Creato da davidaliuslosyano il 01/06/2009 |
ABBASSO GLI EROI SENZA CORAGGIO
Poco piu' di un refuso nella probabilita'!
[Sono un solitario e non ho perle da curare!]
Post n°6685 pubblicato il 19 Novembre 2024 da davidaliuslosyano
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Post n°6684 pubblicato il 03 Ottobre 2024 da davidaliuslosyano
Heee la possibilità...Mi piaceva come premeva il suo corpo al mio. Erano gli anni dell'università. Roberta era di buona famiglia, lo notavo dagli abiti che indossava. Io ero "un guastato, un reietto da manicomio" per quanto con un malcelato sentimento di fierezza, indecifrabile fierezza, alla pari con un sentimento del possibile intenso e carnale... Evoco - mentre scrivo - un soffio che mi ha attraversato per un istante, tangibile come il respiro di un neonato, come le strade che percorrevamo senza riguardo per le lezioni, per le aule affollate di sguardi distratti: noi decisamente si preferiva le strade della città: solitarie e vocianti di vita partecipe. "Salvami Roberta, ti voglio bene ma non lo so dire..." "Insegnami a dire: ti voglio bene" "Amore stringimi, è così semplice"... "Ma...vorrei.." "Zitto non dire niente e stringimi" "Dammi la mano...e accarezzami il cuore", "Le ore si fermeranno per noi solo per noi, e io ti insegnerò il segreto dell'amore come può essere vicino e lontano allo stesso tempo"...Le labbra si schiusero. Sentii il fresco alito inondarmi di calore...Ora non mi fa più paura la morte perchè so che tu sei con me, il tuo ricordo (di ventenne innamorata) almeno...E ho imparato che nella vita "devo andare avanti piano piano, un pò alla volta" per scorgere il sole sorgere dietro le pareti del cuore senza farmi abbagliare all'improvviso, che fa male tutto in una volta. Il desiderio il sogno la speranza non sono forme impure se solo decidiamo di viverle così come vengono, goccia dopo goccia, un pò alla volta: senza traumi senza ambizioni senza domande cruciali. Un pò alla volta, attimo dopo attimo per tenere lontano il bisbiglio della morte che non sentiamo per il rumore delle nostre vite ma che il cuore puro sente chiaro perchè il cuore è al di là di tutto, e percepisce i suoni da lontananze remote a frequenze impercettibili a cui noi vecchi adulti non siamo più abituati... |
Post n°6683 pubblicato il 23 Settembre 2024 da davidaliuslosyano
Soleva effettuare - nell'abbecéde del giorno - ricognizioni metricoperitali "a filo d'occhio", ma altri opinano "ad ala di falco", come più consona sinoniminale lemmatura di reconnaissance, su e giù per la filiera di oggetti e di frammenti di cose, tutti e tutte in linea agnatizia ma di fatto di bassa condominialità, che mani imperite avevano allocato alla rinfusa nel cerchio magico della stanza archivio, e di agnizione in agnizione, nonchè corroborato da una ricevitura di luce che capolinava tra le sovrane e i plettri delle serrande, andava chiarificando all'adusa indolenza dell'età il genere di fattori primi che il resegale ricognitore, occhio o ala che fosse, dovrebbe amministrare o manageriare al fine di indottrinare l'io spirituale sulla sinuosa meraviglia che le forme elementari, spesso effimere e disdorate, propiziano alla cognizione del mondo delle parvenze. "Ad essere più esatti, della fumetteria filosocratica, cartofugata o cartafugacitata (dipende dalla traduttore) nell'abbozzo o bozzolo cervellifero", elaborò tempo dopo Salvo G.. Pensava, ed erogava alle viste nocche livide a causa della stagione chiusa e due pernacchie bluastre come gote, anch'esse assoggettate al rigoroso temperario menozerale ma sbrinate a differenza delle nocche, nella testa tutto un caos, una iellatura di veleni, e, alterate dal vino, uno zimbawe di fedi, che malvolentieri confutava a se stesso e che accompagnavano i giorni verso ghirigori di eventi che l'aspettavano al varco per vendicarsi della sua voracità di vita: "il vino è una brutta cosa", ripeteva, "ti fa dimenticare i doveri del nome e dell'età, ti rende brutto e borioso, insensibile verso le cose". Si sentiva un punto a capo; ora lui capiva perfettamente "il punto": lo capiva fino in fondo: era il termine di un sentimento vissuto avec soin |
