LA CHIESA: ......UNA, SANTA, CATTOLICA, APOSTOLICA |
IL BUON PASTORE
Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, come il Padre conosce me e io conosco il Padre; e offro la vita per le pecore. E ho altre pecore che non sono di quest`ovile; anche queste io devo condurre; ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge e un solo pastore.
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INDICE
Introd.7 Sacramenti
BATTESIMO
CRESIMA
EUCARESTIA
PENITENZA
UNZIONE DEI MALATI
ORDINE
MATRIMONIO
Introd.Decalogo
Spieg.1-2-3 Comandamento
Spieg.4-5 Comandamento
Spieg.6-7 Comandamento
Spieg.8-9-10 Comandamento
Spiegaz.Padre Nostro
Spiegaz. Credo cap.I
Spiegaz. Credo cap II
Spiegaz. Credo cap IIIa
Spiegazione Credo cap IIIb
DEI VERBUM I-II-III Capitolo
DEI VERBUM IV-V-VI Capitolo
I Sacramentali
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"L'uomo che ha alimentato la mia fede"
Dio, Grazie per avrcelo donato!
BEATITUDINI
Dio è Buono e grande nell'Amore!
Giovani accogliamo L'invito della Chiesa: Cristo ci aspetta!
Dio è Amore!
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LA SPERANZA
Non deludiamo Dio,
Confidiamo nella Sua Misericodia
SEZIONE SECONDA
I sette Sacramenti della Chiesa Il Battesimo 250. Come si distinguono i Sacramenti della Chiesa? 1210-1211 Si distinguono in: Sacramenti dell'iniziazione cristiana (Battesimo, Confermazione e Eucaristia); Sacramenti della guarigione (Penitenza e Unzione degli infermi); Sacramenti al servizio della comunione e della missione (Ordine e Matrimonio). Essi toccano i momenti importanti della vita cristiana. Tutti i Sacramenti sono ordinati all'Eucaristia «come al loro specifico fine» (san Tommaso d'Aquino). |
LA MORALITÀ DELLE PASSIONI 370. Che cosa sono le passioni? 1762-1766 Le passioni sono gli affetti, le emozioni o i moti della sensibilità - componenti naturali della psicologia umana - che spingono ad agire o a non agire in vista di ciò che è percepito come buono o come cattivo. Le principali sono l'amore e l'odio, il desiderio e il timore, la gioia, la tristezza, la collera. Passione precipua è l'amore, provocato dall'attrattiva del bene. Non si ama che il bene, vero o apparente.
371. Le passioni sono moralmente buone o cattive? 1767-1770 Le passioni, in quanto moti della sensibilità, non sono né buone né cattive in se stesse: sono buone quando contribuiscono ad un'azione buona; sono cattive in caso contrario. Esse possono essere assunte nelle virtù o pervertite nei vizi.
LA COSCIENZA MORALE
372. Che cos'è la coscienza morale? 1776-1780 La coscienza morale, presente nell'intimo della persona, è un giudizio della ragione, che, al momento opportuno, ingiunge all'uomo di compiere il bene e di evitare il male. Grazie ad essa, la persona umana percepisce la qualità morale di un atto da compiere o già compiuto, permettendole di assumerne la responsabilità. Quando ascolta la coscienza morale, l'uomo prudente può sentire la voce di Dio che gli parla.
373. Che cosa implica la dignità della persona nei confronti della coscienza morale? 1780-1782 La dignità della persona umana implica la rettitudine della coscienza morale (che cioè sia in accordo con ciò che è giusto e buono secondo la ragione e la Legge divina). A motivo della stessa dignità personale, l'uomo non deve essere costretto ad agire contro coscienza e non si deve neppure impedirgli, entro i limiti del bene comune, di operare in conformità ad essa, soprattutto in campo religioso.
374. Come si forma la coscienza morale perché sia retta e veritiera? 1783-1788 La coscienza morale retta e veritiera si forma con l'educazione, con l'assimilazione della Parola di Dio e dell'insegnamento della Chiesa. È sorretta dai doni dello Spirito Santo e aiutata dai consigli di persone sagge. Inoltre giovano molto alla formazione morale la preghiera e l'esame di coscienza.
375. Quali norme la coscienza deve sempre seguire? 1789 Ce ne sono tre più generali: 1) non è mai consentito fare il male perché ne derivi un bene; 2) la cosiddetta Regola d'oro: « Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro» (Mt 7,12); 3) la carità passa sempre attraverso il rispetto del prossimo e della sua coscienza, anche se questo non significa accettare come un bene ciò che è oggettivamente un male.
