CINEFORUM BORGO

I film, i personaggi e i commenti della stagione 2019/2020

 

AREA PERSONALE

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Giugno 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
          1 2
3 4 5 6 7 8 9
10 11 12 13 14 15 16
17 18 19 20 21 22 23
24 25 26 27 28 29 30
 
 

FACEBOOK

 
 

 

« Cineforum 2015/2016 | 15...Cineforum 2015/2016 | 22... »

Cineforum 2015/2016 | 22 marzo 2016

Post n°277 pubblicato il 18 Marzo 2016 da cineforumborgo
 
Foto di cineforumborgo

L'AMORE BUGIARDO - GONE GIRL

Titolo originale: Gone Girl
Regia
: David Fincher
Soggetto
: Gillian Flynn
Sceneggiatura
: Gillian Flynn
Fotografia
: Jeff Cronenweth
Musiche
: Trent Reznor, Atticus Ross
Montaggio
: Kirk Baxter
Scenografia
: Donald Graham Burt
Costumi
: Trish Summerville
Interpreti
: Ben Affleck (Nick Dunne), Rosamund Pike (Amy Dunne), Neil Patrick Harris (Desi Collings), Tyler Perry (Tanner Bolt), Carrie Coon (Margot Dunne), Kim Dickens (detective Rhonda Boney), Patrick Fugit (detective Jim Gilpin), Emily Ratajkowski (Andie Hardy), Missi Pyle (Ellen Abbott), Casey Wilson (Noelle Hawthorne), David Clennon (Rand Elliot), Boyd Holbrook (Jeff), Lola Kirke (Greta), Lisa Banes (Marybeth Elliott), Sela Ward (Sharon Scheiber), Scoot McNairy (Tommy), Lee Norris (Agente Washington), Kathleen Rose Perkins (Shawna Kelly), Jamie McShane (Donnelly), Cooper Thornton (dottor Benson), Lynn Adrianna(Kelly Capitono), Donna Rusch (Lauren Nevins), Leonard Kelly-Young (Bill Dunne), Cyd Strittmatter (Maureen Dunne), Terry Myers (Steve Eckart), Ricky Wood (Jason)
Produzione
: Arnon Milchan, Joshua Donen, Reese Witherspoon, Ceán Chaffin per Pacific Standard/Twen-tieth Century Fox Film Corporation
Distribuzione
: Twentieth Century Fox Italy
Durata
: 145'
Origine
: U.S.A., 2014
Premio Farfalla d'Oro Agiscuola alla IX edizione del Festival Internazionale del Film di Roma (2014) nella sezione 'Gala'.

