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Comunytation2.0

Dimmi e dimenticherò, mostrami e forse ricorderò, coinvolgimi e comprenderò ; Confucio

 

Permission Marketing

Post n°120 pubblicato il 21 Marzo 2009 da comunytation2.0

Il permission marketing è definito dal suo ideatore, Seth Godin, una strategia di marketing che ha l'obiettivo di ottenere dal consumatore il permesso di comunicare con lui. Avere il suo permesso garantisce che il consumatore presti maggiore attenzione al nostro messaggio.

Ma a cosa è dovuto il suo notevole successo?

I principi del permission marketing sono molto semplici e partono da un'incontestabile verità: la risorsa scarsa per eccellenza (il tempo). In una società sempre più frenetica, dove siamo continuamente sottoposti a stimoli e bombardamenti di informazioni, la gestione del tempo assume una valenza sempre più strategica.
Le iniziative pubblicitarie, così come le promozioni e gli sconti e tentano di attirare l'attenzione dei potenziali consumatori, tuttavia la frequenza dei messaggi è tale che per autodifesa molti consumatori non prestano più attenzione a queste iniziative.

Secondo Godin "il permesso del consumatore va ottenuto in modo graduale e nella maniera meno intrusiva possibile". Ad esempio, una tecnica efficace è quella di spedire un campione di prodotto in omaggio ad un certo numero di persone, facenti parte di un target selezionato. In questo modo, si stabilisce un primo contatto con la clientela potenziale senza utilizzare forme di pubblicità troppo intrusive.

In seguito, gli operatori di marketing pianificano un'azione di telemarketing per ottenere un feed-back riguardo al grado di apprezzamento del campione gratuito. Attraverso questo processo graduale, l'azienda viene percepita non più come "estranea", che vuole invadere la privacy dei consumatori, ma come "amica", che se ne vuole guadagnare il consenso.
Ecco, quindi, che la clientela potenziale diventa molto più disposta a prestare attenzione ai messaggi promozionali e ad effettuare il primo acquisto. È da premettere che attuare una politica di permission marketing richiede un'investimento iniziale molto maggiore dell'interruption marketing. Tuttavia, ciò permette di fidelizzare il consumatore, di conquistarne la fiducia ad una ben precisa marca.

Con il marketing tradizionale, invece, si ottengono solo risultati a breve termine (se il mercato non è già completamente saturo): il cosidetto "mordi e fuggi", per cui l'acquirente può comprare occasionalmente un prodotto, ma non viene fidelizzato.

Autore Max Da Vià

 
 
 

Lead generation in periodi di crisi: 4 trucchi per una strategia ottimale

Post n°119 pubblicato il 20 Marzo 2009 da comunytation2.0

18/3/2009

 

Sara' perche' quando si hanno molte richieste non c'e il tempo di capire da dove arrivino, sara' perche' noi consulenti siamo un po come i dottori tendiamo ad essere chiamati solo se si sta male.

Fatto sta che e' qualche mese che in molti mi chiedono una ricetta per avere più leads nel proprio sale funnel per far fronte all'attuale congiuntura negativa.

Posto che come sempre nel marketing una ricetta, perlomeno generale, non c'e', voglio darvi qualche spunto per poter disegnare al meglio la vostra strategia di prospect generation:

1. THINK ABOUT QUALITY not QUANTITY
Quasi tutti i manager che ho incontrato in 10 anni di consulenza tendono troppo a cercare i grandi volumi e troppo poco ad azioni in grado di qualificare in maniera scientifica pochi prospect eccezionali. E' un po come se l'obiettivo del marketer fosse ottenere il maggior numero possibile di prospects, passarli ai commerciali e stop. L'obiettivo e' per tutti lo stesso: "chiudere la vendita".
Non e' importante se la vostra strategia non e' in grado di toccare migliaia di prospect, quel che conta e' che sappia selezionare quelli giusti!

2. INCENTIVE ALERT
State attenti agli incentivi, sono come le medicine se ne usate troppe insieme gli effetti collaterali si moltiplicano. C'e un po' la convinzione che in periodi di crisi si debbano fare promozioni e sconti per strappare i clienti alla concorrenza. Per cui spesso le attività di prospect generation si limitano a delle promozioni commerciali che nella maggior parte dei casi non fanno altro che anticipare i consumi erodendo ancor più i vostri margini. Se volete trovare nuovi prospect dovete cercarvi, nella maggior parte dei casi, delle leve migliori che il puro pricing.

3. FIND HIDDEN ASSETS
Se sono anni che siete sul mercato avete conosciuto centinaia se non migliaia di Clienti. Di molti di essi conoscete parecchio, ma sono sicuro che la gran parte di questi li avete persi di vista, probabilmente oggi hanno esigenze nuove, diverse, sono per voi il prospect più' facile e vicino perche' non provate ad ascoltarli un po' di più prima di dannarvi per cercarne di nuovi?

4. FOCUS
"Il marketing e' troppo importante per lasciarlo solo al marketing manager".
Se volete veramente costruire una strategia vincente di lead generation create un gruppo di lavoro eterogeneo con altre aree della vostra azienda, dedicateci una giornata al mese (noi in ADVBOUCLE lo chiamiamo "Lead Generation Day") . Per una giornata ci si concentra su come individuare, qualificare e gestire al meglio nuovi potenziali clienti.
Vi assicuro che spesso le idee migliori nascono così.

Ing. Simone Lovati
Consulente in marketing strategico, presidente e socio co-fondatore di ADVBOUCLE & PARTNERS Consulenti marketing

 
 
 

Nuovi format di comunicazione all'insegna dello storytelling.

Post n°118 pubblicato il 19 Marzo 2009 da comunytation2.0

Ogilvy Italia, con la neonata unit OgilvyEntertainment, ha ideato e realizzato una serie per le brand Acqua Panna e S.Pellegrino. Nei prossimi mesi svilupperà on line un progetto con l'obiettivo di ingaggiare emotivamente un ampio pubblico - chef, giornalisti e appassionati della cultura della buona tavola - grazie allo storytelling. Un viaggio on the road attraverso la penisola italiana alla scoperta della sua cucina, sapori, culture e sfumature raccontate dalle cronache quotidiane di due protagonisti che coinvolgeranno gli chef emergenti più affini ai valori delle due brand. Un nuovo format di comunicazione che unisce potenzialità di Internet, forza evocativa del video, affettività della tecnica seriale.

www.sanpellegrino.it/progettocommunity

 
 
 

TBWAItalia realizza la campagna di guerilla per Adidas Vespa

Post n°117 pubblicato il 19 Marzo 2009 da comunytation2.0
 

Adidas Originals propone una nuova linea di abbigliamento uomo per celebrare i 60 anni dalla fondazione del brand e ha scelto di realizzarla insieme a Vespa, scooter icona del Gruppo Piaggio. Nasce così la collezione adidas Vespa.
TBWAItalia, agenzia di comunicazione guidata da Marco Fanfani, Chief Executive Officer e Paul Wauters, Chief Creative Officer, ha ideato e realizzato l’attività di guerrilla e il materiale punto vendita. In 7 città italiane cinque vespe d’epoca, decorate con fasce adidas Originals, scorazzeranno per le vie cittadine. A bordo un ragazzo e una ragazza indosseranno i capi della collezione adidas Vespa e Originals oltre ai caschi personalizzati. Il loro compito sarà quello di distribuire cartoline con magneti adidas Vespa invitando a visitare lo store più vicino aderente all’iniziativa per avere in omaggio gli altri tre magneti adidas Vespa in edizione limitata.
TBWAItalia ha personalizzato anche i punti vendita con materiale adidas Vespa: vetrofanie, standing, dispenser e blister dei magneti. L’attività comincia il fine settimana del 13 e 14 marzo a Napoli, seguiranno Firenze e Roma poi Brescia e Catania. Il tour si concluderà a Milano e Torino il 3 e 4 aprile.
Firmano il progetto l’art Piergiorgio Paolinelli e la copy Raffaella Iollo insieme al direttore creativo associato Fabrizio Caperna con la direzione creativa esecutiva di Geo Ceccarelli.