376. La coscienza morale può emettere giudizi erronei? 1790-1794 La persona deve sempre obbedire al giudizio certo della propria coscienza, ma può emettere anche giudizi erronei, per cause non sempre esenti da colpevolezza personale. Non è però imputabile alla persona il male compiuto per ignoranza involontaria, anche se esso resta oggettivamente un male. È quindi necessario adoperarsi per correggere la coscienza morale dai suoi errori.
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LA LIBERTÀ DELL'UOMO
363. Che cos'è la libertà? 1730-1733 È il potere donato da Dio all'uomo di agire o di non agire, di fare questo o quello, di porre così da se stesso azioni deliberate. La libertà caratterizza gli atti propriamente umani. Quanto più si fa il bene, tanto più si diventa liberi. La libertà raggiunge la propria perfezione quando è ordinata a Dio, sommo Bene e nostra Beatitudine. La libertà implica anche la possibilità di scegliere tra il bene e il male. La scelta del male è un abuso della libertà, che conduce alla schiavitù del peccato.
364. Quale relazione esiste tra libertà e responsabilità? 1734-1737 La libertà rende l'uomo responsabile dei suoi atti nella misura in cui sono volontari, anche se l'imputabilità e la responsabilità di un'azione possono essere sminuite e talvolta annullate dall'ignoranza, dall'inavvertenza, dalla violenza subita, dal timore, dagli affetti smodati, dalle abitudini.
365. Perché ogni uomo ha diritto all'esercizio della libertà? 1738 Il diritto all'esercizio della libertà è proprio d'ogni uomo, in quanto è inseparabile dalla sua dignità di persona umana. Pertanto tale diritto va sempre rispettato, particolarmente in campo morale e religioso, e deve essere civilmente riconosciuto e tutelato nei limiti del bene comune e del giusto ordine pubblico.
366. Come si colloca la libertà umana nell'ordine della salvezza? 1739-1742 La nostra libertà è indebolita a causa del primo peccato. L'indebolimento è reso più acuto dai peccati successivi. Ma Cristo «ci ha liberati perché restassimo liberi» (Gal 5, 1). Con la sua grazia lo Spirito Santo ci conduce alla libertà spirituale, per farci suoi liberi collaboratori nella Chiesa e nel mondo.
367. Quali sono le fonti della moralità degli atti umani? 1749-1754 La moralità degli atti umani dipende da tre fonti: dall'oggetto scelto, ossia un bene vero o apparente; dall'intenzione del soggetto che agisce, e cioè dal fine per cui egli compie l'azione; dalle circostanze dell'azione, ivi comprese le conseguenze.
368. Quando l'atto è moralmente buono? 1755-1756 L'atto è moralmente buono quando suppone ad un tempo la bontà dell'oggetto, del fine e delle circostanze. L'oggetto scelto può da solo viziare tutta un'azione, anche se l'intenzione è buona. Non è lecito compiere il male perché ne derivi un bene. Un fine cattivo può corrompere l'azione, anche se il suo oggetto, in sé, è buono. Invece un fine buono non rende buono un comportamento che per il suo oggetto è cattivo, in quanto il fine non giustifica i mezzi. Le circostanze possono attenuare o aumentare la responsabilità di chi agisce, ma non possono modificare la qualità morale degli atti stessi, non rendono mai buona un'azione in sé cattiva.
369. Vi sono atti che sono sempre illeciti? 1756 Vi sono atti, la cui scelta è sempre illecita a motivo del loro oggetto (ad esempio la bestemmia, l'omicidio, l'adulterio). La loro scelta comporta un disordine della volontà, cioè un male morale, che non può essere giustificato con il ricorso ai beni che eventualmente ne potrebbero derivare.
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SEZIONE PRIMA 1691-1698 Ciò che il Simbolo della fede professa, i Sacramenti lo comunicano. Infatti, con essi i fedeli ricevono la grazia di Cristo e i doni dello Spirito Santo, che li rendono capaci di vivere la nuova vita di figli di Dio nel Cristo accolto con la fede.
