CINEFORUM BORGOI film, i personaggi e i commenti della stagione 2019/2020 |
Messaggi di Aprile 2019
Post n°418 pubblicato il 28 Aprile 2019 da cineforumborgo
LA FAVORITA Titolo originale: The Favourite Inizio del XVIII secolo. L'Inghilterra è in guerra con i francesi. Tuttavia, la corsa dell'anatra e il consumo di ananas stanno prosperando. Le cugine Abigail Masham e Sarah Churchill sfruttano la situazione politica per diventare la favorita della fragile Regina Anna. Difficile, se non impossibile, ravvisare pecche in quello che è a oggi il film più spassoso e, al contempo, feroce di Lanthimos, acuto parallelo tra il conflitto che dilania l’Europa e le devastanti schermaglie interne alla corte della regina; orgoglioso del proprio fasto estetico, connubio del talento del DP Robbie Ryan - che mescola deformazioni grandangolari e fisheye a filologica illuminazione naturale - e di quello della costumista Sandy Powell, “La Favorita” appaga occhio, mente e cuore con i suoi dialoghi sagaci e le spettacolari performance delle protagoniste. Lanthimos ha sempre ribadito come tutti i suoi film siano, a dispetto dei toni spesso tragici, delle commedie; nel caso della sua ultima, calligrafica opera, la precisazione andrebbe ribaltata: l’ironia dissacrante dello script nasconde, appena sotto la superficie, una stratificazione emozionale che affonda le proprie radici nel dramma straziante dello squilibrio mentale, della gelosia feroce e della brama di potere. Un potere che, mai come in questo caso, logora chi non ce l’ha senza però garantire soddisfazione a chi l’abbia conquistato. Tre donne, rivali fra loro, in lotta per la supremazia e per l'amore, manipolatrici di tutto ciò che le circonda, con gli uomini ridotti a pure appendici, pupazzi imbellettati e, va da sé, imbelli. Tre psicologie al femminile esplorate in una gamma che va dalla perfidia alla capacità seduttiva, dalla rabbia alla gelosia e alla vendetta, e dove non si arretra dinanzi a nulla pur di ottenere ciò che si ritiene dovuto, il potere come risarcimento del vivere. Lanthimos, cinematograficamente parlando, non è la ‘nostra tazza di tè’, espressione inglese appropriata visto che “La Favorita” è ambientato nella Gran Bretagna del XVIII secolo, quando sul trono degli Stuart è la regina Anne. Qui però si è rivelato di mano felice, per nulla presuntuoso, come in “L'uccisione del cervo sacro”', per niente pretestuoso come in “The Lobster”. L'avere a che fare con una realtà storica precisa gli ha giovato quanto a stringatezza, evitandogli l'eccesso di metafore e di simbolismi. (…...) Costruito come una sorta di ‘farsa in camera da letto’, tragedia comica e insieme storia d'amore, “La Favorita” ha il suo punto di forza nel fantastico terzetto di attrici chiamato a comporlo: Olivia Colman, Rachel Weisz e Emma Stone, rispettivamente la regina, la favorita, la spodestatrice. (…...) I costumi di Sandy Powell, tre Oscar all'attivo (…...) fanno il resto, reinventando una corte bislacca dove Whigs e Tories si imparruccano e si ingaglioffiscono all'ombra del trono. YORGOS LANTHIMOS Martedì 7 maggio 2019:
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Post n°417 pubblicato il 14 Aprile 2019 da cineforumborgo
UN AFFARE DI FAMIGLIA Titolo originale: Manbiki kazoku Una famiglia che fatica ad arrivare alla fine del mese cerca di far quadrare i conti commettendo piccoli furtarelli nei negozi. Quando incontrano una ragazzina che pensano essere senza casa, sono felici di accoglierla in casa, ma presto scoprono la verità su di lei e alcuni segreti vengono alla luce. Hirokazu Kore-Eda fa della famiglia, dei suoi difficili equilibri (o squilibri), l’epicentro del suo cinema gentile, che non urla mai neppure quando mostra il lato più triste e tragico dell’esistenza. Lo ha fatto nei delicati e splendidi “Nessuno lo sa”, “Father and Son”, “Little Sister”, “Ritratto di famiglia con tempesta”, lo conferma con “Un affare di famiglia”, uno dei vertici del suo cinema. Con linguaggio educato, asciutto, che nasconde solo il necessario per delicatezza, Kore-Eda pone una questione che merita cento riflessioni: “A volte è meglio poter scegliere la famiglia”. Perché gli Shigata, a dispetto della loro precarietà, economica e di rapporti, che li obbliga ad azioni che viste dall’esterno (dalla polizia, dall’opinione pubblica, dai vicini poco vicini) possono sembrare grette, disdicevoli, immorali, criminali, in realtà all’interno del loro nucleo nascondono amore e spirito di sacrificio. Una ricetta di felicità che non può che essere momentanea, tra piccole cortesie quotidiane, attenzione reciproca, magari una gita al mare, sguardi estasiati al cielo a scrutare fuochi d’artificio che non possono vedere ma solo udirne il botto. Come è possibile questo stato di grazia? Forse perché come dice uno di loro: «noi non siamo normali». HIROKAZU KORE-EDA Martedì 30 aprile 2019: |
Post n°416 pubblicato il 04 Aprile 2019 da cineforumborgo
THE DISASTER ARTIST Regia: James Franco La tragicomica storia vera dell'aspirante regista, e famoso outsider di Hollywood, Tommy Wiseau - artista la cui passione era genuina tanto quanto discutibili erano i suoi metodi - nella celebrazione dell'amicizia, dell'espressione artistica e dell'inseguimento dei sogni contro ogni pronostico. Basato sul best seller di Greg Sestero, che rivelava ogni cosa sulla realizzazione del ‘disastroso’ classico di culto di Tommy, "The Room" ("Il Più Grande Peggior Film Mai Realizzato") è un ironico e gradito avvertimento che ci ricorda come ci sia più di un modo per diventare una leggenda, e che non ci sono limiti a quello che si può ottenere anche quando non si ha assolutamente idea di cosa si stia facendo. JAMES FRANCO Martedì 16 aprile 2019:
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Inviato da: PaceyIV
il 25/02/2020 alle 13:33
Inviato da: Recreation
il 08/02/2018 alle 13:37
Inviato da: minarossi82
il 11/11/2016 alle 18:03
Inviato da: generazioneottanta
il 16/07/2016 alle 19:27
Inviato da: generazioneottanta
il 20/03/2016 alle 10:30