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Messaggi del 14/10/2018

Cineforum 2018/2019 | 16 ottobre 2018

Foto di cineforumborgo

 

L’INGANNO

Titolo originale: The Beguiled
Regia: Sofia Coppola
Soggetto: Thomas Cullinan (romanzo), Albert Maltz, Grimes Grice (sceneggiatura del 1971)
Sceneggiatura: Sofia Coppola
Fotografia: Philippe Le Sourd
Musiche: Phoenix; le musiche sono basate sul "Magnificat" di Monteverdi.
Montaggio: Sarah Flack
Scenografia: Anne Ross
Arredamento: Amy Silver (Amy Beth Silver)
Costumi: Stacey Battat
Effetti: Joseph J. Oberle, Gotham Digital FX
Interpreti: Colin Farrell (caporale McBurney), Nicole Kidman (Miss Martha), Kirsten Dunst (Edwina), Elle Fanning (Alicia), Oona Laurence (Amy), Angourie Rice (Jane), Addison Riecke (Marie), Emma Howard (Emily), Wayne Pére (capitano), Matt Story (soldato confederato), Joel Albin (uomo della Cavalleria)
Produzione: Youree Henley, Sofia Coppola per American Zoetrope
Distribuzione: Universal Pictures International Italia
Durata: 91’
Origine: U.S.A., 2017
Data uscita: 21 settembre 2017
Premio per la miglior regia a Sofia Coppola al 70. Festival di Cannes (2017); remake del film "La notte brava del soldato Jonathan" (1971) di Don Siegel.

Virginia, 1864. Negli Stati Uniti infuria la Guerra di Secessione, ma le ragazze della Miss Martha Farnsworth Seminary for Young Ladies vive protetta dal mondo esterno. Tutto cambia quando un soldato dell'Unione ferito viene trovato nei paraggi e condotto al riparo. Mentre gli offrono rifugio e curano le sue ferite, la casa viene invasa dalla tensione sessuale e da pericolose rivalità, e i tabù vengono infranti in un'imprevista serie di eventi.
Non c’è quasi mai il giorno pieno ne "L’inganno", il nuovo film di Sofia Coppola. Ci sono albe e crepuscoli e molte brume, ci sono i controluce, ma il sole non sembra mai brillare a pieno.
È il modo molto intelligente e cinematografico con cui la regista utilizza la splendida fotografia di Philippe LeSourd per raccontare una storia di animali e prigionieri, di schiavi bianchi come specchio della schiavitù africana alla base della Guerra di secessione americana. Guerra civile che è lo sfondo del romanzo di Thomas Cullinan da cui è tratto il precedente "La notte brava del soldato Jonathan" di Don Siegel) e che racconta di un soldato nordista ferito gravemente il quale trova rifugio in un collegio femminile: la tensione politica con le ragazze ferventi sudiste si mescola con quella sessuale, il puritanesimo col desiderio. Una miscela che diventerà esplosiva. Coppola sceneggia un dramma sensuale vestito da film storico e thriller psicologico che attraverso l’utilizzo della luce e del colore racconta una storia stratificata, complessa, che racchiude temi e visioni di strettissima attualità. Guardando al romanzo più che a Siegel, prendendone la lettera ma rileggendone lo spirito, "L’inganno" è una miniatura degli Stati Uniti contemporanei raccontati attraverso conflitti ancestrali e irrisolti, che sono ancora al centro del discorso: la divisione di una società ancora razziale (e ironicamente la questione razziale non vede la presenza di neri a discutere) in cui i compartimenti stagni, le classi, le barriere ideologiche oggi più che mai rigurgitanti sono raccontate attraverso la forma, in cui i muri fisici che danno forma a mura intellettuali e culturali prendono le sembianze dei luoghi e degli spazi filmici del film. Perché Coppola torna in un certo senso a "Il giardino delle vergini suicide" nei rapporti tra i personaggi, ma visualizza elementi che fanno parte di tutto il suo cinema: l’estraniamento dal mondo, la scelta più o meno consapevole di una vita autarchica in cui l’estraneo è un nemico o un pericolo o un enigma, nel migliore dei casi. È questa la schiavitù contemporanea ed esistenziale di cui parla "L’inganno" e Coppola, all’apice della tensione e compattezza formale, la mette in scena problematizzando una volta di più la questione di genere e di potere sessuale che è soprattutto una questione di sguardo: basterebbe vedere le traiettorie della regia nelle scene di gruppo per avere la certezza di una regista giunta a completa maturazione, che abbandona vezzi e manierismi per dare spessore ai propri momenti, alle proprie marche dando alla cura pittorica dell’immagine un’inquietudine sottile e persistente. In poche parole, il suo film più bello.
Emanuele Rauco, Mediacritica.it

"L’inganno", di Sofia Coppola, si potrà chiamare, citando il debutto, "Il giardino delle vergini omicide"? Rilettura, non remake, de "La notte brava del soldato Jonathan", 1971, capolavoro di Siegel-Eastwood, è versione femminile del romanzo di Thomas Cullinan del '66, ora anche tradotto (ed. DeA Planeta), amato da Stephen King. Se il primo film era forse un apologo sulla castrazione, questo, percorso da capelli biondi odorosi di shampoo, è il piacere della stessa e tira gotico verso il salotto, Cechov col samovar horror. Coppola s'identifica nelle cinque ragazze del collegio isolato in Virginia che trovano nel bosco, piena guerra civile, 1864, un soldato nordista ferito e lo accolgono trepidamente nel luogo silente assumendolo inconsciamente come segreto oggetto del desiderio collettivo. L'iniziale febbrile diffidenza, anche politica, cede di fronte all'incipit sensuale, al turbamento dei sensi, per le fanciulle in fiore (la sfacciata è Elle Fanning), la prof. Kirsten Dust e la direttrice Nicole Kidman, sguardo on ice. Le gentili baccanti si disputano la convalescenza di Colin Farrell; ma nella notte brava, egli commette un errore. Postato nella fotografia onirica, bella e autunnale, di Philippe Le Sourd, il film vendica il sangue sparso all'esterno facendo le fusa intorno al caporale-preda che, da tradizione, attende fine da tragedia greco-Usa, Eschilo più O'Neill. Ma il lutto s'addice alla Coppola in un film fin troppo elegante, ma ricco di angoscia.
Maurizio Porro, Corriere della Sera

SOFIA COPPOLA
Filmografia:
Il giardino delle vergini suicide (1999), Lost in translation (2003), Marie Antoinette (2006), Somewhere (2010), Bling Ring (2013), L'inganno (2017)

Martedì 23 ottobre 2018:
TUO, SIMON di Greg Berlanti, con Nick Robinson, Josh Duhamel, Jennifer Garner, Katherine Langford, Talitha Eliana Bateman


 

 

 

 
 
 
 
 

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Un blog di: cineforumborgo
Data di creazione: 29/09/2007
 

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