Creato da: CinaViaggio il 09/02/2010
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Drago cinese

Post n°33 pubblicato il 15 Luglio 2010 da CinaViaggio
 
Foto di CinaViaggio

Cinaviaggio vi presenta il drago cinese, che è il simbolo della cultura tradizionale cinese.

Tra i vari temi e motivi caratteristici dell'arte cinese, quello del drago è sicuramente il più sorprendente e quello che colpisce maggiormente l'immaginazione. È una delle figure simboliche o fantastiche più frequenti, e tra le più ricche di significato della tradizione cinese. Dalle terrecotte neolitiche, dai bronzi arcaici e dalle giade dell'epoca Shang (XVI-XI a.C.) fino ai ricami delle vesti dei mandarini dell'inizio del nostro secolo, questo tema è stato riprodotto con costanza instancabile ed evidenza continua; si trova sulle ceramiche, le lacche, gli abiti da cerimonia, le balaustre delle gradinate, le grandi pareti-schermo di ceramica policroma, lo si vede sui soffitti dei teatri, sui muri di recinzione dei giardini, ondeggiante, sui cloisonné, su disegni a inchiostro, sulla prua delle imbarcazioni, arrotolato intorno alle colonne all'entrata e sulle tende degli altari dei templi taoisti.

Innanzitutto è caratterizzato dal suo aspetto soprannaturale, ibrido e composito. Di fatto nel corso di tre millenni il suo aspetto talvolta è variato, ma poco. Il drago più comune (detto "lung"), prende a prestito le proprie caratteristiche da veri animali, nove, si diceva: la testa al cammello, le corna al cervo, gli occhi al coniglio (o al gamberetto, secondo altri), le orecchie alla mucca, il corpo alla lucertola, il ventre alla rana, le scaglie alla carpa, le zampe o le palme alla tigre, gli artigli all'aquila. Accade di rado che sia dotato d'ali (di pipistrello, in tal caso) e poteva essere di vari colori. Si credeva che fosse sordo e si nutrisse di carne di rondine. Infine, elemento importante per il nostro approccio: diversamente da quanto accadeva nell'occidente medievale, in cui rappresentava l'incarnazione del male e delle forze maligne, al contrario, in Cina, il drago è una creature benefica e di buon augurio. Annunciava la pioggia e distribuiva fertilità. Aveva il potere della metamorfosi, il dono di rendersi, a piacimento, visibile o invisibile, e le sue apparizioni in cielo - sempre folgoranti - erano accolte come presagi di messi abbondanti, garanzie di future ricchezze. Si riteneva che i draghi potessero nascondersi e annidarsi ovunque, nei cieli, in acqua, sulla terra e sottoterra.

D'altronde, negli ultimi secoli, il drago venue anche associato al potere imperiale: divenne “l’animale emblematico dell'imperatore", detto "Figlio del Cielo", ma anche "Volto di Drago". In questo caso il nostro animale soprannaturale simboleggiava la funzione, che spettava all'imperatore, di assicurare i ritmi stagionali e lo scorrere armonioso della vita. L'Imperatore era garante dell'ordine e della prosperità dell'universo.

Così, in Cina, nonostante il suo aspetto fantastico, il drago non ha mai assunto quelle caratteristiche paurose e bellicose che gli conferirono i artisti occidentali. A1 contrario, in Cina lo vediamo spesso bonario, che gioca con un compagno a rincorrere una perla infiammata, il "rubino magico", una specie di pallina irta di una voluta, che si riteneva richiamasse la folgore e il rombo del tuono. Per altri, questa "perla lucente", spesso rossa, rappresenterebbe la luna, o ancore il sole, o perfino l'uovo cosmico, che si ritiene contenga tutta l'energia umana condensata. Di fatto, la voluta raffigurata su questa palla, riproduce il segno figurativo del tuono nella scrittura arcaica. Ed è indiscutibile che il drago fosse del resto strettamente connesso alla pioggia, all'acqua e alle nuvole. Di natura essenzialmente acquatica, il drago compariva regolarmente nel mezzo di nuvole o di flutti, e se spesso si contorce con veemenza, è più per manifestare la propria forza, foga e vitalità, che per esprimere aggressività o furore. In Cina veniva percepito come un animale bonario e giocherellone. 

Nelle raffigurazioni dei combattimenti tra draghi, questi non si mordono e non si dilaniano mai come si può invece vedere in Iran, nei manoscritti o sulle ceramiche. In Cina la fugace apparizione annunciava la pioggia o qualche felice avvenimento politico, per esempio la nascita di un futuro grande imperatore.

In occasione delle festività, i cinesi fanno spesso il ballo del dragone per esprimere la gioia e la felicità. Questo ballo tipicamente cinese, effettuato da una decina di persone che sorreggono un immenso dragone di seta o di carta con un’armatura di bambù o di ferro, è nato da una  leggenda. C’era una magnifica “Porta del Dragone” sul mare. Chi fosse stato in grado di saltarla, sarebbe diventato un dragone. Una piccola ma intellegente carpa ci provò varie volte senza successo. Coraggiosa, provò di nuovo con l’aiuto delle onde in un giorno di tempesta e ci riuscì. Diventata un dragone di fuoco con dei poteri magici, fu mandata, insieme al dragone blu, dall’imperatore di Giada, a soggiogare i demoni ed i mostri in fondo al mare. Il dragone blu trovò un ragno demonio e cominciò a combatterlo ma, visto che i suoi poteri erano limitati, fu catturato nella sua tela. Il dragone di fuoco sputò fiamme, bruciò la tela, slavò il compagno e sconfisse il ragno demonio.

Per ulteriori informazioni clicca www.cinaviaggio.com

 
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