Questa volta prendo il treno alla stazione terminale
mi prendo la soddisfazione di sedermi, cosa che non faccio mai.
Prendo il mio libro, lo apro e comincio a leggere.
"La speranza è il pilastro che regge il mondo.
La speranza è il sogno di un uomo sveglio"
Altre persone entrano nel vagone, prendono posto.
"La perfezione si consegue non quando non c'è più nulla da aggiungere,
ma quando non c'è rimasto più nulla da togliere."
Si chiudono le porte, il treno parte, vagone semivuoto, subito entriamo nella stazione
di Piazza Garibaldi, dove ci aspetta una folla che si ammassa sulla banchina.
Le porte si aprono ed entra un fiume di persone:
un gruppo di studenti ridenti
diversi anziani affannati
qualche famiglia con bambini
lavoratori che rientrano a casa
persone con valigia appena scesi dal Frecciarossa.
Si spingono per sedersi, i posti sono pochi, molte persone in piedi.
Fortunatamente gli anziani trovano posto,
soprattutto per la gentilezza dei giovani che cedono il loro.
Poi vedo lei...
Bionda, capelli ricci legati, vestito verde (la foto non è la sua) molto corto,
una borsetta in tinta, scarpe con i tacchi a spillo.
Su una mano un grosso graffio.
La gamba di una calza è sfilata.
L'ho già vista, giorni prima, su quella strada, vicino un lampione,
camminava lentamente avanti e indietro.
Adesso è in piedi, con il cellulare in mano, scorre freneticamente.
Le chiedo se vuole sedersi al posto mio, accetta volentieri.
Metto il libro nello zaino, mi alzo, la faccio accomodare, rimango vicino a lei.
Nel muoversi percepisco il suo profumo, decisamente dozzinale,
ma portato da lei era degno del miglior profumo di classe.
Finalmente la vedo in viso, un viso stanco, un viso dell'est,
un trucco leggero che copre qualche ruga, probabilmente risistemato velocemente.
Da giovane doveva essere bellissima, perchè adesso lo è davvero tanto.
Ma si leggono i segni del tempo, della fatica, del sacrificio.
Un grande sacrificio.
Le sue dita scorrono veloci sul display con vetro protettivo spaccato,
consumato ai bordi, di un vecchio Samsung.
Ogni tanto si ferma, scrive qualcosa, e continua a scorrere.
Ad un certo punto si sofferma su qualcosa, sorride,
alza un po' le spalle, scrive, sorride ancora.
La osservo, sembra quasi imbarazzata e lusingata da qualcosa che ha letto.
Quello che prima era un volto stanco, triste e arreso alla vita,
si è trasformato nell'emblema dell'amore.
Ed allora ho capito:
"La speranza è il pilastro che regge il mondo.
La speranza è il sogno di un uomo sveglio"
Se una donna con un tale presente può sorridere quasi innamorata,
allora c'è speranza per tutti, e non è solo un sogno di chi dorme,
ma un sogno di chi è sveglio.
Ed io l'ho invidiata, perchè lei ama.
Tanto.