Spesso sindacalisti e politicinostrani, sia di destra che di sinistra,
amano sciacquarsi la bocca con le politiche sociali e gli aiuti
alle famiglie.
All'estero quando una persona o una famiglia si trova
in determinate condizioni
(un certo numero di figli, handicap, malattia, ecc.) generalmente
può usufruiregratuitamente delle strutture apposite scegliendo
quella che
preferisce.
In Italia no. Con la scusa che non sarebbe giusto che ricchi e
poveri
avessero le stesse opportunità, esistono una serie
di provvedimenti, nazionali, regionali, o locali a macchia di leopardo,
slegati o
sovrapposti tra di loro, spesso sconosciuti e dalle procedure
complicate. Gli astanti, qualora siano venuti miracolosamente a
sapere dell'esistenza di questo o quell'intervento sociale, che forse
potrebberiguardarli, devono sorbirsi ore di coda presso l'apposito
ufficio, leggere e compilare moduli incomprensibili, fornire documenti
ed autocertificazioni dove giura e spergiura di avere davvero diritto
all'aiuto elargito, facendo un elenco completo delle sue disgrazie.
Non di rado deve sottoporsi a visite ed accertamenti umilianti ed
invadenti
da parte dei feroci giannizzeri di Stato.
Il tutto rispettando scadenze ferree, perché spesso sono delibere
annuali, occasionali o una tantum. Fatto ciò accede ad una gradua
toria dove scopre che se non è un tossicodipendente, ex-carcerato,
senza fissa dimora e a reddito zero, probabilmente non farà parte
dell'elite
di beneficiati.
Se per qualche strano caso ne facesse parte, gli resterà sempre
il dubbio di averne diritto. Infatti in genere bisogna indicare
il reddito reale, inclusi i cavalli da corsa ma dedotti i sottomarini,
che non deve superare un certo precisissimo importo, con tre cifre
dopo la virgola,diviso il numero dei componenti del nucleo, moltiplica
to per un certo
coefficiente, da cui sottrarre gli anni di tutti i cugini
di primo e secondo grado, meno quelli che si chiamano Giuseppe.
Se uno si sbaglia, oltre a restituire il maltolto più una salatissima
multa, sarà additato
al pubblico ludibrio come "furbetto".
Alla fine del calvario scoprirà, dopo molto molto tempo, che l'aiuto
fornito in genere è il supporto di una qualche cooperativa, legata
all'ente erogante, non di rado di volontariato, per cui ci si ritrova
un figuro, non sempre adeguatamente preparato, magari ex
tossicodipendente, in giro per casa due o tre volte alla settimana
ad "aiutare". Costa meno questo genere di assistenza sociale?
Assolutamente no.
Semplicemente i soldi se ne vanno per mantenere in piedi la struttu
ra burocratica. Ma il sistema consente di distribuire gli aiuti come
fossero favori agli amici degli amici. Senza contare che il politico di
turno, assessore o ministro che sia, potrà annunciare, sdegnato, a chi
protesta, che sono stati stanziati tot milioni di euro in aiuto ai
bisognosi. Se questi sono imbecilli e non ne sanno approfittare mica è
colpa sua! (Coordinamento politico “No euro”)
LA REDAZIONE Ladysilvia
www.ladysilvia.it
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