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Post n°92 pubblicato il 14 Settembre 2015 da paoloproietti.rnk
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Post n°91 pubblicato il 12 Settembre 2015 da paoloproietti.rnk
TANTRA, LA VIA DEL SESSO il mio primo libro, è in libreria dal 14 settembre. Si tratta della prima parte di un lavoro di ricerca che ho fatto negli ultimi 10 anni. A rileggerlo mi pare che emerga un'idea diversa da quella che la maggior parte delle persone ha del Tantra. Molti credono sia una serie di tecniche per far meglio all'amore,per "durare di più", per avere più orgasmi. Secondo me è è la forma più alta di devozione nei confronti della Dea, ovvero della Vita. Vorrei che questo Blog si trasformasse in un luogo di confronto e condivisione. Troppo spesso ho letto cose inesatte sul Tantra. Troppo spesso ho visto, con sorpresa, la Via di Kamaesvari, Dea del Desiderio e della Nostalgia del Cielo, trasformata, dal morboso sguardo degli occidentali. in una serie di pratiche erotiche fini a se stesse. Mi auguro che le mie ricerche e le vostre riflessioni possano far luce sul reale significato degli insegnamenti dei maestri antichi. Il libro, di cui darò delle anticipazioni in questa pagina, è dedicato a Yeshe Tsogyal, la "Danzatrice del Cielo" ed è diviso in cinque parti, come cinque sono le fasi del Rito Sessuale nella tradizione indiana, più una introduzione ed una conclusione in cui racconto le mie esperienze personali e la mia iniziazione al tantrismo. Nella prima parte parlo delle fonti documentali e dei problemi generati, nelle traduzioni, dall'Obscene Pubblications Acts, che impediva, fino al secolo scorso, nell'Impero britannico, la stampa di immagini e testi con contenuti erotici. La seconda parte è invece dedicata alla conoscenza anatomica ed agli esercizi preparatori. La terza al Rito Sessuale vero e proprio ed alla Dottrina delle Vibrazioni, anima autentica del tantrismo La quarta, intitolata "L'Onda della Bellezza", è dedicata a Shankara Bhagavad pada ed alla Sri Vidya, l'insieme di pratiche legate allo Sri Yantra. La quinta parte riguarda invece la pratica vera e propria. Ringrazio Caterina Genta che mi ha fornito la foto di copertina, tratta da una coreografia che abbiamo danzato insieme un po' di anni fa, subito dopola nostra iniziazione al tantrismo Tibetano con i Monaci Gelugpa.
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Post n°90 pubblicato il 28 Aprile 2014 da paoloproietti.rnk
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Post n°89 pubblicato il 14 Aprile 2014 da paoloproietti.rnk
Molti praticanti, e alcuni insegnanti che conosco, hanno difficoltà ad assumere le posizioni come Upavishta Konasana, con le gambe in apertura, Si arriva a dire che non sono essenziali per la pratica dello Hatha Yoga o che l'apertura è roba da ballerini e che dipende da una predisposizione naturale.
Per poter assumere le posizioni fondamentali dello Hatha Yoga, per prima cosa occorre prendere coscienza dei fantastici giochi di specchi costruiti dalla mente. Nella nostra società le posture naturali dell'Essere Umano sono considerate innaturali e le abitudini errate, nate da sovrastrutture culturali, da mode, spesso, sembrano, di contro normali.
