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LA SPERANZA

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Confidiamo nella Sua Misericodia

 

 

LA CONFESSIONE

Post n°24 pubblicato il 10 Aprile 2008 da Genny.chiesa
 
Foto di Genny.chiesa

IL SACRAMENTO DELLA PENITENZA E DELLA RICONCILIAZIONE

 

296. Come viene chiamato questo Sacramento?

1422-1424

Esso viene chiamato Sacramento della Penitenza, della Riconciliazione, del Perdono, della Confessione, della Conversione.

 

297. Perché esiste un Sacramento della Riconciliazione dopo il Battesimo?

1425-1426
1484

Poiché la vita nuova nella grazia, ricevuta nel Battesimo, non ha soppresso la debolezza della natura umana, né l'inclinazione al peccato (cioè la concupiscenza), Cristo ha istituito questo Sacramento per la conversione dei battezzati, che si sono allontanati da lui con il peccato.

 

298. Quando fu istituito questo Sacramento?

1485

Il Signore risorto ha istituito questo Sacramento quando la sera di Pasqua si mostrò ai suoi Apostoli e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi, e a chi non li rimetterete resteranno non rimessi» (Gv 20,22-23).

 

299. I battezzati hanno bisogno di convertirsi?

1427-1429

L'appello di Cristo alla conversione risuona continuamente nella vita dei battezzati. La conversione è un impegno continuo per tutta la Chiesa, che è Santa ma comprende nel suo seno i peccatori.

 

300. Che cos'è la penitenza interiore?

1430-1433
1490

È il dinamismo del «cuore contrito» (Sal 51,19), mosso dalla grazia divina a rispondere all'amore misericordioso di Dio. Implica il dolore e la repulsione per i peccati commessi, il fermo proposito di non peccare più in avvenire e la fiducia nell'aiuto di Dio. Si nutre della speranza nella misericordia divina.

 

301. In quali forme si esprime la penitenza nella vita cristiana?

1434-1439

La penitenza si esprime in forme molto varie, in particolare con il digiuno, la preghiera, l'elemosina. Queste e molte altre forme di penitenza possono essere praticate nella vita quotidiana del cristiano, in particolare nel tempo di Quaresima e nel giorno penitenziale del venerdì.

 

302. Quali sono gli elementi essenziali del Sacramento della Riconciliazione?

1440-1449

Sono due: gli atti compiuti dall'uomo, che si converte sotto l'azione dello Spirito Santo, e l'assoluzione del sacerdote, che nel Nome di Cristo concede il perdono e stabilisce le modalità della soddisfazione.

 

303. Quali sono gli atti del penitente?

1450-1460
1487-1492

Essi sono: un diligente esame di coscienza; la contrizione (o pentimento), che è perfetta quando è motivata dall'amore verso Dio, imperfetta se fondata su altri motivi, e che include il proposito di non peccare più; la confessione, che consiste nell'accusa dei peccati fatta davanti al sacerdote; la soddisfazione, ossia il compimento di certi atti di penitenza, che il confessore impone al penitente per riparare il danno causato dal peccato.

 

304. Quali peccati si devono confessare?

1456

Si devono confessare tutti i peccati gravi non ancora confessati, dei quali ci si ricorda dopo un diligente esame di coscienza. La confessione dei peccati gravi è l'unico modo ordinario per ottenere il perdono.

 

305. Quando si è obbligati a confessare i peccati gravi?

1457

Ogni fedele, raggiunta l'età della ragione, ha l'obbligo di confessare i propri peccati gravi almeno una volta all'anno, e comunque prima di ricevere la santa Comunione.

 

306. Perché i peccati veniali possono essere anch'essi oggetto della confessione sacramentale?

1458

La confessione dei peccati veniali è vivamente raccomandata dalla Chiesa, anche se non è strettamente necessaria, perché ci aiuta a formarci una retta coscienza e a lottare contro le cattive inclinazioni, per lasciarci guarire da Cristo e per progredire nella vita dello Spirito.

 

307. Chi è il ministro di questo Sacramento?

1461-1466
1495

Cristo ha affidato il ministero della riconciliazione ai suoi Apostoli, ai Vescovi loro successori e ai presbiteri loro collaboratori, i quali diventano pertanto strumenti della misericordia e della giustizia di Dio. Essi esercitano il potere di perdonare i peccati nel Nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

 

308. A chi è riservata l'assoluzione di alcuni peccati?

1463

L'assoluzione di alcuni peccati particolarmente gravi (come quelli puniti con la scomunica) è riservata alla Sede Apostolica o al Vescovo del luogo o ai presbiteri da loro autorizzati, anche se ogni sacerdote può assolvere da qualsiasi peccato e scomunica chi è in pericolo di morte.

 

309. Il Confessore è tenuto al segreto?

1467

Data la delicatezza e la grandezza di questo ministero e il rispetto dovuto alle persone, ogni Confessore è obbligato, senza alcuna eccezione e sotto pene molto severe, a mantenere il sigillo sacramentale, cioè l'assoluto segreto circa i peccati conosciuti in confessione

 

310. Quali sono gli effetti di questo Sacramento?

1468-1470
1496

Gli effetti del Sacramento della Penitenza sono: la riconciliazione con Dio e quindi il perdono dei peccati; la riconciliazione con la Chiesa; il recupero, se perduto, dello stato di grazia; la remissione della pena eterna meritata a causa dei peccati mortali e, almeno in parte, delle pene temporali che sono conseguenze del peccato; la pace e la serenità della coscienza, e la consolazione dello spirito; l'accrescimento delle forze spirituali per il combattimento cristiano.

 

311. In alcuni casi si può celebrare questo Sacramento con la confessione generica e l'assoluzione collettiva?

1480-1484

In casi di grave necessità (come in pericolo imminente di morte), si può ricorrere alla celebrazione comunitaria della Riconciliazione con la confessione generica e l'assoluzione collettiva, nel rispetto delle norme della Chiesa e con il proposito di confessare individualmente a tempo debito i peccati gravi.

 

312. Che cosa sono le indulgenze?

1471-1479
1498

Le indulgenze sono la remissione dinanzi a Dio della pena temporale meritata per i peccati, già perdonati quanto alla colpa, che il fedele, a determinate condizioni, acquista, per se stesso o per i defunti mediante il ministero della Chiesa, la quale, come dispensatrice della redenzione, distribuisce il tesoro dei meriti di Cristo e dei Santi.