CAPITOLO PRIMO LA DIGNITÀ DELLA PERSONA UMANA
L'UOMO IMMAGINE DI DIO 358. Qual è la radice della dignità umana? 1699-1715 La dignità della persona umana si radica nella creazione ad immagine e somiglianza di Dio. Dotata di un'anima spirituale e immortale, d'intelligenza e di libera volontà la persona umana è ordinata a Dio e chiamata, con la sua anima e il suo corpo, alla beatitudine eterna.
LA NOSTRA VOCAZIONE ALLA BEATITUDINE
359. Come raggiunge l'uomo la beatitudine? 1716 L'uomo raggiunge la beatitudine in virtù della grazia di Cristo, che lo rende partecipe della vita divina. Cristo nel Vangelo indica ai suoi la strada che porta alla felicità senza fine: le Beatitudini. La grazia di Cristo opera anche in ogni uomo che, seguendo la retta coscienza, cerca e ama il vero e il bene, ed evita il male.
360. Perché le Beatitudini sono importanti per noi? 1716-1717 Le Beatitudini sono al centro della predicazione di Gesù, riprendono e portano a perfezione le promesse di Dio, fatte a partire da Abramo. Dipingono il volto stesso di Gesù, caratterizzano l'autentica vita cristiana e svelano all'uomo il fine ultimo del suo agire: la beatitudine eterna.
361. In che rapporto sono le Beatitudini col desiderio di felicità dell'uomo? 1718-17l9 Esse rispondono all'innato desiderio di felicità che Dio ha posto nel cuore dell'uomo per attirarlo a sé e che solo lui può saziare.
362. Che cos'è la beatitudine eterna? 1720-1724 È la visione di Dio nella vita eterna, in cui noi saremo pienamente «partecipi della natura divina» (2 Pt 1,4), della gloria di Cristo e del godimento della vita trinitaria. La beatitudine oltrepassa le capacità umane: è un dono soprannaturale e gratuito di Dio, come la grazia che ad essa conduce. La beatitudine promessa ci pone di fronte a scelte morali decisive riguardo ai beni terreni, stimolandoci ad amare Dio al di sopra di tutto. |
CAPITOLO QUARTO LE ALTRE CELEBRAZIONI LITURGICHE
I SACRAMENTALI
351. Che cosa sono i Sacramentali? 1667-1672 Sono segni sacri istituiti dalla Chiesa, per mezzo dei quali vengono santificate alcune circostanze della vita. Essi comportano una preghiera accompagnata dal segno della croce e da altri segni. Fra i Sacramentali, occupano un posto importante le benedizioni, che sono una lode di Dio e una preghiera per ottenere i suoi doni, le consacrazioni di persone e le dedicazioni di cose al culto di Dio.
352. Che cos'è un esorcismo? 1673 Si ha un esorcismo quando la Chiesa domanda con la sua autorità, in nome di Gesù, che una persona o un oggetto sia protetto contro l'influsso del Maligno e sottratto al suo dominio. Viene praticato in forma ordinaria nel rito del Battesimo. L'esorcismo solenne, chiamato il grande esorcismo, può essere effettuato solo da un presbitero autorizzato dal Vescovo.
353. Quali forme di pietà popolare accompagnano la vita sacramentale della Chiesa? 1674-1676 Il senso religioso del popolo cristiano ha sempre trovato diverse espressioni nelle varie forme di pietà che accompagnano la vita sacramentale della Chiesa, quali la venerazione delle reliquie, le visite ai santuari, i pellegrinaggi, le processioni, la «Via crucis», il Rosario. La Chiesa con la luce della fede illumina e favorisce le forme autentiche di pietà popolare
LE ESEQUIE CRISTIANE
354. Quale rapporto esiste tra i Sacramenti e la morte del cristiano? 1680-1683 Il cristiano che muore in Cristo giunge, al termine della sua esistenza terrena, al compimento della nuova vita iniziata con il Battesimo, rafforzata dalla Confermazione e nutrita dall'Eucaristia, anticipazione del banchetto celeste. Il senso della morte del cristiano si manifesta alla luce della Morte e della Risurrezione di Cristo, nostra unica speranza; il cristiano che muore in Cristo Gesù, va ad «abitare presso il Signore» (2 Cor 5,8).
355. Che cosa esprimono le esequie? 1684-1685 Le esequie, pur celebrando si secondo differenti riti rispondenti alle situazioni e alle tradizioni delle singole regioni, esprimono il carattere pasquale della morte cristiana nella speranza della risurrezione, e il senso della comunione con il defunto particolarmente mediante la preghiera per la purificazione della sua anima.
