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LAUDINE, LA DAMA DELLA FONTANA

Post n°28 pubblicato il 31 Marzo 2013 da paoloproietti.rnk
 

dama della fontana

 

"[...] Egli riesce a raggiungere una fusione armoniosa della sua personalità cosciente e di quella inconscia, la prima consapevole dei problemi e dei fili conduttori del mondo visibile fenomenico, la seconda capace d'intuire le sorgenti più profonde dell'essere dalle quali sgorgano perennemente sia il mondo fenomenico sia il suo testimone cosciente. Uno stile di vita così armoniosamente integrato è il dono che la natura elargisce a ogni neonato, in modo preliminare e non decisivo, e che poi, crescendo, il bambino perde con lo sviluppo della sua individualità autocosciente.
H.Zimmer - IL RE E IL CADAVERE / Il cavaliere del Leone
 


 

 

La storia d'amore del Cavaliere del Leone (che poi sarebbe un leone nero, una pantera...) e della DAMA della FONTANA è una delle più belle del Ciclo del Graal

Uno dei Cavalieri di Re Artù, Ivano (o Iwain o Ivanohe), un giorno arriva nei pressi dell'Albero della Vita e della sorgente  magica che, di dice, lo nutre e  sostiene.
Prende dell'acqua, la getta su una lastra di marmo e, improvvisamente si scatena una tempesta.

L'albero della vita perde le sue foglie, i  fiori appassiscono e gli uccelli   cadono a terra senza vita. 
Dopo poco tempo foglie ancora più verdi e  adornate di gemme piumate  spuntano miracolosamente sui rami spogli.  E appaiono fiori  dai mille profumi e colori  e uccelli dal canto meraviglioso. 
Bello. Ma arriva anche un cavaliere nero, il Guardiano della Fontana

I due combattono per ore, ma alla fine  Ivano ha la meglio:  disarciona il cavaliere nero e lo uccide.

Si incammina nella foresta, arriva ad un Castello da favola ed aiutato da una fata di nome Lunette, riesce a conquistare il cuore della bellissima Dama della Fontana: Laudine.

CODEX MANESSE

 

 

Ivano la sposa e diventa il nuovo "Guardiano della Fonte Miracolosa". 


Passono i mesi. I Cavalieri del Graal,, preoccupati dell' assenza di Ivano, si mettono alla sua  ricerca , lo trovano e lo convincono a tornare, per qualche mese, al Castello di Re Artù.

Ivano promette a Laudine di tornare di lì a breve e parte con i compagni d'arme.

Qui accade un fatto stravagante.. 
Ivano, innamorato follemente, si dimentica completamente della Dama, dell'Albero della Vita e del suo ruolo di Guardiano della Fonte miracolosa.

La vita del Castello tra giostre, battute di caccia e feste danzanti lo RIASSORBE COMPLTAMENTE e "il Cavaliere del Leone" dimentica  l'amore della sua vita ed il suo ruolo di guardiano del "mondo di sogno". 

 

codex manesse 2

 

 

In termini "Yogici" la tempesta e la caduta delle foglie dall'albero della vita potrebbero rappresentare la rottura dei livelli dell'Io, il Samadhi. 

(...dov'è finito l'universo? si è forse dissolto?.... dice Shankara nel "VIVECACHUDAMANI" )

Il matrimonio con la Dama della Fontana potrebbe essere invece  l'iniziazione  al mondo di sogno", il "Samadhi Savichara" la comprensione dei flussi di energia che sottendono alle cose e ai fenomeni del mondo ordinario.

Ivano entra nel mondo di sogno, nel senso che realizza lo stato di coscienza detto Taijasa e sposando la "Signora della Fontana" si integra con l'energia femminile, diviene il "Signore del Mondo di Sogno", Hiranyagarbha, per il Vedanta. 

 

Hiranyagharba

Ivano ha la consapevolezza dell piano di sogno.

