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Piazza San Giovanni, 15 ottobre 2011

Post n°78 pubblicato il 16 Ottobre 2011 da cineciclista
 


foto r.t.
(Roma, Piazza San Givanni, 15 ottobre 2011, ore 17:21, foto  r. t.)

Il set pornografico di San Giovanni a Roma

Che cosa è accaduto ieri nella Piazza San Giovanni a Roma? È stato messo su un set cinematografico-televisivo. Allontanata la solita massa di curiosi che disturbano questi set, è come se fosse stato battuto un grande ciack e si fosse urlato in un megafono: “Motore! Azione!”. Blindati di polizia, finanza e carabinieri e anche un mezzo con idrante hanno cominciato a vorticare a sirene spiegate e a tutta velocità all’interno della piazza, con sciami di gente munita di sciarpe e caschetti neri che correvano loro dietro lanciandogli di tutto: dagli stessi lacrimogeni che erano stati sparati, a pezzi di asfalto divelto, bastoni, paletti, ecc. Era un carosello nel senso letterale del termine, che è andato avanti per ore, pressoché immutato nella cornice e con qualche variante solo all’interno del quadro. Al limitare della piazza, presso la statua di San Francesco, centinaia di persone che riprendevano indisturbati con cellulari, macchinette fotografiche, tele e web cam tutto ciò che sul set si muoveva. Ti potevi mettere là con un tavolino da bar, una sedia da regista, ordinare un caffé, continuare a telefonare e a riprendere sotto gli occhi della polizia che sembrava non desiderasse altro. Dai vari mezzi di ripresa elettronici, le immagini passavano direttamente in rete e facevano immediatamente il giro del mondo e delle redazioni televisive. Quello che l’altro centinaio di migliaia di persone allontanate, volevano portare e dire nella stessa piazza, prima che fosse occupata dal set, era finito in fumo, nel fumo di quei lacrimogeni e bombe carta. Nello stesso fumo era finita anche la possibilità di mettere lì delle tende e fare come a Porta del Sol a Madrid o nella famosa Wall Street di New York. L’importante era il set, le scene dei caroselli dei blindati che si susseguivano ininterrotte con lo sciame di oggetti e persone che si scagliavano loro contro. Con la stessa reiterazione degli atti tipici di un film porno è esattamente ciò che abbiamo visto e rivisto e che volevano farci vedere la sera in televisione. Tutto il resto: debito, speculazione, finanza, disoccupazione, giovani senza speranze e futuro, non faceva parte del set, non era nel copione, nell’azione, nella messa in scena. È tutto ciò che la produzione politica ed economica nel suo insieme sa fare, le comparse le trova per strada.


 

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Commenti al Post:
Nues.s
Nues.s il 17/10/11 alle 15:32 via WEB
Spietatamente vero. Oltre che porno, sarebbe divenuto un noir una volta scappato il morto.
Dopo i fatti, dopo del perchè non si comprenda come mai questi delinquenti e malprotagonisti di questa vicenda, compaiano ogni qualvolta e nel momento 'utile', possiamo tuttavia ritenere questa giornata pari ad un... 'giallo'. Fino al prossimo corteo 'utile', perchè poi cambieranno i colori, le tinte sapranno omologarsi e persino confondersi. E noi spettatori non gaudenti dell'arroganza dei registi a sorbirci l'ennesimo schiaffo. Indignata è dir poco, soprattutto verso giovani che a quel corteo avevano riversato ben altri concetti e una piu' prudente scenografia.
...
 
 
cineciclista
cineciclista il 17/10/11 alle 22:11 via WEB
Nues, ci sto riflettendo e mi sto convincendo che non è così facile dividere tra buoni e cattivi. Credo che la logica del set cinematografico sia qualcosa di strutturale, relativo a questa era elettronica, a questi mezzi di informazione e comunicazione tra le persone.
 
cineciclista
cineciclista il 17/10/11 alle 22:12 via WEB
Vedi, Nues, l’intolleranza viscerale, l’insulto idrofobo, lo sputo rabbioso, l’espulsione proterva li puoi vedere su you tube anche nel trattamento che molti manifestanti “buoni” hanno riservato a Marco Pannella, sul quale si può anche dissentire su tutta la linea, ma non può essere sputato addosso e ingiuriato in quel modo, perché poi non ci possiamo meravigliare che un sentimento simile monti e si solidifichi nei modi eclatanti, spettacolari a cui abbiamo assistito e registrato con cellulari, macchinette digitali e web cam. Grazie per le sollecitazioni: mi inducono a rielaborare questo post.
 
 
Nues.s
Nues.s il 18/10/11 alle 22:12 via WEB
Grazie a te. E non c'è da meravigliarsi...l'Era che respiriamo, è specchio, anzi, platea di chi ha tra le mani quel potere di saper immortalare e confondersi come chiazza d'olio. Tralasciando alcuni 'bei momenti' che possono ...'esistere' su piattaforme come YT, non stupiamoci se poi si riesce ad entrare in sistemi dove a prevalere è il volersi riconoscere specie in nefandezze che si perpetuano. Una volta non esistevano webcam o cellulari a presa diretta, ora a trionfare è il trattamento che si infligge e la volonta' caparbia di registrarsi forzando quei margini, altamente compromessi, di realta' opache. Avvilenti. Dannose.
 
   
cineciclista
cineciclista il 18/10/11 alle 23:00 via WEB
Non mi sento, Nues, di condividere del tutto il tuo atteggiamento, che è una forma di risentimento per l’attuale epoca in rapido, variegato e imprevedibile mutamento. Anche volendo non si può far girare la ruota della storia indietro, ma non è tanto questo. È che non ci sarebbe proprio neanche quella che chiamiamo “realtà” o “esistenza” senza un’apertura della uniformità o rottura della continuità dello spirito come della materia. Tale apertura è soprattutto l’apertura di nuove possibilità, addirittura anche il ripresentarsi sotto un nuovo aspetto di possibilità a cui non è stato concesso di realizzarsi nel passato. Ma il vedere prima e cogliere poi queste possibilità comporta una capacità di avere sempre uno sguardo attento e aperto e poi una nostra responsabilità personale e collettiva nel non lasciarsele sfuggire. Ma prendo il tuo commento come l’abituale valido contributo al confronto.
 
lunagiallablu
lunagiallablu il 23/10/11 alle 20:45 via WEB
"è come se fosse stato battuto un grande ciack e si fosse urlato in un megafono: “Motore! Azione!”.Tu lo scrivi ma molti lo abbiamo pensato. Ed è andato in scena il solito gioco delle parti, abile regia a più mani, ed ha rubato la scena a coloro che avevano molto da dire, che avevano scelto per questo il luogo ed il tempo per farlo. Un senso di scaramento mi ha preso, ancora una volta l'arroganza della violenza (e non voglio entrare nel merito di cosa la generi)la violenza di chi contesta, ma anche la violenza di chi scippa la voce a migliaia di persone mandando in video un carosello facilmente prevedibile.Un'altra opportunità di essere comunità libera e civile mancata, o bruciata, che dir si voglia. Ops...troppe parole.
 
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