Il Cinecaffettino

La buona tazza di caffè...al gusto di cinema

 

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Il Cinecaffettino è frutto dell'attività creativa, libera e gratuita dell'autore.
Il suo contenuto appartiene unicamente all'autore e ogni sua pubblicazione (in parte o in toto, commerciale o non commerciale) fuori di questa sede è vietata senza il previo assenso autorizzativo dell'autore medesimo.
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Dark Hall (2018)

Post n°188 pubblicato il 14 Dicembre 2018 da EmmeKing
 
Foto di EmmeKing

 

Quando si pensa al gotico quale stile architettonico la mente vola immediatamente alla cattedrale di Notre Dame de Paris e subito dopo al Duomo di Firenze.
Gli appassionati d'arte citeranno anche Burgos, Reims, Vienna ma questa premessa è semplicemente un espediente in grado di dimostrare quanto sia facile accostare un elemento di architettura religiosa allo stile gotico.

Più complicato, invece, appare l'accostamento di questa caratteristica alla Settima Arte, quella che si esprime con colori e suoni su celluloide (e da qualche tempo su supporto digitale).
Si crede di rinvenire le prime attinenze con il gotico attraverso il Frankenstein di James Whale che, nel 1931, travasa sullo schermo gli orrori su carta descritti dalla penna di Mary Wollnstonecraft Shelley più di cent'anni prima.

Ecco, il gotico è tenebra, è oscurità ma è anche Medioevo e Romanticismo.
Non siamo in errore se citiamo lunghi corridoi senza luce o castelli isolati quali esempi di un cinema di tal fattura.

E DARK HALL di Rodrigo Cortés (Down a Dark Hall) non fa eccezione.

La grande villa in cui confluisce il gruppo di giovani ragazze protagoniste della vicenda è fuori dall'abitato, edificata tra alberi, prati e cielo.
Si possono sentire i rumori della natura scandire le ore notturne quando le voci umane smettono di impazzare tra stanze oscure e freddi saloni.

La regina di questa casa è un'austera Uma Thurman, impreziosita da abiti raffinati e calzature castigate, che nulla lasciano all'icona fetish che Quentin Tarantino ha nel tempo costruito.

Chi è chiamato a restare in quel luogo ha commesso errori, più o meno gravi e ivi ripara per evitare edifici ben peggiori ("qui non ci sono grate ricorda la direttrice nel discorso di benvenuto").

Cortés traspone l'omonimo romanzo del 1974 a firma Lois Duncan, puntando su alcuni stilemi dell'horror moderno, quali i frequenti jumpscare (cioè i salti sulla sedia causati da culmini di tensione) e gli spazi scuri, ampi e perfetti per il celarsi di una qualsivoglia entità malefica.

Però qui gli spiriti del passato recriminano non una porzione di carne o una dose di sangue bensì la possibilità di continuare ciò che nella loro vita aveva loro permesso di diventare artisti, musicisti, letterati o matematici di grido.

Ecco che ricorre il sostantivo nella forma plurale strumenti.

I giovani strumento dei vecchi, il presente che fa da tramite al passato, il vivo che agisce mercè un trapassato.

Le porte di comunicazione sono aperte, come ammonisce la Thurman, strega e medium al contempo.

Per ribadire questa sua natura afferma che quelle come lei (allargando la platea interessata anche alle studentesse sue ospiti) un tempo - lontano ma non troppo - sarebbero state bruciate sul rogo.
Insomma, è chiaro che il soprannaturale viva in quella casa, tra quelle stanze, suonando il pianoforte o risolvendo espressioni algebriche, scrivendo poesie o disegnando figure perfette.

Il ruolo principale è giocato da AnnaSophia Robb, che si muove nel tempio di Blackwood come Jessica Harper nella Tanz Academie di Friburgo.

E anche qui tutto finisce nel fuoco...

Una cinetazzina gustosa, con rimandi a letteratura (Preromanticismo e Romanticismo inglese) e cinema (gotico e spirituale), capace di coinvolgere sino al suo epilogo senza tempi (almeno quelli...) morti.


Buona degustazione.

 
 
 
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INFO


Un blog di: EmmeKing
Data di creazione: 07/02/2013
 

OCCHIO AI COLORI!!!

Se durante la lettura dei post trovate un topolino colorato nell'incipit significa che il Cinecaffettino, in quell'occasione, ha voluto indirizzare la sua proposta ad una specifica fascia di età...
Un topino verde per ciò che riguarda gli argomenti destinati a tutti, uno giallo se le utenze di riferimento riguardano un'età di almeno 14 anni ed infine la maggiore età è consigliata se compare quello rosso.
Questo esperimento grafico è stato utilizzato nei primi nove mesi dell'anno 2016.
Dal Gennaio 2017, invece, è la proposta stessa (ovverosia il titolo del film che ha dato il nome al post) a contraddistinguere i vari suggerimenti di utenza: verde, arancione o rosso, a seconda che sia consigliabile a tutti, ai soggetti maggiori di 14 anni o infine ad un pubblico adulto.

N.B.
Essendo le proposte unicamente indicazioni personali, la legenda testé descritta va interpretata come semplice consiglio.
Sia chiaro che ognuno si comporterà sempre e solo secondo propria coscienza.

 

Ricordo che le locandine dei film, quando inserite, rappresentano immagini di esclusiva titolarità in capo ai legittimi proprietari, qui utilizzate ad esclusivo fine dimostrativo e divulgativo.
Grazie dell'attenzione  e buona lettura.

 
 

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