Post n°6682 pubblicato il 08 Settembre 2024 da davidaliuslosyano
...in posa prossemica, quasi intima, con l'intorno newtoniano, il sole appariva, in quel meriggio imminente, iattantemente tracotante e bullesco come non era mai stato lungo tutte le rotte d'afa umida, seguite ai piovaschi a iosa del mese precipuo, ora in contumacia forzata per far posto ai nuovi paradigmi ciclotemporali, e ciononostante, era dall'inizio della mesata petito così com'era, cioè duro e proditorio, dai rifrangenti nasi orali, erosi della gioviale spensieratezza dei profumi alfaolfattivi della Terra degli ulivi e dei fichi. L'astro si celebrava e illanguidiva nella personale ricerca, iotica o idiotica, fate voi, e si presentava in autoreferenziale, forse autopoietica...chissà, culotta color formaggio stagionato, a tratti moldo a tratti paglierino, per consigliare il paesaggio delle antropologie contadine di usmare selvaggiamente e animalescamente la suprema sua abbagliatura, epperò, si diceva, con sinestetica riverenza e pelagificazione, quasi a voler arrendersi a un ritrovato quietismo dei sensi, fin lì turbati dalla tremenda messinscena plasmatica, e mettere in cassazione l'attributo misfattoso, se non criminale, di quella personale e oltraggiosa liquefazione. In questa bardatura laticlavica il dio luce si propagava, dai suoi fornelli accesi lassù a milioni di km, lungo la cuspida erranza natalifera del creato che è, a quanto pare, visibile, se non al verbo epifanico, all'occhio animale la cui sinergica finitudine lascia benvolentieri il resto, cioè quella roba a 8 di collo riposato o capovolto, ai pedanti algebristi per il loro effimero godimento infinitesimale. Assuefatto al lindore di siffatte osservazioni equinoziali, cercavo un pò di conforto, o lenimento che fosse, nell'IO, che tutti sdegnano e recalcitrano: i professori di corte con le loro siamesiche retoriche estetizzanti e le paludate filosofie con le loro arcate sopracciliari sempre mobili quando si tratta di perorare la causa del NOI e derogare alle altre prononomicità, inquantochè il NOS, più dell'EGOS, s'inferisce essere ago della bilancia che affratella nella plurimetrale sontuoseria volterriana di Nazione del Popolo Affamigliato che va tenuta recessa, fortemente recessa, dalla qualunqueria dell'io eremita e antisodale, e quindi parontico o parentico fiorellino (chiederemo al filosofo tedesco) o velenica bacca o archibugico nemico dell'ontologica bananifera Statualità naturata in confezione patinata... |
Post n°6681 pubblicato il 30 Agosto 2024 da davidaliuslosyano
(...) E si che le mani del maestro le vedevamo prima gessigeroglificare sulla lavagna tornite paroline, pudiche rappresentazioni di un elementare abbecedario, poi arieggiare nel fumo di una sigaretta, nell'indifferenza delle Supreme Cariche che anni dopo avrebbero deprecato e vietato il malmostoso vezzo; ma si era negli anni '60, gli anni del bumme e delle cambiali e non si aveva tempo per le quisquilie salubriche degli scolaretti, "tanto da grandi avrebbero preso il vizio pure loro". Quelle mani, si diceva, alfine svettavano per la loro micidiale improntitudine sulle nostre guance. Perchè, quando c'era da menare il malcapitato, quelle