356. Quali sono i momenti principali delle esequie? 1686-1690 Solitamente le esequie comprendono quattro momenti principali: l'accoglienza della salma da parte della comunità con parole di conforto e di speranza, la liturgia della Parola, il sacrificio eucaristico e «l'addio», col quale l'anima del defunto viene affidata a Dio, fonte di vita eterna, mentre il suo corpo viene sepolto in attesa della risurrezione.
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CAPITOLO PRIMO IL MISTERO PASQUALE NEL TEMPO LITURGIA - OPERA DELLA SANTISSIMA TRINITÀ 221. In che modo il Padre è la sorgente e il fine della liturgia? 1077-1083 Nella liturgia il Padre ci colma delle sue benedizioni nel Figlio incarnato, morto e risorto per noi, ed egli effonde nei nostri cuori lo Spirito Santo. Nel contempo la Chiesa benedice il Padre con l'adorazione, la lode e l'azione di grazie e implora il dono del suo Figlio e dello Spirito Santo.
222. Qual è l'opera di Cristo nella liturgia? 1084-1090 Nella liturgia della Chiesa, Cristo significa e realizza principalmente il proprio Mistero pasquale. Donando lo Spirito Santo agli Apostoli ha concesso loro e ai loro successori il potere di attuare l'opera della salvezza per mezzo del Sacrificio eucaristico e dei Sacramenti, nei quali egli stesso agisce per comunicare la sua grazia ai fedeli di tutti i tempi e in tutto il mondo.
223. Nella liturgia, come opera lo Spirito Santo nei confronti della Chiesa? 1091-1109 Nella liturgia si attua la più stretta cooperazione tra lo Spirito Santo e la Chiesa. Lo Spirito Santo prepara la Chiesa ad incontrare il suo Signore; ricorda e manifesta Cristo alla fede dell'assemblea; rende presente e attualizza il Mistero di Cristo; unisce la Chiesa alla vita e alla missione di Cristo e fa fruttificare in essa il dono della comunione.
IL MISTERO PASQUALE NEI SACRAMENTI DELLA CHIESA
224. Che cosa sono i Sacramenti e quali sono? 1113-1131 I Sacramenti sono segni sensibili ed efficaci della grazia, istituiti da Cristo e affidati alla Chiesa, attraverso i quali ci viene elargita la vita divina. Sono sette: il Battesimo, la Confermazione, l'Eucaristia, la Penitenza, l'Unzione degli infermi, l'Ordine e il Matrimonio.
225. Qual è il rapporto dei Sacramenti con Cristo? 1114-1116 I misteri della vita di Cristo costituiscono il fondamento di ciò che adesso Cristo, mediante i ministri della Chiesa, dispensa nei Sacramenti.
226. Qual è il legame dei Sacramenti con la Chiesa? 1117-1119 Cristo ha affidato i Sacramenti alla sua Chiesa. Essi sono «della Chiesa», in un duplice significato: sono «da essa», in quanto sono azioni della Chiesa, la quale è sacramento dell'azione di Cristo; e sono «per essa», nel senso che edificano la Chiesa.
227. Che cos'è il carattere sacramentale? 1121 È un sigillo spirituale, conferito dai Sacramenti del Battesimo, della Confermazione e dell'Ordine. Esso è promessa e garanzia della protezione divina. In forza di tale sigillo il cristiano è configurato a Cristo, partecipa in vario modo al suo sacerdozio e fa parte della Chiesa secondo stati e funzioni diverse. Viene quindi consacrato al culto divino e al servizio della Chiesa. Poiché il carattere è indelebile, i Sacramenti, che lo imprimono, si ricevono una volta sola nella vita.
228. Qual è la relazione dei Sacramenti con la fede? 1122-1126 I Sacramenti non solo suppongono la fede, ma con le parole e con gli elementi rituali la nutrono, la irrobustiscono e la esprimono. Celebrando i Sacramenti, la Chiesa confessa la fede apostolica. Da qui viene l'antico detto: «Lex orandi, lex credendi», cioè la Chiesa crede come prega.
229. Perché i Sacramenti sono efficaci? 1127-1128 I Sacramenti sono efficaci ex opere operato («per il fatto stesso che l'azione sacramentale viene compiuta»), perché è Cristo che agisce in essi e che comunica la grazia che significano, indipendentemente dalla santità personale del ministro. Tuttavia i frutti dei Sacramenti dipendono anche dalle disposizioni di chi li riceve.