 

 
 
 

EUCARESTIA

Post n°23 pubblicato il 10 Aprile 2008 da Genny.chiesa
 
Foto di Genny.chiesa

IL SACRAMENTO DELL'EUCARISTIA

 

271. Che cos'è l'Eucaristia?

1322-1323
1409

È il sacrificio stesso del Corpo e del Sangue del Signore Gesù, che egli istituì per perpetuare nei secoli, fino al suo ritorno, il sacrificio della Croce, affidando così alla sua Chiesa il memoriale della sua Morte e Risurrezione. È il segno dell'unità, il vincolo della carità, il convito pasquale, nel quale si riceve Cristo, l'anima viene ricolmata di grazia e viene dato il pegno della vita eterna.

 

272. Quando Gesù Cristo ha istituito l'Eucaristia?

1323
1337-1340

L'ha istituita il Giovedì Santo, «la notte in cui veniva tradito» (1 Cor 11,23), mentre celebrava con i suoi Apostoli l'Ultima Cena.

 

273. Come l'ha istituita?

1337-1340
1365,1406

Dopo aver radunato i suoi Apostoli nel Cenacolo, Gesù prese nelle sue mani il pane, lo spezzò e lo diede loro dicendo: «Prendete e mangiatene tutti: questo è il mio corpo offerto per voi». Poi prese nelle sue mani il calice del vino e disse loro: «Prendete e bevetene tutti: questo è il calice del mio sangue per la nuova ed eterna alleanza, versato per voi e per tutti in remissione dei peccati. Fate questo in memoria di me».

 

274. Che cosa rappresenta l'Eucaristia nella vita della Chiesa?

1324- 1327
1407

È fonte e culmine di tutta la vita cristiana. Nell'Eucaristia toccano il loro vertice l'azione santificante di Dio verso di noi e il nostro culto verso di lui. Essa racchiude tutto il bene spirituale della Chiesa: lo stesso Cristo, nostra Pasqua. La comunione della vita divina e l'unità del Popolo di Dio sono espresse e prodotte dall'Eucaristia. Mediante la celebrazione eucaristica ci uniamo già alla liturgia del Cielo e anticipiamo la vita eterna.

 

275. Come viene chiamato questo Sacramento?

1328-1332

L'insondabile ricchezza di questo Sacramento si esprime con diversi nomi, che evocano suoi aspetti particolari. I più comuni sono: Eucaristia, Santa Messa, Cena del Signore, Frazione del pane, Celebrazione eucaristica, Memoriale della passione, della morte e della risurrezione del Signore, Santo Sacrificio, Santa e Divina Liturgia, Santi Misteri, Santissimo Sacramento dell'altare, Santa Comunione.

 

276. Come si colloca l'Eucaristia nel disegno divino della salvezza?

1333-1344

Nell' Antica Alleanza l'Eucaristia è preannunziata soprattutto nella cena pasquale annuale, celebrata ogni anno dagli Ebrei con i pani azzimi, a ricordo dell'improvvisa e liberatrice partenza dall'Egitto. Gesù l'annuncia nel suo insegnamento e la istituisce celebrando con i suoi Apostoli l'Ultima Cena durante un banchetto pasquale. La Chiesa, fedele al comando del Signore: «Fate questo in memoria di me» (1 Cor 11,24), ha sempre celebrato l'Eucaristia, soprattutto la domenica, giorno della risurrezione di Gesù.

 

277. Come si svolge la celebrazione dell'Eucaristia?

1345-1355
1408

Si svolge in due grandi momenti, che formano un solo atto di culto: la liturgia della Parola, che comprende la proclamazione e l'ascolto della Parola di Dio; la liturgia eucaristica, che comprende la presentazione del pane e del vino, la preghiera o anafora, che contiene le parole della consacrazione, e la comunione.

 

278. Chi è il ministro della celebrazione dell'Eucaristia?

1348
1411

È il sacerdote (Vescovo o presbitero), validamente ordinato, che agisce nella Persona di Cristo Capo e a nome della Chiesa.

 

279. Quali sono gli elementi essenziali e necessari per realizzare l'Eucaristia?

1412

Sono il pane di frumento e il vino della vite.

 

280. In che senso l'Eucaristia è memoriale del sacrificio di Cristo?

1362-1367

L'Eucaristia è memoriale nel senso che rende presente e attuale il sacrificio che Cristo ha offerto al Padre, una volta per tutte, sulla Croce in favore dell'umanità. Il carattere sacrificale dell'Eucaristia si manifesta nelle parole stesse dell'istituzione: «Questo è il mio corpo, che è dato per voi» e «Questo calice è la nuova alleanza nel mio Sangue, che viene versato per voi» (Lc 22,19-20). Il sacrificio della Croce e il sacrificio dell'Eucaristia sono un unico sacrificio. Identici sono la vittima e l'offerente, diverso è soltanto il modo di offrirsi: cruento sulla Croce, incruento nell'Eucaristia.

 

281. In quale modo la Chiesa partecipa al sacrificio eucaristico?

1368-1372
1414

Nell'Eucaristia, il sacrificio di Cristo diviene pure il sacrificio delle membra del suo Corpo. La vita dei fedeli, la loro lode, la loro sofferenza, la loro preghiera, il loro lavoro sono uniti a quelli di Cristo. In quanto sacrificio, l'Eucaristia viene anche offerta per tutti i fedeli vivi e defunti, in riparazione dei peccati di tutti gli uomini e per ottenere da Dio benefici spirituali e temporali. Anche la Chiesa del cielo è unita nell'offerta di Cristo.

 

282. Come Gesù è presente nell'Eucaristia?

1373-1375
1413

Gesù Cristo è presente nell'Eucaristia in modo unico e incomparabile. È presente infatti in modo vero, reale, sostanziale: con il suo Corpo e il suo Sangue, con la sua Anima e la sua Divinità. In essa è quindi presente in modo sacramentale, e cioè sotto le specie eucaristiche del pane e del vino, Cristo tutto intero: Dio e uomo.

 

283. Che cosa significa transustanziazione?

1376-1377
1413

Transustanziazione significa la conversione di tutta la sostanza del pane nella sostanza del Corpo di Cristo, e di tutta la sostanza del vino nella sostanza del suo Sangue. Questa conversione si attua nella preghiera eucaristica, mediante l'efficacia della parola di Cristo e dell'azione dello Spirito Santo. Tuttavia, le caratteristiche sensibili del pane e del vino, cioè le «specie eucaristiche», rimangono inalterate.