Carthage, Missouri. Nick e Amy Dunne sono giovani e brillanti; una coppia apparentemente invidiabile. In realtà, i due mal si adattano alla vita della cittadina di provincia, dove sono stati costretti a trasferirsi a causa della malattia della madre di Nick e dopo aver perso il lavoro e la casa di New York. Soprattutto Amy, piuttosto viziata e capricciosa, fatica ad abituarsi alle ristrettezze economiche e alla mancanza degli agi cui era abituata. Poi, nel giorno del loro quinto anniversario di matrimonio, Amy scompare. Per Nick inizia l'incubo dei sospetti come primo indiziato: è privo di alibi e tutte le prove sembrano indicare lui come possibile assassino della moglie. Nick nega tutto e, per difendersi, avvia un'indagine parallela per scoprire cosa sia successo in realtà...
Flash-back. Una nuvola di farina sprigionata per caso da una boulangerie di Manhattan turbina sulla coppia che si bacia per la prima volta... Lui ha sedotto Lei in tonalità disneyane, ma poi le immagini virano su uno spinto rapporto di sesso. È subito chiaro, insomma, come David Fincher intenda utilizzare lo scarto grottesco come registro narrativo di “L'amore bugiardo - Gone Girl”, un altro dei suoi film memorabili proprio grazie all'oscillazione perpetua che impedisce al punto di vista dello spettatore d'assuefarsi o stare comodo nel corso di 145 minuti tesi, ambigui e inquietanti. Più un noir che un thriller, in effetti, ma anche una spietata disamina del barbaro vampirismo mediatico, in particolare statunitense; un ricalco hitchcockiano, però depistante; un rompicapo di volta in volta striato di humour parodico e acmi sanguinarie; una soap opera congelata e claustrofobica e, soprattutto, una ghignante metafora del matrimonio descritto come la più grande macchina di menzogna fisica e contenzione sociale congegnata dagli esseri umani.
L'amore bugiardo” è un film sulla forza autodistruttrice delle apparenze, ma non esplorate da un ordinario versante etico, bensì chiamate a testimoniare sulla tanto più intima e segreta quanto più tormentosa divaricazione che riguarda noi tutti tra quello che siamo e quello che vogliamo sembrare di essere, come ci valutiamo e come vogliamo essere valutati, le scelte che facciamo liberamente e quelle che vogliamo ci identifichino assolutamente. Insieme alle tortuose anse dell'intreccio, tratto con sfrondature da un bestseller di Gillian Flynn che si potrebbe senza complessi definire ‘da stazione’ (come lo erano, del resto, la maggior parte di quelli trasposti nei cult-movie del genere), lavorano una fotografia ossessiva/desaturata e una musica neutra/elettronica che hanno lo scopo di rendere circolare e stratificato il rapporto tra i due antitetici protagonisti: la mattina del giorno del quinto anniversario di matrimonio, l'aitante e frustrato provinciale Nick (Affleck, forse nel ruolo più giusto della carriera) e la viziata scrittrice newyorkese Amy (Pike, bionda dal sex appeal indefinibile) sembrano affiatati e felici, anche se il regista di “Fight Club” e “The Social Network” ci ha velenosamente allertati sulle diver-se estrazioni sociali. Nello squallido habitat di New Carthage, Missouri, il primo è consapevole che «il matrimonio è un lavoro duro», mentre la seconda è entrata giocoforza nella parte di casalinga disperata; è a questo punto che un evento drammatico, imprevedibile e inspiegabile obbliga il racconto a scindersi in due speculari percorsi e, nell'alternanza di suspense tra le pagine di un diario e le indagini della polizia, a condurre l'opinione pubblica della finzione e quella pagante della platea sulle piste di versioni contrapposte degli stessi indizi, colpi di scena, diabolici piani, sciacallaggi, travisamenti e travestimenti. Tanto è vero che sul film i recensori d'oltreoceano si sono già esibiti nel rimpallo delle contrapposte etichette di femminista e misogino. Tenendo conto, però, del vortice di prospettive tra vittima e carnefice è molto meglio assegnargli quella di misantropo a tutto campo capace di smascherare i suoi personaggi ‘eyes wide shut’, a occhi chiusi spalancati.
Valerio Caprara, Il Mattino

Gone Girl” di David Fincher sembra fatto con una serie di strati sovrapposti, uno più se­ducente e opaco del prece­dente. Questo non è l'unico motivo per cui il film (che Gil­lian Flynn ha adattato dal suo stesso best seller) somiglia al­la ragazza misteriosamente scomparsa del titolo, Amy Dunne (Rosamund Pike). Amy è lucida, perfezionista, fredda e a volte addirittura crudele. E così è il film di Fin­cher, una pellicola misteriosa e manipolatrice che gioca con lo spettatore come una femme fatale gioca con la sua preda. Un film su una manipolatrice paragonato a una manipolatri­ce? Buffo accostamento per l'opera di un regista spesso ac­cusato di ignorare o trasfor­mare in oggetti i suoi perso­naggi femminili. In più sce­neggiata, da una donna. Diffi­cile parlare della trama senza dare elementi che possono ro­vinare la sorpresa al pubblico. Diciamo solo che “Gone girl” dà il suo meglio quando esplora le scene del crimine che po­tenzialmente si nascondono in ogni matrimonio e quando misura la distanza tragica­mente breve che separa una discussione familiare, schietta ma costruttiva, dall'esplosio­ne della furia omicida.
Dana Stevens, Slate

DAVID FINCHER
Filmografia:
Alien³ (1992), Seven (1995), The Game - Nessuna regola (1997), Fight Club (1999), Panic Room (2002), Zodiac (2006), Il curioso caso di Benjamin Button (2008), The Social Network (2010), Millennium - Uomini che odiano le donne (2011), Pawn Sacrifice (2013), L'amore bugiardo - Gone Girl (2014), Strangers (2015), Black Hole (2016)

Martedì 5 aprile 2016:
LATIN LOVER di Cristina Comencini, con Virna Lisi, Marisa Paredes, Angela Finocchiaro, Valeria Bruni Tedeschi, Candela Peña

 
 
 
Vai alla Home Page del blog
 
 

INFO


Un blog di: cineforumborgo
Data di creazione: 29/09/2007
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 
 

ULTIME VISITE AL BLOG

cineforumborgodada2llifedericodisarocarocciemanueleluciosgdaunfiorePaceyIVacquasalata111giuliana.sodaandmaggriccixaltaitaliaaquilagozzanocristina_a2016
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963