Fonte Advertiser .It

 
 
 

PNICube

Post n°116 pubblicato il 18 Marzo 2009 da comunytation2.0

PNI Cube

PNICube, che oggi conta 33 associati tra Università e incubatori accademici, è l’associazione che riunisce gli incubatori e le business plan competition (denominate Start Cup) accademiche italiane, nata con l’obiettivo di stimolare al nascita e accompagnare al mercato nuove imprese ad alto contenuto di conoscenza di provenienza universitaria. L’associazione PNICube è promotrice di due importanti iniziative: il Premio Nazionale per l’Innovazione, che seleziona le migliori idee d’impresa innovative, e l’evento Start Up dell’Anno che premia la giovane impresa Hi-Tech che ha conseguito il maggior successo di mercato.

PNICube – Associazione degli Incubatori e delle Business Plan Competition accademiche italiane

Sede operativa via Fanin 48, 40127 Bologna – Italy

tel. +39 0514200349, fax +39 0514200317

per informazioni, n info@pnicube.it

PNICube – Associazione degli Incubatori e delle Business Plan Competition accademiche italiane
Sede operativa: via Fanin 48, 40127 Bologna – Italy
tel. +39 0514200349, fax +39 0514200317

 

Nel 2003 il Ministero delle Attività Produttive finanzia il progetto IUNet, al fine di creare una rete di collegamento tra gli incubatori di impresa universitari. Lo stesso anno prende il via la prima edizione del Premio Nazionale per l’Innovazione (PNI), una sorta di “coppa campioni” dei migliori progetti di impresa nati in ambito universitario organizzato da cinque Start Cup.

Per sfruttare l’esperienza di IUNet e di PNI, nel 2004 nasce PNICube, associazione che si occupa di politiche di trasferimento tecnologico attraverso la creazione di imprese innovative dal mondo della ricerca accademica.

Come indicato nello statuto, PNICube si pone i seguenti obiettivi:

  • Favorire la nascita di incubatori universitari
  • Scambiare esperienze tra i soci e favorirne la reciproca collaborazione
  • Sensibilizzare e promuovere l’adozione di politiche a favore di iniziative di incubazione di imprese
  • Acquisire risorse indirizzate alle attività di creazione di impresa
  • Promuovere e sostenere i soci nelle collaborazione internazionali
  • Favorire la creazione di start up dalla ricerca

 Gli organi direttivi di PNICube

Presidente

Prof. Gianni Lorenzoni

Consiglio Direttivo

Dott. Andrea Berti (Università di Padova) - Consigliere

Prof. Andrea Piccaluga (Scuola Sant’Anna di Pisa) - Consigliere

Prof. Gianni Lorenzoni (AlmaCube - Università di Bologna) - Presidente

Prof. Loris Lino Maria Nadotti (Università di Perugia) - Consigliere

Prof. Tiziano Bursi ( Università di Modena e Reggio Emilia) Consigliere

Dott.ssa Manuela Croatto (Università di Udine) - Consigliere

Prof. Vincenzo Pozzolo (I3P - Politecnico di Torino) - Consigliere

Prof. Mario Raffa (Università Federico II di Napoli) - Consigliere Prof. Giuseppe Serazzi (Politecnico di Milano) - Consigliere

Dott.ssa Rita Maria Sorisio (Università di Torino) - Consigliere

Prof. Maurizio Fanni (Università di Trieste) - Consigliere

Prof. Pierangelo Rolla (Università di Pisa) - Consigliere

Prof. Giovanni Perrone (Università di Palermo) - Consigliere

Prof.ssa Gilda Antonelli (Università del Molise) - Consigliere

Prof. Vito Moramarco (Università Cattolica del Sacro Cuore) - Consigliere

Responsabile organizzativo

Dott. Fabrizio Bugamelli (AlmaCube - Università di Bologna)

n info@pnicube.it

Premio Nazionale per l'Innovazionegiovedì 27 novembre 2008Il circuito dell'InnovazioneCampus Bovisa, Via Durando 10, MilanoPiccolo Teatro Studio, Via Rivolo 6, Milano

Il Premio Nazionale per l'Innovazione è la competizione che ogni anno riunisce i vincitori delle Start Cup italiane, le Business Plan Competition organizzate dalle 42 università che aderiscono all'associazione PNICube. Si tratta di una sorta di coppa dei campioni che vede in gara i primi tre classificati dei 17 concorsi locali per le migliori idee imprenditoriali ad alto contenuto tecnologico.

Il Premio Nazionale per l'Innovazione è una manifestazione itinerante. La prima edizione è stata realizzata nel 2003 a Bologna, mentre le tappe successive sono state Torino, Padova, Udine e lo scorso anno Napoli. Il 2008 è la volta di Milano. L'evento si terrà giovedì 27 novembre presso il Campus Bovisa del Politecnico di Milano, area destinata a diventare la sede dell'innovazione milanese, grazie alla nascita del futuro Science Park. Qui si svolgeranno i primi due momenti chiave dell'iniziativa:

  • la presentazione delle idee progettuali dei finalisti nell'area espositiva progettata ed allestita dal Dipartimento di Industrial Design, Arti, Comunicazione e Moda (INDACO) del Politecnico di Milano;
  • i convegni, che daranno la parola agli esperti del settore, investitori, imprenditori e ai rappresentanti delle istituzioni, che, nel corso della mattinata, si confronteranno sul tema dell'imprenditoria di nuova generazione e sugli strumenti di sostegno finanziario. Seguirà nel pomeriggio un dibattito internazionale che metterà a confronto diversi modelli di incubazione, grazie alle esperienze degli ospiti stranieri.

Sarà invece il Piccolo Teatro di Milano, uno dei simboli più noti della cultura ambrosiana, l'ospite d'eccezione della premiazione, che vedrà schierati i dieci finalisti assoluti, scelti dalla giuria nell'arco della giornata.

Al debutto degli aspiranti imprenditori si affiancherà quello di un'attrice di grande talento, nota al pubblico cinematografico: Licia Maglietta. Nel corso della serata verranno assegnati due premi speciali: alla migliore idea imprenditoriale di donna, novità di questa edizione, e all'ateneo più innovativo, coppa assegnata dai Giovani Imprenditori di Confindustria. Il primo premio, di 60.000 euro è offerto da Vodafone Italia, partner strategico dell'iniziativa.

L'evento, organizzato dalla Fondazione Politecnico di Milano e dall'Acceleratore d'Impresa del Politecnico di Milano, è completamente gratuito e aperto al pubblico.