 

284. La frazione del pane divide Cristo?

1377

La frazione del pane non divide Cristo: egli è presente tutto e integro in ciascuna specie eucaristica e in ciascuna sua parte.

 

285. Fino a quando continua la presenza eucaristica di Cristo?

1377

Essa continua finché sussistono le specie eucaristiche.

 

286. Quale tipo di culto è dovuto al Sacramento dell'Euca-ristia?

1378-1381
1418

È dovuto il culto di latria, cioè di adorazione, riservato solo a Dio sia durante la celebrazione eucaristica sia al di fuori di essa. La Chiesa, infatti, conserva con la massima diligenza le Ostie consacrate, le porta agli infermi e ad altre persone impossibilitate a partecipare alla Santa Messa, le presenta alla solenne adorazione dei fedeli, le porta in processione e invita alla frequente visita e adorazione del Santissimo Sacramento conservato nel tabernacolo.

 

287. Perché l'Eucaristia è il banchetto pasquale?

1382-1384
1391-1396

L'Eucaristia è il banchetto pasquale, in quanto Cristo, realizzando sacramentalmente la sua Pasqua, ci dona il suo Corpo e il suo Sangue, offerti come cibo e bevanda, e ci unisce a sé e tra di noi nel suo sacrificio.

 

288. Che cosa significa l'altare?

1383
1410

L'altare è il simbolo di Cristo stesso, presente come vittima sacrificale (altare-sacrificio della Croce) e come alimento celeste che si dona a noi (altare-mensa eucaristica).

 

289. Quando la Chiesa fa obbligo di partecipare alla santa Messa?

1389
1417

La Chiesa fa obbligo ai fedeli di partecipare alla santa Messa ogni domenica e nelle feste di precetto, e raccomanda di parteciparvi anche negli altri giorni.

 

290. Quando si deve fare la santa Comunione?

1389

La Chiesa raccomanda ai fedeli che partecipano alla santa Messa di ricevere con le dovute disposizioni anche la santa Comunione, prescrivendone l'obbligo almeno a Pasqua.

 

291. Che cosa si richiede per ricevere la santa Comunione?

1385-1389
1415

Per ricevere la santa Comunione si deve essere pienamente incorporati alla Chiesa cattolica ed essere in stato di grazia, cioè senza coscienza di peccato mortale. Chi è consapevole di aver commesso un peccato grave deve ricevere il Sacramento della Riconciliazione prima di accedere alla Comunione. Importanti sono anche lo spirito di raccoglimento e di preghiera, l'osservanza del digiuno prescritto dalla Chiesa e l'atteggiamento del corpo (gesti, abiti), in segno di rispetto a Cristo.

 

292. Quali sono i frutti della santa Comunione?

1391-1397
1416

La santa Comunione accresce la nostra unione con Cristo e con la sua Chiesa, conserva e rinnova la vita di grazia ricevuta nel Battesimo e nella Cresima e ci fa crescere nell'amore verso il prossimo. Fortificandoci nella carità, cancella i peccati veniali e ci preserva in futuro dai peccati mortali.

 

293. Quando è possibile amministrare la santa Comunione agli altri cristiani?

1398-1401

I ministri cattolici amministrano lecitamente la santa Comunione ai membri delle Chiese Orientali che non hanno comunione piena con la Chiesa cattolica, qualora questi lo richiedano spontaneamente e siano ben disposti.

Per i membri delle altre Comunità ecclesiali, i ministri cattolici amministrano lecitamente la santa Comunione ai fedeli, che in presenza di una grave necessità lo chiedano spontaneamente, siano ben disposti e manifestino la fede cattolica circa il Sacramento.

 

294. Perché l'Eucaristia è «pegno della gloria futura»?

1402-1405

Perché l'Eucaristia ci ricolma di ogni grazia e benedizione del Cielo, ci fortifica per il pellegrinaggio di questa vita e ci fa desiderare la vita eterna, unendoci già a Cristo asceso alla destra del Padre, alla Chiesa del cielo, alla beatissima Vergine e a tutti i Santi.

 

Nell'Eucaristia noi spezziamo «l'unico pane, che è farmaco d'immortalità, antidoto per non morire, ma per vivere in Gesù Cristo per sempre» (sant'Ignazio d'Antiochia).

 
 
 

LA CRESIMA

Post n°22 pubblicato il 10 Aprile 2008 da Genny.chiesa
 
Foto di Genny.chiesa

IL SACRAMENTO DELLA CONFERMAZIONE

 

265. Qual è il posto della Confermazione nel disegno divino della salvezza?

1285-1288
1315

Nell'Antica Alleanza, i profeti hanno annunziato la comunicazione dello Spirito del Signore al Messia atteso e a tutto il popolo messianico. Tutta la vita e la missione di Gesù si svolgono in una totale comunione con lo Spirito Santo. Gli Apostoli ricevono lo Spirito Santo nella Pentecoste e annunziano «le grandi opere di Dio» (At 2,11). Essi comunicano ai neo battezzati, attraverso l'imposizione delle mani, il dono dello stesso Spirito. Lungo i secoli la Chiesa ha continuato a vivere dello Spirito e a comunicarlo ai suoi figli.

 

266. Perché si chiama Cresima o Confermazione?

1289

Si chiama Cresima (nelle Chiese Orientali: Crismazione col Santo Myron) a motivo del suo rito essenziale che è l'unzione. Si chiama Confermazione, perché conferma e rafforza la grazia battesimale.

 

267. Qual è il rito essenziale della Confermazione?

1290-1301
1318
1320-1321

Il rito essenziale della Confermazione è l'unzione con il sacro crisma (olio misto con balsamo, consacrato dal Vescovo), che si fa con l'imposizione della mano da parte del ministro che pronunzia le parole sacramentali proprie del rito. In Occidente, tale unzione viene fatta sulla fronte del battezzato con le parole: «Ricevi il sigillo dello Spirito Santo che ti è dato in dono». Presso le Chiese Orientali di rito bizantino, l'unzione viene fatta anche su altre parti del corpo, con la formula: «Sigillo del dono dello Spirito Santo».

 

268. Qual è l'effetto della Confermazione?

1302-1305
1316-1317

L'effetto della Confermazione è la speciale effusione dello Spirito Santo, come quella della Pentecoste. Tale effusione imprime nell'anima un carattere indelebile e apporta una crescita della grazia battesimale: radica più profondamente nella fili azione divina; unisce più saldamente a Cristo e alla sua Chiesa; rinvigorisce nell'anima i doni dello Spirito Santo; dona una speciale forza per testimoniare la fede cristiana.