mani, le mani do maestro, do prufessooor, non giocavano certo da mediano o da mezzala, ma da centravanti di sfondamento giocavano, e come ruzzolavano sugli spaurite faccette quelle vanghe dappoichè pesantuccie erano, come làrici montani, e come scapestravano mille truccoli per meglio ottener impronta e rossore sui visetti di noi innocenti vercelli che si illanguidivano, privi di guida parentale, sui sentieri dell'ignoranza indissimulata. Il malvezzo poi di riparare la grinfia con una mano, quando s'era convocati al cospetto del maestoso vangatore, al tronocattedra per la correctio compitorum, non frenava nè la veemenza, nè il risultato delle mani do prufessooor, che anzi il risultato raddoppiava in efficacia sulla via dolorosa, tra risa e boati di satanelli che in quelle mani trovavano conforto e loggia... Insomma di punto in bianco la slavina in quantità mostruosa atterrava dove doveva atterrare e si ritornava al banco a sedere in totale spaurimento e attesa della correzione dei compiti del giorno dopo. Stessa slavina, stessa rotolosa efficienza, stesso dolore (...) Così dì dopo dì, o' trauma aumentava in proporzione, si torceva, risaliva per poi discendere le cavità sinaptiche, fendeva il follame enzematico parasimpatetico, saltellava ganno le matrici monocondriali, insomma pasticciava nelle testoline biro dei poveri pischelli traviati, per diventare alfine pragma, compagnone delle notti all'addiaccio, senza sonno perchè il trauma pensa e non ha tempo per riposare (...) A quei tempi si viveva tra incubi traumici e soporosi mulinelli di fuocherelli che il culo a stento raffrena sulle soglie del retto orifiziale, dappoichè o' trauma si sa procede a volte beato, senza sim e senza sam, tra gli intestini sazi di merda partendo dalle ipsocellule mondriane del cervello in semiasse, scendendo per lo spinale nelle aree intestinali satollandosi di aerofagica boemme di odori che i nasi meglio accorti dilettano. Esso, o' trauma, per giunta, metteva in processione e stimolo il bolo intabardato di saliva, che, finalmente insagottato, scendeva sazio per la colonna esofagea fino a un tratto torciuto, dove veniva annaffiato di acido, per pagare i vari dazi agli organi in dissesto ghiandolare, per giungere alfine al grosso intestino a corona detto "crasso" dal nome del triùnviro che nelle notti prima delle battaglie gozzovigliava così tanto, "dì pure ad libitum", mettendo a dura prova quella parte del budellame che aspira e asperge il digesto bolo per poi consacrarlo, privo di fermenti acquosi, in fecola di feci pronto per riverire il buco del culo del suo afono decoltè merdifero. |
Post n°6679 pubblicato il 10 Marzo 2024 da davidaliuslosyano
Come far deragliare il principio? La verità di Margot: per una pareidolia veritativa evenemenziale. |
Post n°6678 pubblicato il 27 Febbraio 2024 da davidaliuslosyano
Da un lato, contano sempre le facili e miserevoli vittorie: della fretta tentacolare, del mordi e fuggi dilagante, dell'ipocrisia e del furore. Sopravviviamo nei colli di bottiglia (strozzature) di un Umanesimo disciolto nell'estasi dell'insulto e dell'ecolalia. |
Post n°6677 pubblicato il 24 Febbraio 2024 da davidaliuslosyano
Tutto quello che volevo: scendere e perdermi nell'onda di risacca. Sii fedele allo scopo che ti sei dato, e sappi che lungo il viaggio qualcosa cambierà in meglio o in peggio, ma non importa. Un dubbio ti contaminerà e vivrai per lo più nel paradosso, ma sempre ammira la fragranza del buio, è lì che trovi tutto quello che cerchi: domande e risposte, e altro ancora. (SS) |
Post n°6676 pubblicato il 24 Febbraio 2024 da davidaliuslosyano
