I capricci del Sole.
.......Nel silenzio cosmico e nel buio più completo, si udirono dei lamenti, dei tonfi, dei colpi; qualcuno gridò:" Dove siete? Sono rimasto solo? Ho paura del buio!" Un altro:" Ahia! Chi c'è qui dietro?" Un'altra vocina:" Stai qui con me, ti prego, leghiamoci insieme, non voglio restare solo!" La Terra quella notte era illuminata da due vulcani che stavano eruttando fuoco e lapilli, quindi alla fioca luce riusciva a vedersi intorno, allora Marte geloso, cominciò ad espellere il fuoco che aveva dentro ed una parte di cielo si illuminò, ma entrambi i pianeti dopo poco si spensero ed il cielo ripiombò nel buio.
D'un tratto nel silenzio si udì un bisbiglio, un parlottio sommesso e di colpo una piccola stella si illuminò. "Qh!" Dissero in coro i pianeti e gli astri. "Come ti chiami? Come hai fatto per illuminarti?" Chiesero le altre stelle, lei timidamente rispose:" Mi chiamo Sirio, ho girato vorticosamente su me stessa e mi sono illuminata!" Allora tutti iniziarono a girare vorticosamente ma Giove così grosso sbandava ed andava addosso agli altri. "Stai attento! Guarda dove vai! Non vedi che ci colpisci con i tuoi corpuscoli e ci fai male?" Dissero Mercurio, Venere ed Urano; Saturno invece sembrava una trottola, Nettuno, dopo aver provato inutilmente, se ne stava mogio, mogio in disparte. Le stelle sembravano impazzite, giravano, saltavano, correvano ma erano le sole ad illuminarsi, gli altri pianeti non ci riuscirono. In quel mentre passò il sole che aveva terminato il suo giro ed era salito su un'altra cometa di un'orbita diversa. " Ciao gente!" Salutò festoso senza accorgersi dell'avvilimento dei pianeti.
All'improvviso notò che le stelle brillavano e ne fu meravigliato. Scese dalla cometa e chiese:" Come avete fatto per illuminarvi così?" Prima che una di loro potesse rispondere, si accorse che i pianeti erano quasi tutti fasciati ed incerottati per gli urti e per gli spintoni che si erano dati nel buio, allora fu preso da un moto convulso di riso che gli impediva persino di parlare. Rideva con le lacrime agli occhi, tenendosi la pancia e girando in tondo. Andò avanti per parecchi anni e più rideva e più si riscaldava mandando raggi infuocati tutt'attorno. I pianeti allora cominciarono ad allontanarsi da lui per non essere bruciati. Fu così che quando il Sole finalmente smise di ridere, si ritrovò solo in mezzo agli altri corpi celesti che, più o meno vicini, gli giravano intorno.
Allora il Sole capì che quello era il suo posto e che aveva un bellissimo compito da svolgere: illuminare e riscaldare tutta la Galassia. Da quel giorno non fece più capricci e tutti vissero felici e contenti per tanti millenni ancora.