 

269. Chi può ricevere questo Sacramento?

1306-1311
1319

Può e deve riceverlo, una volta sola, chi è già stato battezzato, il quale, per riceverlo efficacemente, dev'essere in stato di grazia.

 

270. Chi è il ministro della Confermazione?

1312-1314

Ministro originario è il Vescovo. Si manifesta cosi il legame del cresimato con la Chiesa nella sua dimensione apostolica. Quando è il presbitero a conferire tale Sacramento - come avviene ordinariamente in Oriente e in casi particolari in Occidente -, il legame col Vescovo e con la Chiesa è espresso dal presbitero, collaboratore del Vescovo, e dal sacro crisma, consacrato dal Vescovo stesso.

 
 
 

IL BATTESIMO

Post n°21 pubblicato il 10 Aprile 2008 da Genny.chiesa
 
Foto di Genny.chiesa

IL SACRAMENTO DEL BATTESIMO

 

252. Quali nomi prende il primo Sacramento dell'inizia-zione?

1213-1216
1276-1277

Prende anzitutto il nome di Battesimo a motivo del rito centrale con il quale è celebrato: battezzare significa «immergere» nell'acqua. Chi viene battezzato è immerso nella morte di Cristo e risorge con lui come «nuova creatura» (2 Cor 5,17). Lo si chiama anche «lavacro di rigenerazione e di rinnovamento nello Spirito Santo» (Tt 3,5), e «illuminazione», perché il battezzato diventa «figlio della luce» (Ef 5,8).

 

253. Come è prefigurato il Battesimo nell' Antica Alleanza?

1217-1222

Nell'Antica Alleanza si trovano varie prefigurazioni del Battesimo: l'acqua, fonte di vita e di morte; l'arca di Noè, che salva per mezzo dell'acqua; il passaggio del Mar Rosso, che libera Israele dalla schiavitù egiziana; la traversata del Giordano, che introduce Israele nella terra promessa, immagine della vita eterna.

 

254. Chi porta a compimento tali prefigurazioni?

1223-1224

Gesù Cristo, il quale, all'inizio della sua vita pubblica, si fa battezzare da Giovanni Battista nel Giordano; sulla Croce, dal suo fianco trafitto, effonde sangue e acqua, segni del Battesimo e dell'Eucaristia, e dopo la sua Risurrezione affida agli Apostoli questa missione: «Andate e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo» (Mt 28,19).

 

255. Da quando e a chi la Chiesa amministra il Battesimo?

1226-1228

Dal giorno della Pentecoste la Chiesa amministra il Battesimo a chi crede in Gesù Cristo.

 

256. In che cosa consiste il rito essenziale del Battesimo?

1229-1245
1278

Il rito essenziale di questo Sacramento consiste nell'immergere nell'acqua il candidato o nel versargli dell'acqua sul capo, mentre viene invocato il Nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

 

257. Chi può ricevere il Battesimo?

1246-1252

È capace di ricevere il Battesimo ogni persona non ancora battezzata.

 

258. Perché la Chiesa battezza i bambini?

1250

Perché, essendo nati col peccato originale, essi hanno bisogno di essere liberati dal potere del Maligno e di essere trasferiti nel regno della libertà dei figli di Dio.

 

259. Che cosa si richiede a un battezzando?

1253-1255

Ad ogni battezzando è richiesta la professione di fede, espressa personalmente nel caso dell'adulto, oppure dai genitori e dalla Chiesa nel caso del bambino. Anche il padrino o la madrina e l'intera comunità ecclesiale hanno una parte di responsabilità nella preparazione al Battesimo (catecumenato), come pure nello sviluppo della fede e della grazia battesimale.

 

260. Chi può battezzare?

1256; 1284

I ministri ordinari del Battesimo sono il Vescovo e il presbitero; nella Chiesa latina, anche il diacono. In caso di necessità, chiunque può battezzare, purché intenda fare ciò che fa la Chiesa. Egli versa dell'acqua sul capo del candidato e pronunzia la formula trinitaria battesimale: «Io ti battezzo nel Nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo».

 

261. È necessario il Battesimo per la salvezza?

1257

Il Battesimo è necessario alla salvezza per coloro ai quali è stato annunziato il Vangelo e che hanno la possibilità di chiedere questo Sacramento.

 

262. Si può essere salvati senza Battesimo?

1258-1261
1281-1283

Poiché Cristo è morto per la salvezza di tutti, possono essere salvati anche senza Battesimo quanti muoiono a causa della fede (Battesimo di sangue), i catecumeni, e anche tutti coloro che sotto l'impulso della grazia, senza conoscere Cristo e la Chiesa, cercano sinceramente Dio e si sforzano di compiere la sua volontà (Battesimo di desiderio). Quanto ai bambini morti senza Battesimo, la Chiesa nella sua liturgia li affida alla misericordia di Dio.

 

263. Quali sono gli effetti del Battesimo?

1262-1274
1279-1280

Il Battesimo rimette il peccato originale, tutti i peccati personali e le pene dovute al peccato; fa partecipare alla vita divina trinitaria mediante la grazia santificante, la grazia della giustificazione che incorpora a Cristo e alla sua Chiesa; fa partecipare al sacerdozio di Cristo e costituisce il fondamento della comunione con tutti i cristiani; elargisce le virtù teologali e i doni dello Spirito Santo. Il battezzato appartiene per sempre a Cristo: è segnato, infatti, con il sigillo indelebile di Cristo (carattere).

 

264. Quale significato assume il nome cristiano ricevuto nel Battesimo?

2156-2159
2167

Il nome è importante, perché Dio conosce ciascuno per nome, cioè nella sua unicità. Con il Battesimo, il cristiano riceve nella Chiesa il proprio nome, preferibilmente quello di un santo, in modo che questi offra al battezzato un modello di santità e gli assicuri la sua intercessione presso Dio.

 

 
 
 

I SETTE SACRAMENTI

Post n°20 pubblicato il 10 Aprile 2008 da Genny.chiesa
 

SEZIONE SECONDA
I SETTE SACRAMENTI DELLA CHIESA

 

I sette Sacramenti della Chiesa

Il Battesimo
la Confermazione
l'Eucaristia,
la Penitenza,
l'Unzione degli infermi
l'Ordine
il Matrimonio.