 
 
 

Innovation Forum

Post n°115 pubblicato il 18 Marzo 2009 da comunytation2.0

Ormai alla quarta edizione, l’Innovation Forum ha dimostrato materialmente di essere un modello innovativo di networking, orientato alla collaborazione precompetitiva, alla creazione di know-how e allo sviluppo di iniziative progettuali. Il Forum ha saputo interagire in modo incisivo con gli stakeholder istituzionali e il potenziale espresso è alla base per la creazione di una vera “Comunità degli Innovatori” in Italia.

Il Forum dell’Innovazione rappresenta un laboratorio di analisi continuativo rispetto ai grandi temi dell’innovazione e delle opportunità di rilancio per le imprese e l’economia del nostro Paese.
Nel corso del prossimo anno l’attività del Forum dell’Innovazione Digitale sarà vieppiù orientata ad approfondire la dimensione “digitale” di alcuni dei temi chiave dell’ Expo 2015: dai modi in cui l’Industria ICT nel suo complesso può contribuire agli aspetti tecnologici legati all’ evento (tecnologie e servizi di comunicazione, servizi di infomobilità e trasporti intelligenti, buiding automation, sistemi per la sicurezza ), ai sistemi per il turismo e ai servizi al visitatore, alle aree più direttamente funzionali ai contenuti dell’ Expo quali le applicazioni a supporto del sistema agroalimentare, per l’efficienza energetica e la sostenibilità ambientale, per la rilevazione e il monitoraggio dell’ ambiente e del territorio, a tutta la filiera della salute.

Obiettivo e tema portante, quindi, dei lavori della prossima edizione sarà l’Innovazione sostenibile, nel solco tracciato dai lavori preparatori all’Expo 2015, nel cui filone Innovation Forum si inserisce con i seguenti argomenti:

  • La città digitale per l’Expo Digitale: infomobilità e contenuti digitali
  • Innovazione e sviluppo sostenibile: agroalimentare, ambiente, energia
  • Pubblica Amministrazione Digitale
  • Innovazione nella Finanza e Finanza per l’Innovazione

 

Soluzioni & Servizi per l’Innovazione Sostenibile in Mostra: InnovEXPO

Un’ulteriore novità si inserisce nel quadro di sviluppo del Forum dell’Innovazione: un’area espositiva, articolata in 3 macro-temi di interesse, accompagnerà la 3 giorni del Forum, insieme a Laboratori interattivi e ad incontri one-to-one con analisti e “guru” della ricerca.
Le tre aree sono:

  • Infomobilità e Contenuti Digitali
  • Agroalimentare/Energia/Ambiente
  • Soluzioni per l’innovazione d’impresa

 

Profilo dei Partecipanti all’Innovation Forum

L'Innovation Forum 2008 ha riscosso un grande successo di pubblico con un totale di quasi 1800 registrati:

  • General Managers
  • IT Managers
  • Direttori Marketing
  • Imprese ICT, Università e poli tecnologici, associazioni di categoria
  • Istituzioni finanziarie
  • Incubator
  • Media
  • Opinion maker e influencer.

 

Modalità di iscrizione

  • Via Fax, inviando la scheda di iscrizione al numero 0228457.313
  • Via Internet

La partecipazione è gratuita ma subordinata all'invio della scheda di registrazione e alla ricezione di una conferma da parte della Segreteria Organizzativa IDC.

La lingua ufficiale della conferenza è l'italiano. Per gli interventi di lingua inglese è previsto un servizio di traduzione simultanea.

Per ogni informazione
Segreteria Organizzativa, IDC Italia – Italy Conference Group, Viale Monza 14, 20124 Milano
Telefono 0228457.354 - Fax 0228457.313
email: infoevents@idc.com

Se sei interessato a sponsorizzare l'evento contatta la nostra segreteria organizzativa al n. +39 0228457.354 o inviando invia una email all'indirizzo infoevents@idc.com.

 
 
 

Il Progetto BRANDFORUM.IT

Post n°114 pubblicato il 18 Marzo 2009 da comunytation2.0

Negli ultimi vent'anni, l'importanza della marca in tutti i settori del consumo e del commercio è sensibilmente cresciuta: da variabile di marketing, la marca è diventata una vera e propria invariante strategica della comunicazione aziendale.

Brandforum.it nasce come luogo di osservazione e raccolta di tutti i fattori che ruotano intorno al mondo delle marche: ricerche e indagini accademiche svolte a livello nazionale e internazionale, materiali e informazioni provenienti dal mondo aziendale.

Brandforum.it vuole essere un punto d'incontro tra la ricerca scientifica che si occupa di branding e le realtà aziendali. Per questo l'abbiamo concepito come un luogo di confronto e di scambio dotato di forte interattività, che nasce per nostra volontà ma si anima e cresce anche grazie al vostro contributo, di studiosi e di professionisti. Ci proponiamo di catalogare tutti i vostri interventi, tutte le informazioni, tutto il materiale bibliografico di cui siamo in possesso e tutte le case history che ci invierete. My mission is your mission.

Brandforum.it non ha finalità commerciali ma solo divulgative ed è sostenuto dalla libera e volontaria partecipazione di noi fondatori e di voi visitatori. I suoi aggiornamenti sono a-periodici.

Tutti i materiali presenti sono disponibili per la consultazione da parte dei suoi visitatori. La redazione si scusa per le eventuali omissioni in fatto di diritto d'autore ed è disponibile a riconoscere le fonti non citate.

Testi, immagini, filmati e loghi sono © e TM dei rispettivi proprietari; ove non espressamente indicato, sono di proprietà di Brandforum.it © (2001). Tutti i diritti sono riservati.  


La redazione di Brandforum.it

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Il network di Brandforum.it

Brandforum.it nasce nel 2000 da un'idea di Patrizia Musso ed è on line dal 2001, con l'intento di veicolare e promuovere la cultura del brand senza scopi commerciali, attraverso uno sguardo il più possibile obiettivo e multidisciplinare.

Con il giugno 2005 la redazione, in origine composta da un gruppo di giovani ricercatori universitari milanesi, viene ristrutturata per diventare un network flessibile e dinamico.

Fanno oggi parte di Brandforum.it: docenti e ricercatori rappresentanti non solo dell'area milanese ma di diverse realtà universitarie italiane; alcuni giovani esponenti della realtà professionale del settore.

Costituiscono l'attuale redazione: Patrizia Musso (Università Cattolica di Milano), Gabriele Qualizza (Università di Gorizia), Lia Zarantonello (Università Bocconi di Milano), Francesca Donatacci (Università Cattolica di Milano), Cristina Villa (Agenzia di Pubbliche Relazioni JB Cumberland, New York), Elisabetta Sala (Agenzia di pubblicità Young&Rubicam, Milano), Monica Crippa (Università Cattolica di Milano)

Continuano poi le collaborazioni con laureandi e neolaureati italiani, ma anche con una serie di Guest, professionisti del mondo del brand e della comunicazione, che operano sul fronte internazionale; si acquisiscono nuove partnership con esponenti di imprese, realtà aziendali nazionali e internazionali, portali di marketing e comunicazione.