Sarebbe lo scopo plurimo: un senso di passione gravidica. E apparentemente il terrore si placa al netto e confortante elmo. E quello che appartiene al basso strato, si incunea lungo il tempo, germoglia fin dentro le soglie d'abisso, per convocare lo sguardo sul fondo della derrata. Tu sarai alla radura, tra le forme salmastre ma incorrotte, per salire d'anabasso o forse scendere catabimico, interstizio per interstizio, al disfamato paradosso viario. (SS) |
Post n°6675 pubblicato il 23 Dicembre 2023 da davidaliuslosyano
1. Una verità e uno scopo modellati all'unisono (combinati nella forma di un sapere perfetto) |
Post n°6674 pubblicato il 23 Dicembre 2023 da davidaliuslosyano
Erano anni in cui la profondità era un excursus tra le forme leggere...una divergenza quisquillosa del palato agrodolce...(J-SS) |
Post n°6673 pubblicato il 23 Dicembre 2023 da davidaliuslosyano
Sai fin troppo bene cosa fare, quando un vasto prontuario di sortilegi spuntati dall'armonia dei tuoi passi, ognuno secondo le loro formule applicative, ha raggiunto la maturità. (J-SS) |
Post n°6672 pubblicato il 23 Dicembre 2023 da davidaliuslosyano
Immersi nell'ecatombe metropolitana, ognuno guarda dai finestrini tra merce di scarico e puzzo d'olio uno stridente estremismo di fiori sulle colline brulle di case e immondizia. |
Post n°6671 pubblicato il 23 Dicembre 2023 da davidaliuslosyano
Alla maniera di un quoziente di pensiero che non si quota al cecchinaggio del generico misfatto, nè si auto-riformula, nè auto-postùra negli esatti termini, dev'essere bandita dai quattro angoli del suo mappismo territoriale l'insiemistica totalitaria come il radical corriflessivo fluttuare micro-molecolare. No metafisica egotica allora, no eloquenza citatoria, no diluizione con solvente tiepido della società reale. Un piano sopra, in una cornice a-categorica, lontano da pratiche di conforto e cifre riconosciute in sommatorie personali, il vero-genuino si inscrive nei fenomeni indagati. Chiedete a Nice e a Proust l'esatta dizione, l'intenzione distillata nella corporeità delle concatenazioni. Dissotterrate l'acume del "sublime refero" per scoprire l'audacità del paesaggio congregante di figuri dal buon palato. Con la sintesi inclusiva del generale tutto, con l'assieme separato del dissonante-incongruo ci sbarca luci e lasciti, abbreviazioni e slanci per future generazioni di concetti, che alla pari di cieliche suggestioni equipollenti scaveranno solchi nelle plumblee filosofemiche nubi per seppellire cadaveri di semantiche inedite. La verità-a-tondo è che gli si addice la componente del demone minore, del famiglio spiritico, del servaggio dis-incarnato per liberare la "roba rivoluzionaria" dall'opprimente cupezza della barcollante mondanità, così da risvegliare le note limpide del selvaggio sipario del Teatro della Reattività spinoziana. |
Post n°6670 pubblicato il 23 Novembre 2023 da davidaliuslosyano
Tra rêverie e realtà, il libro è percorso da improvvisi affondi e incursioni in regioni dissestate del divenire politico dove ci si imbatte nei fuochi di bivacco, nel "trend apocalittico", nelle distonie non combattute e controproducenti. Così si gestiscono i vari lessici, i vari topics e si costruiscono feedback assertivi non convenzionali, in particolare quando il Nostro scarta il grado zero per entrare in risonanza con posture discorsive discontinue e radicali. In altra lingua, B. accede al paradosso di una verità che per essere detta deve essere prima negata (SS Julius) |
Post n°6669 pubblicato il 23 Novembre 2023 da davidaliuslosyano
