“Ma il guajo è
che voi, caro mio, non saprete mai come si traduca in me quello che voi
mi dite. Non avete parlato turco, no. Abbiamo usato, io e voi, la
stessa lingua, le stesse parole.
Ma che colpa abbiamo, io e voi, se le parole, per sé, sono vuote?
Vuote, caro mio. E voi le riempite del senso vostro, ne dirmele; e io,
nell’accoglierle, inevitabilmente, le riempio del senso mio. Abbiamo
creduto d’intenderci; non ci siamo intesi affatto”.
“Uno, Nessuno, Centomila”, Luigi Pirandello.
e' proprio così mio piccino....già è difficile capirsi,riuscire a tradurre i nostri desideri e le nostre emozioni in modo giusto...pretendere che poi gli altri comprendano da quello che diciamo i nostri desideri,pensieri,sogni,paure,bisogni...è proprio da folli.....
Dormi bene piccolo blog....la mamma è tornata e ti lascia pure la ninna nanna....
Kemper Boyd