 

 

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Il marketing dei luoghi e delle emozioni

Post n°113 pubblicato il 17 Marzo 2009 da comunytation2.0

Per gentile concessione di Brandforum.it

Il legame tra le persone e i luoghi è sempre stato un complesso di percezioni e di emozioni, una relazione caratterizzata dall'affettività e dai sentimenti e non semplicemente dagli aspetti economici e materiali. Oggi tuttavia il quadro sta cambiando. Città, new media, cattedrali dello shopping, strutture per il tempo libero: gli spazi in cui passiamo gran parte della nostra vita quotidiana si trasformano in nuovi e straordinari luoghi di comunicazione e di apprendimento. Diventano essi stessi "marche", "storie", "media interattivi", "narrazioni". E' un processo che suggerisce nuovi ed inediti rapporti tra il marketing, il design, la creazione di eventi e di interfacce, le emozioni.


Il libro di Francesco Gallucci ruota attorno a una domanda di grande attualità: è possibile valorizzare le emozioni per progettare gli spazi e per fare marketing del territorio?
Oggi i luoghi diventano dispositivi comunicazionali: intercettano flussi di persone, li orientano e li coinvolgono attraverso stimoli e richiami di varia natura ed efficacia. Sono infatti entrati in crisi i modelli di vita basati sul predominio dell'occhio, sull'immagine e sulla pura sensibilità visiva. E si afferma un diverso sistema di assimilazione della realtà, centrato sull'intelligenza emotiva e sulla convergenza festosa dei sensi: si scopre che le cose hanno un gusto, un sapore, un profumo e una consistenza materica, oltre che naturalmente una forma ed un colore. Prendono corpo su questo terreno nuove occasioni di incontro fra le persone e i luoghi, cementate da passioni e da sentimenti condivisi.

Sullo sfondo si avverte la riscoperta dell'estetica, che ridiventa capacità di percepire con tutti i cinque sensi: il corpo, con la sua storia e con le sue trasformazioni, riacquista diritto di cittadinanza, diventa l'unità da cui partire per misurare il benessere e la qualità della vita.
Consideriamo i luoghi dello shopping: l'analisi si arricchisce di nuovi contenuti, che fanno riferimento alla dimensione ludica, edonistica e ricreativa. L'accento si sposta sull'atmosfera del punto vendita, evidenziando il ruolo svolto dalle sollecitazioni ambientali. Si scopre così che un luogo emotivamente più ricco e coinvolgente non solo incrementa la soddisfazione del cliente, ma riesce anche a dilatare il tempo trascorso all'interno del negozio, l'entità complessiva della spesa, la propensione al riacquisto. Lo spazio dell'intermediazione commerciale assume così il ruolo di "gancio" narrativo: diventa un albero con tanti rami, ai quali "appendere" racconti, ricordi di viaggio, emozioni e desideri, sollecitando la partecipazione attiva dell'interlocutore. Lo stesso fenomeno di trasformazione interessa i cinema, le grandi stazioni, i centri commerciali, le strade del centro città e, entrando nella dimensione virtuale, Internet e il web 2.0: la sfera emozionale diventa una delle principali chiavi di lettura del design e del marketing contemporanei.

Tutto ciò presuppone il confronto con la centralità acquisita dal consumatore, non più inteso come individuo isolato, ma come persona inserita in una rete di contatti e di relazioni: un cliente "centauro", capace di muoversi con grande agilità sulla scacchiera del mercato, informato e oculato nelle scelte, attivo e partecipativo. Un soggetto orientato alla soddisfazione di bisogni di natura profonda, che riguardano la sfera emotiva e le relazioni con gli altri, ma anche la ricerca dei valori, accompagnata da una crescente domanda di qualità ed eticità.

 
 
 

Lo sviluppo di nuovi mercati in periodo di crisi

Post n°112 pubblicato il 17 Marzo 2009 da comunytation2.0

di innovazione tecnologica e, nonostante basti un click per spostarci da una parte all'altra del mondo, in fatto di sviluppo del business si continua a ragionare con la logica dei pastori nomadi, "fin che ci son frutti" e profitti si rimane, poi quando non si ottengo più i risultati sperati, si comincia a pensare ad altro...

E' per questo che negli ultimi 12 mesi ( di crisi mondiale) il mondo della consulenza strategica, per la media impresa, in particolar modo, sta vivendo un momento di gloria. E' per questo che a chi mi chiede "come va?" immaginando già lacrime e dispiaceri, rispondo (sottovoce): "molto bene!"...

...e sì, la consulenza strategica è anticiclica, ma lo è non perché ha un senso esserlo, ma perché quasi tutti si mettono a pensare a come sviluppare meglio il proprio mercato o a come entrare in nuovi mercati, quando le cose si metton male e la pipeline commerciale comincia a svuotarsi!

Siccome lo so che per molti è così, è inutile dirvi che dovevate pensarci nei periodi di gloria a come sviluppare e solidificare il vostro business, meglio e meno irritante per voi darvi un paio di consigli su come muovervi ora se la vostra idea è quella di mettervi alla caccia di nuovi lidi fuori dal vostro classico "campo" d'azione:

Il giardino del vicino raramente è più verde. In questi periodi le prove posson costar caro, studiate bene il mercato e i competitors con cui dovrete confrontarvi con la vostra nuova idea, tempo e € risparmiato con un approccio superficiale possono trasformarsi in un grande buco dopo...
State dove siete se è la liquidità il problema. Consiglio ovvio, se avete problemi di cash flow seri dimenticatevi di uscire dal vostro "campo" ci voglion € e risorse, concentratevi sul core business e sul miglior asset che avete in mano: i vostri clienti, anche loro sono in crisi, pensate a come dargli valore, per farli vender di più, otterrete risultati anche per voi...
Ragionate a medio periodo, comunque. Lo so, lo so che i Clienti li avete bisogno ora, ma, tranne rari casi, è ben difficile entrare in un nuovo mercato (o lanciare un nuovo prodotto) conquistando numeri rilevanti nei primi 12 mesi...quindi una strategia di prospect generation per il vostro core business va comunque trovata...

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Prodotti ibridi: innovando sul divano-letto

Ing. Simone Lovati
Consulente in marketing strategico, presidente e socio co-fondatore di ADVBOUCLE & PARTNERS Consulenti marketing

 
 
 

Come adottare più brand all'interno della stessa impresa

Post n°111 pubblicato il 16 Marzo 2009 da comunytation2.0

18/2/2009

Nella nostra società veniamo costantemente informati della nascita di nuovi brand o ne conosciamo di nuovi grazie alla loro massiccia presenza nella vita quotidiana.

Spesso però siamo incapaci di ricostruire le eventuali relazioni che esistono tra i brand e tra brand e corporate.
Come è possibile codificare attraverso dei modelli l’architettura di queste relazioni? Possiamo sviluppare una serie di casistiche:

  • CORPORATE NON COINCIDE CON IL BRAND
  • CORPORATE COINCIDE CON IL BRAND
  • CORPORATE NON COINCIDE CON IL BRAND MA E’ DECLINATO
  • CORPORATE COINCIDE IN PARTE CON IL BRAND

CORPORATE E BRAND NON COINCIDONO

Un caso tipico è Unilever: l’impresa ha fatto della politica del one brand - one product la sua filosofia di branding, essendo presente con diverse marche in molte categorie di prodotto, ciascuna con uno specifico e ben distinto posizionamento e senza mai presentare il nome della corporate. L’impresa è presente in un solo mercato e cercherà di diventare leader nella categoria di prodotto senza legare il nome dell’impresa a nessuno dei segmenti che serve.