▪︎Si dice che la Complessità è essa stessa una contraddizione, o tutt'al più un "reliquato relativo". Che per tutto c'è una spiegazione direzionata, piana, monocorde, "secondo la norma" o secondo le più rigorose "regole filosofiche di non-contraddizione". Ci aspetta un lungo inverno se ci limitiamo a pensare in questo modo. È orrendo. (SS Julius) ▪︎È il classico tema infiltrato da "paradossi e vie di mezzo". Per non essere mai netti e rimanere sempre dall'altra parte della barricata tra chi non si schiera e non prende posizione, e sceglie la neutralità come l'approdo più comodo e redditizio. È la solita ricorrente tentazione ad essere "tangenziali alla curva storica" nelle congiunture più critiche della Modernità. Il "rogo di dicitura" continua a far paura ai pavidi, e tutto questo purtroppo non produce ritorsioni della Coscienza. (The "burning of wording" continues to frighten those who are not brave, and unfortunately all this does not produce retaliation of Conscience). (SS Julius) ▪︎Non c'è un vero e proprio fuoco della mente su questo tema, ma piccole scintille che squarciano il buio per un istante senza mai rischiararlo del tutto e ti offrono l'appiglio arbitrario per allinearti alla corrente integrata del "Divenire": "qualunque-cosa-esso-sia-di-non-precisato". (SS Julius) ▪︎Una nuova rete e un nuovo campo di rapporti umani. Bruno fu, con altre eccezioni, un sobillatore coerente e un insieme di dimensioni matematiche, il cui destino era quello di entrare in rotta di collisione con altre dimensioni in modo da favorire la nascita di una "nuova fisica" delle relazioni umane. Fu la goccia che fece traboccare il precario equilibrio storico, l'armonia delle compassionevoli regole filosofiche dell'epoca. (SS Julius) ▪︎Catturato dal Tempo mentre sono fuori orario, fuori dal mio orologio storico. È come se il tempo ti incalzasse mentre sei al di fuori della tua guardia e ti obbligasse a scandire i suoi attimi e lampi di dominio sulla Vita e sulle regole di giurisdizione comportamentali (Rules of behavioral jurisdiction). (SS Julius) ▪︎Dottrine incartate, sigillate nella plastica. Impara a liberarti dall'ideologia di una Mistica aberrante e dall'Info radicale e distorta. Impara a spogliarti della Storia e ad armarti di "Critica del giudizio" e di una rappresentazione emendata e demistificata della realtà. E impara anche a seguire quei circuiti virtuosi dove non ti imbatterai più nel "demone della falsa Agorà" e nell'immagine di una "Fratellanza" in nome di...o di una tenebra ancora più audace, ma dove è vivificante il richiamo al fratello "disperso e vilipeso e ritrovato" dopo l'esilio dal Mondo. Allora non ti troverai più di fronte a pareti scoscese o geometrie inclinate, ma crescerai insieme all'Universo che è già lì da qualche parte che ti attende ed è popolato da altri-da-te da rispettare e non da altri-per-te da temere e vendicare...(SS Julius) |
Post n°6668 pubblicato il 16 Agosto 2023 da davidaliuslosyano
L'investigazione non è solo quantità relazionale o veritativa, o quasi effimera qualitatività. L'indagine, dal lato della domanda, non è semplicemente una gerarchia valoriale o una radice transitoria. Da par suo l'occhio sfilza e trafigge il linguaggio, e ci regala soppressioni, in attesa che un brivido di decenza ricami fili di creatività sulla pelle spessa del tempo. Le lettere ti ripassano (alla partenopea), e non te ne accorgi. Ti impassano e impassionano allo stesso tempo. Efficacia dei recessi dove giace il paffuto silenzio. Efficacia delle cavità dove qualcosa di infranto innatura il capitale di senso. Siamo caduti nello spazio produttivo dove il fungo del non detto prolifera senza sosta. Se l'estetica è critica delle relazioni e delle complessioni, il linguaggio è il suo doppio terapeutico, affine trattamento secondario. (SS) |
Post n°6667 pubblicato il 20 Giugno 2023 da davidaliuslosyano
