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..della poesia..

Post n°6 pubblicato il 16 Agosto 2008 da zackdelarocha30
Foto di zackdelarocha30

La dimensione onirica che costituisce la “cifra” della poesia, che attraversa le situazioni – che, anzi, le “avvolge” – non è il movente della scrittura ma, al contrario, è il risultato a cui la scrittura giunge attraverso un processo di elaborazione concettuale che intende svincolare gli elementi del reale dai contesti cui appartengono per accrescerne il senso e proiettarli in una sfera che possa consentire ad essi di creare  un altro senso.

La poesia, quindi, non è rappresentazione verbale del sogno; è, invece, la realizzazione di una volontà, di una necessità, di un sogno. Perché il sogno (probabilmente soltanto il sogno) è la possibilità dell’estasi, dell’iperbole..

Ogni persona normale ha i propri sogni ad occhi aperti, le proprie fantasie che non confessa perché se ne vergogna o immagina che possano destare negli altri disapprovazione, se non ripugnanza. E’ un concetto già osservato da Freud; questi, nel saggio Il poeta e la fantasia, esprime la propria opinione: “la vera ars poetica consiste nella tecnica per superare la nostra ripugnanza, la quale è certo in stretta connessione con le barriere che si innalzano tra ogni singolo Io e gli altri. Possiamo supporre due mezzi di questa tecnica: il poeta addolcisce il carattere egoistico del suo sogno ad occhi aperti attraverso modificazioni e velature; e ci seduce mediante il piacere dei suoni vocali che lo poesia stessa da al lettore. Il piacere, in tal senso, è di tipo formale, cioè estetico.”

Ora, il conflitto tra vergogna (o pudore) e necessità trova soluzione proprio nella scrittura. Perché è la scrittura che modifica, vela, nasconde, finge, che sradica – cioè – i referenti dal terreno della storia personale, e li amplifica e li dilata nell’infinito dell’immaginario.

Tra cosa e scrittura si determina insomma una distanza che mette in funzione un meccanismo di invenzione e di trasfigurazione che coincide con l’atto poetico.

Ma, soprattutto, la scrittura realizza: realizza il sogno che di conseguenza non è altro che linguaggio, reticolo di segni, ribollìo di senso, esaltazione dell’idea tramutata in forma. E si tratta di un linguaggio costantemente teso verso la metafora, l’analogia, il paradosso, il mito.

Ebbene, dalla “marea” del sogno emerge un’immagine, vorrei dire una visione, una fantasticheria (nell’accezione di idea fantastica) di donna. Più che donna, anzi, di creatura, personificazione di un’entità astratta, fatta di “cielo e di acqua”, fatta di sogno, e scolpita dal desiderio e dalla luce. Di certo esiste soltanto una figura fatta di sogno, creata dal sogno, che assume la forma che il sogno riesce a creare e che è determinata, provocata, quasi, dal desiderio e dal continuo tentativo di appagarlo. E la luce è, con ogni probabilità, simbolo dell’appagamento del desiderio. Tutto si verifica, allora, nell’ambito della sfera mentale; il desiderio è la molla della conoscenza.

Conoscenza di cosa? Di sé, certamente. Questa figura ideale per molti aspetti si presenta come una trasparenza del voler essere. Essa prende le forme di quegli elementi che si agitano nelle profondità della persona che scrive, che condiziona la sua esistenza anche senza manifestarsi.

L’acqua è la parola chiave, il simbolo centrale.

Solo la memoria è “pietrosa”, perché contiene il passato reale; è grumo, pesantezza, fissità, che si oppone al divenire del sogno. La memoria è tutto ciò che non è diventato ancora – o che non diventerà mai – sogno, e quindi levità. E’ storia, misura del tempo, segmento monosemico, contiene il senso dell’inizio e della fine, significa esclusivamente in relazione al vissuto.

Perché la poesia è questa lunga avventura intellettuale che intende rendere esemplare una vicenda mediante la sua trasformazione in sogno; è avventura intellettuale che scommette sulla possibilità di sfuggire alla cristallizzazione della memoria cercando nella poesia la situazione per riprodurre lo stupore. E, probabilmente, soltanto una vicenda d’amore poteva consentire un viaggio continuo tra la mente ed il cuore.

 
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