I vantaggi di questa tipologia di politica

Possibilità di entrare in nuovi segmenti senza necessariamente spendere il nome della corporate.
Questo porterà una libertà pressoché totale di entrare in nuovi mercati, evitando che eventuali fallimenti minino la credibilità della corporate e con essa quella dei restanti brand del portafoglio.

Anche Procter & Gamble può essere citata ad esempio; infatti, introduce sul mercato verso la fine dell’800 il sapone Ivory, poi è entrata in altri segmenti, mantenendo le identità separate: dal detersivo (tra le altre Dreft, Tide, Dash) al dentifricio (Crest) alle patatine (Pringles).

PROCTER & GAMBLE
Dash
Pampers
Ivory
Ace
Pringles

Relazioni vantaggiose nel rapporto con i distributori.
Infatti, lo spazio che questi destina all’impresa dipende dal numero di forti marche che questa presenta; se una marca si propone sul mercato con molti prodotti, il dettagliante soddisferà la sua esigenza di tenere il brand tra gli scaffali trattando solo alcuni di questi; mentre nel caso di un brand per prodotto, l’impresa riuscirà a spuntare più spazio a livello di portafoglio.

I principali aspetti negativi sono innanzitutto in termini economici

La corporate nella fase di lancio di un nuovo brand-prodotto deve necessariamente sostenere degli alti costi per gli investimenti in pubblicità e promozioni.

Inoltre, se l’indipendenza tra marche-prodotti evita i rischi di associazioni secondarie negative, annulla anche i potenziali benefici per i brand che potrebbero derivare dal successo di uno di questi. Se una marca del portafoglio riscuote molto successo sul mercato, le altre non ne beneficeranno perché entrambe si presentano senza riferimenti alla loro origine comune.

La corporate dovrà anche fare i conti con i distributori che opporranno resistenze in quanto poco propensi a tenere sugli scaffali in negozio delle marche dal futuro ancora da costruire in quanto praticamente sconosciute al consumatore.

I distributori, in quanto addetti ai lavori, hanno una buona conoscenza della corporate che si cela dietro i brand commercializzati, che pertanto saranno sensibili ai successi e fallimenti delle marche del produttore.

La saturazione di molti mercati rende infine sempre più difficoltoso il lancio di nuove marche.

CORPORATE E BRAND COINCIDONO

Con questo tipo di architettura, un unico brand sostiene i prodotti in mercati diversi, e ciascun prodotto ha la propria comunicazione e la propria promessa.

Illy caffè, caso di corporate/brand/prodotto, Yamaha è un brand forte e credibile nel settore motociclistico così come in quello degli strumenti musicali; Philips commercializza con il suo marchio hi-fi, computer, altra elettronica di consumo e componenti elettrici.

The company brand is the future diventando un capitale di valori per il consumatore, basti pensare a brand come Harley Davidson capaci di costruire un mondo relazionale generatore di un universo sociale e ideologico.

Principali vantaggi

Tutti i prodotti possono fare leva sulla notorietà dello stesso brand e godere di economie di scala a livello internazionale.
Nel caso di ingresso in nuovi mercati, l’elevato livello di brand awareness potrebbe rivelarsi preziosissimo per penetrare distributori e consumatori senza il dispendio di risorse necessario a costruirla.

La notorietà del brand può addirittura essere sufficiente ad avere successo in settori piccoli o dove sono richiesti pochi sforzi pubblicitari e di marketing in generale.

Principali svantaggi

Difficoltà a slegare la polarizzazione del consumatore su nuovi segmenti di mercato.

Possibili ricadute negative del fallimento di un prodotto in un mercato/settore su tutta la corporate.

CORPORATE FUNGE DA SORGENTE DI BRAND DECLINATI

E’ una strategia simile a quella ad ombrello, con la differenza che i prodotti hanno il nome della corporate declinato e non sono più denominati genericamente.

A prevalere, nell’equilibrio tra i due nomi, è quello del source brand: il nome del prodotto porta il contributo della sua individualità al servizio del nome del brand principale, che resta dominante.

Un esempio è Virgin Group di sir Richard Branson.

VIRGIN GROUP
Virgin Records
Virgin Atlantic Airways
Virgin Play
Virgin Cola
Virgin Resort e Hotel

Questa marca è un notevole esempio di come un brand può essere esteso, dai prodotti di registrazione ai voli aerei, agli abiti da sposa, mantenendo però benefici su tutti i segmenti sui quali è stato declinato.
La corporate risulta vincente in questa politica quando rappresenta uno stile di vita condiviso dai prodotti proposti ai mercati.

La corporate che sceglie questa strategia dovrà essere abile nel gestire i due ruoli e, inoltre, dovrà cercare di portare al consumatore due differenti livelli di profondità: il brand di livello gerarchico più basso arricchirà il significato della corporate con il proprio, che deve attrarre il segmento a cui è destinato.

Uno degli aspetti più critici, appunto, è quello del rispetto dell’identità della corporate sorgente, che definisce i confini da rispettare: i nomi del prodotto, per esempio, dovranno appartenere al campo semantico del brand sorgente e contenere nel proprio l’attribuzione della specificità del brand.
Questo potrebbe innescare una problematica legata al vincolo che si ha di legare troppo il brand al reale, senza concedergli la possibilità di proiezione nell’immaginario. Chiamarsi “Virgin Atlantic Airways” è sicuramente meno intrigante del nome “Volare”.

Qualora si voglia dare più libertà alla marca di livello gerarchico più basso, converrà adottare una strategia di endorsing brand, che potrebbe consistere nel collegare il nome della corporate al brand attraverso un “by”. Esempi di questa relazione potrebbero essere i profumi legati alle fashion company, (Eternity by Calvin Klein) o gli stilisti legati alle aziende di moda Guess by Marciano.

CORPORATE E BRAND COINCIDONO IN PARTE
E’ il caso di Coca-cola. La corporate Coca-cola Company ha tra i sui brand non solo il famoso brand di Atlanta, ma tante altre bevande quali Fanta, Sprite, Minute Maid, Oasis….

COCA COLA COMPANY
Coca Cola
Sprite
Fanta
Oasis
Minute Maid

Esiste quindi la possibilità per la corporate di essere brand di se stessa e corporate per altri brand.

Realizzato da Paolo Meroni,
consulente network ADVBOUCLE & P.
www.advboucle.com

 
 
 

E-Tourism

Post n°110 pubblicato il 16 Marzo 2009 da comunytation2.0

Il turismo ha trovato nel web il principale strumento di relazione tra utenti, aziende e territorio. Trovare informazioni utili, programmare un viaggio, prenotare i mezzi di trasporto o la location per la propria vacanza sono attività che per oltre il 50% dei casi si decidono in rete.

Con gli articoli di questa sezione cercheremo di: capire meglio il fenomeno e-tourism; conoscere e approfondire gli strumenti e le tecniche di web marketing più efficaci e utili per fare business mirato al turismo nel web; approfondire le soluzioni che permettono alle strutture turistiche di acquisire nuovi clienti. Con un occhio di riguardo al principale driver che permette di realizzare le relazioni: i motori di ricerca.

Studio Cappello curerà tale sezione. Lo Studio è una delle principali agenzie italiane specializzata nella promozione dei siti web e in particolare nel Search Engine Marketing.