230. Per quale motivo i Sacramenti sono necessari alla salvezza? 1129 Per i credenti in Cristo, i Sacramenti sono necessari alla salvezza, anche se non vengono dati tutti ad ogni singolo fedele, perché conferiscono le grazie sacramentali, il perdono dei peccati, l'adozione a figli di Dio, la conformazione a Cristo Signore e l'appartenenza alla Chiesa. Lo Spirito Santo guarisce e trasforma coloro che li ricevono.
231. Che cos'è la grazia sacramentale? 1129; 1131 La grazia sacramentale è la grazia dello Spirito Santo, donata da Cristo e propria di ciascun Sacramento. Tale grazia aiuta il fedele nel suo cammino di santità, e così pure aiuta la Chiesa nella sua crescita di carità e di testimonianza.
232. Qual è la relazione tra i Sacramenti e la vita eterna? 1130 Nei Sacramenti la Chiesa riceve già un anticipo della vita eterna, mentre resta «nell'attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e Salvatore Gesù Cristo» (Tt 2,13). CAPITOLO SECONDO LA CELEBRAZIONE SACRAMENTALE
CELEBRARE LA LITURGIA DELLA CHIESA
Chi celebra?
233. Chi agisce nella liturgia? 1135-1137 Nella liturgia agisce «Cristo tutto intero» («Christus Totus»), Capo e Corpo. Quale sommo Sacerdote, egli celebra con il suo Corpo, che è la Chiesa celeste e terrena.
234. Da chi è celebrata la liturgia celeste? 1138-1139 La liturgia celeste è celebrata dagli Angeli, dai Santi dell'Antica e della Nuova Alleanza, in particolare dalla Madre di Dio, dagli Apostoli, dai Martiri e da una «moltitudine immensa, che nessuno» può contare, «di ogni Nazione, razza, popolo e lingua» (Ap 7,9). Quando celebriamo nei Sacramenti il mistero della salvezza, partecipiamo a questa liturgia eterna.
235. In che modo la Chiesa in terra celebra la liturgia? 1140-1144 La Chiesa in terra celebra la liturgia come popolo sacerdotale, nel quale ciascuno opera secondo la propria funzione, nell'unità dello Spirito Santo: i battezzati si offrono in sacrificio spirituale; i ministri ordinati celebrano secondo l'Ordine ricevuto per il servizio di tutti i membri della Chiesa; i Vescovi e i presbiteri operano nella persona di Cristo Capo.
Come celebrare?
236. Come viene celebrata la liturgia? 1145 La celebrazione liturgica è intessuta di segni e di simboli, il cui significato, radicato nella creazione e nelle culture umane, si precisa negli eventi dell' Antica Alleanza e si rivela pienamente nella Persona e nell' opera di Cristo.
237. Da dove provengono i segni sacramentali? 1146-1152 Alcuni provengono dal creato (luce, acqua, fuoco, pane, vino, olio); altri dalla vita sociale (lavare, ungere, spezzare il pane); altri dalla storia della salvezza nell'Antica Alleanza (i riti della Pasqua, i sacrifici, l'imposizione delle mani, le consacrazioni). Questi segni, alcuni dei quali sono normativi e immutabili, assunti da Cristo, diventano portatori dell'azione di salvezza e di santificazione.
238. Quale legame esiste tra le azioni e le parole nella celebrazione sacramentale? 1153-1155 Nella celebrazione sacramentale azioni e parole sono strettamente congiunte. Infatti, anche se le azioni simboliche già per se stesse sono un linguaggio, è tuttavia necessario che le parole del rito accompagnino e vivifichino queste azioni. Inseparabili in quanto segni e insegnamento, le parole e le azioni liturgiche lo sono anche in quanto realizzano ciò che significano.
239. Con quali criteri il canto e la musica hanno una loro funzione nella celebrazione liturgica? 1156-1158 Poiché il canto e la musica sono strettamente connessi con l'azione liturgica, essi devono rispettare i seguenti criteri: la conformità alla dottrina cattolica dei testi, presi di preferenza dalla Scrittura e dalle fonti liturgiche; la bellezza espressiva della preghiera; la qualità della musica; la partecipazione dell'assemblea; la ricchezza culturale del Popolo di Dio e il carattere sacro e solenne della celebrazione. «Chi canta prega due volte» (sant'Agostino).
