuggire un grido.

Loredana sentì che la sua personalità l'abbandonava; aveva tanto pensato a quell'ora, a quel colloquio, che le parve di agire e di parlare come un automa, come se qualcuno alle sue spalle suggerisse parole e gesti; pensò alla femmina dai piedi caprigni, e le corse un fremito dalla nuca alle reni. Pure, mosse ella per prima, verso Berto, e gli disse con voce soffocata:

- Chi c'è di là?

- Nessuno, - rispose Berto, parlando istintivamente sottovoce. - Erano amici; sono partiti. Ma come devo interpretare questa vostra visita? Che cosa devo pensare?

Ella chiuse gli occhi e mormorò:

- Come vorrete...

 

Fine prima parte Capitolo XVI

Buona lettura.

 

 

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Commenti al Post:
ciapessoni.sandro
ciapessoni.sandro il 16/07/13 alle 18:03 via WEB
Per: ottobre210 - Francesca buona serata! Grazie per la gradita tua visita che come sai, apprezzo molto. Siamo al finale. Con due altri post finirà il romanzo. Dopo di che mi fermerò per un po' di tempo. Ti spero bene Francesca cara; io, col caldo non riesco a riposare bene durante la notte. Il poco dormire mi attiva il senso della stanchezza! Prendo le vitamine, gli integratori che... una volta non prendevo! Francesca, ricordati che ti penso sempre! Ti abbraccio con tanto affetto! Sandro.
 
ciapessoni.sandro
ciapessoni.sandro il 16/07/13 alle 18:13 via WEB
Per: Lady_Juliette - Simona cara, ti ho notato presente anche in questa puntata. Anche tu sei fedele. virtù quest'ultima per me impagabile! Il mio ringraziamento è grande. Mancano solo due puntate alla fine, poi mi prenderò un poco di "ferma"... sono stanco Simona. Tu come te la cavi? Ti disturba molto il caldo? Ieri resa alle 19 il barometro mio posto a levante, segnava 32 Celsius! La Giulia come sta? Ricordami a lei sai, e anche tu... ricordami! Ti abbraccio Simona, fatti sentire, ciao buona serata e serena notte. Con affetto, il Sandrino.
 
ciapessoni.sandro
ciapessoni.sandro il 19/07/13 alle 14:26 via WEB
Per: framary.colori2800 - Mary carissima ho visto or ora la tua icona, accanto alla mia! Ti ringrazio per questa tua "fedele" visita... hai visto che siamo vicini? Ti abbraccio Mary, e sempre con affetto. Sandro.
 
ciapessoni.sandro
ciapessoni.sandro il 20/07/13 alle 20:04 via WEB
Per: fausta.logiudice - Grazie Fausta, sei molto gentile e ti aspetto ancora! Caramente, Sandro.
 
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