Nel settore turistico ha acquisito importanti esperienze potendo seguire nella loro attività di sviluppo e promozione online moltissime strutture e aziende, dai singoli alberghi ai portali di booking internazionali e tour operator oggi leader nel loro settore.

L’abilità degli specialisti dello Studio, riconosciuta pubblicamente dagli attori del settore e da Google quale AdWords Qualified Company, permette ai suoi clienti di avere un supporto completo per la realizzazione di efficaci strategie di promozione online tramite:

- Consulenza al cliente mirata alle sue specifiche esigenze
- Il posizionamento dei siti web per una alta visibilità nei motori di ricerca
- Gestione di campagne di keyword advertising con alti ROI
- Interventi strategici per il decollo delle conversioni degli utenti in clienti
- Miglioramento dell’efficacia della comunicazione del sito web

 
 
 

Landing Page: più clienti dalle campagne AdWords

Post n°109 pubblicato il 16 Marzo 2009 da comunytation2.0

AdWords è il principale strumento con cui hotel e strutture turistiche propongono le loro offerte online.

Ma far arrivare gli utenti al proprio sito web non è sufficiente. Affinché tali utenti facciano azioni predeterminate, come la compilazione di una richiesta informazioni o l’invio di una email o il booking, è necessario che le informazioni che trovano nella “pagine di atterraggio” rispondano nel miglior modo possibile alle esigenze che la query nel motore di ricerca esprime.

Le landing page assolvono a tale funzione. Da Wikipedia (estrapolato):

Nel web marketing, la landing page è la specifica pagina che il visitatore raggiunge dopo aver cliccato un link apposito o una pubblicità. Spesso, questa pagina mostra contenuti che sono un'estensione del link o della pubblicità, oppure la pagina è ottimizzata per una specifica parola chiave (keyword) o frase per "attrarre" i motori di ricerca (…).

Una landing page è spesso personalizzata per campagne pay per click in modo che il suo contenuto sia il più "verticale" possibile, più vicino possibile a quanto cercato sul motore di ricerca(…).

L'obiettivo di una landing page è fare in modo che quanti più navigatori (misurati come utenti unici) arrivino sulla pagina e facciano azioni obbiettivo; l'indice di efficienza viene chiamato tasso di conversione (Conversion Rate, "CR").

Una volta che l'utente arriva in una pagina del sito web è quindi necessario che trovi immediatamente le informazioni che cerca, e che i contenuti che legge lo “spingano” a fare azioni propositive rispetto gli obiettivi che l'azienda persegue.

Ecco 10 utili suggerimenti (ripresi da un mio storico articolo) per creare landing page ben fatte, ricordandoci che è solo con l'esperienza e il test delle stesse che si affinano i risultati e le strategie imparate con la teoria:

  1. INFORMARE
    Cerchiamo di fare in modo di immedesimarsi nelle esigenze che l'utente ha quando fa una ricerca sulla parola chiave associata al nostro business, e facciamo in modo che trovi subito le informazioni che cerca, in modo chiaro ed esclusivo.
  2. ESSERE CREDIBILI
    Occorre conquistare la fiducia dell'utente affinché esso si fidi di chi ha davanti. Ad esempio, se quello che gli viene offerto viene descritto come l’offerta" migliore" bisogna spiegare il perché di tale asserzione, magari anche utilizzando testimonial, menzioni, certificazioni, recensioni di terze parti.
  3. ENFATIZZARE IL SERVIZIO
    Se lo scopo è vendere un servizio, esempio un pacchetto viaggio, dobbiamo esaltarlo enfatizzandone in evidenza i punti di forza (uno o pochi), rimandano a posizioni marginali della pagina o ad altra pagine la descrizione completa delle caratteristiche. Soprattutto se il prodotto è un servizio intangibile per sua natura come il viaggio o la vacanza, cerca di "concretizzarlo" agli occhi dell'utente con immagini o foto accattivanti. Poche ma incisive.
  4. PROVA DI EFFICACIA
    Cercare per quanto possibile di dimostrare agli utenti l'efficacia del prodotto (case history, filmato, versione prova...); dargli garanzie per minimizzare i rischi (esempio in caso di insoddisfazione)
  5. TEMPORALIZZARE LE DECISIONE
    Se possibile, è utile fissare dei tempi stretti entro cui far prendere decisioni all'utente, in modo da "spronarlo" ad agire., magari pensando ad una esclusività e unicità dell'attuale offerta in corso.
  6. CREARE STIMOLI
    Se l'utente percepirà immediatamente dei "benefici" immediati alla sua vita, sarà molto propenso ad agire. Presentare un’offerta viaggio facendo sognare l’utente di come si sentirà durante o dopo averla vissuta è giau n buon punto di partenza su cui far agire la propria creatività.
  7. ANTICIPARE OBIEZIONI
    Tanto più si è in grado di prevedere le possibili obiezioni dell'utente, tanto più occorre dare loro informazioni anticipatrici di tali obiezioni. Potrebbe essere utile enfatizzare le obiezioni più comuni o realizzare una sezione ad hoc dedicata a tali tipo di informazioni
  8. PERCORSI GUIDATI
    Non lasciamo che l'utente si perda nel sito o faccia percorsi errati e fuorvianti rispetto l'obiettivo che si vuole raggiungere. Limitiamo i link a quelli che vogliamo far realmente seguire, e facciamo navigare l'utente su percorsi dove la scelta è "controllata" (dove sappiamo prevedere cosa accade in caso di scelte con più opzioni). Molto spesso questo significa ripensare anche all'usabilità del sito web, o alla necessità di creazione di siti web dedicati a singoli prodotti o servizi. Normalmente le landing page si chiudono con un form e non hanno rimandi “esterni”
  9. COMUNICARE CON IL SINGOLO
    Tanto più l'utente si sente coccolato e al centro dell'attenzione, tanto più risponderà affermativamente. Tecniche per ottenere questo risultato sono: usare il TU; creare percorsi di comunicazione in base ai profili; mantenere la comunicazione con l’utente anche dopo la sua visita al sito tramite ad esempio l’email.
  10. SCRIVERE PER IL WEB
    La scrittura per il web è altra cosa dalla scrittura per la carta. Ma in pochi sembrano ricordarselo. Alcuni punti su cui puntare attenzione sono:
  •  
    •  
      • esporre subito i concetti principali, possibilmente gia nel titolo e nel sottotitolo ad inizio pagina
      • esporre solo successivamente i dettagli “tecnici” cercando di essere molto sintetici
      • paragrafi brevi e separati da interlinea
      • occhiello di richiamo e neretto sui concetti fondamentali su cui focalizzare l'attenzione

Questi sono suggerimenti generici e semplici da cui partire per la creazione della landing page. Oggi esiste una vera e propria disciplina facente riferimento alle landing page e al persuasive copywriting

In rete si possono trovare molti libri interessanti e utili al riguardo. In particolare consiglio Landing Page Optimization per iniziare.

Qualche bell’esempio di analisi di landing page invece lo trovate in copyblogger. Qui qualche altra landing da cui prendere spunto. E in davechaffey.com qualche altro bel consiglio per ottenere la Landing Page Perfetta.

