Impressioni

Agosto moglie mia non ti conosco

UOMINI SPOSATI desiderosi della vacanza in brasile mai fatta, dipendenti dalla partitella del lunedì sera e della pizza del martedì sera, appassionati delle rimpatriate a base di birra e salsicce, azzeccati di pokerini e telesine di natale e pasqua, nostalgici delle nottate alla playstation e delle serate da single in discoteca, 

LA VOSTRA VOCE è STATA ASCOLTATA!!! 

Il marito può andare in vacanza da solo e può anche uscire la sera senza la moglie: non vuol dire che dovrà essergli addebitata la colpa in caso di separazione se la "brutta piega" della vita di coppia è "una manifestazione di disagio"

I mariti possono uscire da soli, la sera, e possono anche trascorrere le vacanze senza la moglie: lo sottolinea la Cassazione - con la sentenza 23071/05 della prima sezione civile, depositata il 16 novembre e qui leggibile tra gli allegati - respingendo il ricorso di una moglie che chiedeva di addebitare la "colpa" della separazione al marito, "reo" di essersi ritagliato qualche spazio di "libertà".
In particolare, la Suprema corte ha confermato che Vittorio S. - un maturo professionista friulano - non merita l'attribuzione di responsabilità del naufragio del suo matrimonio con Annamaria C., in quanto la sua abitudine di uscire da solo la sera e di andare in villeggiatura, talvolta, senza la "dolce metà" non sono indice di una condotta, di per sé, lesiva dei "doveri matrimoniali". Senza successo, infatti, la signora Annamaria si è rivolta ai magistrati di Piazza Cavour per chiedere l'annullamento della decisione con la quale la Corte d'appello di Trieste - nel settembre 2002 - aveva detto "no" alla sua richiesta di addebitare a Vittorio la colpa della separazione, avvenuta dopo venti anni di matrimonio dal quale era nato un figlio, ora studente universitario.
Alla ex moglie non andava giù il fatto che i giudici non avessero tenuto in considerazione, "per violazione del dovere del rispetto", le "condotte" del marito che aveva preso "l'abitudine di uscire da solo la sera, negli ultimi anni prima della separazione". Una "brutta piega", questa, culminata nella partenza solitaria di Vittorio per le vacanze. Ma per i giudici di merito questi atteggiamenti erano solo "manifestazioni di disagio per la vita in comune", un malessere che accresceva l'"esigenza di libertà" dell'uomo. In sostanza, quei comportamenti da single - nei quali ci fu anche spazio per una ammessa infedeltà, condonata dalla moglie - erano frutto del "preesistente stato di crisi coniugale" e, anzi, erano "giustificati" dal deragliamento della vita di coppia con Annamaria. Dunque, nessuna dichiarazione di colpa. E la Cassazione ha concordato sull'esclusione dell'addebito al marito. Perchè - rilevano gli "ermellini" - la ex moglie (caduta anche in depressione per quel marito così insofferente e pronto a prendere il largo) per ottenere la "condanna" a carico di Vittorio (e un assegno di mantenimento più sostanzioso), avrebbe dovuto dimostrare che i comportamenti del partner "erano stati causa della separazione, avendo reso intollerabile la convivenza". Invece Annamaria, prosegue Piazza Cavour, ha solo protestato contro la "minimizzazione, da parte dei giudici di merito, delle violazioni dei doveri coniugali poste in essere dal marito". Peraltro - non mancano di notare gli "ermellini" - la signora, tutto sommato, non trovava così "intollerabile" vivere con Vittorio, e le sue abitudini, dato che "si era opposta alla separazione". In conclusione, si può dare un "giudizio di valore" sul bisogno di Vittorio di "riossigenarsi" in libertà, ma non si può andare oltre il disappunto spingendosi in una dichiarazione di addebito. 

 file, stampa,quante copie?

qualcuna me la faccio anch'io.così mi porto avanti col lavoro!!!