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La CSR nella gestione e selezione del Personale

Post n°81 pubblicato il 09 Marzo 2009 da comunytation2.0
 

La CSR nella gestione e selezione del Personale

In che modo si può e si deve essere etici nel processo di selezione e gestione delle risorse umane? Quali elementi di Corporate Social Responsibility vanno assolutamente rispettati in fase di recruiting? Solo nella selezione dei manager o anche nella ricerca di tutto il personale? Lo abbiamo chiesto a Giuseppe Truglia, presidente di Manageritalia Lombardia, che della materia è sicuramente un grande esperto essendo stato per vent’anni e fino a pochi mesi fa direttore Risorse Umane di Metro Italia, cui era approdato dopo aver svolto importanti incarichi manageriali in aziende leader, nazionali e internazionali, quali Gillette e Rinascente.

“Lavorare nelle risorse umane e nell'organizzazione assume oggi un rilievo sempre maggiore in quanto sono cambiati alcuni riferimenti e se ne creano di nuovi che non sempre sono noti a tutti gli attori che operano nel processo produttivo”, spiega Truglia. “Il ruolo dei manager e non solo dei manager che operano nelle risorse umane deve essere quello di promuovere e valorizzare il contributo di tutti i collaboratori al fine di sostenere la crescita economica e il progresso prima dell'azienda e dopo del sistema paese. I comportamenti quotidiani devono ispirarsi a principi etici non solo nei primi contatti di ricerca di nuovi collaboratori ma in tutti i passaggi successivi relativi alla formazione, allo sviluppo e alla guida assicurando criteri di oggettività, competenza e professionalità. Nessuna discriminazione in base a età, sesso, razza, religione, appartenenze politiche o sindacali. Non è una facoltà essere etici ma bisogna esserlo nelle risorse umane e non solo ma in tutta l'organizzazione ponendosi l'obiettivo di raccomandare comportamenti che valorizzino la reputazione e il prestigio delle risorse aziendali nel loro complesso sia nel breve sia nel lungo periodo; contestualmente vanno scoraggiate quelle iniziative che hanno la possibilità di ledere e danneggiare la rispettabilità delle persone e dell'azienda”.

“Il manager non è l'esecutore di decisioni altrui”, fa notare l’esperto, “ma un professionista che opera con autonomia, consapevolezza e responsabilità guidato sempre da una bussola etica che lo aiuta nello scegliere la retta via verso l'azienda, verso il mercato, verso la società civile e in particolare verso i collaboratori. Il manager riconosce il valore delle risorse umane e l’importanza di condizioni di lavoro sicure e rispettose della dignità individuale, impegnandosi a offrire a tutti i collaboratori opportunità di crescita e di sviluppo delle proprie potenzialità, consapevole che in questa maniera si persegue un interesse comune. Inoltre garantendo un ambiente di lavoro adeguato da un punto di vista della sicurezza e della salute dei collaboratori nel convincimento che la prevenzione è un investimento efficace e remunerativo”.

Truglia sottolinea l’importante ruolo del manager nel promuovere tra tutto il personale una cultura della responsabilità premiando i comportamenti collaborativi delle persone e favorendo l’adozione di modelli organizzativi orientati al lavoro per processi, così da evitare inefficienze dovute alla mancata assunzione di responsabilità.

“E in fase di recruiting, il manager delle risorse umane deve ispirarsi a principi etici che in ordine prioritario sono: onestà, imparzialità, dignità umana, giustizia retributiva ed equità, lealtà, interesse generale aziendale. Ma in una logica di corporate social responsability deve inoltre tenere in debito conto costantemente le attese e le motivazioni dei principali stake holders, a cominciare dai collaboratori per passare dopo a clienti, colleghi, fornitori, azionisti e via via tutti gli altri”.

“Essere manager”, conclude Giuseppe Truglia, “non è semplicemente essere un professionista ma anche acquisire una forma mentale che lo rende consapevole che ogni decisione viene assunta in piena responsabilità e vengono valutate le implicazioni su tutti gli attori interni all’azienda ed esterni”.

Rosamaria Sarno
Articolo tratto da Monster.it

 
 
 
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