Vediamo: nessuno di noi si stupisce nel vedere una bella donna con le gambe accavallate e le scarpe a punta, tacco dodici. Anzi ci sono studi sul linguaggio del corpo, sui messaggi della seduzione e via discorrendo. Consideriamo normale stare seduti di sbieco, con una gamba sopra l'altra e le dita dei piedi strizzate quasi fino alla necrosi. Pensiamoci un attimo. Se in un salotto televisivo mi metto seduto per terra a gambe incrociate lo strano sono io, e questo, dal punto di vista della, come chiamarla... Logica del Corpo(?) è ASSURDO. Nel momento in cui diventiamo consapevoli di questo ribaltamento della Logica Corporea, la maniera di assumere le posture dello Hatha Yoga muta radicalmente: non è l'Asana ad essere Innaturale, sono le sovrastrutture culturali a farcelo apparire tale. Se comprendiamo il processo di ribaltamento della "Logica Corporea" verrà a galla la reale motivazione dei nostri gesti quotidiani e, piano piano, ci libereremo del concetto di Prestazione, uno dei peggiori nemici del praticante. La nostra maniera di muoversi, di parlare, di vestirsi, non dipende quasi mai dalle esigenze del corpo, ma dalla necessità di piacere agli altri. "Il Tema è La Relazione" mi diceva sempre la mia ex Donna. Già. Il problema è che per relazionarsi con gli altri, con la società o le micro-reti sociali (famiglia, amici, colleghi) indossiamo abiti di scena e interpretiamo dei ruoli, infischiandosene delle esigenze del corpo e delle emozioni da cui queste esigenze insorgono. A forza di cercare di comunicare con l'esterno, di studiare le leggi delle relazioni, rischiamo di perdere contatto con la sapienza antica del corpo, unica via per riscoprire lo Stato Naturale. Per uno Hathayogin il tema non è la Relazione, il Tema è ESSERE. E come si fa ad Essere se si assumono le posizioni e i comportamenti che devono farci accettare dalla società?
Il viaggio a ritroso verso lo stato naturale ci svela, pian piano, tutti i nostri bluff.
Se ci si arrende svanisce il concetto di Prestazione.
L'unica cosa che conta è la consapevolezza, lo scoprire, pian piano, cosa impedisce al mio corpo di esprimere le proprie, naturali, potenzialità.
Il sistema osseo è dinamico, si muove continuamente seguendo l'andamento delle maree del liquido cerebro spinale.
1)Apro le gambe quanto posso (anche 90° va bene) e, mani a terra, scendo, sempre quanto posso, con la schiena in avanti.
4)Adesso inspirando muovo consapevolmente il mento e il sacro in avanti e faccio ruotare le gambe leggermente all'esterno.
Inspirando "allargo" il rombo: osso pubico e coccige si allargano sull'asse sagittale e gli ischi lateralmente.
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Post n°88 pubblicato il 21 Marzo 2014 da paoloproietti.rnk
"- Se le stelle apparissero una volta ogni cento anni l'uomo conserverebbe il ricordo della città di Dio - Non ricordo chi l'abbia scritto, ma è proprio una bella frase. Se il sole ci mostra il mondo senza pudore, è con discrezione che i ricami oro e argento delle stelle ci portano fuori dalle tempeste, e addolciscono il vuoto angosciante della notte. Troppo caldo il sole per fartelo amico, neppure puoi guardarlo negli occhi. Con le stelle è diverso: godi della loro danza, sempre nuova, le saluti prima dell'alba, come un Romeo sorpreso dal canto dell'allodola, e dopo il tramonto le ritrovi lì, appese al cielo". Ryu No Kokyu Lo Yoga è una danza, la danza degli Dei. Non mi stanco mai di ripeterlo. Eppure ogni volta che un gesto, ripetuto magari mille e mille volte, prende vita, mi sorprendo. La vera bellezza è effimera. Ed è insolita. La perla di rugiada, al primo sole, emoziona più di un gioiello antico e la rosa che sboccia sulla pietra, inattesa e solitaria, irride, insieme, la roccia e l'artista più osannato. All'improvviso, a volte, l'asana, la mudra o la sequenza si fanno danza, e il Corpo dello Yogin si scopre palcoscenico