Andrea Cappello
Studio Cappello - web marketing e search engine marketing
Search Advertising – il mio blog

 
 
 

Estetiche virali: fumetti cattivi

Post n°108 pubblicato il 15 Marzo 2009 da comunytation2.0

Fonte Mymarketing.it

Ricordate i pomeriggi dopo-doposcuola con gli innocenti e divertenti cartoni animati di una volta? Hanno riempito di gioia e illusione i vostri occhi nell'età fanciullesca? Dimenticateli!
Pensate piuttosto a quando si rimbalzava, col telecomando in mano, tra le piccole reti private locali in cerca di Ken il Guerriero o Lamù. È lì che ci accorgemmo per la prima volta che i cartoon non proprio corretti e convenzionali ci piacevano molto di più.
Le prime avvisaglie di questo cambiamento si ebbero quando le edicole cominciarono a riempirsi di manga giapponesi e quando capitò che un bel giorno anche i supereroi americani si ruppero le palle di essere sempre duri e puri e macchiarono le loro linde tutine da “femminielli” con fango e sangue. Allora Batman cadde in depressione, Spiderman ebbe le crisi di coscienza e Superman prese a scippare le vecchiette che uscivano dalle poste. Ok, forse le cose non sono andate proprio così, ma si avvertiva che qualcosa di strano stava avvenendo, soprattutto quando apparvero vere e proprie opere d’arte come Watchman di Alan Moore e Sin City di Frank Miller fantastiche e così poco rassicuranti. Fu così dunque che si scombussolò completamente l’idea che i fumetti fossero solo intrattenimento per bambini e adolescenti brufolosi.
Ora, mentre Eric Cartman di South Park è il mito di ogni ragazzino, i Simpson sono un po’ nostri vicini, e The Family Guy è il sostituto deviato dei Robinson, in rete fioriscono sempre più numerosi i webcomics, strisce pubblicate con cadenza regolare da autori non proprio “sani di mente”. Niente di veramente eccezionale fin qui, se non fosse che questi fumetti trattano di argomenti molto spesso adatti solo ad un pubblico adulto e nemmeno tanto “normale”. Sono sboccati, violenti, stupidi e bizzarri. Forse qualcuno potrà trovarli niente affatto divertenti e addirittura volgari e diseducativi… beh questo qualcuno è una persona “trista e noiosa” (come direbbe il poeta.. chi, boh!). Diciamo la verità, i fumetti cattivi e scorretti fanno ridere… e molto!
Dunque per chi non ne può più del buonismo disneyano e dei finali con la morale troppo zuccherosa, ecco una lista di alcuni webcomics veramente brutti, sporchi e cattivi:

 


Schlock Mercenary -  È un webcomic di Howard Tayler che segue le avventure di Tagon's Toughs, una banda di mercenari dello spazio che risolvono la maggior parte dei loro problemi attraverso la violenza e grazie ad una potenza di fuoco veramente spropositata. Il personaggio principale, Sergeant Schlock, è un amorfo carbossilico che somiglia un po’ ad un mucchio di  merda con gli occhi e ha la passione per le armi di elevato calibro.


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Questionable Content -  La storia si incentra su Marten, studente appassionato di indie-rock che condivide l’appartamento con Pintsize, un computer antropomorfizzato o "Anthro-PC" e  Faye, una ragazza con un senso dell’umorismo a dir poco irritante, un discreto amore per l’alcool e alcune storie passate che riguardano il padre. Dora è la ragazza di Marten, una gothic-girl che ama il metal ed è il capo di Faye al "Coffee of Doom", un coffee shop. Mentre le prime strip si basavano in buona parte su battute legate alla musica indie o alla tecnologia, col tempo è cresciuta la componente interpersonale, rendendo QC una sorta di sitcom umoristica sui generis. Anche sotto l’aspetto grafico la striscia si è evoluta molto negli anni. Dai disegni scarni e un po’ grezzi degli esordi Jeph Jaques, l’autore del fumetto, ha affinato notevolmente il tratto, concedendosi qualche interessante sperimentazione (pur rimanendo legato al disegno digitale). Linguaggio per adulti, battute sul sesso e sui fluidi corporei e tutte le storie e le angosce dei venti-e-qualcosa anni sono presentate qui in modo sapiente.

 

 
 
 

Shop Dropping e Guerrilla Art

Post n°107 pubblicato il 14 Marzo 2009 da comunytation2.0
 

Sarebbe troppo semplicistico chiamarla guerriglia da scaffale, troppo generico esproprio proletario del senso, troppo poco specifico parlare di improvviso desiderio di sovvertimento soddisfatto all’istante, questo post parla di shop-dropping, che è qualcosa di più e diverso da tutto questo.

 

Si entra destando poco sospetto in un tranquillo supermarket di città, tra casalinghe su tacchi risuonanti e commessi dalla barba rada. Si vaga tra gli scaffali, toccando la merce come ad una fiera visitata per assenza d’altro. Si punta l’obiettivo-lattina su cui “agire”. Si preleva la lattina in vendita sugli scaffali del supermarket e se ne cambia l’etichetta, trasformando il senso della marca, riempiendo di significati altri l’atto dell’assistere passivo allo spettacolo della merce ormai ripetitivo e povero di sensazioni. Completata l’operazione di rivestimento-trucco della marca, si rimette tutto al proprio posto, aspettando lo scoppio della stimolazione visiva nella mente del consumatore

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Lo shop-dropping è la sfida che hanno lanciato un gruppo di artisti della culture jamming stanchi dell’“etichettamento” delle coscienze e delle “inscaffalatura” del gusto per invertire i canoni della società in nome di un’azione di sabotaggio culturale.

  

Alle spalle vi è promozione artistica, ma anche spirito civico di risveglio delle coscienze e semplice atto di goliardia strafottente verso quella colonizzazione di spazi e modi d’espressione che sembra aver contagiato la nostra era.

 

 

Ma è anche un atto d’accusa contro l’arte contemporanea, sempre più appoggiata sulle spalle della commercializzazione e poco libera al di là dei confini della creatività striminzita delle mostre-mercato.
Ed è qui anche la differenza forte di questa azione di marketing virale rispetto alla semplice guerriglia sabotatrice dei movimenti no-global: qui parliamo di un’esplosione creativa libera da incastri commerciali e consumistici, di qualcosa che assieme alla disapprovazione fonde la proposizione, assieme alle macerie indica la strada per una creazione costruttiva.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ryan Watkins-Hughes, il writer Banksy o Zoe Sheehan Saldana sono i maggiori esponenti dello shop-dropping. In Italia le azioni latitano, ma l’aria è pronta…

 
 
 

GeoMarketing

Post n°106 pubblicato il 14 Marzo 2009 da comunytation2.0
 

Il GeoMarketing prevede l'utilizzo della geografia per rendere più efficaci ed efficienti i processi decisionali e le attività relative al Marketing, alla Vendita, alla Distribuzione, alla Comunicazione e al Servizio ai clienti.

Attraverso il Geomarketing, le imprese valorizzano la dimensione spaziale di numerosi dati, continuativamente prodotti da varie fonti informative, interne ed esterne.
In quest'ottica, la sequenza informativa diviene: CHI + FA COSA + DOVE. Le prime due informazioni si legano al territorio in cui si producono e assumono una dimensione all’interno del processo decisionale. Il "Dove" può assumere significati differenti a seconda dei decisori, come:

-dove risiedono o lavorano i clienti attuali e potenziali
-dove conviene aprire un punto vendita
-dove ottimizzare la rete di venditori/agenti
-dove è possibile migliorare il giro visita
-dove concentrare le attività di marketing locale/ direct marketing
-dove localizzare i centri di assistenza …

 
 
 

CRM e Loyalty Management

Post n°105 pubblicato il 14 Marzo 2009 da comunytation2.0

Il CRM è l’insieme di strategia, processi, cultura e tecnologia, che consente alle organizzazioni di incrementare le performance ed aumentare il valore attraverso una migliore comprensione dei bisogni dei clienti.