250. Come si distinguono i Sacramenti della Chiesa?

1210-1211

Si distinguono in: Sacramenti dell'iniziazione cristiana (Battesimo, Confermazione e Eucaristia); Sacramenti della guarigione (Penitenza e Unzione degli infermi); Sacramenti al servizio della comunione e della missione (Ordine e Matrimonio). Essi toccano i momenti importanti della vita cristiana. Tutti i Sacramenti sono ordinati all'Eucaristia «come al loro specifico fine» (san Tommaso d'Aquino).

 
 
 

Post N° 19

Post n°19 pubblicato il 04 Aprile 2008 da Genny.chiesa
 

LA MORALITÀ DELLE PASSIONI
 

370. Che cosa sono le passioni?

1762-1766
1771-1772

Le passioni sono gli affetti, le emozioni o i moti della sensibilità - componenti naturali della psicologia umana - che spingono ad agire o a non agire in vista di ciò che è percepito come buono o come cattivo. Le principali sono l'amore e l'odio, il desiderio e il timore, la gioia, la tristezza, la collera. Passione precipua è l'amore, provocato dall'attrattiva del bene. Non si ama che il bene, vero o apparente.

 

371. Le passioni sono moralmente buone o cattive?

1767-1770
1773-1775

Le passioni, in quanto moti della sensibilità, non sono né buone né cattive in se stesse: sono buone quando contribuiscono ad un'azione buona; sono cattive in caso contrario. Esse possono essere assunte nelle virtù o pervertite nei vizi.

 

LA COSCIENZA MORALE

 

372. Che cos'è la coscienza morale?

1776-1780
1795-1797

La coscienza morale, presente nell'intimo della persona, è un giudizio della ragione, che, al momento opportuno, ingiunge all'uomo di compiere il bene e di evitare il male. Grazie ad essa, la persona umana percepisce la qualità morale di un atto da compiere o già compiuto, permettendole di assumerne la responsabilità. Quando ascolta la coscienza morale, l'uomo prudente può sentire la voce di Dio che gli parla.

 

373. Che cosa implica la dignità della persona nei confronti della coscienza morale?

1780-1782
1798

La dignità della persona umana implica la rettitudine della coscienza morale (che cioè sia in accordo con ciò che è giusto e buono secondo la ragione e la Legge divina). A motivo della stessa dignità personale, l'uomo non deve essere costretto ad agire contro coscienza e non si deve neppure impedirgli, entro i limiti del bene comune, di operare in conformità ad essa, soprattutto in campo religioso.

 

374. Come si forma la coscienza morale perché sia retta e veritiera?

1783-1788
1799-1800

La coscienza morale retta e veritiera si forma con l'educazione, con l'assimilazione della Parola di Dio e dell'insegnamento della Chiesa. È sorretta dai doni dello Spirito Santo e aiutata dai consigli di persone sagge. Inoltre giovano molto alla formazione morale la preghiera e l'esame di coscienza.

 

375. Quali norme la coscienza deve sempre seguire?

1789

Ce ne sono tre più generali: 1) non è mai consentito fare il male perché ne derivi un bene; 2) la cosiddetta Regola d'oro: « Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro» (Mt 7,12); 3) la carità passa sempre attraverso il rispetto del prossimo e della sua coscienza, anche se questo non significa accettare come un bene ciò che è oggettivamente un male.

 

376. La coscienza morale può emettere giudizi erronei?

1790-1794
1801-1802

La persona deve sempre obbedire al giudizio certo della propria coscienza, ma può emettere anche giudizi erronei, per cause non sempre esenti da colpevolezza personale. Non è però imputabile alla persona il male compiuto per ignoranza involontaria, anche se esso resta oggettivamente un male. È quindi necessario adoperarsi per correggere la coscienza morale dai suoi errori.

 

 
 
 

Post N° 18

Post n°18 pubblicato il 04 Aprile 2008 da Genny.chiesa
 

LA LIBERTÀ DELL'UOMO

 

363. Che cos'è la libertà?

1730-1733
1743-1744

È il potere donato da Dio all'uomo di agire o di non agire, di fare questo o quello, di porre così da se stesso azioni deliberate. La libertà caratterizza gli atti propriamente umani. Quanto più si fa il bene, tanto più si diventa liberi. La libertà raggiunge la propria perfezione quando è ordinata a Dio, sommo Bene e nostra Beatitudine. La libertà implica anche la possibilità di scegliere tra il bene e il male. La scelta del male è un abuso della libertà, che conduce alla schiavitù del peccato.

 

364. Quale relazione esiste tra libertà e responsabilità?

1734-1737
1745-1746

La libertà rende l'uomo responsabile dei suoi atti nella misura in cui sono volontari, anche se l'imputabilità e la responsabilità di un'azione possono essere sminuite e talvolta annullate dall'ignoranza, dall'inavvertenza, dalla violenza subita, dal timore, dagli affetti smodati, dalle abitudini.

 

365. Perché ogni uomo ha diritto all'esercizio della libertà?

1738
1747

Il diritto all'esercizio della libertà è proprio d'ogni uomo, in quanto è inseparabile dalla sua dignità di persona umana. Pertanto tale diritto va sempre rispettato, particolarmente in campo morale e religioso, e deve essere civilmente riconosciuto e tutelato nei limiti del bene comune e del giusto ordine pubblico.

 

366. Come si colloca la libertà umana nell'ordine della salvezza?

1739-1742
1748

La nostra libertà è indebolita a causa del primo peccato. L'indebolimento è reso più acuto dai peccati successivi. Ma Cristo «ci ha liberati perché restassimo liberi» (Gal 5, 1). Con la sua grazia lo Spirito Santo ci conduce alla libertà spirituale, per farci suoi liberi collaboratori nella Chiesa e nel mondo.

 

367. Quali sono le fonti della moralità degli atti umani?

1749-1754
1757-1758

La moralità degli atti umani dipende da tre fonti: dall'oggetto scelto, ossia un bene vero o apparente; dall'intenzione del soggetto che agisce, e cioè dal fine per cui egli compie l'azione; dalle circostanze dell'azione, ivi comprese le conseguenze.

 

368. Quando l'atto è moralmente buono?

1755-1756
1759-1760

L'atto è moralmente buono quando suppone ad un tempo la bontà dell'oggetto, del fine e delle circostanze. L'oggetto scelto può da solo viziare tutta un'azione, anche se l'intenzione è buona. Non è lecito compiere il male perché ne derivi un bene. Un fine cattivo può corrompere l'azione, anche se il suo oggetto, in sé, è buono. Invece un fine buono non rende buono un comportamento che per il suo oggetto è cattivo, in quanto il fine non giustifica i mezzi. Le circostanze possono attenuare o aumentare la responsabilità di chi agisce, ma non possono modificare la qualità morale degli atti stessi, non rendono mai buona un'azione in sé cattiva.