240. Qual è la finalità delle sacre immagini? 1159-1161 L'immagine di Cristo è l'icona liturgica per eccellenza. Le altre, che rappresentano la Madonna e i Santi, significano Cristo, che in loro è glorificato. Esse proclamano lo stesso messaggio evangelico che la Sacra Scrittura trasmette attraverso la parola, e aiutano a risvegliare e a nutrire la fede dei credenti.
Quando celebrare?
241. Qual è il centro del tempo liturgico? 1163-1167 Il centro del tempo liturgico è la domenica, fondamento e nucleo di tutto l'anno liturgico, che ha il suo culmine nella Pasqua annuale, la festa delle feste.
242. Qual è la funzione dell'anno liturgico? 1168-1173 Nell'anno liturgico la Chiesa celebra tutto il Mistero di Cristo, dall'Incarnazione fino al suo ritorno glorioso. In giorni stabiliti, la Chiesa venera con speciale amore la beata Maria Madre di Dio e fa anche memoria dei Santi, che per Cristo sono vissuti, con Lui hanno sofferto e con Lui sono glorificati.
243. Che cos'è la Liturgia delle Ore? 1174-1178 La Liturgia delle Ore, preghiera pubblica e comune della Chiesa, è la preghiera di Cristo con il suo corpo, la Chiesa. Per suo mezzo; il Mistero di Cristo, che celebriamo nell'Eucaristia, santifica e trasfigura il tempo di ogni giorno. Essa si compone principalmente di Salmi e di altri testi biblici, e anche di letture dei Padri e dei maestri spirituali.
Dove celebrare?
244. La Chiesa ha bisogno di luoghi per celebrare la liturgia? 1197-1198 Il culto «in spirito e verità» (Gv 4,24) della Nuova Alleanza non è legato ad alcun luogo esclusivo, perché Cristo è il vero tempio di Dio, per mezzo del quale anche i cristiani e la Chiesa intera diventano, sotto l'azione dello Spirito Santo, templi del Dio vivente. Tuttavia il Popolo di Dio, nella sua condizione terrena, ha bisogno di luoghi in cui la comunità possa riunirsi per celebrare la liturgia.
245. Che cosa sono gli edifici sacri? 1198-1999 Essi sono le case di Dio, simbolo della Chiesa che vive in quel luogo, nonché della dimora celeste. Sono luoghi di preghiera, nei quali la Chiesa celebra soprattutto l'Eucaristia e adora Cristo realmente presente nel tabernacolo.
246. Quali sono i luoghi privilegiati all'interno degli edifici sacri? 1182-1186 Essi sono: l'altare, il tabernacolo, la custodia del sacro crisma e degli altri oli sacri, la sede del Vescovo (cattedra) o del presbitero, l'ambone, il fonte battesimale, il confessionale.
DIVERSITÀ LITURGICA E UNITÀ DEL MISTERO
247. Perché l'unico Mistero di Cristo è celebrato dalla Chiesa secondo diverse tradizioni liturgiche? 1200-1204 Perché l'insondabile ricchezza del Mistero di Cristo non può essere esaurita da una singola tradizione liturgica. Fin dalle origini, pertanto, questa ricchezza ha trovato, nei vari popoli e culture, espressioni caratterizzate da una mirabile varietà e complementarietà.
248. Qual è il criterio, che assicura l'unità nella multiformità? 1209 È la fedeltà alla Tradizione Apostolica, cioè la comunione nella fede e nei sacramenti ricevuti dagli Apostoli, comunione che è significata e garantita dalla successione apostolica. La Chiesa è cattolica: può quindi integrare nella sua unità tutte le vere ricchezze delle culture.
249. Nella liturgia, tutto è immutabile? 1205-1206 Nella liturgia, segnatamente in quella dei sacramenti, ci sono elementi immutabili perché di istituzione divina, di cui la Chiesa è fedele custode. Ci sono poi elementi suscettibili di cambiamento, che essa ha il potere, e talvolta anche il dovere, di adattare alle culture dei diversi popoli. |
INFO
IL CREATO: OPERA DELLE TUE MANI
JESUS CHRISTY MY LIFE
VERBO DEL DIO VIVENTE
Inviato da: romanovincenzo123
il 29/08/2016 alle 18:38
Inviato da: giu.syy
il 01/05/2008 alle 17:48
Inviato da: giu.syy
il 29/04/2008 alle 12:38
Inviato da: Genny.chiesa
il 20/04/2008 alle 18:28
Inviato da: stefanotodisco
il 20/04/2008 alle 17:27