Alzarsi ogni mattina, preparar la colazione, sistemare la casa, organizzare i bambini, accompagnarli a scuola, pensare alla spesa, e nel frattempo, lavarsi, vestirsi, raccogliere la idee per la giornata. Salire sul tram o affrontare il traffico, sempre in ritardo per fermarsi a guardare una vetrina per sè.
Arrivare a sera con la spesa fatta, i bambini a casa, i compiti fatti, la bolletta pagata, la cucina sistemata, un pensiero per il genitore anziano mentre si stira.
E via, giorno dopo giorno.
In mezzo sta il lavoro. Quello con la lettera maiuscola, perchè retribuito e quindi riconosciuto.
Questa è la vita di tante donne che per una scelta lavorativa necessaria, o per realizzazione personale, pagano la fatica di una conciliazione sempre difficile sia fuori che dentro, dentro a quello spazio interiore più propenso ad accogliere sensi di colpa spesso indotti piuttosto che la giusta affermazione di un' autonomia.
Il cammino delle donne per una reale uguaglianza, passa da qui, da questo quotidiano, vissuto di corsa e in corsa. Dalla scelta di poter lavorare senza doversi spezzettare o spezzare sotto il peso della famiglia e della fatica, anche emotiva che lavorare e vivere oggi comporta.
Le donne sanno tenere insieme. E' la loro storia. Le donne fanno, da sempre, più fatica.
In più, oggi. con una precarietà lavorativa che disegna una precarietà di vita e porta ad anni di ritardo nella scelta della maternità.
E se il figlio nasce, nella coppia è lei che ha meno opportunutà di rientrare nel mercato del lavoro; per carenza o costi economici eccessivi dei servizi, per la rigidità dell'organizzazione del lavoro.
Il 20% delle donne lascia il lavoro alla nascita di un figlio, il 60% nella fascia di età tra i 35 e i 44 anni è costretta a ridursi l'orario di lavoro per prendersi cura dei figli minori. Oltre il 70% del lavoro domestico e di cura è a carico delle donne. Una divisione di ruoli rimasta pressochè invariata negli ultimi vent'anni.
Se le donne guadagnano di meno è anche pechè devono occuparsi di figli e anziani; non c'è tempo per gli straordinari, niente premi aziendali legati alle presenze, bisogna andare ai colloqui con gli insegnanti, stare a casa se il piccolo si ammala.
Possiamo persino immaginare che se le donne smettessero di fare figli sbaraglierebbero l'altro sesso nelle professioni, ma non è questo il prezzo che noi donne vogliamo pagare.
Non c'è nulla di più ingiusto che far parti uguali fra disuguali, diceva Don Milani.
Inviato da: diletta.castelli
il 23/10/2016 alle 15:36
Inviato da: languorino75
il 11/12/2012 alle 11:52
Inviato da: g.ilda
il 10/12/2012 alle 16:02
Inviato da: languorino75
il 10/12/2012 alle 12:48
Inviato da: languorino75
il 15/11/2012 alle 16:34