 

369. Vi sono atti che sono sempre illeciti?

1756
1761

Vi sono atti, la cui scelta è sempre illecita a motivo del loro oggetto (ad esempio la bestemmia, l'omicidio, l'adulterio). La loro scelta comporta un disordine della volontà, cioè un male morale, che non può essere giustificato con il ricorso ai beni che eventualmente ne potrebbero derivare.

 

 
 
 

Post N° 17

Post n°17 pubblicato il 04 Aprile 2008 da Genny.chiesa
 

LA VITA IN CRISTO

 

SEZIONE PRIMA
LA VOCAZIONE DELL'UOMO:
LA VITA NELLO SPIRITO

 
357. Come la vita morale cristiana è legata alla fede e ai Sacramenti?

1691-1698

Ciò che il Simbolo della fede professa, i Sacramenti lo comunicano. Infatti, con essi i fedeli ricevono la grazia di Cristo e i doni dello Spirito Santo, che li rendono capaci di vivere la nuova vita di figli di Dio nel Cristo accolto con la fede.

 

«Riconosci, o cristiano, la tua dignità» (san Leone Magno).

 
 

CAPITOLO PRIMO

LA DIGNITÀ DELLA PERSONA UMANA

 

L'UOMO IMMAGINE DI DIO
 

358. Qual è la radice della dignità umana?

1699-1715

La dignità della persona umana si radica nella creazione ad immagine e somiglianza di Dio. Dotata di un'anima spirituale e immortale, d'intelligenza e di libera volontà la persona umana è ordinata a Dio e chiamata, con la sua anima e il suo corpo, alla beatitudine eterna.

 

LA NOSTRA VOCAZIONE ALLA BEATITUDINE

 

359. Come raggiunge l'uomo la beatitudine?

1716

L'uomo raggiunge la beatitudine in virtù della grazia di Cristo, che lo rende partecipe della vita divina. Cristo nel Vangelo indica ai suoi la strada che porta alla felicità senza fine: le Beatitudini. La grazia di Cristo opera anche in ogni uomo che, seguendo la retta coscienza, cerca e ama il vero e il bene, ed evita il male.

 

360. Perché le Beatitudini sono importanti per noi?

1716-1717
1725-1726

Le Beatitudini sono al centro della predicazione di Gesù, riprendono e portano a perfezione le promesse di Dio, fatte a partire da Abramo. Dipingono il volto stesso di Gesù, caratterizzano l'autentica vita cristiana e svelano all'uomo il fine ultimo del suo agire: la beatitudine eterna.

 

361. In che rapporto sono le Beatitudini col desiderio di felicità dell'uomo?

1718-17l9

Esse rispondono all'innato desiderio di felicità che Dio ha posto nel cuore dell'uomo per attirarlo a sé e che solo lui può saziare.

 

362. Che cos'è la beatitudine eterna?

1720-1724
1727-1729

È la visione di Dio nella vita eterna, in cui noi saremo pienamente «partecipi della natura divina» (2 Pt 1,4), della gloria di Cristo e del godimento della vita trinitaria. La beatitudine oltrepassa le capacità umane: è un dono soprannaturale e gratuito di Dio, come la grazia che ad essa conduce. La beatitudine promessa ci pone di fronte a scelte morali decisive riguardo ai beni terreni, stimolandoci ad amare Dio al di sopra di tutto.

 
 
 

Post N° 16

Post n°16 pubblicato il 04 Aprile 2008 da Genny.chiesa
 

CAPITOLO QUARTO

LE ALTRE CELEBRAZIONI LITURGICHE

 

I SACRAMENTALI

 

351. Che cosa sono i Sacramentali?

1667-1672
1677-1678

Sono segni sacri istituiti dalla Chiesa, per mezzo dei quali vengono santificate alcune circostanze della vita. Essi comportano una preghiera accompagnata dal segno della croce e da altri segni. Fra i Sacramentali, occupano un posto importante le benedizioni, che sono una lode di Dio e una preghiera per ottenere i suoi doni, le consacrazioni di persone e le dedicazioni di cose al culto di Dio.

 

352. Che cos'è un esorcismo?

1673

Si ha un esorcismo quando la Chiesa domanda con la sua autorità, in nome di Gesù, che una persona o un oggetto sia protetto contro l'influsso del Maligno e sottratto al suo dominio. Viene praticato in forma ordinaria nel rito del Battesimo. L'esorcismo solenne, chiamato il grande esorcismo, può essere effettuato solo da un presbitero autorizzato dal Vescovo.

 

353. Quali forme di pietà popolare accompagnano la vita sacramentale della Chiesa?

1674-1676
1679

Il senso religioso del popolo cristiano ha sempre trovato diverse espressioni nelle varie forme di pietà che accompagnano la vita sacramentale della Chiesa, quali la venerazione delle reliquie, le visite ai  santuari, i pellegrinaggi, le processioni, la «Via crucis», il Rosario. La Chiesa con la luce della fede illumina e favorisce le forme autentiche di pietà popolare

 

LE ESEQUIE CRISTIANE

 

354. Quale rapporto esiste tra i Sacramenti e la morte del cristiano?

1680-1683

Il cristiano che muore in Cristo giunge, al termine della sua esistenza terrena, al compimento della nuova vita iniziata con il Battesimo, rafforzata dalla Confermazione e nutrita dall'Eucaristia, anticipazione del banchetto celeste. Il senso della morte del cristiano si manifesta alla luce della Morte e della Risurrezione di Cristo, nostra unica speranza; il cristiano che muore in Cristo Gesù, va ad «abitare presso il Signore» (2 Cor 5,8).

 

355. Che cosa esprimono le esequie?

1684-1685

Le esequie, pur celebrando si secondo differenti riti rispondenti alle situazioni e alle tradizioni delle singole regioni, esprimono il carattere pasquale della morte cristiana nella speranza della risurrezione, e il senso della comunione con il defunto particolarmente mediante la preghiera per la purificazione della sua anima.

 

356. Quali sono i momenti principali delle esequie?

1686-1690

Solitamente le esequie comprendono quattro momenti principali: l'accoglienza della salma da parte della comunità con parole di conforto e di speranza, la liturgia della Parola, il sacrificio eucaristico e «l'addio», col quale l'anima del defunto viene affidata a Dio, fonte di vita eterna, mentre il suo corpo viene sepolto in attesa della risurrezione.