Il CRM non è solo tecnologia, benché essa rappresenti un importante fattore abilitante; non è solo attività di marketing, poiché coinvolge tutta l’organizzazione in un cambiamento fondamentalmente di tipo culturale. Il CRM sposta il focus da una concezione del mercato trainata dal prodotto/servizio a una guidata dal cliente: il Customer Focus. Benché si parli da tempo della necessità di un forte orientamento al cliente, molte aziende faticano ancora a tradurre questo concetto in strategie, piani di azione, budget, processi, modus operandi, azioni giornaliere. I benefici per l’azienda che implementi un sistema di CRM e Loyalty management sono estremamente rilevanti:

  •  Aumentare il fatturato :
    a. Azioni di cross-selling e up-selling
    b. Aumentare il numero di clienti, in particolare i più profittevoli
    C. Aumentare il tasso di retention dei clienti
  • Ridurre i costi:
    a. Ridurre il ciclo di vendita
    b. Ridurre i tempi delle interazioni con i clienti
    c. Aumentare l’efficacia delle azioni di marketing o ridurre le spese di marketing non focalizzate sui clienti profittevoli
  • VALUE LAB è una società di consulenza di management e IT solutions, specializzata nelle aree di Marketing, CRM, Vendite e Retail. Integra competenze di management, approcci di Geomarketing, tecniche di Data Mining, conoscenza e utilizzo di fonti informative e basi dati, utilizzo mirato dell’Information Technology.
    VALUE LAB supporta le Aziende nell’obiettivo di essere “Customer focused” e di sviluppare cultura, competenze, processi e tecnologie per operare in termini di Micromarketing.

    La missione di VALUE LAB è aiutare i clienti ad affrontare i processi decisionali con un approccio razionale e oggettivo che permette di ottenere:

  • Miglioramento della performance commerciale
    -Aumento dei ricavi
    -Ottimizzazione dei costi di Marketing e Vendita 
    -Contenimento dei rischi
  • Rafforzamento della competitività
    -Posizionamento competitivo
    -Risorse e competenze aziendali
 
 
 

STOGEA

Post n°104 pubblicato il 14 Marzo 2009 da comunytation2.0

 

STOGEA è una business school specializzata in master, corsi, consulenza ed altri servizi per lo sviluppo della cultura d’impresa; fortemente orientata all’innovazione, attenta ai mutamenti degli scenari, Stogea è oggi azienda di riferimento nel settore della formazione manageriale.

Executive Master in Marketing, Comunicazione d’Impresa e Relazioni Pubbliche

Master
28 marzo e 9 maggio,
Bologna e Roma

20 incontri al sabato
Bologna , 28 marzo 2009
Roma, 9 maggio 2009

Il Master, rivolto a Direttori e Collaboratori dell'area marketing, comunicazione e commerciale, Imprenditori, Consulenti ed Advertising Specialist, ha tra i suoi obiettivi fondamentali quello di formare professionisti in grado di inserirsi con successo nell'area della comunicazione aziendale, prediligendo le attività di relazioni pubbliche, in una dimensione integrativa degli strumenti di cui la strategia di comunicazione può disporre. Gli ambiti di inserimento potranno essere le aziende, così come le società di consulenza e le agenzie specializzate nell'ambito delle pubbliche relazioni e della comunicazione integrata.
Il corso si prefigge di trasferire contenuti e massima operatività, saperi teorici e pratici, finalizzati all'acquisizione di competenze (metodi, tecniche e strumenti), sempre più richieste dalle aziende e dalle società di consulenza più moderne ed evolute, sotto il profilo tecnologico e organizzativo.



 
Brochure (file .pdf 562 Kb)

Executive Master in Marketing, Comunicazione d’Impresa e Realazioni Pubbliche
 
 
 

ACCADEMIA ADICO

Post n°103 pubblicato il 14 Marzo 2009 da comunytation2.0

 

La Mission dell'ACCADEMIA ADICO è quella di coinvolgere i manager nell'assumersi la responsabilità di crearsi un "Piano di Formazione Personale" nel quale, identificati i reali bisogni, pianificare il proprio percorso formativo per essere più competitivi sul mercato.
Il Programma dell'ACCADEMIA ADICO è quello di individuare prodotti formativi, realizzati in collaborazione con le principali Società di Formazione italiane, internazionali e docenti di alto profilo, da inserire nel Piano di Formazione Personale.

Market Basket Analysis per sviluppare il cross/up selling della tua azienda
 
 
 

QUASAR

Post n°102 pubblicato il 14 Marzo 2009 da comunytation2.0

 

L’Associazione QUASAR dal 2002 favorisce interventi finalizzati alla diffusione delle conoscenze teoriche e pratiche necessarie per svolgere ruoli professionali rivolti al primo inserimento, alla qualificazione, alla riqualificazione, alla specializzazione, all’aggiornamento ed al perfezionamento dei lavoratori, in un quadro di formazione permanente.
L’Associazione si rivolge a coloro i quali vogliono puntare sul miglioramento delle competenze e capacità personali e professionali, mettendo in campo tutte le energie necessarie e mirando alla valorizzazione, aggiornamento, specializzazione e qualificazione del capitale umano.

Master in Film - Maker
 
 
 

Business International

Post n°101 pubblicato il 14 Marzo 2009 da comunytation2.0

 

Business International è la società protagonista in Italia dal 1987 nell'ambito della informazione, formazione e consulenza per le aziende. La mission è quella di facilitare la creazione e trasmissione di conoscenze informative, manageriali e tecnologiche nel mondo delle Imprese e della Pubblica Amministrazione.



Social Networking Strategies 2009

Seminario
20 marzo,
Milano

4,7 milioni di iscritti ai social network - circa un terzo delle persone che si connette a internet - solo in Italia.

Oggi siamo di fronte ad un consumatore evoluto, che se non acquista direttamente su Internet, arriva comunque in negozio già perfettamente informato, grazie agli input ottenuti dalla rete e spesso influenzato negativamente o positivamente dalle opinioni espresse su Blog, Forum e Social Network su cui trascorre la maggior parte del tempo di navigazione.

Dai risultati dei più recenti studi emerge come la propensione del consumatore italiano all’utilizzo di Internet sia in continuo aumento con il 63% di fruitori”adulti” (25-54 anni), il target con la maggiore autonomia decisionale nei processi di acquisto. Il 21% dei consumatori considera Internet un’importante quanto attendibile fonte di informazioni nonché “luogo d’acquisto” ottimale e il 27% dei consumatori si orienta sulle opinioni di altri consumatori sulla rete.”

CMO, Web Marketing Manager, Blogger, esperti di Social Networking si incontreranno per discuterne a Milano il prossimo 20 marzo nella prima edizione del “Social Networking Strategies 2009”

Per vedere il programma dell’evento clicca qui

Per iscriversi con sconto riservato a MyMarketing.Net clicca qui



 



 
 
 

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