Potremmo dire che è un ILLUMINATO,  un REALIZZATO.
Ma la vita di corte, le potenze del mondo empirico (visva nel Vedanta) in qualche modo  lo riattraggono e lui dimentica. il suo essere un REALIZZATO:
non riesce a RE-INTEGRARE la coscienza del piano di sogno nel mondo fenomenico. 

E' la fase detta dell'oblio: Il dimenticarsi se stessi. 

Quello che ho chiamato  samadhi savichara, l'esperienza della conoscenza e comprensione dello STATO DI SOGNO pur rappresentando una modificazione (parinama) della mente, non è  una condizione stabile

La mente dello Yogin è soggetta ad una serie di oscillazioni che possono minare il rapporto con la realtà.

 

durga



" ... Ecco che dopo qualche tempo una damigella vestita di raso giallo, in sella ad un cavallo baio con sella e finimenti d'oro, giunge al castello di Re Artù. 
Si avicina ad Ivano e gli strappa dalla mano l'anello, pegno d'amore, che gli aveva donato la "SIGNORA DELLA FONTANA"
 - Così si tratta l'ingannatore, il traditore, l'infedele e l'infame- disse la damigella - vergogna sulla tua barba -
" 


Ivano  si ricorda improvvisamente del Castello, della Dama e del suo ruolo di guardiano della fonte miracolosa. 

La sua mente si ritrova improvvisamente divisa in due: da un lato il mondo di veglia con la sua etica, la sua estetica, gli usi, i costumi, dall'altro il ricordo dell'esperienza di sogno, vivido quando la percezione della realtà empirica, ma adesso, apparentemente irraggiungibile. 

L'oblio dell'esperienza non aveva cancellato dalla memoria  lo stato di quiete e di  beatitudine che nasceva dal legame con il mondo di sogno. 
L'anello è simbolo di quel legame. 

Se le oscillazioni trai due piani hanno un andamento che appare naturale, come l'alternarsi delle maree, lo shock dell'abbandono provoca una doppia consapevolezza. 

E' come vivere contemporaneamente due realtà diverse. 

Ivano, come i samurai giapponesi, deve imparare a "stabilirsi sul ponte di prima dell'inizio" deve cioè ritrovare la via per il Castello della Signora , riunirsi alla sua sposa , stabilizzare l'UNIONE e reintegrarla nella vita di veglia

Ma in questa fase gli mancano gli strumenti. 

Lo stato di semi coscienza (o coscienza dello stato di sogno) che lo aveva condotto nella radura dell'albero della vita non c'è più. 
Adesso c'è , dopo l'oblio, solo la coscienza di veglia, ovvero gli strumenti di veglia. 

Non si può andare nel mondo di sogno con gli strumenti d el mondo di veglia: è come andare in montagna con le pinne e la maschera da sub. 

Ivano non ce la può fare da solo. 
E infatti si perde nella foresta e comincia a vivere tra le bestie e come le bestie, ridotto ad uno stato subumano. 

Fin quando un giorno, richiamato da un disperato ruggito, vede , in una caverna, un Leone nero minacciato da un serpente gigantesco. 

Affronta il serpente, gli mozza la testa e si assicura, così. la fedeltà e l'amicizia eterne del Leone. 

Sarà il Leone a sostenerlo e proteggerlo nelle avventure che lo condurranno di nuovo dalla Signora della Fontana. 

il Leone trovato nella Caverna, rappresenta la Persona , Il Daimon con il quale il ricercatore deve riunirsi prima di stabilizzare lo stato di coscienza superiore a cui in precedenza ha avuto accesso. 

Il Leone rappresenta l'utilizzazione cosciente degli "strumenti di sogno" 

Grazie a questo rinnovato rapporto con gli aspetti più nascosti, oscuri  di sé (il Leone nero, animale Totem, viene trovato in una Grotta) Ivano riuscirà a riconquistare l'Amore della Signora della Fontana. 
A simboleggiare l'avvenuta RE-INTEGRAZIONE, i due lasceranno il castello incantato per vivere , assieme , alla corte di Re Artù. 


 
 
 
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