 

 
 
 

Post N° 15

Post n°15 pubblicato il 04 Aprile 2008 da Genny.chiesa
 

CAPITOLO PRIMO

IL MISTERO PASQUALE NEL TEMPO
DELLA CHIESA

 

LITURGIA - OPERA DELLA SANTISSIMA TRINITÀ
 

221. In che modo il Padre è la sorgente e il fine della liturgia?

1077-1083
1110

Nella liturgia il Padre ci colma delle sue benedizioni nel Figlio incarnato, morto e risorto per noi, ed egli effonde nei nostri cuori lo Spirito Santo. Nel contempo la Chiesa benedice il Padre con l'adorazione, la lode e l'azione di grazie e implora il dono del suo Figlio e dello Spirito Santo.

 

222. Qual è l'opera di Cristo nella liturgia?

1084-1090

Nella liturgia della Chiesa, Cristo significa e realizza principalmente il proprio Mistero pasquale. Donando lo Spirito Santo agli Apostoli ha concesso loro e ai loro successori il potere di attuare l'opera della salvezza per mezzo del Sacrificio eucaristico e dei Sacramenti, nei quali egli stesso agisce per comunicare la sua grazia ai fedeli di tutti i tempi e in tutto il mondo.

 

223. Nella liturgia, come opera lo Spirito Santo nei confronti della Chiesa?

1091-1109
1112

Nella liturgia si attua la più stretta cooperazione tra lo Spirito Santo e la Chiesa. Lo Spirito Santo prepara la Chiesa ad incontrare il suo Signore; ricorda e manifesta Cristo alla fede dell'assemblea; rende presente e attualizza il Mistero di Cristo; unisce la Chiesa alla vita e alla missione di Cristo e fa fruttificare in essa il dono della comunione.

 

IL MISTERO PASQUALE NEI SACRAMENTI DELLA CHIESA

 

224. Che cosa sono i Sacramenti e quali sono?

1113-1131

I Sacramenti sono segni sensibili ed efficaci della grazia, istituiti da Cristo e affidati alla Chiesa, attraverso i quali ci viene elargita la vita divina. Sono sette: il Battesimo, la Confermazione, l'Eucaristia, la Penitenza, l'Unzione degli infermi, l'Ordine e il Matrimonio.

 

225. Qual è il rapporto dei Sacramenti con Cristo?

1114-1116

I misteri della vita di Cristo costituiscono il fondamento di ciò che adesso Cristo, mediante i ministri della Chiesa, dispensa nei Sacramenti.

 

«Ciò che era visibile nel nostro Salvatore è passato nei suoi sacramenti» (san Leone Magno).

 

226. Qual è il legame dei Sacramenti con la Chiesa?

1117-1119

Cristo ha affidato i Sacramenti alla sua Chiesa. Essi sono «della Chiesa», in un duplice significato: sono «da essa», in quanto sono azioni della Chiesa, la quale è sacramento dell'azione di Cristo; e sono «per essa», nel senso che edificano la Chiesa.

 

227. Che cos'è il carattere sacramentale?

1121

È un sigillo spirituale, conferito dai Sacramenti del Battesimo, della Confermazione e dell'Ordine. Esso è promessa e garanzia della protezione divina. In forza di tale sigillo il cristiano è configurato a Cristo, partecipa in vario modo al suo sacerdozio e fa parte della Chiesa secondo stati e funzioni diverse. Viene quindi consacrato al culto divino e al servizio della Chiesa. Poiché il carattere è indelebile, i Sacramenti, che lo imprimono, si ricevono una volta sola nella vita.

 

228. Qual è la relazione dei Sacramenti con la fede?

1122-1126
1133

I Sacramenti non solo suppongono la fede, ma con le parole e con gli elementi rituali la nutrono, la irrobustiscono e la esprimono. Celebrando i Sacramenti, la Chiesa confessa la fede apostolica. Da qui viene l'antico detto: «Lex orandi, lex credendi», cioè la Chiesa crede come prega.

 

229. Perché i Sacramenti sono efficaci?

1127-1128
1131

I Sacramenti sono efficaci ex opere operato («per il fatto stesso che l'azione sacramentale viene compiuta»), perché è Cristo che agisce in essi e che comunica la grazia che significano, indipendentemente dalla santità personale del ministro. Tuttavia i frutti dei Sacramenti dipendono anche dalle disposizioni di chi li riceve.

 

230. Per quale motivo i Sacramenti sono necessari alla salvezza?

1129

Per i credenti in Cristo, i Sacramenti sono necessari alla salvezza, anche se non vengono dati tutti ad ogni singolo fedele, perché conferiscono le grazie sacramentali, il perdono dei peccati, l'adozione a figli di Dio, la conformazione a Cristo Signore e l'appartenenza alla Chiesa. Lo Spirito Santo guarisce e trasforma coloro che li ricevono.

 

231. Che cos'è la grazia sacramentale?

1129; 1131
1134; 2003

La grazia sacramentale è la grazia dello Spirito Santo, donata da Cristo e propria di ciascun Sacramento. Tale grazia aiuta il fedele nel suo cammino di santità, e così pure aiuta la Chiesa nella sua crescita di carità e di testimonianza.

 

232. Qual è la relazione tra i Sacramenti e la vita eterna?

1130

Nei Sacramenti la Chiesa riceve già un anticipo della vita eterna, mentre resta «nell'attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e Salvatore Gesù Cristo» (Tt 2,13).

 
 

CAPITOLO SECONDO

LA CELEBRAZIONE SACRAMENTALE
DEL MISTERO PASQUALE

 

CELEBRARE LA LITURGIA DELLA CHIESA

 

Chi celebra?

 

233. Chi agisce nella liturgia?

1135-1137
1187

Nella liturgia agisce «Cristo tutto intero» («Christus Totus»), Capo e Corpo. Quale sommo Sacerdote, egli celebra con il suo Corpo, che è la Chiesa celeste e terrena.

 

234. Da chi è celebrata la liturgia celeste?

1138-1139

La liturgia celeste è celebrata dagli Angeli, dai Santi dell'Antica e della Nuova Alleanza, in particolare dalla Madre di Dio, dagli Apostoli, dai Martiri e da una «moltitudine immensa, che nessuno» può contare, «di ogni Nazione, razza, popolo e lingua» (Ap 7,9). Quando celebriamo nei Sacramenti il mistero della salvezza, partecipiamo a questa liturgia eterna.

