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Post n°179 pubblicato il 09 Giugno 2016 da cineciclista
Tag: amore, cinema, civiltà, Empirismo Critico, Julieta, madre, morte, Pedro Almodovar, Pier Paolo Pasolini, senso di colpa, sguardo, Spagna, visione, vita Julieta o la trinità dello sguardo di Riccardo Tavani Fin dalla prima scena d’incontro casuale tra Julieta e Beatriz, un’amica d’infanzia di sua figlia Antia, si capisce che Pedro Almodóvar vuole andare alla radice buia di un senso dell’esistenza. La colonna sonora del suo abituale compositore Alberto Iglesias s’intona perfettamente a questa intenzione e ne valorizza ogni singola inquadratura e sequenza. Un incontro casuale tra le strade di Madrid, mentre Julieta è in procinto di trasferirsi, di lì a pochi giorni, in Portogallo con Lorenzo, il suo compagno. Beatriz le dice che per caso – a sua volta – ha incontrato Antia in Italia, vicino al Lago di Como, e che ha tre figli. La donna, non solo annulla la partenza, ma lascia subito anche la sua bella casa per trasferirsi nello stesso vecchio palazzo in cui viveva con sua figlia Antia. Il film è la lunga lettera per immagini che una madre scrive a una figlia che l’ha abbandonata, facendole perdere ogni traccia della sua esistenza. |
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