per il Nataraja e la sua Sposa. A volte, mica sempre. Gli Dei sono capricciosi forse, o forse siamo noi che non abbiamo ancora appreso a perfezione l'Arte della Resa. Arrendersi alla Gravità è l'unico modo per spiccare il volo. Arrendersi alla saggezza antica del corpo è la sola via per uscirne, dal corpo, e per "vedersi visti". In fondo la meditazione non è altro che farsi spettatori di sé, guardarsi come si guarda il campo scosso dal vento. O l'onda che si spinge fino in cielo per abbracciar la Terra. Ecco il trucco! Quando l'Asana, la Mudra, la sequenza si nutrono della nostalgia delle stelle come l'onda si nutre di quella della Terra, il gesto si fa meditazione e lo Yoga Arte. Le stelle, ancora loro. Sono mesi che ricordo, leggo e scrivo di stelle, il piccolo grande segreto dello Yoga. Per gli indiani dei Veda Shiva, il Nataraja è la costellazione di Orione e la sua cavalcatura è il Toro che gli si para di fronte. La danza degli Dei è, anche, il girotondo, consolatorio, delle stelle. Consolatorio, perché è vero che "Se le stelle apparissero una volta ogni cento anni l'uomo conserverebbe il ricordo della città di Dio" , ma che angoscia sarebbe, notte dopo notte, annegare gli occhi nel vuoto! Il sorriso della luna piena parrebbe triste e il disciogliersi delle sue sorelle puzzerebbe di morte, come il pesce vecchio. Lo Yoga si fa Danza quando ci si arrende alle stelle. Lavorando in due il gioco dell'abbandono si fa più facile, ascolti te stesso e ascolti l'altro, il tuo respiro si fonde col suo e la pelle si fa sottile per meglio sentire il gioco dei muscoli. Ci si arrende all'altro come alla gravità e la bellezza, la grazia, sbocciano. Inconsapevolmente. Involontariamente. Non c'è volontà nella Bellezza. Volontà forse, con la maiuscola, ad intendere una Legge che non può essere scritta né detta, ma nell'Arte non c'è spazio per l'IO VOGLIO: l'Onda della Bellezza è anarchica e bizzosa, come gli Dei o la donna che ami. Tu non puoi decidere quando inarcherà la schiena, come un drago antico, per slanciarsi verso il Cielo, verso le stelle, né puoi costringerla a rimanere al tuo fianco, quando il richiamo della sua casa di cristallo si farà risacca. Puoi solo aspettare. La Bellezza è Eterna, proprio perché effimera. Su di Lei il Signore del tempo non ha potere alcuno. Quando arriva la riconosci subito. Il gesto, anche il più banale, si muta in poesia, si fa rotondo, morbido, dolce e sembra che dia luce. Questo è proprio strano. Però accade. Sarà suggestione, ma quando ti "arrendi" il corpo pare più luminoso e il movimento, anche solo di una mano, disegna l'aria come fosse sabbia. Forse al richiamo della Bellezza, le stelle nascoste in noi, nell'oscura memoria delle cellule, fanno capolino. O magari è il corpo dello Yogin a rendere l'aria specchio, e la luce che si vede non è altro che il riflesso della Vita che sgorga dalla pelle, la carne i muscoli. Quando dagli asana insorge la Danza degli Dei, lo spazio si fa denso e il corpo irradia luce. Normale per chi prende sul serio i versi antichi, straordinario per chi non sa che la Poesia è rivelazione e l'Arte scienza. Gli dei dormono in noi e come i sogni si destano al primo sonno. Non il sonno del corpo, intendo, ma l'affievolirsi della presunzione, del credere che la volontà possa dominare la Natura. Basta arrendersi alla saggezza del corpo e gli dei aprono gli occhi (i tuoi occhi!) per mostrarti ciò che è. Non la realtà fantastica e barocca della mente, ma proprio quello che è. La mente umana è golosa di sistemi, calcoli e progetti. Il corpo, invece, vuole solo danzare. Chi può biasimarlo? In fondo è nato per quello |
Inviato da: minarossi82
il 11/11/2016 alle 18:33
Inviato da: esternoluce
il 15/01/2016 alle 17:35
Inviato da: Davide
il 15/05/2015 alle 09:17
Inviato da: Dario Bernardi
il 11/01/2015 alle 11:59
Inviato da: Lancelot2014
il 28/06/2014 alle 01:35