Aggiunto alla lista... Ogni libro ha tre livelli. Il livello della narrazione tout court che si basa su una lirica corale, un mosaico di vicissitudini personali, intrecci di vite anche banali, una realtà ... che satura le esistenze talvolta nel clichè, nello stereotipo, dove però la qualità dell'evento, che dovrebbe culminare nell'apodittico e nell'ineluttabile, ha poco senso a meno che non si muove lungo solchi tracciati a priori come ad es. una "solida" trama noir. E siamo al secondo livello. Questa traiettoria evenemenziale risolutiva per essere efficace ha bisogno nondimeno di una struttura che faccia premio sulla vita, e risulterebbe una forzatura se non si integrasse quasi naturalmente col primo livello della narrazione. A dare colore a tutto è poi lo stile che rappresenta il terzo livello e che ha una cifra unificante di sintesi. Ogni scrittore dà importanza di più all'uno o all'altro livello. Nel tuo caso hai tentato di rimanere in equilibrio, non dando la predominanza a nessuno dei tre livelli, ma ognuno si incastra perfettamente l'uno nell'altro. Ed è una scelta che condivido. Dov'è l'anima dello scrittore (e del racconto), è facilmente rintracciabile nella figura a tutto tondo del giornalista che non per niente è il meno schierato perchè altrimenti lo scrittore finirebbe per parlare di sè stesso inevitabilmente. Diciamo che si è voluto investire narrativamente su questo personaggio per affinità caratteriale. E questo è quanto basta. Per finire, il libro va lasciato come è: sospeso nel soft power di una narrazione disincantata e asettica. Senza apporti aggiuntivi, e additivi vari. Piccolo gioiello che nondimeno necessita di una cura maggiore relativa allo stile: sintassi, punteggiatura, dettaglio coloristico, caratterizzazione d'ambienti, ecc....(SS) Nel diritto dei padri erano corpi brevi: le biforcazioni e i bivi; gli entusiasmi e altre passioni affini; gli arcani medievali; le piante a fogliame largo; alcuni tipi di nubi; l'esoterismo; i cani con la coda tagliata di un quarto; gli abbecedari senza le lettere di mezzo; tutto ciò che degradava verso le acque; gli agnelli sacrificali; i poemi omerici; le farfalle ad ala corta; gli edifici a struttura quadra; gli irrisi nel padiglione della morte bianca; la peculiarità fittizia; ogni reliquato filosofico di bassa intensità; il linguaggio dell'insetto... |
Post n°6666 pubblicato il 20 Giugno 2023 da davidaliuslosyano
Senza consonanze generiche, la scimmia raramente mi sale in spalla. Per questo non posseggo una meccanica mentale attiva e non sono sufficientemente carismatico. Mi definisco per lo più un viaggiatore su e giù, e presto attenzione all'ornamentazione, anche se negato agli orpelli correlati da intellettuale organico. Prescrizioni e scontrini per me sono la medesima cosa, almeno tanto quanto è necessario blandirla. Volti e sorrisi, sangue e latte, vino e rughe. Forcine su baffi folti di fogliame estivo. Non male la crescita per quattro lettori abbonati. La formulazione della formulazione viene continuamente ampliata. La formula per il processo di formalizzazione ha un effetto continuo.
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Post n°6665 pubblicato il 06 Marzo 2021 da davidaliuslosyano
È stato detto: "Il programma per la civiltà è uno spreco". Ti ho risposto, e la risposta è ben articolata attraverso un coerente contesto significativo e timbro di certificazione. |
Inviato da: cassetta2
il 07/08/2024 alle 16:52
Inviato da: cielostellepianeti
il 10/04/2024 alle 03:17
Inviato da: noctis_imago
il 25/02/2024 alle 16:46
Inviato da: cassetta2
il 01/08/2023 alle 21:03
Inviato da: cassetta2
il 08/06/2023 alle 13:59