 

235. In che modo la Chiesa in terra celebra la liturgia?

1140-1144
1188

La Chiesa in terra celebra la liturgia come popolo sacerdotale, nel quale ciascuno opera secondo la propria funzione, nell'unità dello Spirito Santo: i battezzati si offrono in sacrificio spirituale; i ministri ordinati celebrano secondo l'Ordine ricevuto per il servizio di tutti i membri della Chiesa; i Vescovi e i presbiteri operano nella persona di Cristo Capo.

 

Come celebrare?

 

236. Come viene celebrata la liturgia?

1145

La celebrazione liturgica è intessuta di segni e di simboli, il cui significato, radicato nella creazione e nelle culture umane, si precisa negli eventi dell' Antica Alleanza e si rivela pienamente nella Persona e nell' opera di Cristo.

 

237. Da dove provengono i segni sacramentali?

1146-1152
1189

Alcuni provengono dal creato (luce, acqua, fuoco, pane, vino, olio); altri dalla vita sociale (lavare, ungere, spezzare il pane); altri dalla storia della salvezza nell'Antica Alleanza (i riti della Pasqua, i sacrifici, l'imposizione delle mani, le consacrazioni). Questi segni, alcuni dei quali sono normativi e immutabili, assunti da Cristo, diventano portatori dell'azione di salvezza e di santificazione.

 

238. Quale legame esiste tra le azioni e le parole nella celebrazione sacramentale?

1153-1155
1190

Nella celebrazione sacramentale azioni e parole sono strettamente congiunte. Infatti, anche se le azioni simboliche già per se stesse sono un linguaggio, è tuttavia necessario che le parole del rito accompagnino e vivifichino queste azioni. Inseparabili in quanto segni e insegnamento, le parole e le azioni liturgiche lo sono anche in quanto realizzano ciò che significano.

 

239. Con quali criteri il canto e la musica hanno una loro funzione nella celebrazione liturgica?

1156-1158
1191

Poiché il canto e la musica sono strettamente connessi con l'azione liturgica, essi devono rispettare i seguenti criteri: la conformità alla dottrina cattolica dei testi, presi di preferenza dalla Scrittura e dalle fonti liturgiche; la bellezza espressiva della preghiera; la qualità della musica; la partecipazione dell'assemblea; la ricchezza culturale del Popolo di Dio e il carattere sacro e solenne della celebrazione. «Chi canta prega due volte» (sant'Agostino).

 

240. Qual è la finalità delle sacre immagini?

1159-1161
1192

L'immagine di Cristo è l'icona liturgica per eccellenza. Le altre, che rappresentano la Madonna e i Santi, significano Cristo, che in loro è glorificato. Esse proclamano lo stesso messaggio evangelico che la Sacra Scrittura trasmette attraverso la parola, e aiutano a risvegliare e a nutrire la fede dei credenti.

 

Quando celebrare?

 

241. Qual è il centro del tempo liturgico?

1163-1167
1193

Il centro del tempo liturgico è la domenica, fondamento e nucleo di tutto l'anno liturgico, che ha il suo culmine nella Pasqua annuale, la festa delle feste.

 

242. Qual è la funzione dell'anno liturgico?

1168-1173
1194-1195

Nell'anno liturgico la Chiesa celebra tutto il Mistero di Cristo, dall'Incarnazione fino al suo ritorno glorioso. In giorni stabiliti, la Chiesa venera con speciale amore la beata Maria Madre di Dio e fa anche memoria dei Santi, che per Cristo sono vissuti, con Lui hanno sofferto e con Lui sono glorificati.

 

243. Che cos'è la Liturgia delle Ore?

1174-1178
1196

La Liturgia delle Ore, preghiera pubblica e comune della Chiesa, è la preghiera di Cristo con il suo corpo, la Chiesa. Per suo mezzo; il Mistero di Cristo, che celebriamo nell'Eucaristia, santifica e trasfigura il tempo di ogni giorno. Essa si compone principalmente di Salmi e di altri testi biblici, e anche di letture dei Padri e dei maestri spirituali.

 

Dove celebrare?

 

244. La Chiesa ha bisogno di luoghi per celebrare la liturgia?

1197-1198

Il culto «in spirito e verità» (Gv 4,24) della Nuova Alleanza non è legato ad alcun luogo esclusivo, perché Cristo è il vero tempio di Dio, per mezzo del quale anche i cristiani e la Chiesa intera diventano, sotto l'azione dello Spirito Santo, templi del Dio vivente. Tuttavia il Popolo di Dio, nella sua condizione terrena, ha bisogno di luoghi in cui la comunità possa riunirsi per celebrare la liturgia.

 

245. Che cosa sono gli edifici sacri?

1198-1999

Essi sono le case di Dio, simbolo della Chiesa che vive in quel luogo, nonché della dimora celeste. Sono luoghi di preghiera, nei quali la Chiesa celebra soprattutto l'Eucaristia e adora Cristo realmente presente nel tabernacolo.

 

246. Quali sono i luoghi privilegiati all'interno degli edifici sacri?

1182-1186

Essi sono: l'altare, il tabernacolo, la custodia del sacro crisma e degli altri oli sacri, la sede del Vescovo (cattedra) o del presbitero, l'ambone, il fonte battesimale, il confessionale.

 

DIVERSITÀ LITURGICA E UNITÀ DEL MISTERO

 

247. Perché l'unico Mistero di Cristo è celebrato dalla Chiesa secondo diverse tradizioni liturgiche?

1200-1204
1207-1209

Perché l'insondabile ricchezza del Mistero di Cristo non può essere esaurita da una singola tradizione liturgica. Fin dalle origini, pertanto, questa ricchezza ha trovato, nei vari popoli e culture, espressioni caratterizzate da una mirabile varietà e complementarietà.

 

248. Qual è il criterio, che assicura l'unità nella multiformità?

1209

È la fedeltà alla Tradizione Apostolica, cioè la comunione nella fede e nei sacramenti ricevuti dagli Apostoli, comunione che è significata e garantita dalla successione apostolica. La Chiesa è cattolica: può quindi integrare nella sua unità tutte le vere ricchezze delle culture.

 

249. Nella liturgia, tutto è immutabile?

1205-1206

Nella liturgia, segnatamente in quella dei sacramenti, ci sono elementi immutabili perché di istituzione divina, di cui la Chiesa è fedele custode. Ci sono poi elementi suscettibili di cambiamento, che essa ha il potere, e talvolta anche il dovere, di adattare alle culture dei diversi popoli.
  

 
 
 
 
 

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